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sabato 29 dicembre 2018

Ford Awards 2018 - Le serie



Così come per il Saloon ed i Ford Awards in generale, anche le serie con la loro classifica quest'anno subiscono una drastica ridimensionata assestandosi sulla più classica delle top ten: per questioni di tempo e stanchezza, in realtà, negli ultimi mesi mi sono legato molto più al piccolo che al grande schermo, che è riuscito a regalarmi anche titoli destinati a diventare piccoli o grandi cult: mancano ancora recuperi importanti almeno sulla carta - Narcos, Mayans, Westworld, The handsmaid's tale -, ma se ne riparlerà il prossimo anno. Intanto, per il duemiladiciotto questo è quanto.


N°10: MAKING A MURDERER

Making a Murderer Poster

Sulla scia di lavori come Capturing the Friedmans o The Jinx, sempre grazie a Netflix ho recuperato un documentario che, fosse stato scritto per il grande schermo, sarebbe stato un legal thriller mozzafiato: la vicenda di Stephen Avery, tutt'ora in corso, filmata nell'arco di dieci anni, rappresenta uno dei casi più incredibili di cronaca nera degli States, in bilico tra vendetta, ignoranza, sangue, il nulla e l'addio. Lo stile potrà apparire quasi amatoriale, ma quello che racconta è senza dubbio da brividi.


N°9: BLACK SAILS

Black Sails Poster

Il mio amore per L'isola del tesoro ed il personaggio di Long John Silver non poteva che farmi rimanere una volta ancora ammirato da questa sottovalutatissima versione piratesca di Spartacus, che chiude il suo cammino con una quarta stagione in crescendo e che, personalmente, avrei voluto veder proseguire per almeno un altro paio di annate. 
Lo spirito indomito, selvaggio, crudele e ribelle dei pirati mostrato dall'altro lato della medaglia a fronte dell'ombra del Sistema e dell'Impero che lo rappresentava.


N°8: JEAN CLAUDE VAN JOHNSON

Jean-Claude Van Johnson Poster

Riprendendo quello che fu lo spirito del mitico JCVD sfruttandone la vena più grottesca e comica, Jean Claude Van Damme, uno dei miei idoli d'infanzia nonchè volto mitico dell'action tamarra, torna per raccontare un'assurda vicenda in cui interpreta se stesso rivelando di essere in realtà un agente segreto la cui copertura è proprio quella della star del Cinema. 
Per chi è cresciuto a calci rotanti, un vero e proprio cult: peccato si siano fermati alla prima stagione.


N°7: SEVEN SECONDS

Seven Seconds Poster

Le storie fosche pronte a rivelare tutto il buio dell'animo umano sono tra le mie preferite, quando si parla di crime: e così come avevo adorato The Shield, The Killing e The night of, sono stato conquistato da Seven Seconds, dai ritmi forse più dilatati e blandi rispetto ai titoli appena citati ma potentissimo nel raccontare una vicenda tristissima dalla quale nessuno esce vincitore consegnando al pubblico almeno un paio di charachters memorabili - il detective Fish su tutti -. 


N°6: MANHUNT - UNABOMBER

Manhunt: Unabomber Poster

Sulla scia dello spirito di Mind Hunter dello scorso anno, Manhunt - Unabomber è stata la sorpresa crime degli ultimi mesi: teso, ben raccontato, pronto a mostrare una storia di paura collettiva e solitudine profonda di due facce della stessa medaglia, interpretato bene perfino da Sam Worthington, che pur standomi simpatico di norma non è noto per brillare per qualità attoriali.
Da antologia l'episodio dedicato a Unabomber e al suo passato.

N°5: BOJACK HORSEMAN

BoJack Horseman Poster

L'Hank Moody del post Californication, Bojack Horseman, continua a mietere successi stagione dopo stagione, confermandosi uno dei charachters più interessanti del piccolo schermo e non solo. In attesa di affrontare la nuova stagione, il cavallo alcolizzato che lotta contro la fama e Hollywood rappresenta qualcosa di incredibilmente geniale, divertentissimo e profondamente triste con cui perdersi. Magari bevendo mentre lo si fa.


N°4: THIS IS US

This Is Us Poster

Uno dei serial più fordiani degli ultimi anni e forse di sempre strazia i cuori degli occupanti del Saloon anche con la seconda stagione, confermandosi come una delle opere più emozionanti e coinvolgenti che la televisione abbia da offrire al momento: in attesa di imbarcarci nella visione della terza stagione, i Pearson continuano a solleticare le lacrime anche dei più duri, rivelando finalmente quello che fu il destino del mitico Jack.


N°3: COBRA KAI

Cobra Kai Poster 

Il revival anni ottanta che ha furoreggiato negli ultimi anni porta alla riscoperta di Daniel LaRusso e John Lawrence, rivali nel primo, indimenticabile, Karate Kid, oltre trent'anni dopo: l'ex pupillo di Miyagi è diventato un imprenditore di successo, mentre il bullo del Cobra Kai è un uomo ai margini che vive di lavoretti e serate accompagnate da alcool e solitudine. 
Bravissimi gli autori a giocare su amarcord, divertimento ed un ribaltamento delle parti che mostra l'uomo dietro il "cattivo" dei vecchi tempi ed il peggio del "buono": per chi ha amato ed è cresciuto con il film originale, un must. Per tutti gli altri, un piccolo gioiellino da scoprire.


N°2: HILL HOUSE

Hill House Poster

Mike Flanagan, regista che sul grande schermo ha sempre funzionato per quanto mi riguarda a corrente alterna, trova la sua dimensione migliore sul piccolo, confezionando uno dei titoli che ha furoreggiato nella blogosfera lo scorso autunno e che rappresenta un vero e proprio gioiellino di un genere spesso vituperato e difficile come l'horror.
Incrociando le dinamiche da famiglia disfunzionale in stile Six Feet Under alle vecchie storie di case infestate, Flanagan racconta con grandissima tecnica una storia avvincente e profonda dal primo all'ultimo episodio, esplodendo in particolare con il quinto, La donna con il collo spezzato, un vero gioiello.


N°1: LA CASA DI CARTA

La casa di carta Poster

Se c'è una serie che più di ogni altra ha rappresentato il duemiladiciotto, è senza dubbio La casa di carta. Divenuta rapidamente un cult, pur non rappresentando nulla di davvero nuovo, è riuscita nell'impresa di rielaborare elementi di vari generi rendendoli cult anche quando sguaiati, eccessivi, implausibili: una sorta di Tarantino versione piccolo schermo.
Le vicende del Professore e dei suoi rapinatori sono al cardiopalma dal primo all'ultimo episodio, regalano emozioni, cambi di fronte, tensione, perfino commozione.
In fondo a volte nel "cattivo" troviamo un'umanità imperfetta e pulsante che nel "buono", d'altra parte, non possiamo trovare.


MrFord



I PREMI

Preferito fordiano: John Lawrence, Cobra Kai


Miglior personaggio: il Professore, La casa di carta

Miglior sigla: Bojack Horseman

Uomo dell'anno: Alvaro Morte, La casa di carta

Donna dell'anno: Ursula Corberò, La casa di carta

Scena cult: il Professore e Berlino cantano "Bella ciao", La casa di carta

Migliore episodio: La donna con il collo spezzato, Hill House

Premio ammazzacristiani: la casa, Hill House

Miglior coppia: Daniel LaRusso e John Lawrence, Cobra Kai


Cazzone dell'anno: Denver, La casa di carta

Cattivo dell'anno: Berlino, La casa di carta

venerdì 13 aprile 2018

Until death (Simon Fellows, UK/Bulgaria/Germania/USA, 2007, 101')




Non avrei davvero mai pensato di scrivere queste righe.
Ho visto un film con Jean Claude Van Damme che mi è parso inesorabilmente, totalmente, clamorosamente inutile e noioso.
Un film che pensa e spera di essere un noir o un hard boiled, e non fa che provocare sonno e nostalgia per i calci rotanti dell'attore belga.
Un vero peccato per un appassionato della mia risma, che sperava in una bella serata da rutto libero e neuroni in vacanza e si è trovato narcotizzato sul divano.
Poco altro ho da dire su un film così fuori tempo massimo da farmi quasi sentire il Cannibale che stronca un action fordiano.



MrFord



 

venerdì 9 febbraio 2018

Timecop - Indagine dal futuro (Peter Hyams, Canada/USA/Giappone, 1994, 99')





Credo che tutti gli avventori del Saloon sappiano quanto Jean Claude Van Damme sia amato, da queste parti: di poco sotto - almeno per il sottoscritto - agli inarrivabili Schwarzy e Stallone, infatti, l'attore ed artista marziale belga è stato protagonista delle prime visioni tamarre della mia infanzia e prima adolescenza, in quei pomeriggi passati con mio fratello a rivedere fino allo sfinimento le pellicole con protagonisti questi inossidabili e mitici action heroes.
Curiosamente - o forse perchè uscito in sala quando ero già entrato nell'adolescenza, tunnel che mi portò ad abbandonare tutto quello che era tamarro e sopra le righe per diversi anni, rinunciando perfino ai miei suddetti eroi dell'infanzia - il film che portò il più grande successo al botteghino per JCVD, nonchè uno dei meglio considerati dalla critica, Timecop, non era mai passato da queste parti.
La recente visione della geniale Jean Claude Van Johnson, però, i paragoni con Looper ed il culto che pare gravitare da parte dei fan attorno a questo titolo hanno solleticato la mia curiosità, colmando finalmente una lacuna che non poteva esistere, nella carriera di un appassionato come il sottoscritto.
Senza dubbio posso affermare che, se Timecop avesse avuto alle spalle una produzione meno cheap ed un regista più talentuoso, grazie ad una sceneggiatura con ottimi spunti e alla notorietà di Van Damme, avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare un cult a tutti gli effetti, considerato quanto i viaggi nel Tempo affascinino da sempre il pubblico, anche quando non si parla necessariamente di appassionati: d'altra parte, forse per età, forse per l'invecchiamento di una pellicola che trabocca anni novanta da ogni fotogramma, ma soprattutto per un coinvolgimento atletico decisamente basso per il protagonista - è uno dei suoi film meno "da calci rotanti" - non penso che Timecop sarà mai uno dei miei favoriti della sua filmografia, che restano inesorabilmente Senza esclusione di colpi e Kickboxer.
Nonostante questo, ovviamente, la visione è stata un vero spasso, in bilico tra una trama comunque ben costruita - che ricorda i paradossi della trilogia di Ritorno al futuro e si lega idealmente a pellicole più recenti come, per l'appunto, Looper - e la visione "futuribile" di un duemilaquattro che per i tempi aveva il sapore del Nuovo Millennio in stile Terminator o Demolition Man, con un gruppo di cattivi senza possibilità di redenzione e l'eroe positivo e tormentato nella migliore tradizione del Nostro, che concede un paio di chicche ai suoi fan hardcore come la sequenza con il borseggiatore sui rollerblades e la spaccata sul piano della cucina per fuggire alla scarica elettrica.
Certo, non penso consiglierei mai un titolo di questo tipo - non tanto per il genere, quanto per il fatto che risulta decisamente datato - a qualcuno che non sia legato affettivamente a Van Damme ed al suo contributo spettacolare al Cinema di botte, ma doveste rientrare nel novero ed essere nella situazione in cui ero anch'io fino a poco tempo fa, Timecop è senza dubbio una visione obbligatoria, non fosse altro perchè rappresenta l'apice della carriera - in termini di successi - di JCVD prima del rilancio avuto negli ultimi anni a seguito della riscoperta di queste vecchie glorie ed uno dei migliori tentativi di portare le sue tipiche interpretazioni e pellicole ad un livello qualitativamente più alto - ci riuscì anche, e con esiti senza dubbio migliori, John Woo, prima dell'apice rappresentato da JCVD, il film e non il protagonista, e la già citata Jean Claude Van Johnson nel Nuovo Millennio -.



MrFord




 

lunedì 5 febbraio 2018

Jean Claude Van Johnson - Stagione 1 (Amazon, USA, 2016/2017)




I miti e gli eroi, neanche avessero superpoteri e potessero cambiare il mondo, che ci consegna l'infanzia - soprattutto se si è cresciuti negli anni ottanta - influenzano il corso della vita di ognuno di noi quasi quanto finiscono per fare le persone in carne ed ossa che ci stanno accanto e davvero si prendono cura di noi: ai tempi delle elementari e delle medie, quando lottavo contro la timidezza che mi divorava e sembravo perennemente almeno tre o quattro anni più piccolo dell'età che avevo, poche cose finivano per farmi sentire tranquillo e sicuro più degli action movies.
Da Schwarzenegger a Stallone, passando per Van Damme, ho vissuto alcuni dei momenti più belli, innocenti e magici di quell'epoca al ritmo delle botte che rifilavano al cattivo di turno, prima di dimenticarli come un figlio adolescente che non vuole immischiarsi con i propri vecchi e tornare a rivalutarli e comprendere la loro importanza nell'età adulta: nel corso degli ultimi dieci anni, inoltre, grazie ad una carica enorme di autoironia, consapevolezza e metacinema, tutti questi ex eroi indistruttibili, messi di fronte all'inesorabile progredire del Tempo, hanno saputo reinventarsi nel modo migliore, finendo per appassionare anche un pubblico che, forse, ai loro tempi non era neppure nato.
Van Damme, che già qualche anno fa stupì pubblico e critica - sì, avete letto bene - con il bellissimo JCVD, una sorta di revisione della propria vita in chiave ugualmente comica e drammatica, grazie ad Amazon ed alle nuove realtà dei network di streaming torna protagonista con questa miniserie - o serie? Io già spero nella seconda stagione - che lo vede di nuovo nella parte di se stesso affrontare non solo l'idea del mito originato proprio dalle pellicole che lo resero famoso ai tempi, ma anche di un genere - quello dello spionaggio - divenuto un classico del Cinema e mostrando un lato decisamente autoironico che al culmine della carriera, considerati gli eccessi, la fama ed alcune sue intemperanze sarebbe parso fantascienza non solo a lui stesso, ma anche alla maggior parte del pubblico che lo seguiva.
A partire dal geniale pilota fino alla spaccata della resa dei conti, passando per la gara di drifting neanche fossimo dalle parti di Fast and Furious e per le sue due spalle interpretate da Kat Foster - una vera e piacevolissima sorpresa, in tutti i sensi - e Moises Arias, che mi hanno riportato alla mente un'altra serie che ha avuto il merito di sottolineare l'importanza di un attore ed un personaggio mitici, Ash vs Evil Dead, posso dichiarare senza ritegno alcuno di aver amato ogni secondo di ognuno dei sei episodi, pronti a contagiare con il loro delirio, le botte e le risate perfino il Fordino, che ancora non ha assolutamente idea di chi sia Van Damme e che ha identificato il tutto con il personaggio del sosia di JCVD interpretato dallo stesso attore belga ed accreditato come fosse il fratello di quest'ultimo, innalzandolo immediatamente a volto di riferimento delle serie che guardiamo al Saloon insieme a Frank Gallagher, "l'altro Frank" (Underwood) e il buon vecchio House.
Un plebiscito, dunque, per una proposta freschissima ed intelligente, oltre che tamarra oltre misura e divertentissima, già destinata a diventare un cult di questo duemiladiciotto sul piccolo schermo e della carriera del mitico Jean Claude che, vorrà perdonarmi, nel corso dell'adolescenza ho snobbato tanto da non affrontare mai la visione di quello che è stato il suo film di maggior successo, Timecop, che a suo dire dovrebbe essere la versione bella di Looper.
A questo punto, come fosse un fioretto nella speranza di vedere una season two di Jean Claude Van Johnson, prometto che rimedierò il più presto possibile.
O comunque, prima che qualcuno venga a prendermi da un futuro che potrebbe non essere così roseo.
O ricco di spaccate e calci rotanti.




MrFord




 

martedì 11 ottobre 2016

Kickboxer - Vengeance (John Stockwell, USA, 2016, 90')



Erano diversi mesi che, grazie all'hype creato dal mio amico, collega e socio nel tandem Tango&Cash Steve, attendevo di mettere le mani su Kickboxer - Vengeance, reboot del supercult con protagonista il feticcio del Saloon Jean Claude Van Damme forse in uno dei momenti più alti - anche in termini di trash - della sua carriera.
L'idea, poi, che il Nostro passasse - giusto, considerata l'età, nonostante una forma invidiabile - dalla parte del Maestro, e che nel cast figurassero Dave Bautista - l'ex Batista della WWE, per intenderci - come Tong Po e Gina Carano, alimentava ancor più le più goduriose prospettive nell'ottica di una serata a metà tra i neuroni spentissimi e l'amarcord più spietato: peccato che, nonostante tutta la buona volontà del sottoscritto, tamarro cresciuto con i film di botte anni ottanta e primi novanta, questo Kickboxer - Vengeance, fatta eccezione per JCVD ed una fugace apparizione studiata ad arte del primo, indimenticabile Tong Po - che altro non era se non uno degli allenatori e stunt che lavoravano accanto al mitico attore belga -, si rivela come il tipico prodotto senza arte ne parte, per giunta brutto e privo di qualsiasi significato ed ironia, figlio dell'epoca delle MMA e delle botte gratuite.
Considerato quanto a cuore quel cult indimenticabile passato mille volte su questi schermi, stragoduto con mio fratello ai tempi, e da solo, in compagnia degli amici o di Julez poi, questo tentativo maldestro di rinverdirne i fasti risulta quantomeno una delusione cocente, non tanto per lo script elementare e privo di logica - che ci sta sempre, in casi come questo -, i colpi e gli allenamenti al limite della fantascienza - anche questo, normale amministrazione, quasi dovuta, in caso di pellicole tamarre -, i tagli con l'accetta ed i capelli posticci di Bautista, quanto per il completo mancato bersaglio rispetto allo spirito che prodotti di questo tipo avevano ai tempi e riescono ad avere, in casi purtroppo isolati, anche oggi: dal finale assolutamente contro ad ogni regola che vede il buono di turno affrontare le difficoltà ed impartire la lezione dovuta al cattivo - ricordo ancora la strizzata di naso di Miyagi in Karate Kid 2 - fino a passaggi forzati e neppure naif come quelli che capitavano come se piovesse all'epoca - dal ruolo della poliziotta a quello del compagno/rivale di allenamento nel campo di Tong Po divenuto promotore del notissimo appellativo di Nak Su Cao del protagonista -, per culminare proprio con un main charachter completamente privo del carisma di JCVD, capace solo di sfoderare grandi esercizi al ritmo di canzoni hip hop neanche fossimo in Southpaw o Creed ma praticamente un fantasma in quanto a capacità di bucare lo schermo.
Purtroppo, dunque, per me e tutti i grandi amanti di un certo Cinema pane e salame, questo Kickboxer - Vengeance risulta il tentativo fallito di rinverdire i fasti di un genere che pare sempre - purtroppo - più lontano nel tempo, pronto a mostrare ben più di un fianco a tutta la critica radical sempre pronta a sparare a zero sulla parte ignorante della settima arte, fondamentale per la salvezza di noi tutti tanto quanto quella "alta".
Purtroppo, questo film non rientra in nessuna delle due categorie, quanto in quella delle grandi, incommensurabili delusioni da KO senza ritorno.




MrFord




 

martedì 14 ottobre 2014

Blog Wars - Bimbiminkia VS Tamarriminkia: i film action


La trama (con parole, purtroppo, sue): dopo una lunga assenza, le Blog Wars tra l'autore di questo blog Cannibal Kid e il suo acerrimo rivale Mr. James Ford sono finalmente tornate. Il terreno di scontro?
Una sfida incrociata in cui ieri abbiamo assistito alle spettacolare, divertente, variegata lista di pellicole adolescenziali proposte da me, mentre oggi vi tocca sorbire quelli che secondo Ford sono i migliori film action di sempre, mentre per me sono solo alcune tra le peggiori atrocità che l'uomo abbia mai prodotto.
Ecco qua la lista dei film (film?????) selezionati da Ford e commentati da me, ordinati da quello che mi è sembrato il peggiore al migliore (migliore si fa per dire).
Cannibal Kid


"Me l'avevano detto che Cannibal non capiva un'emerita fava di Cinema, ma questo è troppo anche per lui!"

10. Predator



Cannibal Kid: Capisco che a Mr. Ford alla prima apparizione di Schwarzenegger che fa il figo fumando un sigaro sia venuta un’erezione, ma a me personalmente ha lasciato del tutto indifferente.
Predator è la noia fatta film, tra inseguimenti, appostamenti, sparatorie ed esplosioni, con in più come aggiunta bonus qualche risibile inserto fantascientifico. Ridotti al minimo i dialoghi, il livello di umorismo presente è ben al di sotto della media degli action tamarri anni Ottanta, è girato pessimamente da John McTiernan, la recitazione da parte di Schwarzy e co. è meglio non commentarla nemmeno, la sceneggiatura è banalissima, i terrificanti effetti speciali più che negli 80s sembrano fatti nei 20s. Lo scontro finale tra Schwarzy e Predator credo rappresenti poi uno dei punti più bassi mai raggiunti dal cinema. Se sta roba può essere considerata cinema.
Insomma, una porcheria totale. Un film invecchiato malissimo e senza alcun senso, che vorrebbe essere ad alta tensione, invece è solo soporifero e non si attesta nemmeno sui livelli minimi di intrattenimento trash. La peggio fordianata per iniziare degnamente la peggior lista, di film e non solo, che io abbia mai visto in vita mia.
MrFord: questa non me l'aspettavo neppure da un incompetente del calibro del mio rivale. Mettere un filmone come Predator - riconosciuto come tale anche dalla critica - dietro Seagal o Lundgren è troppo perfino per un Coniglione della peggior specie.
Come se non bastasse, il film di McTiernan - che già con il primo Die Hard aveva fatto scintille - è una chicca sia in termini di tecnica - le macchine da presa "termiche" furono sfruttate per la prima volta nella realizzazione di un film - che di tensione, oltre ad aver regalato al pubblico uno dei migliori mostri di sempre.
Mi sa tanto che il Predator dovrebbe fare una capatina a Casale, anche se sarebbe una caccia troppo facile, per lui!
Cannibal Kid: Pensavo fossi tu, Ford, uno dei migliori mostri di sempre.
Comunque sta a vedere adesso che Predator è considerato il Quarto potere del genere tamarro-action... E anche se fosse, ma non credo, non mi importa se è piaciuto a qualche critico rimbambito. Per me 'sta inguardabile e ridicola porcheria è solo una merdaccia!
MrFord: sento già le grida di vendetta non solo degli appassionati di action, ma anche di quelli di Cinema!

"°ç§°çéç*éç§°ç§é*çéç§°çéç*éç!" - Tradotto dal predatorese: "Datemi Cannibal che gli faccio un culo come una capanna!"
9. Battle of the Damned



Cannibal Kid: Questo è un colpo basso persino per Ford. Come si può inserire una roba del genere in una lista, se non per fare del male gratuito all’avversario?
Mi rifiuto di credere che Ford, per quanto i suoi gusti siano agghiaccianti, possa averlo messo per un altro motivo. Questa pellicoletta con zombie, robot e Dolph Lundgren (non so chi sia più inespressivo tra tutti), non si salva sotto nessun aspetto. Sembra un episodio bruttissimo di The Walking Dead, che già non è il massimo della vita. Un survival con scene d’azione da mal di mare, recitato malissimo da tutti e non solo da Ivan Drago, con una sceneggiatura trita e ritrita, noioso, privo di battute decenti e persino di vera tamarraggine. Per non parlare della componente fantascientifica/horror che fa veramente orrore. Un obbrobrio che starebbe bene giusto in una Flop 10 dei peggiori film di sempre, sia che lo si inserisca nella categoria action, sci-fi, dell’orrore o altro.
MrFord: ok, lo ammetto. Anche se io mi ci ero divertito da matti, ho inserito questo filmaccio trashissimo solo per rendere la vita più difficile al mio antagonista. Avrei potuto scegliere Red Scorpion ed essere più magnanimo, ma con gentaglia come Cannibal non si può far altro se non concedersi le maniere forti.

"Gli zombies kid restano fuori dal grande Cinema fordiano!"
8. Nico



Cannibal Kid: Chi è il peggior attore del mondo?
Tra Van Damme e Schwarzy, Ford con la sua lista mi sta mettendo in crisi. In mezzo a tanti simili cani (senza offesa per i veri cani che a recitare se la cavano molto meglio, si veda The Artist), il numero 1 dei peggiori resta sempre Steven Mezza Seagal. Il suo esordio nel mondo del cinema (cinema???), nonché il suo film più identificativo Nico è una splendida prova di incapacità recitativa capace di superare qualunque temibile avversario. Si potrà dire che, più che un attore, è un lottatore di arti marziali. Non metto in dubbio che, se me lo ritrovassi davanti, mi farebbe il culo alla grande, però con la sua enorme mole non mi sembra il massimo dell’agilità, quindi potrei sconfiggerlo con la mia velocità. O se non altro scappare.
L’unica cosa da notare di questo filmetto action telefonatissimo è come Seagal resti uguale per tutto il tempo. Che faccia un combattimento a 20 anni, che si trovi in Vietnam anni più tardi, che sia al battesimo del figlio altri anni dopo, o che gli ammazzino il prete amico, o che pianga, o che venga torturato, Steven “Nico” Seagal non cambia MAI espressione né aspetto.
A differenza di altri action heroes, Nico è poi del tutto privo di sense of humour e si limita ad andare in giro a menare le mani e a fare l’invincibile poliziotto perfetto quasi supereroistico contro i cattivoni. Uno dei personaggi più insopportabili di sempre, degno dell’attore peggiore di sempre.
A voler essere proprio buono, posso salvare giusto la presenza di una simpatica Pam Grier e di una giovane Sharon Stone, per il resto questo è, come direbbe il blog Director’s Cult (http://directorcult.blogspot.it/), un vero monnezza movie.
MrFord: il buon Seagal con il suo parruccone è sempre stato il mio action hero meno preferito, con grande dispiacere di mio padre, che non si perde un suo film in tv neanche ad averlo già visto un centinaio di volte. Di recente, però, mi sono trovato a rivalutare alcune sue chicche, come Nico, forse ad oggi il film tecnicamente migliore cui abbia preso parte uno degli attori oggettivamente peggiori della storia.
Certo, poi, pensare che abbia fatto soffrire Cannibal, lo rende quantomeno uno dei più utili.
Cannibal Kid: Seagal è il preferito del vero Signor Ford?
Ah, ma allora l'amore per il cattivo cinema è una tradizione di famiglia!
Speriamo che il Fordino si metta al riparo al più presto...

"Cannibal, ti faccio saltare le cervella, sempre che tu le abbia!"
7. Senza esclusione di colpi



Cannibal Kid: Ma che è sta roba?
Senza esclusione di colpi pare una specie di versione terrificante di Karate Kid. E pare una versione terrificante pure del Ragazzo dal kimono d'oro.
Ora capisco perché Ford critica tanto lo splendido Kill Bill. Per lui il cinema d’arti marziali è questa roba firmata da Newt Arnold...
CHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII?
Regia e recitazione sono talmente penosi che si rimpiange Centovetrine e pure Kiss Me Licia. Jean Claude Van Damme è talmente cagno che solo per questa interpretazione meriterebbe un Razzie Award annuale a vita. L’unica soddisfazione proveniente da questa interminabile parata di (brutti) incontri marziali è vedere JCVD indossare dei ridicoli pantaloni ascellari che manco Fantozzi. Su tutto il resto, pessima colonna sonora e storiella romantica da Harmony comprese, è meglio stendere un enorme velo pietoso.
Senza esclusione di colpi sta al cinema come i Modà stanno alla musica.
E questo, caro Ford, è ciò che io chiamo attaccare un film senza esclusione di colpi.
Film?
Sta cagata non è un film.
MrFord: cult totale del grande JCVD, imbarazzante di fronte ad un giudizio critico anche gustato a dodici o tredici anni, Senza esclusione di colpi è una pacchia totale del trash, uno di quei gioiellini che non si possono non amare, a meno di non essere cresciuti chiusi in una stanzetta da soli invece che al parco a simulare le mosse con gli amici del quartiere.
Dev'essere per questo, che il Cannibale non l'ha proprio digerito.
Cannibal Kid: Uno di quei gioiellini che non si possono non amare... a meno di avere un cervello funzionante. Te Ford a forza di andare al parco a prendertele di santa ragione mi sa che hai subito un trauma cranico, uahahah!

"E questo calcio è niente in confronto a quelli che sferrerò a Cannibal Kid!"
6. Nido di vespe



Cannibal Kid: Io in genere adoro il cinema francese, ma questa è una schifezzina che non si distingue per niente dal resto delle americanate fordianate qui inserite. L'unica scena degna di nota è quella all'inizio dei protagonisti che cantano in auto. Poi, il nulla. Una trama finto elaborata che è giusto un pretesto per un sacco di scene d'azione e soprattutto sparatorie. Ford, va bene che sei abituato a spararle grosse, però basta sparatorie!
Questo film è poi la dimostrazione evidente di come Ford adori proprio le pellicole mal recitate. In mezzo a un cast agghiacciante composto da incapaci proveniente da tutte le parti del mondo, manco ci trovassimo in un film degli Expendables, si segnala la pessima prova del “nostro” Valerio Mastandrea, degna dell'Alberto Tomba di Alex l'ariete. E la cosa tragica è che non sto scherzando.
MrFord: omaggio francese a pellicole bomba come Distretto 13, era quasi scontato che Nido di vespe avrebbe scontentato quel radical di Peppa, cui bastano un paio di colpi di pistola per fuggire con la coda tra le gambe.
Tranquillo, Cannibal: è solo finzione scenica, e accade dall'altra parte dello schermo!
Cannibal Kid: Quella sarà anche solo finzione, ma i livelli terrificanti di recitazione nelle tue adorate pellicole sono reali. E fanno una dannata paura!

"Se ti manda Peppa Kid, ti faccio fuori all'istante!"
5. Danko



Cannibal Kid: Un film che si inserisce sullo stesso filone di Tango e Cash e L’ultimo dei Boy Scout, solo inferiore. Schwarzy è il solito monolito inespressivo, il film è ricchissimo di stereotipi e a tenere desta l’attenzione di questo film nato stanko c’è giusto James Belushi, il fratello privo di talento di John. Il che è tutto dire.
Rispetto ad altre schifezze proposte in questa decina se non altro è quasi guardabile. Però certo vedere al timone di questa sorpassatissima americanata tipicamente anni ’80 Walter Hill, autore di una cosa enorme come I guerrieri della notte, mette una gran tristezza.
MrFord: altro cult anni ottanta ed action che tutti, dai critici più menosi al pubblico occasionale non possono non amare, eccetto Cannibal. Lui è più rigido di Danko, quando si parla di Cinema. E' la cortina di ferro di tutti gli indie ed i radical chic del mondo.
A meno che non si parli di robetta da tredicenni. Allora sì, che lo vedrete emozionarsi davvero!
Cannibal Kid: A parte il fatto che sta roba sia amata da tutti e non solo dai tamarri scatenati come te è ancora da verificare. In ogni caso non me ne frega niente se una cosa piace a tutti. Io non sono tutti. E, caro Ford, a me non interessa nemmeno seguire il sorpassatissimo giudizio dei Mereghetti, dei Morandini, dei Minchiettini e di tutti gli altri critici parrucconi di una volta come fossero la Bibbia come fai tu. Per voi eterni novantenni è ora di levarsi finalmente dalle scatole e lasciare spazio a noi eterni tredicenni!

"Hey Peppa! Qui solo Ford può portare la barba!"
4. Tango & Cash



Cannibal Kid: Per citare Tango/Stallone: Conosco una cosa che assomiglia a questa lista. La merda. Tra le varie atroci fordianate proposte in questa classifica, questo Tango & Cash è tra le poche a salvarsi. Lungi dall’essere una pellicola fenomenale, è un action movie molto classico ma comunque abbastanza godibile. Caso più unico che raro della lista fordiana, la prima parte non è nemmeno così scontata a livello di trama. A differenza dei soliti Arma letale e buddy-movie vari, un modello abusatissimo da cui questo comunque non riesce a smarcarsi, non è la vicenda di due sbirri che devono risolvere un caso, bensì devono difendersi da un caso. Peccato che, dopo un primo tempo quasi e ho detto quasi originale, la seconda parte diventa invece molto prevedibile e scontata, con il solito happy-ending buonista che avrà fatto la gioia di Ford, non certo la mia.
Tra i due protagonisti il mattatore – ovviamente – è Kurt Russell, che umilia uno Stallone che, in versione seriosa, dimostra ancora più del solito tutti i suoi limiti recitativi. Così come il mattatore di questa Blog War sono – ovviamente e modestamente – io con i miei gustosissimi filmetti teen.
MrFord: una quasi bella sorpresa alla quale quasi non credevo, la prima volta che ho letto questa incredibile serie di stronzate cannibalesche. Tango e Cash quasi sul podio della classifica di gradimento del mio rivale. E' un pò come se io avessi scelto di mettere nella stessa posizione Ragazze a Beverly Hills o Cruel Intentions.
Ma, per citare Cash, caro Cannibal, "non farti illusioni, pisellino".
Cannibal Kid: Non farti illusioni te, pisellino Ford. Questo filmetto da sufficienza risicata è nella parte alta della classifica soltanto per esclusione (di colpi), visto che il resto è spazzatura pura.
MrFord: "Complimenti, Minnie, se ti piace parlare". Caro Peppa Kid, io credo ti sbatteranno tra i delinquenti comuni. Per reati contro il Cinema.

"Io faccio fuori Ford, tu Cannibal. Intesi?"
3. Hard Boiled



Cannibal Kid: Un film che si distingue subito dal resto della cafonaggine fordiana, grazie a una raffinata apertura dalle atmosfere jazz. Ci troviamo quindi di fronte finalmente a una pellicola decente?
Bah, direi proprio di no.
A livello registico è l'unico degno di nota di questa decina anti-cinema. Peccato che, dopo appena pochi minuti, le interminabili sparatorie cominciano a far sbadigliare e la sceneggiatura presto si evolve nel solito, ennesimo buddy movie proposto da questa lista fordiana piena di film uno uguale all'altro. Con la sola differenza che qui il livello di ironia è ancora minore rispetto alle pellicole americane.
Con una storia elaborata un po' meglio poteva venirne fuori un film valido, invece così è solo un'occasione sprecata in cui il talento registico di John Woo è messo sì in mostra, ma è troppo fine a se stesso. E poi basta con 'ste sparatorie!
MrFord: ora vorrei proprio sapere quale potrebbe essere l'idea di Cannibal a proposito dei film action. Niente sparatorie!? Niente bromanticismo o battute tra amici o colleghi pronti a fronteggiare il male spalla a spalla!? Sarebbe come pensare che esista un film teen senza un'inutile storiella d'amore lacrimevole!
Cannibal Kid: Crank, quello sì che è un film d'azione con i controcoglioni!
E c'è molta più cattiveria pure nei miei film teen come Kids, Cruel Intentions e Mean Girls che non in 'ste robette action in cui, dietro a tante botte e proiettili, si nascondono solo delle storielle bromantiche all'insegna del volemose bene.

"Cannibal lo faccio fuori io!" "Te lo puoi scordare, è in cima alla mia lista da tempo!"
2. Breakdown – La trappola



Cannibal Kid: Oh, finalmente un film proposto da Ford che mi è piaciuto!
Mi è piaciuto perché in rete non sono riuscito a trovarlo da nessuna parte e quindi me lo sono risparmiato alla grande. Evvai!
MrFord: e anche questa volta, il Cucciolo Eroico è riuscito a scamparsi almeno una delle mie proposte. Peccato, perché se non gli fosse piaciuto, Tango e Cash sarebbe stato al terzo posto.

"Fuggiamo dalle liste cannibali!"
1. L’ultimo boy scout



Cannibal Kid: L’unico film della lista fordiana che avevo già visto, l’unico film degno di una lista dei migliori action. Ha un buon ritmo, è divertente, ha una coppia di protagonisti bene assortiti e, soprattutto, presenta una serie di battute memorabili. Poi, va bah, la storia non è delle più originali e il povero Tony Scott, per quanto se la cavi, non passerà certo alla storia come un regista fenomenale, però se non altro rispetto al resto delle proposte fordiane questa è una bella boccata d’ossigeno. Fornita, non a caso, da Bruce Willis, il mio action hero preferito. O dovrei dire l’unico action hero che riesco a sopportare?
MrFord: io con L'ultimo boy scout mi diverto da matti, ma è curioso come un attore - in questo caso Bruce Willis - possa rendere la mia nemesi incapace di vedere quanto la struttura di questo film sia assolutamente identica a quella degli altri figli dell'action made in USA anni ottanta e novanta. Come al solito, le vedute limitate di Peppa lo portano a valutare una pellicola soltanto dai nomi sulla locandina e dalla colonna sonora.
Non che mi aspettassi fuochi d'artificio ed esplosioni, ma anche dal punto di vista dell'action, Cannibal Kid è clamorosamente bocciato!
Anzi, condannato ad una maratona di almeno un'altra ventina di tamarrate!
Cannibal Kid: Come se tu, Ford, non guardassi i nomi sulle locandine. Hai fatto una Flop 10 dedicata a tutti i tuoi beniamini, riservando uno spazio persino a Dolph Lundgren. Manca solo The Rock e poi la più grande rassegna di braccia (muscolose) rubate dal cinema all'agricoltura è completa.
Quanto a L'ultimo dei boy scout, è vero che la sua struttura è la stessa degli altri buddy movie fotocopia che mi hai propinato, infatti non è certo un capolavoro. La differenza è che almeno questo è davvero divertente. Gli altri mi hanno solo fatto venire voglia di spararmi un colpo. D'altra parte proponendomi tutti questi film pieni di sparatorie, il tuo obiettivo era quello, vero Ford?
MrFord: che sia divertente è indubbio. Ma questi film lo sono tutti, e sempre. Solo che tu sei un musone teen depresso, e non lo vuoi ammettere: ahahahahah!

"Caro Cucciolo, sei proprio il re dei pusillanimi!"

domenica 14 settembre 2014

Enemies closer

Regia: Peter Hyams
Origine: UK, USA
Anno: 2013
Durata: 85' 




La trama (con parole mie): Henry, un ranger forestale da anni di stanza in una quasi disabitata isola situata nella zona di confine USA/Canada, ha un passato nelle forze speciali da seppellire nella memoria pronto a chiedergli il conto per mezzo del fratello di uno dei suoi uomini dei tempi, morto tragicamente in azione. Clay, questo il nome dell'improvvisato vendicatore, rintraccia infatti Henry con l'intento di ucciderlo e chiudere i conti anche con se stesso, reduce da una vita ben lontana dall'essere felice, in bilico tra un passato in carcere ed il rancore provato per l'uomo che ritiene responsabile della fine del suo fratellino.
Peccato che il progetto di vendetta sia bruscamente interrotto dall'arrivo sull'isola della banda di Xander, pericolosissimo trafficante di droga ed assassino deciso ad ogni costo a recuperare un carico affondato al largo a seguito di un incidente aereo: Henry e Clay, dunque, nemici giurati, dovranno fare fronte comune per sopravvivere e porre fine alla minaccia di Xander.








So già che starete pensando - primo fra tutti il Cannibale - che sia impazzito.
Per quanto possa essere un tamarro sguaiato ed un amante di un certo tipo di action e di trash, di norma non assegno mai voti troppo alti ai titoli perfetti per lo svago dei miei neuroni, neanche quando si tratta di film con protagonista il numero uno di questo genere: il mio caro, vecchio Sly.
Eppure è proprio così. Enemies closer è inesorabilmente, inequivocabilmente, incredibilmente una figata come non ne vedevo da tempo, e senza dubbio il miglior film con protagonista Van Damme dai tempi dell'ormai mitico JCVD, e tra i primi cinque della sua intera carriera - non contando quella meraviglia di Expendables 2, sia chiaro -.
Fin dalla prima apparizione del Nostro, tornato al ruolo del cattivo come all'inizio della sua carriera, vestito da mountie canadese, con una cavellata assolutamente inguardabile che lo fa assomigliare ad un pupazzo da show televisivo, un piglio totalmente sopra le righe, incontrollato e gigioneggiante, pronto a fare polpette dei malcapitati di turno con una serie di mosse più vicine all'MMA che non ai calci rotanti del passato, si ha la percezione di essere di fronte a qualcosa di davvero speciale.
Tutto questo, senza contare il francese.
Perchè grazie all'incredibile personaggio di Xander, il buon Jean Claude può tornare a sfoggiare la sua lingua madre accostandola ad un charachter non solo destinato a mettere in ombra tutti gli altri, ma anche lo script stesso, geniale nella sua crudele aura da villain da fumettone lontano dai limiti ormai imposti quasi ovunque dal PG: trafficante di droga vegano con traumi infantili che l'hanno portato ad odiare chiunque minacci la Natura ed i suoi abitanti, il criminale portato in scena da Van Damme è uno spettacolo per gli appassionati del genere così come per il Cinema - trash - tutto, e la vicenda - figlia di un certo tipo di prodotti assolutamente macho oriented - con i due nemici per la pelle portati da una minaccia più grande a stringere alleanza fino a diventare quasi amici finisce per mescolare la mitologia di eroi amatissimi da queste parti come Hap e Leonard a situazioni che ricordano - purtroppo non per spessore del resto del cast - meraviglie eighties in stile Tango&Cash.
Interessante, inoltre, la scelta di non rendere invincibili - anzi, piuttosto fallibili - i due "eroi" contrapposti a Xander, così come la volontà del regista di non porre limiti all'istrionismo becero di Van Damme, in grado di prendere sulle spalle l'intera pellicola rifacendosi di cose recenti di dubbio gusto come Welcome to the jungle e regalando praticamente una perla per ogni singola sequenza: dalla già citata prima apparizione all'ultima, assistiamo di fatto ad un festival vero e proprio dell'attore ed esperto di arti marziali belga, pilastro dell'action anni ottanta e simbolo di un'epoca che ancora oggi risulta difficile pensare possa essere davvero parte del passato.
Ottimo il lavoro sulla fotografia - che potrà anche apparire piuttosto scura, eppure in alcuni momenti è riuscita addirittura a ricordarmi i colori sempre carichi del wuxia -, ed il ritmo, pronto a non dare un attimo di tregua allo spettatore grazie a twist che, seppur telefonati, finiscono per appassionare neanche si potesse tornare ragazzini in preda ai primi sfoghi da film di arti marziali con tanto di mosse replicate durante e dopo la visione.
Enemies closer è tutto questo e molto di più.
Lo capiranno i figli della mia generazione, cresciuti a pane e Stallone e Schwarzenegger, che ancora si emozionano all'idea dell'incontro di Muay Thai con le corde delle fasciature imbevute di resina e spinte tra i cocci di vetro, e provano un brivido quando il cervello si stacca dalle menate della vita e si può pensare che tutto questo possa esistere davvero.
Perchè se esiste, è grazie ad attori, interpreti, esperti del calibro di Van Damme.
Squilibri e disciplina, calci rotanti e situazioni improbabili, quelli come lui sono il cuore pulsante della macchina dei sogni che è il Cinema.




MrFord




"So anytime somebody needs you, 
don't let them down, although it grieves you,
Some day you'll need someone like they do, 
looking for what you knew."
Led Zeppelin - "Friends" - 




 

mercoledì 13 agosto 2014

Welcome to the jungle

Regia: Rob Meltzer
Origine: USA, UK, Puerto Rico
Anno: 2013
Durata: 95'





La trama (con parole mie): Chris, giovane e timido account in un'agenzia di pubblicità, è costantemente vessato dal prepotente responsabile Phil, che coglie ogni occasione possibile per farsi beffe di lui e, all'occorrenza, prendere i meriti del lavoro che il ragazzo svolge.
Quando, a seguito di un'iniziativa del Presidente dell'azienda, i dipendenti vengono precettati per una due giorni di corso legato al lavoro di squadra e alla formazione del carattere su un'isola sperduta coordinato dal duro - almeno all'apparenza - Storm, il rapporto tra i due si incrina ulteriormente: Chris, infatti, ex boy scout razionale ed organizzato, finisce per scontrarsi apertamente con Phil, cui non importa nulla del buon senso e del comportamento da tenere in una situazione "estrema".
Quando Storm, attaccato da una tigre, verrà dato per morto ed il gruppo si considererà ufficialmente disperso, le due visioni provocheranno una frattura che potrebbe portare alla salvezza o alla morte questi civili in gita nel cuore della Natura.









La prima volta che vidi il trailer di Welcome to the jungle coltivai la speranza di trovarmi di fronte ad una versione demenziale di Expendables 2, e, dunque, ad una nuova incarnazione comedy ed autoironica del mito dell'action anni ottanta Jean Claude Van Damme, che ha un posto speciale da sempre nel cuore di questo vecchio cowboy subito dietro a Schwarzenegger e Stallone, addirittura davanti a gente del calibro di Bruce Willis o Kurt Russell.
Purtroppo per me, e per tutti gli appassionati del mitico JCVD, il risultato della visione del lavoro decisamente televisivo firmato da Rob Meltzer è stato decisamente al di sotto delle aspettative, di fatto qualificandosi come una sorta di risposta americana alle baracconate che, tra gli anni ottanta e novanta, proposero in salsa italica anche i Vanzina: certo, i riferimenti sono molto più alti - Il signore delle mosche su tutti -, l'idea di mescolare la volgarità di cult dei tempi come Weekend con il morto ad esperimenti più o meno riusciti nello stile di Severance ha il suo perchè, eppure il risultato è decisamente sotto il livello della decenza, e perfino la piccola parte affidata a Van Damme finisce per assumere i connotati dell'autoparodia triste piuttosto che della goliardata nello stile di Sly e soci.
Un vero peccato, perchè un personaggio come Storm mostra in una certa misura i lampi di sentita partecipazione che l'attore belga portò sullo schermo per la prima volta con il sorprendente JCVD, forse il più grande film cui abbia preso parte uno dei paladini della settima arte "bassa" degli ultimi trent'anni: perfino nel momento della sua perla finale, il characther affidato all'esperto di arti marziali diviene in qualche modo come una comparsa in una commedia Apatow-style, un omaggio neppure troppo sentito ad un'epoca che, inesorabilmente, è tramontata e alla quale la mia generazione resterà sempre legata, sperando in qualche modo in un suo ritorno anche nel momento in cui i suoi protagonisti non potranno fisicamente più reggere il confronto con le botte che la stessa richiede.
Senza dubbio, comunque, la profonda antipatia dell'irritante Phil e la sua influenza inspiegabile sul gruppo - quanti individui di questo infimo livello ognuno di noi avrà conosciuto sul luogo di lavoro!? - e la progressiva rivalsa dell'outsider Chris - che pare uscito da un film anni ottanta, in quanto eroe positivo tendenzialmente goonie, nerd e dato per perdente in partenza - finiscono per fare da motore alla curiosità soddisfatta senza colpo ferire da un titolo benedetto da un minutaggio innocuo, che finisce per farsi voler bene nonostante il livello scarsissimo di qualsiasi suo aspetto, sia esso tecnico o di contenuti: personalmente mi aspettavo decisamente di più - e sicuramente una porzione ben più consistente dedicata solo ed esclusivamente all'action hero vero catalizzatore dell'attenzione dell'attenzione del pubblico -, ma nonostante mi pianga il cuore osservando il tempo logorare inesorabilmente il look ed i calci rotanti del mitico Jean Claude e questo film risulti obiettivamente una schifezzuola senza ritegno, non ho saputo voler male a Welcome to the jungle, perfetto per intrattenermi nel pieno di un pomeriggio casalingo e come sottofondo per i giochi nei quali mi coinvolge l'ormai scatenato ed incontenibile Fordino, già assoluto padrone di casa e casinista di prima categoria.
I radical chic e gli appassionati di Cinema vero, comunque, si astengano, mentre saranno i benvenuti gruppi di amici pronti a consacrare una serata alle stronzate e all'alcool così come i fan senza più ritegno di Van Damme, determinati a rimanere accanto al loro vecchio eroe come se fosse la prima volta, avessero ancora dodici anni e sognassero di iniziare il loro percorso nel mondo delle arti marziali per imparare a fare la spaccata, sparare calci rotanti a profusione e sconfiggere, un giorno, "piccola palma".




MrFord




"Welcome to the jungle 
we got fun n' games 
we got everything you want 
honey, we know the names 
we are the people that can find 
whatever you may need 
if you got the money, honey 
we got your disease."
Guns 'n roses - "Welcome to the jungle" - 





domenica 9 febbraio 2014

Shame or shameless!?

La trama (con parole mie): nelle ultime settimane, complice un'idea del mio sempre fin troppo presente rivale Cannibal Kid, è dilagato tra i blogger cinefili questo gioco che prevede la "messa in piazza" di dieci pellicole cinematograficamente vergognose che, sotto sotto - e nel mio caso neppure troppo - adoriamo incondizionatamente, alla facciazza del Cinema d'autore o dei grandi registi.
Avendo saltato il giro precedente, dedicato agli scheletri nell'armadio - ho fatto fatica ad arrivare a due o tre grosse mancanze -, non potevo mancare di dire la mia rispetto ai titoli "da vergogna".
Che poi, almeno per quanto mi riguarda, tanto da vergogna non sono. Anzi, potrei definirne alcuni come simboli e supercult del Saloon.


"Allora, chi lo pesta, Peppa Kid!? Tu o io!?" "Direi entrambi, così nessuno si perde il divertimento!"

VOGLIA DI VINCERE di Rod Daniel


Ricordo quanto, negli anni ottanta, le commedie con un protagonista timido pronto al riscatto finale fossero - specie se legate allo sport - uno dei must totali dell'allora casa Ford. Con Karate Kid, Voglia di vincere è il film che ho rivisto più volte a quei tempi, imparando a memoria battute e fasi delle partite di basket tanto da ricordarli ancora oggi. E quando mi capita di rimettere il dvd nel lettore, me lo godo esattamente come allora.


FRACCHIA LA BELVA UMANA di Neri Parenti


Cultissimo del trash all'italiana, ecco un altro titolo che potrei recitare fatica dall'inizio alla fine, ridendo come un pazzo scriteriato a quasi ogni sequenza: in particolare, gli interrogatori di Fracchia ed il confronto tra l'Ispettore Auricchio e la Belva rispetto alla madre di quest'ultimo continuano ad essere da antologia. Un must see che torno a rispolverare ogni anno, preferibilmente d'estate.

BOMBER di Michele Lupo



Ricordo quanto, nel periodo delle scuole elementari, adorassi i film con Bud Spencer e Terence Hill, allontanati come una malattia mortale negli anni da radical chic ossessionato dal Cinema d'autore e recuperati e riscoperti solo di recente. Tra tutti i loro lavori, il mio preferito è in assoluto Bomber: legato alla boxe, con protagonista il solo Bud - il mio favorito del duo - ed uno scatenato Jerry Calà, che regalava perle su perle ma anche una certa malinconia. 

TOCCATO! di Jeff Kanew


Evidentemente il 1985, oltre ad essere l'anno di nascita di mio fratello, dev'essere stato anche uno dei più favorevoli ai guilty pleasures del sottoscritto: come Voglia di vincere, infatti, anche Toccato!, uscito nel corso della stessa stagione, rappresenta il classico titolo da rivincita dell'outsider, questa volta però nell'ambito dell'action e della spy story.
Anthony Edwards, che sarà Goose in Top Gun e il Dottor Green in E. R., e Linda Fiorentino portano sullo schermo uno dei film più visti della mia infanzia, senza contare che ancora oggi sogno di poter giocare al "Toccato!", sorta di versione preistorica del paintball.


KICKBOXER - IL NUOVO GUERRIERO di Marc DiSalle e David Worth


Non poteva mancare nella mia lista della vergogna - ma quale vergogna, poi!? - uno dei Capolavori interpretati dal mitico Van Damme, che finisce per battere sul filo di lana Senza esclusione di colpi: trama ridicola, perle intramontabili - "Vince piccola palma!" - ed una delle sequenze più trash della Storia - Van Damme ubriaco che stende gli sgherri tailandesi nel locale sul fiume - per un titolo assolutamente indispensabile. Goduria estrema ad ogni visione garantita.

COMMANDO di Mark L. Lester 


Altro giro ed altro regalo da parte del sempre più caro 1985: personalmente ho sempre preferito Sly a Schwarzy, eppure Commando è una delle pellicole action che amo di più in assoluto. Implausibile, assurdo, involontariamente ridicolo, eppure esaltante come pochi altri film prodotti nel corso degli eighties. La vendetta dell'ex marine John Matrix e la sua ricerca della figlia con tanto di "one man war" nel finale sono il meglio che le tamarrate abbiano mai regalato ai loro fan più accaniti come il sottoscritto.
 
WEEKEND CON IL MORTO di Ted Kotcheff


Uno dei miei film estivi per eccellenza, vera e propria stronzatona da serata con gli amici e sbronza facile: cult totale consumato insieme a mio fratello, riesce ancora oggi a divertirmi grazie ad una manciata di gag praticamente perfette, dal padre di Richard di fronte alla sua fidanzata alle evoluzioni del morto non morto Bernie, senza contare il conflitto finale tra i due protagonisti ed il sicario, che si distingue anche per una delle frasi preferite di casa Ford: "Sambuca con ghiaccio... Minchia!"



Passato dalle parti di casa Ford come un riempitivo giocato sull'amarcord dalle aspettative bassissime, questo gioiellino della tamarraggine è diventato una sorta di instant cult sia per il sottoscritto che per Julez, che pur non conosceva i giocattoli della Hasbro che l'hanno ispirato come questo vecchio cowboy, che da piccolo passava ore a dilettarsi con le loro battaglie.
Purtroppo seguito da un numero due non all'altezza, G. I. Joe - La nascita dei Cobra è uno dei migliori ritorni agli anni ottanta che abbia mai visto: assolutamente spettacolare.


  CLIFFHANGER di Renny Harlin


Non poteva restare fuori da questa lista uno degli attori fordiani per eccellenza, mito del sottoscritto fin dalla più che giovane età: Sylvester Stallone.
Tra i grandi successi di Paolo, cultissimo gestore della videoteca presso la quale io e mio fratello ci rifornivamo in tempi in cui internet e bluray erano praticamente fantascienza, Cliffhanger è stato senza dubbio uno dei più amati dai Ford Boys: azione serrata, momenti di crisi come quasi mai Sly era stato costretto ad affrontare ed una trama davvero ai confini della realtà.
Una bomba totale.


TANGO&CASH di Andrei Konchalovskij


Non potevo che chiudere in bellezza la mia lista per nulla vergognosa con la tamarrata per eccellenza, uno dei film che più ho amato - e amo - nella mia vita: Tango&Cash, protagonista di curiosi scambi tra me e mio fratello - sempre lui - ai tempi, e di seguito con molti dei miei più cari amici - da Dembo al mio collega e nuovo inseparabile compare di citazioni Steve -, nonchè di quello che forse è stato l'ultimo dell'anno più bello della mia vita - passato da solo con Julez, tra una sambuca, un Southern Comfort, cibo, sesso ed una quasi infinita partita a Marvel: La grande alleanza sulla Playstation 2, ovviamente dopo esserci goduti questa chicca - è un film che potrei recitare, dirigere, riproporre e gustarmi in ogni momento della giornata e dell'anno, una perla assoluta del sopra le righe e del trash. Cinematograficamente inguardabile, resta uno dei pilastri più saldi della mia vita di spettatore.
E non solo. Intramontabile.




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