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giovedì 16 novembre 2017

Thursday's child



Prosegue con il nuovo trend "a tre" la rubrica dedicata alle uscite in sala più caotica della blogosfera, con questo vecchio cowboy ed il suo arcinemico Cannibal Kid pronti ad accogliere a modo loro, per quest'oggi, il quasi fu giovane Giacomo Festi, che ormai da anni si confronta con i due vecchi a proposito di radicalchicchismo e panesalamismo.
Chi l'avrà vinta questa volta?



"Dichiaro ufficialmente di non essere sick come quel Cannibal."

Justice League

"Batman, hai già fatto entrare nella Justice League Ford e Cannibal, ti pare il caso di aggiungere pure il Festi!?"

Cannibal Kid: Iniziamo la panoramica sulle uscite della settimana con una super porcheria e quindi probabilmente sarà esaltata tanto dalla critica americana, che già sogna la candidatura di Wonder Woman ai prossimi Oscar, quanto da Recensioni ribelli e White Russian, ovvero gli unici due siti al mondo che ne capiscono ancora meno della critica americana. Sento le voci in coro che dicono: “Un gigantesco passo in avanti rispetto a Batman v Superman”. E te credo. Quello è stato uno dei peggiori film della Storia recente. Già a me fanno pena gli Avengers, ma questa loro versione poraccia... volevo dire DC Comics mi fa proprio venire i brividi. Quasi quanto Giacomo e James che hanno una conversazione sul cinema. O sui massimi sistemi.
Ford: diciamo che la DC Comics con la sua Justice League stanno al Cinema figo e tamarro e divertente della Marvel e del Cinematic Universe un po' come Pensieri Cannibali sta a White Russian, dunque non saprei proprio cosa pensare di questo film, quanto più che altro sperare in qualcosa di più simile a Wonder Woman che non a robaccia come Batman VS Superman o i Superman assortiti.
Probabilmente farà comunque schifo a Peppa, e per una volta spero di essere dalla sua parte: quanto al giovane padawan Festi, chissà: in fondo a lui piace Zack Snyder, quindi potrebbe accadere di tutto.
Jean: una volta mi citavi la DC e pensavo a Watchmen, adesso invece penso a Democrazia Cristiana, che dati gli ultimi film che la Distinta Concorrenza ha proposto mi sembra il male minore, potendo scegliere. E per quanto mi piaccia Zack Snyder e la sua tamarreide assortita, ogni trailer mi ha dato l’impressione di vedere degli scolaretti delle medie che facevano una recita scolastica in cosplay. E qui capisci che o sei diventato davvero vecchio, o che le sale cominciano a essere parecchio sature di questo genere di film…

The Big Sick

"Vuoi sul serio assaggiare un pezzetto di Jean? Non mi starai diventando come il Cannibale!"

Cannibal Kid: Di gran lunga il film della settimana, nonché uno dei potenziali filmoni dell'anno. Non sto parlando ovviamente di una baracconata supereroistica qualsiasi, bensì di una romcom indie già osannata all'ultimo Sundance e da quell'ala di critici americani che ne capisce qualcosa e che non si fa comprare il giudizio in cambio di un'action figure di Flash e di una Wonder Woman versione bambola gonfiabile. Per una volta io e il Festi potremmo fare festa insieme, visto che anche lui (giustamente) è un fan di Zoe Kazan, bella e brava icona indie. Insieme ci possiamo coalizzare contro Ford, che appena si parla di cinema alternativo e radical-chic diventa un vero big sick, un grande malato.
Ford: in barba a quegli hipster fighetti di Cannibal e Giacomo, ho sempre trovato acuta ed interessante Zoe Kazan, che spero possa regalare un'alternativa indie non radical chic e menosa con questo Big Sick, che spero davvero possa rivelarsi più big che sick. Anche perchè di sick, qui, ce n'è già sicuramente uno, e non parlo del giovane Festi.
Jean: ragazzi, c’è Zoe Kazan. Non posso dare un parere lucido…

Ogni tuo respiro

"Perdonami, cara. E' venuto il momento che faccia guidare Ford. Addio."

Cannibal Kid: Eccolo il film più ruffiano e spudoratamente a caccia di Oscar dell'anno, e forse del secolo. In questo film Andrew Gatto Garfield, reduce da un paio di pessime pellicole con Gibson e Scorsese, ha la parte di Robin Cavendish, attivista britannico costretto a vivere paralizzato su una sedia a rotelle e con un respiratore a causa della poliomielite. Questi biopic melodrammatici mi hanno fregato una volta, e pure alla grande, con La teoria del tutto, ma adesso basta. È arrivato il turno per James & Giacomo di piangere.
Ford: arriva con qualche mese d'anticipo rispetto al periodo degli Oscar il classico film con disabilità da Oscar che ormai, al sottoscritto, scatena più un effetto battutacce in pieno stile Randall di Clerks che altro. Considerato che questa è la parte di Cinema americano che non gradisco, lascio volentieri la palla ai miei due colleghi, che potrebbero pensare perfino ad una visione con fazzoletti condivisi.
Cannibal Kid: non per fare il precisetti della situazione, però un po' sì, comunque dear Ford questo non è un film americano, bensì britannico.
Jean: onestamente, non amo molto i biopic, tranne rarissimi casi, e trovo che il tema della disabilità sia molto difficile da trattare senza cadere in una retorica spicciola e davvero fastidiosa, quasi più offensiva di qualunque battuta politicamente scorretta. Comunque stavolta non ci sono ragni radioattivi di mezzo, quindi forse c’è da tirare un sospiro di sollievo, perché l’unica disabilità sembra essere data dai pareri cinematografici dei miei due colleghi.

La signora dello zoo di Varsavia

"Non c'è un singolo animale in tutto lo zoo che voglia stare in gabbia con Ford. Davvero incredibile."

Cannibal Kid: Jessica Chastain è una delle poche attrici e donne al mondo in grado di mettere d'accordo tutti, persino me e Ford. Festi, sarai mica l'unico tu a criticarla?
In tal caso meriteresti di essere rinchiuso con i leoni allo zoo. Di Varsavia, o anche di Lodi, dove risiede abitualmente Ford insieme ai suoi “colleghi” gorilloni.
Tutto questo per dire che il film non mi attira per niente ma, se mai lo vedrò, sarà solamente per la signora Chastain.
Ford: altro film che, Chastain a parte, non mi attira neppure per sbaglio. Ormai io, quando si parla di zoo, penso soltanto alle richieste del Fordino di andare a visitarne di nuovi o rivedere quelli che abbiamo già visto, considerato che, abituato al padre, non riesce davvero a stare lontano dagli animali.
Quello che, però, questa settimana mi piacerebbe vedere, è un bello steel cage match - considerato il titolo in questione, ci sta tutto - tra Cannibal e Giacomo. Potrei divertirmi non poco.
Jean: mi spiace deludervi, ma io e la Chastain siamo sposati da diverso tempo, non abbiamo divulgato la notizia perché voleva proteggermi dalla troppa sovraesposizione mediatica. Chissà perché quando lo dico non ci crede nessuno, che il film lo vedrò solo per lei sembra convincere più gente…

The Broken Key

"Voi tre bloggers da due soldi che pensate di intendervene di Cinema, sarete giudicati dal tribunale delle vecchie glorie!"

Cannibal Kid: Certo che The Broken Key dev'essere proprio una gran bella p...
Pellicola?
No, porcatona. E potevo anche essere meno gentile. Il cast pieno di reduci del cinema de 'na vorta, nonché glorie fordiane come Rutger Hauer, Christopher Lambert e Franco Nero (che però stranamente non sembra essere parente con il regista del film Louis Nero), così come il trailer, lasciano immaginare una produzione di serie B. Ma probabilmente non sarà così. Sarà di serie Z.
Ford: di rotto, all'idea di vedere una cosa del genere, ci sono solo due cose. E non sono chiavi.
Jean: un cast che, con tutte le “vecchie glorie” presenti, dovrebbe far sperare in qualcosa di buono, invece dà più l’effetto di “Antonio Banderas nel mulino con Rosita”. E dire che Louis Nero è la voce fuori dal coro del cinema indipendente italiano, quindi proverò a dargli qualche chance – a mio rischio e pericolo.

Lezione di pittura

"Questo dev'essere per forza un Goi originale. Infatti fa decisamente cagare."

Cannibal Kid: Direttamente dal 2011, un film cileno che arriva ora nelle nostre sale, a grande (???) richiesta. Complimenti alla distribuzione italiana per la sua rapidità, che rischia di competere con quella del Festi e del Ford, due blogger che, poche ore prima della pubblicazione di un post importante come questo, non hanno ancora scritto una sola riga. Ah, se non ci fossi io a impartire un po' di sana disciplina e organizzazione, dove andrebbe a finire questa rubrica?
Ford: più che a vedere Lezione di pittura, io spedirei dritto Cannibal Kid a lezione di Cinema, considerato quello che ne capisce. E chissà che non abbia bisogno di un pochino di ripasso anche il buon Giacomo, che ultimamente fa la bella vita dello scrittore e non entra più in una sala neanche per sbaglio!
Jean: Ford è da tempo che mi dice che vuole darmi lezioni di bevute, mentre certi commenti che esaltano Von Trier mi fanno voglia di dare lezioni di sberle al Cannibale. Insomma, ognuno ha la sua, così come la distribuzione italiana che scopre certi film dopo anni di distanza. Con quel tanto…

La casa di famiglia

"Sapevo che a dare retta a quel Festi finivo dietro le sbarre."

Cannibal Kid: Questa settimana se devo proprio scommettere su un film italiano, e voglio farlo visto che non sono un rigido esterofilo come quei due finti international di Giacomo & James, punto su questa commedia. Se non altro per il cast di volti che mi stanno abbastanza simpatici come Lino Guanciale, Stefano Fresi, Libero De Rienzo, Matilde Gioli e quella bella figliuola di Nicoletta Romanoff che è da un po' che non si vede in giro.
Ford: io, che sono un esterofilo ma ancor più un critico obiettivo pronto a riconoscere che il Cinema italiano degli ultimi anni - salvo piacevoli quanto rare eccezioni - mostra la stessa qualità della Nazionale di calcio, sento odore dell'ormai classica sòla made in Terra dei cachi dalla quale mi tengo volentieri alla larga, in attesa del post esaltato di Peppa Kid, che probabilmente riceve sovvenzioni per sostenere la settima arte nostrana. E beato lui.
Jean: l’unica concezione di famiglia che ho è nel seguire Ford e Julez su Instagram, mentre spero che il Cannibale non prolifichi mai una nuova generazione di radical-chic come lui. Il film in questione non mi fa né caldo né freddo, al massimo lo recupererò in un passaggio televisivo.
Cannibal: Ford e Julez su Instagram? Ford su un social qualunque??? Non ci credo!

I'm – Infinita come lo spazio

"Jean e Katniss Kid alla loro ultima festa di Halloween. Quello zuccone di Ford non si è presentato."

Cannibal Kid: Dal trailer non appare come una roba amatoriale, deppiù!
Nonostante questo, pare anche possedere un'anima dark e “loser” che sembra uscita da qualche storia di uomini invisibili o da vita da scarabocchio partorita dalla mente (malata) del celebre e celebrato (?) scrittore Giacomo Festi. Vedete voi se prendere quest'affermazione come una cosa positiva, o come un invito a scappare da questa pellicola il più lontano possibile.
Ford: potrebbe valere lo stesso discorso fatto per La casa di famiglia, solo amplificato.
Cedo volentieri il passo allo Scarabocchio ed allo Scarabocchiatore.
Jean: gente, un giorno mi direte come fate a scoprire queste robe. Vivevo bene anche senza sapere che esistesse…

Agadah

"Solo con un doppio White Russian posso affrontare la visione di questo film."

Cannibal Kid: Film in costume italiano fantasy che dal trailer promette sesso, avventure e magia. E forse anche una fetta di culo. Io lascio volentieri la visione a Ford e al Festi, due veri amanti del genere. Il fantasy?
No. Il genere spazzatura.
Ford: Agadah, ma va a cagà.
Cannibal Kid: Battuta cannibalesca di Ford, LOL! XD
Jean: wow, sembra un Game of thrones scritto da Ford e diretto dal Cannibale. Ma anche a parti invertite non ispirerebbe nulla di buono…

Pipì Pipù e Rosmarina in Il mistero delle note rapite

"Sto cercando il Cucciolo Eroico per scassarlo come si deve. E già che ci sono, se me lo trovo davanti do una bella ripassata anche a Giacomo Festi."

Cannibal Kid: Direttamente da Rai YoYo e da Enzo D'Alò, il film d'animazione perfetto per quel cucciolone tenerone bambinone di Ford. I veri uomini duri e puri, come me e il Festi, possono invece passare virilmente oltre.
Ford: con i Fordini ormai sul pezzo rispetto ai canali dedicati ai bambini, non ho mai sentito nulla che facesse riferimento a Pipì e Pupù. Del resto, probabilmente loro non hanno mai sentito nulla che facesse riferimento a Cannibal o Festi. Mi sa tanto che restiamo io e Rosmarina, a tenere su la baracca.
Jean: non so se compatire il Ford perché forse i suoi pargoli vorranno vederlo, o il Cannibale, che ha il QI adatto per film di questo tipo. Io però salto bellamente, che sono abituato a cose più mature, tipo la maratona dei Transformers che mi aspetta stasera...

sabato 12 novembre 2016

Post mortem (Pablo Larraìn, Cile/Germania/Messico, 2010, 98')




Quando, di recente, spinto dalle recensioni entusiastiche ottenute da Neruda e Jackie, ho deciso di recuperare i titoli che mancavano al sottoscritto della filmografia di Pablo Larraìn prima di affrontare le sue ultime due fatiche, ho temuto davvero il peggio in termini di incazzature e bottigliate: ai tempi, infatti, quando colleghi ed amici mi consigliavano Tony Manero neanche si trattasse di un Capolavorone, rimasi sconvolto dalla delusione allo scoprire quanto mi infastidì quella visione.
Dunque, approcciare questo Post mortem ed il successivo El club non è stata certo un impresa facile, per il vecchio cowboy: inoltre, se da un lato El club ha finito per colpirmi a fondo fin dalle prime battute, questo Post mortem è partito neanche avessi ripreso il discorso interrotto con il già citato Tony Manero.
Un discorso al limite dell'irritazione data dall'autore che vuole essere autore a tutti i costi che occupa pesantemente una buona metà della pellicola, e che ha finito per mettermi alle corde - fortunatamente sostenuto dall'idea di un minutaggio non eccessivo - in più di un'occasione, spolverando le bottiglie pronte ad abbattersi tra capo e collo del regista cileno.
Poi, come un miracolo, è successo.
E' successo che in un paio di sequenze assolutamente clamorose - di quelle che si incontrano soltanto nei grandi film - lo scomodissimo Pablo ribalta completamente le sorti del suo lavoro e lo trasforma non solo in un ritratto sconvolgente del Cile nei primi giorni della dittatura di Pinochet, ma anche e soprattutto in quello che poi si consoliderà nei suoi lavori successivi, ovvero una potenza smisurata non più condizionata dall'esigenza di mostrare il proprio valore tecnico a tutti i costi.
Del resto, a prescindere da tutto, sono sempre rimasto molto sensibile rispetto all'argomento dittature, specialmente in America Latina, dove tra Cile, Argentina e via discorrendo - inserirei anche Haiti, anche se si tratta di Caraibi - tra gli anni sessanta e gli ottanta vennero commessi alcuni dei crimini contro l'umanità più atroci di tutti i tempi: uno di questi, simbolicamente forse il più importante, è legato alla morte di Salvador Allende, uomo del popolo per eccellenza e speranza dei poveri, l'equivalente sudamericano del Kennedy statunitense, travolto dal golpe - sostenuto, tra le altre cose, dagli USA e culminato con un undici settembre altrettanto doloroso rispetto a quello del duemilauno ancora da venire - di Pinochet e costretto a lasciare il suo popolo in mano alle violenze dei militari.
Proprio attorno alla morte di Allende si sviluppa una delle sequenze citate, quando al protagonista - funzionario addetto alla registrazione dei referti delle autopsie - ed ai suoi colleghi viene chiesto di analizzare il cadavere del Presidente di fronte ad una delegazione di militari, e vedere il dolore di uomini e donne che per quell'uomo steso su un tavolo avevano una vera e propria adorazione in bilico tra il disgusto, la volontà di ribellione e la paura per le proprie vite.
Il secondo passaggio, al contrario, mostra quanto, come e forse perchè, in questi casi, l'abisso finisce per inghiottire ogni uomo, in misura esponenziale a seconda di quanto le sue paure, la sua rabbia e quello che si porta dentro finiscono per divorarne il cuore.
E' un passaggio terribile, da togliere il fiato, che lascia il pubblico con il cuore in gola al termine della visione, e racconta come pochi altri perchè in alcuni momenti storici ed in alcuni luoghi siano possibili scempi come quello vissuto dal Cile all'epoca.
Scempi che è giusto ricordare e non dimenticare, che si tratti di un'autopsia, di una presa di posizione, della voglia di gridare che la Libertà è la cosa più importante che possa caratterizzare la vita di ognuno e della voglia di stare in silenzio quando si comprende che senza la vita perde di significato anche la Libertà stessa.




MrFord




 

lunedì 31 ottobre 2016

El club (Pablo Larraìn, Cile, 2015, 98')




Ogni volta che mi capita di riflettere a proposito di peccati e peccatori, ripenso al volo a Gli spietati, o a Johnny Cash, o a Edward Bunker: ogni azione commessa al di fuori della Legge, del resto, ha ispirazioni, moventi e spiegazioni molto diversi tra loro, e reazioni istintive a parte, l'ideale prima di giudicare o essere giudicati sarebbe sempre mettersi nei panni di chi sta di fronte, o dall'altra parte della nostra barricata.
Allo stesso modo, da ateo miscredente, ammetto di fare sempre una gran fatica ad affrontare il discorso non solo della Fede, ma anche e soprattutto a concepire l'esistenza delle grandi organizzazioni religiose.
Considerate queste premesse, ed il fatto che il mio rapporto con Pablo Larraìn non iniziò, anni fa, nel migliore dei modi - detestai con tutte le forze il sopravvalutato Tony Manero -, la visione di El club si presentava come una delle più toste dell'anno.
Quattro ex preti scomunicati ed isolati in una sorta di casa protetta nel Cile dell'oceano e della provincia profonda, ognuno per motivi diversi, controllati e guidati da un'ex suora caduta in disgrazia pronta a fare agli stessi da perpetua, madre, confidente, carceriera e guida, un suicidio indotto da vecchi peccati, un giovane esponente della "nuova" Chiesa pronto ad indagare ed eventualmente chiudere la struttura neanche fosse la filiale poco produttiva di un'azienda: ingredienti tosti, che ancora una volta - questo occorre riconoscerlo - pongono Larraìn tra i registi più "scomodi" del panorama internazionale.
Ingredienti che avrebbero potuto scatenare una delle peggior tempeste di bottigliate dell'anno, se trattati con spocchia o superficialità d'autore.
Al contrario, invece, Larraìn non solo porta sullo schermo una pellicola dalla quale è praticamente impossibile uscire indenni, ma anche uno dei film più strazianti, potenti e clamorosamente belli di una stagione che ha bisogno come l'aria di opere di alto livello, considerata la penuria vista fino ad ora: El club è una ferita aperta, un viaggio allucinante non tanto nelle menti di quattro uomini colpevoli, o di chi, per controllarli o metterli di fronte ad una scelta che potrebbe almeno in parte redimerli, si rivela predatorio e spietato forse anche più di loro, quanto nell'abisso che l'Uomo continua a mostrare e portare nel mondo, e che probabilmente non finirà mai di stupire per quanta assurda crudeltà noi animali "sociali" ed "evoluti" riusciamo a continuare a mostrare, ed al contempo con quanta forza e volontà lottiamo affinchè dolore e colpa possano essere lasciati alle spalle per ricominciare, anche quando probabilmente non esiste neppure una remota possibilità perchè questo sia possibile.
De Andrè, in uno dei brani più struggenti di uno dei dischi più importanti della Storia della Musica italiana, cantava "nella pietà che non cede al rancore, madre ho imparato l'amore": una lezione fondamentale, che passa attraverso figure fondamentali della cultura globale, da Gesù a Gandhi, e che rappresenta un baluardo per la nostra umanità.
E poi ripenso a questo film, a Sandokan, vittima e carnefice, alla sorella ed al prelato che dovrebbero indirizzare e controllare i quattro "condannati", agli stessi ex religiosi, macchiati da peccati più o meno gravi, alla società attorno, che li isola ed imprigiona in una libertà forse più scomoda di qualsiasi carcere, al sistema carcerario norvegese mostrato da Michael Moore in Where to invade next, e penso a quanto sarebbe difficile vivere e rapportarsi in modo civile con qualcuno che, abusando del proprio ruolo - specialmente se si tratta di un ruolo spirituale come quello del prete -, ha commesso uno o più crimini.
A quanto sarebbe più facile comportarsi da Uomini, e lasciare che la Legge della nostra giungla - ben più feroce di quella animale - faccia il suo corso.
A quanto è facile metterli di fronte ad una scelta e poi dimenticarsi di loro, finendo per segnarsi allo stesso modo.
A quanto è facile strumentalizzarli, e gestirli come fossero bambini.
Io sono un ateo miscredente, ma penso che se il già citato Gesù avesse incontrato persone come queste, si sarebbe fatto un mazzo tanto anche e soprattutto per loro.
Peccato che la Chiesa l'abbia perso di vista, e sempre per citare De Andrè, abbia preso questa Legge divina e l'abbia "tre volte inchiodata nel legno".
Io sono un ateo miscredente, ma penso che, se esistesse qualcuno con tanta forza da poterlo fare, mi verrebbe quasi da credere in lui.
Invece sono un Uomo, e quando arrivo alla fine di opere come questa, mi ritrovo con il fiato corto e la voglia di lasciare libero l'istinto.
Ma se lo facessi, sarei esattamente come loro.




MrFord



 

giovedì 13 ottobre 2016

Thursday's child






Avventori del Saloon, popolo della blogosfera, benvenuti anche questa settimana alla rubrica dedicata alle uscite nelle nostrane sale, come sempre allietata dalla presenza del sottoscritto e funestata da quella del terrificante Cannibal Kid, come sempre pronto a sparare opinioni più che discutibili su tutto quello che riguarda la parte marcia della settima arte.
Questo weekend, tra l'altro, si prospetta molto cannibalesco: ma qui si resisterà comunque, continuando a cercare qualcosa di interessante che possa salvare me tanto quanto voi dalle produzioni di bassa qualità sponsorizzate come sempre dal mio rivale.


"In tre non abbiamo bevuto neanche la metà di Ford da solo!? E ti credo, quello è secondo solo a Frank Gallagher!"


Inferno

"Ecco un esemplare di Fordianus Australis risalente a un paio di millenni fa."

Cannibal dice: Avevo visto Il codice da Vinci al cinema, ai tempi dell'uscita 10 anni fa, e, nonostante non sia proprio il mio genere di film e Tom Hanks non sia proprio il mio genere di attore, non mi era affatto dispiaciuto. Quando poi era arrivato Angeli e demoni l'avevo ignorato alla grande, però adesso potrebbe essere l'ora di rifare un tuffo nelle danbrownate, che continuano a non essere il mio genere, ma sempre meglio delle infernali jamesfordianate.
Ford dice: ai tempi dell'uscita in sala, pur non avendo letto il romanzo, avevo visto Il codice da Vinci. Purtroppo per me.


Ricordo, comunque, che mi fece così cagare che penso mi terrò lontano da questo Inferno almeno quanto ho fatto dal precedente Angeli e demoni, e dal demonio numero uno delle cattive scelte cinematografiche: Cannibal Kid.




Bad Moms – Mamme molto cattive

"Cannibal vorrebbe uscire a bere con noi e Ford!? Ma stiamo scherzando!?"

Cannibal dice: Oh, finalmente una cannibalata come si deve! Una commediola americana che in patria è andata molto bene e che ora potrebbe conquistare anche il pubblico italiano, o se non altro quello cannibale. E secondo me potrebbe strappare qualche risata persino a quel depresso cronico di Mr. Ford, visto che è anche lui una bad mom... o forse un bad dad.
Ford dice: commediola ammeregana che ha conquistato Julez dalla prima visione del trailer, e dato che di norma sono io che presso per vedere questo o quell'altro titolo, sono contento, per una volta, di farmi trascinare in sala dalla signora Ford.
Tutto questo sperando di non incontrare nel tragitto la bad girl più insopportabile della blogosfera, Katniss Kid.
Al limite, potrei metterla sotto in macchina.



Mike & Dave: Un matrimonio da sballo

"Fratello, rassegnati: rimettere in forma quel pusillanime di Cannibal Kid è un'impresa da fantascienza, altro che commedia!"

Cannibal dice: Due cannibalate in una sola settimana? È già arrivato il Natale in quel di Pensieri Cannibali?
Zac Efron, Anna Kendrick e Aubrey Plaza potrebbero riuscire a divertire pure Ford, considerando che ha adorato Nonno scatenato e che ormai in queste comedy made in Usa ai limiti dell'osceno e dello scemo ci sguazza quasi più di me!
Ford dice: altra commediola di grana grossa che di norma ignorerei bellamente lasciandola nelle per nulla capaci mani del mio antagonista, ma considerato il fatto che ho finito per divertirmi come un totale imbecille con Nonno scatenato, potrei perfino darle una possibilità.



Neruda

"Incredibile: ho scoperto un giornale risalente ai tempi in cui Ford non era ancora nato. Un vero reperto."

Cannibal dice: Il cileno Pablo Larraín è talmente prolifico che rischia di far passare Woody Allen per un pelandrone. Nei soli ultimi mesi ha girato Il club, che non ho ancora visto, Jackie con Natalie Portman che attendo come se non ci fosse un domani, e questo Neruda. Considerando che di Pablo Neruda ammetto di non sapere praticamente nulla, al contrario di quell'intellettuale di Ford che ne conoscerà già vita, morte e miracoli, questa potrebbe rivelarsi una visione molto interessante e istruttiva.
Ford dice: sono sempre scettico, di fronte a Larrain. Nonostante siano passati anni, pago ancora la scottatura della delusione per Tony Manero, che detestai profondamente, e ancora oggi mi fa sempre muovere con circospezione a fronte di un autore che negli ultimi anni pare aver iniziato a lavorare neanche fosse Miike.
Spero quantomeno che le delusioni, quando si tratta di visioni che lo riguardano, siano finite.



Rara – Una strana famiglia

"Grande! Vogliamo un'altra rassegna di Cinema fordiano!"

Cannibal dice: Due pellicole cilene in una sola settimana? In già arrivato il Natale anche in quel del Cile?
Comunque pure questa sembra una pellicola che merita di essere vista, quindi ¡que viva el Chile! e ¡que abbasso Ford!
Ford dice: se non avessi così poco tempo a causa degli impegni in famiglia e la mia componente tamarra non si fosse amplificata negli ultimi anni un titolo come questo avrebbe rappresentato la chicca della settimana, almeno sulla carta.
Ora, invece, mi riservo di recuperarlo solo se dovesse capitare.
Un po' come, se dovesse capitare, potrei rifilare al Cannibale un paio di mosse di wrestling.



Go With Me

"Dici che vestirci come Ford aiuterà il film ad avere un giudizio positivo?" "Mi sa tanto di no."

Cannibal dice: MYmovies lo definisce “un vero western autunnale”. Ecco, se volevano essere convincenti con me ci sono riusciti...
Mi hanno convinto a girare al largo e a lasciare la visione a Ford. Go without me.
Ford dice: nonostante le premesse siano del tutto fordiane, la presenza di Alfredson in regia e di un bollito Hopkins tra i protagonisti mi fanno sperare ben poco di positivo, dunque andrò without questo film e pure senza Cannibal, dato che è meglio soli che male accompagnati.



Qualcosa di nuovo

"Non ci posso credere: Cannibal se l'è fatta un'altra volta nei pantaloni!"

Cannibal dice: Qualcosa di nuovo sarebbe Ford che esprime un'opinione condivisibile o anche solo vagamente furba, ma il 2016 volge al termine e ancora non è successo. E non penso succederà. Un'occhiata a questo film con due attrici valide come Paola Cortellesi e Micaela Ramazzotti, alla faccia del “razzismo” di Ford contro il cinema italiano, penso invece che succederà.
Ford dice: qualcosa di nuovo potrebbe essere un film italiano pronto a conquistarmi o quantomeno alimentare l'hype per la visione, o Cannibal che esprime un'opinione sensata in ambito cinematografico.
Purtroppo, temo dovrò aspettare ancora per entrambe le cose.



Attesa e cambiamenti

"Festeggiamo una blogosfera cui è vietata la sosta di qualsiasi Cannibal!"
Cannibal dice: Attesa e cambiamenti, un titolo perfetto per esprimere la mia situazione con Ford. Attendo che cambi, ma ahimé mi toccherà aspettare ancora molto a lungo...
Ford dice: io ormai non attendo più che Cannibal possa cambiare. Me lo tengo così com'è, almeno finchè non deciderò di riciclarlo.



Lettere da Berlino

"Vorrei proprio sapere come diavolo fa Ford a scrivere ancora tutto a mano. Io preferisco il tablet."
Cannibal dice: Ennesimo dramma ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale?
Lo passo a quel serioso di Ford e vado a vedermi le due commedie sceme made in Usa!
Ford dice: nonostante si vada verso l'autunno pieno, la voglia di buttarmi in una visione pesante da dramma legato alla Seconda Guerra Mondiale è minore che affrontare una maratona di stronzate cannibalesche.
Piuttosto, mi rifaccio con qualche bell'action ignorante.


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