E' curioso come alcuni titoli di serie televisive, pur colpendo positivamente gli occupanti del Saloon, finiscano per riposare in attesa neanche fossero single malt da far invecchiare: di recente abbiamo riscoperto Ray Donovan, che inaugurò la sua presenza in casa Ford anni fa con la prima stagione per poi restare in standby ed essere recuperato con la bellezza di quattro stagioni viste in un anno, e a seguito di quest'ultimo si è deciso di riprendere anche un altro paio di titoli che, nonostante il "favore della critica", erano rimasti impietosamente fermi ai box.
Uno di questi è Hannibal, ispirato dai romanzi di Thomas Harris che al Cinema hanno regalato perle del calibro di Manhunter e Il silenzio degli innocenti, incentrato sulla figura dello psichiatra cannibale Hannibal Lecter e su quella della sua nemesi, Will Graham, interpretati da Mads Mikkelsen - fordiano ad honorem - e Hugh Dancy, pronti a prestare volto e follia a due lati della stessa medaglia in un prodotto complesso e diverso dai classici crime da piccolo schermo, curatissimo esteticamente - fotografia e taglio sono maniacali almeno quanto la cucina di Lecter - e poco disposto a fare concessioni allo spettatore, ma ugualmente entusiasmante, oltre che a livello estetico, per la tensione ed i riferimenti ad episodi già raccontati, pur se in modo diverso dai due filmoni citati poco sopra - ricordo benissimo la sequenza della sedia a rotelle infuocata fatta scivolare sulla rampa del garage in Manhunter, o i disegni a memoria di Lecter nella cella della struttura coordinata da Chilton -.
Il duello a distanza tra Hannibal e Will, giocato sia a livello mentale che fisico, sul dubbio e l'illusione, rende alla perfezione il rapporto che si instaura tra rivali che si ammirano, odiano e, in una certa misura, amano, quasi fossero una versione da studio psichiatrico di Joker e Batman, e l'equilibrio dell'uno fosse dato, inevitabilmente ed inesorabilmente, da quello dell'altro.
Ottimo il cast dei comprimari, che vede partecipazioni importanti come quella di Lawrence Fishburne, Gillian Anderson e Michael Pitt, splendide le cornici e le ambientazioni così come le ricostruzioni dei delitti di Lecter, talmente artistici nella loro messa in scena da risultare quasi estranei all'efferatezza degli atti compiuti dal folle psichiatra: osservando l'incedere della storia e l'ottima chiusura di stagione, personalmente aumenta il rimpianto non solo di aver atteso così tanto per proseguire questa cavalcata, ma anche che un titolo con potenzialità di questo livello sia stato interrotto con il finire della terza stagione, per la quale ovviamente ora in casa Ford l'hype è alle stelle anche perchè vedrà i protagonisti incontrare Donahue, il "Dente di fata" del di nuovo citato Manhunter di Michael Mann, personaggio cardine del romanzo Red Dragon - ovviamente sempre di Harris - riproposto in tempi più recenti in una pellicola decisamente lontana dal livello dell'originale o di questo serial.
Nel frattempo, ripenserò ai piatti in stile Masterchef estremo di Lecter - portati in scena e realizzati interamente da Mikkelsen, allenatosi con uno chef per l'occasione - così come a tutto quello che porterà la caccia nella prossima serie: in fondo, quando due menti e personalità così complesse e problematiche si scontrano, una tempesta è il minimo che ci si possa aspettare.
Se poi si riflette a proposito del fatto che quelle stesse menti siano figlie di nature predatorie, il gioco è fatto: non c'è niente di più affascinante, accattivante, sanguinoso, di uno scontro tra creature assetate - mentalmente, oppure no - di sangue.
MrFord
Ne piango ancora la cancellazione, nonostante il finale splendido. Vedrai.
RispondiEliminaNon vedo l'ora di vederlo. Ti farò sapere.
EliminaMi sto ancora strappando le vesti dal dolore per la cancellazione. L'ho amata, dalla prima all'ultima puntata, tantissimo, ogni minuto. Mads Mikkelsen in veste di chef entra di diritto nella top ten dei sogni erotici.
RispondiEliminaIl buon Mads è effettivamente un gran tipo. Ma io sono di parte perchè l'ho sempre adorato. ;)
EliminaL'adattamento è pazzesco, e l'evoluzione tra prima e seconda notevole. Ti farò sapere per la terza.
RispondiEliminaCiao sig. E sig.ra
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La seconda stagione mi era piaciuta più della soporifera prima, però 'sta serie non mi ha mai convinto più di tanto e la terza non sono manco riuscito a finirla.
RispondiEliminaPer me il vero Cannibale resterà sempre e solo l'Hannibal Lecter de Il silenzio degli innocenti. O al massimo io. Certo non Madsterchef Mikkelsen. :D
Madsterchef Mikkelsen ti si mangia in un boccone.
EliminaNonostante il bellissimo soprannome che gli hai affibbiato! ;)