martedì 14 febbraio 2017

Black mirror - Stagione 3 (Netflix, USA/UK, 2016)




Fin dalla sua prima apparizione sugli schermi del Saloon - ma, e credo di poterlo affermare con sicurezza, non solo - Black Mirror si è imposta come serie di riferimento nell'ambito della fantascienza distopica e proposta di qualità decisamente alta a prescindere dal suo genere: ripescata - sia ringraziata Netflix - dopo due ottime stagioni ed un bellissimo special natalizio, la creatura nata nel Regno Unito ha attraversato la blogosfera con una terza annata che ha raccolto quasi esclusivamente commenti entusiastici, che mi sento di sottoscrivere in pieno.
Considerato che ogni episodio è, fondalmentalmente, un lavoro con una sua identità ed esistenza, passo in carrellata i sei che hanno costituito questo ennesimo, ottimo esperimento a partire da Nosedive, grande apertura con Bryce Dallas Howard protagonista di una parabola legata a doppio filo alla necessità sempre più invasiva di esprimersi e cercare conferma attraverso i social media, profetica ed inquietante soprattutto per chi, come la nostra generazione, ha visto nascere e crescere esponenzialmente proprio il fenomeno del "vorrei ma non posto".
Senza dubbio, principalmente per la profondità del tema, uno dei migliori episodi della stagione.
Playtest, secondo episodio tra i più massacrati in rete, è stato invece per quanto mi riguarda un ottimo esperimento ed un gran bel "gioco", per l'appunto, sia in termini di atmosfera che, una volta ancora, di riflessione sociale: dai videogames in prima persona al gioco online, passando attraverso visori e realtà virtuale, una situazione come quella affrontata dal protagonista della storia non mi pare troppo irrealizzabile o lontana, e come per il primo episodio, alcune grandi invenzioni della nostra società vengono analizzate dal lato più scomodo e tagliente.
Con Shut up and dance l'atmosfera vira verso territori più simili al thriller, portando in campo un gruppo di personaggi in corsa contro il tempo a causa di un ricatto e disposti, affinchè lo stesso decada, ad obbedire più o meno ciecamente agli ordini loro impartiti: una storia violenta ed urbana orchestrata con un ritmo serrato da James Watkins, che forse regala al pubblico il twist meno prevedibile dell'intera stagione e, contemporaneamente, il finale più terribile.
Ma, in tutta onestà, una volta scoperto quantomeno il segreto del protagonista, ho finito per non essere neppure troppo triste.
San Junipero, episodio numero quattro, è stato forse il più incensato dai recensori, e senza dubbio rappresenta quello dal fascino più forte soprattutto per chi, come il sottoscritto, ha vissuto sulla pelle, almeno in parte, gli anni ottanta ed ora guarda al Cinema ed alla Musica di quell'epoca come ad una sorta di macchina del tempo in grado di vincere ogni malinconia o sensazione di ineluttabilità del trascorrere dello stesso: proprio in questo senso si gioca la riflessione più importante delle due protagoniste e del pubblico, ed il valore di San Junipero stesso.
Curioso come nel corso della visione io dichiarassi a Julez di essere assolutamente favorevole all'idea di passare l'eternità in un posto come quello mentre, con il passare dei giorni dalla visione, l'idea di farlo senza le persone che amo al mio fianco risulti decisamente meno interessante.
Anche a fronte di una possibile rinascita.
Ad ogni modo, grandi, grandi spunti.
Men against fire, riflessione antimilitarista ed intelligente sull'utilizzo della guerra - e soprattutto, delle motivazioni non tanto di chi la ordina, quanto di chi la combatte in prima linea -, è risultato interessante ma, forse, privo del carattere degli altri episodi, tanto da essere considerato dal sottoscritto il più debole della stagione, per quanto di debolezza si possa parlare, quando la qualità complessiva dell'opera è così alta.
A chiudere - almeno per ora - la carrellata Hated in the nation, forse meno attuale di Nosedive o emotivamente coinvolgente di San Junipero eppure, per questo vecchio cowboy, senza ombra di dubbio l'episodio più riuscito: elementi di sci-fi, politica del controllo, tensione alle stelle pur senza violenza eccessiva o azione serrata, un'altra riflessione importante legata all'utilizzo della rete ed agli "haters" che la popolano, la dimostrazione di quanto, a volte, un mezzo grandioso, innovativo ed assolutamente "libero" come internet possa generare istinti anche peggiori di quelli di cui abbiamo tristemente dimostrazione ogni giorno in ogni parte del mondo.
Una chiusura con il botto di una stagione con il botto di una serie che è un botto.
Inutile dire che attendiamo già con ansia il giro di giostra numero quattro.




 MrFord




16 commenti:

  1. Io ho recuperato questa serie con netflix e la terza stagione è molto diversa dalle prime due, cambia scenario e diventa molto più spettacolare, ma ho preferito la sagacia delle prime.
    Mio episodio preferito in assoluto, geniale, è il secondo della prima stagione!
    Della terza ho apprezzato particolarmente il primo e mi ha affascinato un sacco l'ultimo, in linea con il tuo resoconto... per il resto è meno incisiva

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    1. Io ricordo ancora il mitico Waldo, ma forse in assoluto il mio preferito resta White Christmas.
      Ad ogni modo, gran bella serie.

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  2. Che dire su una stagione su cui si è già detto tanto: che sono d'accordo con i tuoi gusti, tra episodi riusciti meno, altri decisamente meglio. Mi aspetto ovviamente un Hated in the Nation parte 2, e non sai quanta paura mi faccia Charlie Brooker.

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    1. Spero anch'io possa esserci un seguito di Hated in the Nation. Vediamo che combinano con la quarta.

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  3. Sulla serie e sulla stagione in generale siamo d'accordo.
    Meno sui singoli episodi.

    Playtest è stato il peggiore e, per quanto non brutto, giusto te potevi osannarlo.
    Hated in the Nation poi, per quanto notevole, non riesce ad avvicinarsi alla grandezza dell'insuperabile San Junipero.

    E in ogni caso io sarò sempre un tuo hater, caro Ford. :)

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    1. Osannato Playtest mi pare esagerato come le tue solite sparate. ;)

      San Junipero tanta roba, ma Hated in the Nation è decisamente più completo: un pò come White Russian rispetto a Pensieri Cannibali! Ahahahahah!

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  4. Ho scoperto Black Mirror dalla terza stagione, poi ho recuperato a ritroso le altre. Con il senno di poi è stata quella che meno ho preferito - meno umorismo inglese, più slegata e patinata - però ci sono stati alcuni episodi particolarmente memorabili. Sì San Junipero, una delle storie d'amore più belle dello scorso anno probabilmente, ma anche lo scioccante Shut Up and dance. Gli altri, tralasciando quello di Wright, mi hanno entusiasmato pochino. :)

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    1. Capisco il tuo punto di vista, in fondo la mano americana si nota: eppure per me resta uno dei prodotti più interessanti del piccolo schermo, molto più di cose come Westworld e OA. ;)

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  5. Il mio preferito di questa stagione è Nosedive: attuale, ironico e pungente...

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    1. Molto attuale, hai ragione.
      Forse è quello che ha colpito più Julez.

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  6. Non tutti gli episodi sono allo stesso livello, ma quelli belli sono davvero superiori quasi a qualsiasi altro prodotto televisivo. Grande serie!

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    1. Grande serie davvero: anche gli episodi "minori" sono comunque più interessanti rispetto a quelli di molte altre serie.

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  7. Per me 'sta serie è una figata pazzesca, distopia efficace e intelligente. Come per fast and furious, finché tengono questa qualità, possono andare avanti all'infinito;)

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    1. Fratello, sottoscrivo in pieno.
      Anche rispetto a Fast&Furious, ovviamente. :)

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  8. Vista questa terza dopo non essere stati particolarmente esaltati dalle prime due,che avevano una qualità molto più bassa ed altalenante...questa ci è piaciuta davvero tanto,forse quello che ci è piaciuto meno è shut up and dance,ma grandi Nosedive,San Junipero,Playtest e Man against fire,che offrono spunti di riflessione enormi.
    A noi la mano americana piace molto di più del mood brit delle prime due stagioni ;)

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    1. Anche io sono molto più ammeregano, ma i punti di vista differenti ci possono stare.
      Un pò come le preferenze per i singoli episodi.
      Di sicuro,comunque, una serie molto interessante.

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