Regia: Giorgio Diritti
Origine: Italia
Anno: 2013
Durata: 109'
La trama (con parole mie): la giovane Augusta, legata ad una profonda educazione cattolica e figlia delle montagne del Trentino, segnata dalla perdita di quello che sarebbe stato suo figlio e della possibilità di averne altri, parte accanto ad una suona per l'Amazzonia, andando alla scoperta dei villaggi e delle comunità indios e di se stessa. Resasi conto di non trovare quello che cerca, decide di stabilirsi a Manaus, nel cuore di una favela, reinventandosi come parte del processo sociale degli abitanti del luogo.
Quando anche questa situazione si rivela troppo stretta per il suo dolore e per le prospettive di un nuovo amore fallito, Augusta decide di riprendere il viaggio lungo il Rio delle Amazzoni da sola, confrontandosi con la solitudine in cerca di un'illuminazione che pare non voler giungere, o farsi raggiungere da lei.
Gli avventori più stagionati del Saloon ben sapranno quanto abbia amato Il vento fa il suo giro e L'uomo che verrà, due tra i migliori film italiani degli ultimi vent'anni.
Allo stesso modo, gli stessi avranno avuto modo di leggere, nel corso di questi quattro giri di giostra del Saloon, più di una stroncatura all'indirizzo anche di protetti del bancone - da Cronenberg ad Abrams, da Scorsese a Malick -: mai avrei pensato, però, di uscire deluso dalla visione - tardiva, rispetto ai tempi della sala - di un lavoro di Giorgio Diritti.
Purtroppo Un giorno devi andare, road movie dal sapore simile alle opere di Walter Salles e dall'ambientazione per certi versi simile - Central do Brasil, per primo -, non è riuscito a replicare, in quanto a forza, potenza narrativa ed emozionale, il successo dei due lavori precedenti del regista, finendo per risultare lento, prolisso, molto noioso e decisamente stucchevole, soprattutto per quanto riguarda le parti dell'opera girate in Italia: non che questo lavoro sia privo delle intuizioni, o delle intenzioni, o non possa contare su una messa in scena ottima - dalla fotografia ai movimenti di macchina - ed un approccio laico alla religione che ad un anticlericale come il sottoscritto piace sempre molto, eppure manca davvero molto a quest'ultima fatica del Terrence Malick italiano perchè la stessa possa davvero conquistare.
Senza dubbio parte dell'insuccesso è da attribuire alla protagonista, pronta a creare un legame con il pubblico più o meno come una scarica di calci rotanti in piena faccia, figlia di un'interpretazione davvero occidentale dell'uomo o della donna in qualche misura perduti - ed il dramma di Augusta è senza dubbio dei più grandi che si possano vivere - alla ricerca del riscatto in luoghi e Paesi considerati "sottosviluppati", come se la permanenza in una favela possa di colpo illuminare la benestante italiana a proposito dei veri valori della vita - una cosa della quale ho sempre dubitato, considerato che, di norma, chi vive nelle suddette favelas farebbe carte false per scambiarsi di posto con chi, da quelle parti, finisce per capitarci solo di passaggio - ed indurre ad una rinascita che il carattere, la volontà o la fede non riescono a garantire.
Ma lasciando per un momento da parte l'effetto Into the wild non convince in generale l'intera opera del regista: si tratta di un viaggio alla ricerca di se stessi o una denunicia sociale rispetto alle condizioni della povera gente di uno dei centri nevralgici del mondo - soprattutto quest'anno - come il Brasile? Di una critica al cattolicesimo e alla Fede o di un tentativo di dialogo con la stessa?
Della ricerca della Natura o dell'esplorazione dell'universo femminile?
Domande suscitate a parte, il problema principale di Un giorno devi andare finisce per essere proprio quello che era stato il punto di forza dei già citati Il vento fa il suo giro e L'uomo che verrà: a questo film mancano cuore, trasporto, partecipazione.
E poco importa che sia realizzato da qualcuno che sa il fatto suo.
Un giorno devi andare è un film che non è mai partito davvero, ed è rimasto ancorato - e saldamente - a radici che non sono in grado di reggere il confronto con l'immensità che vorrebbero affrontare: il Fitzcarraldo di Diritti, di fatto, è un naufragio sotto tutti i punti di vista che non siano prettamente tecnici, e questo, per un regista di cuore come lui, forse è un fallimento ancora più grave di quanto potesse esserlo sbagliare gettandosi allo sbaraglio con tutta l'anima.
Allo stesso modo, gli stessi avranno avuto modo di leggere, nel corso di questi quattro giri di giostra del Saloon, più di una stroncatura all'indirizzo anche di protetti del bancone - da Cronenberg ad Abrams, da Scorsese a Malick -: mai avrei pensato, però, di uscire deluso dalla visione - tardiva, rispetto ai tempi della sala - di un lavoro di Giorgio Diritti.
Purtroppo Un giorno devi andare, road movie dal sapore simile alle opere di Walter Salles e dall'ambientazione per certi versi simile - Central do Brasil, per primo -, non è riuscito a replicare, in quanto a forza, potenza narrativa ed emozionale, il successo dei due lavori precedenti del regista, finendo per risultare lento, prolisso, molto noioso e decisamente stucchevole, soprattutto per quanto riguarda le parti dell'opera girate in Italia: non che questo lavoro sia privo delle intuizioni, o delle intenzioni, o non possa contare su una messa in scena ottima - dalla fotografia ai movimenti di macchina - ed un approccio laico alla religione che ad un anticlericale come il sottoscritto piace sempre molto, eppure manca davvero molto a quest'ultima fatica del Terrence Malick italiano perchè la stessa possa davvero conquistare.
Senza dubbio parte dell'insuccesso è da attribuire alla protagonista, pronta a creare un legame con il pubblico più o meno come una scarica di calci rotanti in piena faccia, figlia di un'interpretazione davvero occidentale dell'uomo o della donna in qualche misura perduti - ed il dramma di Augusta è senza dubbio dei più grandi che si possano vivere - alla ricerca del riscatto in luoghi e Paesi considerati "sottosviluppati", come se la permanenza in una favela possa di colpo illuminare la benestante italiana a proposito dei veri valori della vita - una cosa della quale ho sempre dubitato, considerato che, di norma, chi vive nelle suddette favelas farebbe carte false per scambiarsi di posto con chi, da quelle parti, finisce per capitarci solo di passaggio - ed indurre ad una rinascita che il carattere, la volontà o la fede non riescono a garantire.
Ma lasciando per un momento da parte l'effetto Into the wild non convince in generale l'intera opera del regista: si tratta di un viaggio alla ricerca di se stessi o una denunicia sociale rispetto alle condizioni della povera gente di uno dei centri nevralgici del mondo - soprattutto quest'anno - come il Brasile? Di una critica al cattolicesimo e alla Fede o di un tentativo di dialogo con la stessa?
Della ricerca della Natura o dell'esplorazione dell'universo femminile?
Domande suscitate a parte, il problema principale di Un giorno devi andare finisce per essere proprio quello che era stato il punto di forza dei già citati Il vento fa il suo giro e L'uomo che verrà: a questo film mancano cuore, trasporto, partecipazione.
E poco importa che sia realizzato da qualcuno che sa il fatto suo.
Un giorno devi andare è un film che non è mai partito davvero, ed è rimasto ancorato - e saldamente - a radici che non sono in grado di reggere il confronto con l'immensità che vorrebbero affrontare: il Fitzcarraldo di Diritti, di fatto, è un naufragio sotto tutti i punti di vista che non siano prettamente tecnici, e questo, per un regista di cuore come lui, forse è un fallimento ancora più grave di quanto potesse esserlo sbagliare gettandosi allo sbaraglio con tutta l'anima.
MrFord
"Voci di strada, rumori di gente,
mi rubarono al sogno per ridarmi al presente.
Sbiadì l'immagine, stinse il colore,
ma l'eco lontana di brevi parole
ripeteva d'un angelo la strana preghiera
dove forse era sogno ma sonno non era."
mi rubarono al sogno per ridarmi al presente.
Sbiadì l'immagine, stinse il colore,
ma l'eco lontana di brevi parole
ripeteva d'un angelo la strana preghiera
dove forse era sogno ma sonno non era."
Fabrizio De Andrè - "Il sogno di Maria" -
anche a ,e questo film non era piaciuto: l'avevo trovato lentissimo...
RispondiEliminaConcordo: lento e noioso. Peccato per Diritti, che è uno che spacca.
EliminaIl vento fa il suo giro ancora manca al mio appello, ma L'uomo che verrà è veramente da considerarsi come uno dei film italiani più potenti dell'ultimo ventennio, non ci piove. Piove invece in questo, che ho comunque apprezzato, soprattutto (e quasi del tutto) per tecnica ed estetica, come fai notare. E anche se da molti contestato, a mio avviso ho trovato l'ultimo quarto d'ora immenso (e qui, non solo esteticamente :). Ora il ricordo è un pò sbiadito, perchè lo vidi al cinema, ma resto dell'idea che quel finale simbiotico, col suo alternarsi tra le sequenze nella foresta e quelle in ospedale, se analizzato in profondità, possa svelare molto più di quello che mostra all'apparenza, portandoci a svariate riflessioni. Certamente da rivedere, concentrandosi in modo particolare su quel punto...
RispondiEliminaP.S. le scene in Italia invece, sono assolutamente da dimenticare!
@Frank viso, sei tu vero che tempo fa scrivesti sul blog di Arwen farneticando di cosa fosse cinema e cosa non lo fosse vero? Ora si è messo pure quell'altro fallito del tuo socio poor yorick. .. tutti tronfi nel dire "questo non è cinema, il vero cinema è altro..." mi sono sempre stati sui coglioni gli snob come voi, ammazzatevi che portate solo noia nel mondo
EliminaA parte il fatto che non meriteresti nemmeno risposta a questo "commento" totalmente fuori luogo, e cosa più importante, estremamente scorretto nei confronti di Ford (persona tra l'altro stimata, con cui non mi pare d'essermi mai scontrato), avendole rubato inutilmente spazio nel blog (hai per caso parlato del film?), per scrivere le tue fesserie (te l'ha ordinato il dottore, come sfogo alle tue frustazioni?). In secondo punto, prima di sparare sentenze con il fondoschiena, per tua informazione non ho mai aizzato contro Arwen (e se la leggi veramente, troverai vari miei commenti nei quali concordo con quanto scrive), quella volta sono solo intervenuto in una discussione che si era generata tra lei e Yorick, tutto qui, e solo perchè a distanza di giorni, lei ne parlava ancora. Detto questo, la prossima volta che vieni colto da quest forme di criticismo (anche fascistoide, se vogliamo dirla tutta), ti pregherei cortesemente di farlo nel mio blog (o anche via mail, se questo può farti sentire a tuo agio), onde evitare casini negli spazi altrui. A meno che, nel frattempo, tu non abbia deciso di porre fine alla tua ignobile esistenza... E ricordati che solo gli ipocriti si nascondono dietro un profilo inesistente!
EliminaP.S. @Ford: ti prego di scusarmi per l'inconveniente inaspettato.
Frank, recupera assolutamente Il vento fa il suo giro, davvero un grande film.
EliminaAncora meglio L'uomo che verrà, uno dei tre film italiani più importanti degli ultimi vent'anni.
Questo, invece, per me rappresenta il primo scivolone di Diritti, nonostante la perizia tecnica.
Per quanto riguarda la discussione, Fratello, penso tu abbia associato erroneamente Frank alle assurdità che tempo fa aveva scritto in giro Yorick. Tra l'altro, Frank in questo caso ha capito più che bene la mia posizione rispetto al film.
EliminaFrank, Dembo si è fatto effettivamebte prendere troppo la mano, ma ti garantisco che non si tratta affatto di una persona che si nasconde o fascistoide. È solo molto pane e salame. Magari fin troppo, a volte.
E ora un brindisi e tutti amici come prima. ;)
Dembo, mi fai salire la nostalgia per l'eugenetica nazista, te lo giuro - e ti assicuro che io non ho niente contro i ritardati mentali: mi basta che vadano in giro con un cartellino e il casco. A parte che ViS non c'entra proprio niente, cioè penso che non abbia mai litigato con una persona in vita sua, tanto come con la Lynch, semmai sono stato io a mostrarle la via per il cinema in quanto tale, comunque, sì, esiste un cinema ed esiste un non-cinema, un cinema che è letteratura fatta male o teatro fatto ancora peggio: è il cinema che non si basa sulla specificità del cinema ma adopera il cinema come mezzo per informarlo di cose che non gli sono proprie (la letteratura, il teatro etc.), implementando cose come la sceneggiatura e l'attorialità che sono altro rispetto alla specificità del cinema, che è appunto la visività dell'immagine cinematografica. Questo, te lo dico perché è un dato di fatto. Se anziché perdere tempo con simili commenti studiassi un pochettino vedrai che queste cose le sapresti pure te - e coglieresti l'occasione per stare zitto, anziché fare figure di merda. Detto questo il film non mi è piaciuto perché non è cinema :p
EliminaAh, e sia chiaro: io e ViS non siamo soci ma compagni di merende, stronzo.
@ Frank, ti chiedo scusa ho controllato quello che dicevi ed è vero.. mi sono lasciato prendere da quello che ha scritto quel mantecatto di yorick su hostel2 e stamattina quando ho letto il tuo nome mi si è accavallato il cervello.. ti chiedo scusa ancora.
Elimina@Povero yorick, minchia mi fai pena, davvero. Scrivi di quelle stronzate cosmiche e manco te ne accorgi, le uniche figure di merda le fai te quando decreti cosa sia cinema e cosa non lo sia.. come se avessi la verità in bocca.. ma è tipico degli snob con la puzza sotto il naso come te che incensano le opere che rintengono valide e lanciano merda su tutto il resto.. altro che dati di fatto, sono solo stronzate le tue.
Sei tu che da arwen hai esordito dicendo "difficile portare rispetto per chi da 8 ad un filn del genere" dimmi tu se non dimostri così di essere solo un povero coglione parzialmente istruito.
Poi quell'altra cazzata del mostrare la via del cinema... ma ti leggi quando scrivi? Ma cosa cazzo devi mostrare? Chi te l'ha chiesto? L'unica cosa che ci devi mostrare è la fossa dove marcirai.
E ora da bravo, torna nella tua cameretta a leggerti Il manuale del Vero Cinema e sbava e masturbatici sopra come sei solito fare
Mentecatto
[Cit.]
Era da parecchio che non veniva fuori una bella rissa da Saloon! Fratello, io non mi preoccuperei troppo: quando lessi i commenti di Yorick da Giacomo e Arwen quasi sperai di poterci litigare, ma alla fine è inutile. Ognuno vede il Cinema a modo suo, anche Yorick stesso. Casomai quello su cui dovrebbe lavorare, e non poco, è il piuttosto pronunciato complesso messianico di cui pare soffrire. ;)
EliminaCapisco bene, povero demente che non sei altro, che per una persone sottoculturata come te, che non legge Epstein, Deleuze, Brakhage, Tarkovskij, Balasz etc., possa sembrare che sia io a decretare cosa sia cinema e cosa no, mentre invece mi pare palese che quello che dico non sia che un frutto di studi fatti dagli autori di cui sopra, che palesemente non conosci: Tarkovskij parla per bocca mia, questo è un dato di fatto, spastico dei miei coglioni, così com'è un dato di fatto il fatto che il mio sia l'unico blog, fatta eccezione per quello di ViS, che non recensisce film alla cazzo ma propone un proprio percorso, e forse è per questo che hai confuso me e Frank ViSo, perché siamo i migliori blogger in Italia, o quantomeno gli unici, visto che gli altri non sono altro che un'enciclopedia pubblicitaria di film inflazionati dai multiplex. Quindi, futile e schizofrenico borghese senza nulla da dire, prima di parlare con me studia, e soprattutto informati, perché sei ridicolo nel lanciare bombe sulla persona sbagliata: va a finire che si pensa che anche il motivo per cui lanci quelle bombe sia sbagliato. Coglione.
EliminaVorrei solo far notare la signorilità con cui il buon Frank (non commento spesso sul suo blog perché molti dei film che recensisce non li conosco, ma stimo enormemente come scrive) ha risposto a un attacco ingiustificato, e tutta la spocchiosa arroganza con la quale si è espresso il Povero Yorik (comunque seguo il suo blog e posso dire che qualcosa ho imparato pure da lui), definendosi come uno dei migliori in Italia, con tanto di parolacce e commenti di cattivo gusto.
EliminaCredo che questo dica molto sulle due persone e sulla mediocrità di coloro che osano innalzarsi sopra il mondo intero.
@mentecatto
EliminaMinchia ma non avevo mica capito che fossi COSÌ TANTO sfigato...cioè avevo capito che eri una sorta di disadattato saccente, ma non fino a questo punto. Non fino a definirsi miglior blogger d'italia. Susciti quasi tenerezza, davvero.
Ti immagino mentre con i tuoi ditini da disadattato pigi sulla tastiera sbavando come una lumaca e tutto frustrato dal fatto che nessuno riconosca la grande intelligenza cui pensi di disporre.... "Gnnnn gnnn non capite un casso di xinema gniiii gniii io sciono spesciale la mamma me lo diceva sempre da piccolo gnnnnnnnnn!!!"
Gli autori che citi possono aver fatto tutti gli studi che vuoi povero
pirla che non sei altro, è tutto soggettivo sei tu che decidi di prenderli come dogmi imprescindibili dimostrando di non avere un minimo di giudizio proprio elogiando o stroncando un film perché "Hey Epstein ha detto che è così..."
Sei troppo un poverinos e se hai più di 25 anni sei messo davvero male.
Sinceramente non so che dire, sono più di vent'anni che guardo film, e ho parlato con gente con cui ho imparato tanto, che cosa avresti fatto yorick? Mi hai mostrato cosa? HAHAHAHAHAHAHAHAHA no guarda, mi sto sganasciando dalle risate, mi sto proprio sbellicando, poi per uno come te che dice di aver qualcosa che dire non fai che insozzare la tua pagina facebook di attacchi ad altre pagine e intervenire nei blog che non parlano di quello che parli tu, ma insomma che vuoi? Che chiudiamo i nostri blog così tanto per farti piacere? Che prendiamo per oro colato quello che dicono Epstein Deleuze e compagnia bella? Che bruciamo l'intera storia del cinema e non guardiamo film perchè oooh c'è il filosofo tal dei tali che ha detto che il cinema è un altra cosa....Ascolta, io ho conosciuto e parlato con gente tra cui il mio compagno e suo fratello e un mio amico che di cinema ne sa più di me e te messi insieme, la cosa è evidente, confondi il cinema con la filosofia, non sto a ripeterlo ormai perchè oltre ad avermi rovinato questi pochi giorni di vacanza - in cui mi volevo rilassare - che mi sono presi è inutile parlare con chi ha una sua idea e non intende condividere nulla, ma solo provocare per ostentare una superiorità che non esiste, ma così cosa dimostri? Di rompere le scatole a chi vuole parlare di una cosa che ama? Non puoi semplicemente parlare di quello che piace a te senza disturbare nessuno?
EliminaNon entro nel merito delle singole dispute ed applaudo anch'io la signorilità di Frank, ma approfitto per sottolineare quanto certe affermazioni messianiche abbiano il sapore dei fondamentalismi, che con le loro verità assolute sono segno evidente di chiusura mentale.
EliminaVorrei comunque aggiungere una cosa, Yorick, ma come cavolo fai a dire che Dembo sia una persona sottoculturata la conosci? No, quindi ti prego di non tergiversare sparando cazzate assurde, e per quanto riguarda gli altri blog, non sono enciclopedie inflazionate dai multiplex, le majors non ci pagano, siamo noi appassionati che scriviamo GRATIS i nostri articoli, e anche noi facciamo un percorso, anche se è diverso da te e Frank ViSo, questo non vuol dire che chi non la pensa come te allora è da bruciare, semplicemente segue una strada diversa, quindi ognuno la pensa alla sua maniera, e deve essere rispettato anche se non vede il cinema come lo vedi tu va bene?
EliminaAvrà tutti i significati reconditi del mondo, ma per me è stata una mattonata allucinante... lo ricordo come uno dei film più indigesti (per me) della scorsa stagione.
RispondiEliminaUna vera delusione, assolutamente d'accordo.
EliminaPeccato per Diritti.
ford, un giorno devi andartene! uahahah
RispondiEliminaquanto al film, se non ha convinto nemmeno te che sei una groupie del terrence malick dei poveri, figuriamoci se me lo guardo...
E invece chissà, magari è la volta che un'incompetente del tuo calibro possa apprezzare Diritti! Ahahah! ;)
Eliminaero uscito dal cinema deluso, Diritti aveva fatto il passo più lungo della gamba.
RispondiEliminai primi due film sono eccezionali, qui il salto di "dimensione", non più "locale", una produzione più grande l'avranno condizionato non poco.
aspettiamo fiduciosi la prossima prova :)
Aspetto fiducioso anch'io.
EliminaL'abilità c'è tutta, speriamo non si ripeta lo scivolone.
Non l'ho visto e quindi non posso leggerne.
RispondiEliminaPer il resto:
1 un mio amico poi sposatisi con una brasiliana e protagonista di un'esperienza molto simile a quella del film mi ha detto che nessun film racconta il Brasile meglio di questo. Lui lo reputa straordinario
2 ciao Frank. Mi dispiace quell'attacco, persona squisita. Ma Dembo si era sbagliato
3 persone come Yorick, con tutto il rispetto, mi fanno paura. Un buon psicologo è l'unica soluzione, altro che cinema alto. Non scherzo ovviamente
Sai qual è la differenza tra te e noi Yorick?
RispondiEliminaChe noi sappiamo o proviamo a vedere il cinema con i nostri occhi, con le nostre conoscenze, con le nostre emozioni e con il nostro vissuto.
Te guardi i film con i libri di Deleuze, Epstein e compagnia bella.
Non hai niente di tuo, solo "studio" e presunta "conoscenza" delle cose.
Ma il cinema è arte, non un insetto e noi degli entomologi.
E vederlo come lo vedi te, senza la minima personalità, ma solo con il presunto studio filosofico che gli sta alle spalle e con l'arroganza di pensare che tale studio lo possa decifrare, è molto triste.
Se avessi letto di meno ne avresti capito di più.
Probabilmente tutto deriva da una carenza di personalità e nel cercare altrove della risposte, le più dotte possibili, che sarebbe meglio cercare dentro sè stessi.
E ora, sempre che tu voglia perdere del tempo, aspetto la tua replica.
Ma per me, qualsiasi cosa tu scriva, finisce qua
Caden, le esperienze personali segnano sempre, nella visione di un film o nella lettura, eppure purtroppo in questo caso a me è parso solo di assistere ad un deludente sfoggio di tecnica.
EliminaA Caden un giorno devo davvero offrirgli una cena!
EliminaIo porto da bere. ;)
Eliminaio i cannoli alla ricotta e la pignolata
EliminaLa pignolata sarebbe?
Eliminaquesta http://www.irrera.it//fotovetrina/2840.jpg
Eliminao questa http://it.wikipedia.org/wiki/Pignolata_glassata
dolce tipico di carnevale, messinese, composto da pigne fritte ricoperte di glassa (bianca al limone o nera al cioccolato)
Penso che preferirei quella al limone, per quanto non amante dei dolci "pesanti". ;)
Eliminapiccirè e io porto i cannoli con la ricotta e la cassata siciliana e poi anche le scacce, prodotto tipico del ragusano dove vivo io hahaha xD
EliminaOrmai è diventato un pasto da matrimonio!
Eliminasicuramente inferiore ai primi due film, ma a me era piaciuto comunque parecchio. credo che la risposta alle tue domande sia: sì. nel senso che Diritti vuole parlare di tutto, e forse per questo ogni tanto qualcosa gli scappa di mano... quanto alle scazzottate da saloon, le uniche che mi appassionano sono quelle di Bud Spencer e Terence Hill ;)
RispondiEliminaTecnicamente ottimo, secondo me Diritti si è perso per strada, invece che ritrovarsi.
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