sabato 17 agosto 2013

American Gods

Autore: Neil Gaiman
Origine: UK, USA
Editore: Mondadori
Anno: 2003




La trama (con parole mie): Shadow è in carcere, in procinto di uscire dopo aver scontato una pena di tre anni a seguito di un vecchio casino che gli ha lasciato profonde cicatrici. Ad attenderlo fuori c'è la moglie Laura, che l'ha aspettato e non vede l'ora di continuare la sua vita con lui ora che l'amico Robert ha già pronto un posto di istruttore nella sua palestra.
Questo sarebbe il mondo reale. Ma ci sono sfumature che vanno ben oltre l'umano e la comprensione, e dunque Shadow si ritrova solo e senza futuro, costretto ad accettare il lavoro offertogli dal misterioso Wednesday, uomo dal fascino magnetico, dalla bugia facile e dalle proposte decisamente fuori dal comune: inizia così un viaggio attraverso i recessi più curiosi degli States, una ricerca che tocca Fede e Divinità, Amore ed Umanità profonda, e che conduce ad una battaglia mascherata da tempesta che si prospetta all'orizzonte e che sarà l'emblema dello scontro tra i vecchi ed i nuovi dei.
Chi è veramente Wednesday? E chi scoprirà di essere Shadow?




Praticamente dai tempi della sua uscita, American Gods attendeva che il sottoscritto si decidesse a tuffarsi tra le sue pagine comodo comodo nella libreria di casa Ford, fiducioso che prima o poi il momento sarebbe giunto. In questo senso, il lavoro di Neil Gaiman - autore di riferimento nell'ambito del fumetto con il suo geniale Sandman all'inizio del Nuovo Millennio - è stato assolutamente profetico ed in linea con il concetto di Fede, esplorato dall'autore da più angolazioni dalla prima all'ultima pagina di questo rocambolesco, densissimo ed interessante romanzo, in grado di mescolare la crime story ed il fantasy, la sci-fi classica con la mitologia dal quale presto sarà tratta una serie tv che ancora prima di essere realizzata pare già destinata e diventare uno dei cult da piccolo schermo del Saloon.
Sulla scia del lavoro svolto - egregiamente - con il già citato Sandman, Gaiman torna a lavorare su dei e mortali cogliendo l'occasione anche per esplorare - in tutti i sensi - gli Stati Uniti a partire dalla loro provincia più profonda, fatta di luoghi lontani ed apparentemente perduti, curiose attrazioni turistiche ed infiniti viaggi in macchina lungo le autostrade di un continente che mantiene inalterato da secoli il suo fascino nonostante gli evidenti squilibri e le clamorose imperfezioni sulle quali fonda la maggior parte della sua geografia sociale ed umana: la vicenda di Shadow, detenuto in procinto di uscire dal carcere dopo tre anni di detenzione, esperto di palmeggio e trucchi con la moneta, uomo grande e grosso abituato al silenzio e di buon cuore, che parte come un dramma legato al reinserimento nella società e si trasforma in breve in un confronto non sempre piacevole con una parte di questo mondo che nessun mortale, di norma, sfiora, è un road trip dell'anima che vede sfilare un capitolo dopo l'altro divinità figlie dei più svariati pantheon - da quello norreno a quelli orientali -, leggende dei nativi americani, creature magiche giunte nel Nuovo Mondo da quello Vecchio e, dall'altra parte della barricata, i volti pixelati ed elettrici degli dei nati proprio sulle strade lastricate di sogni degli USA, dalla televisione al denaro, da internet al successo.
Per mezzo della guida esperta e non sempre affidabile di Wednesday, Shadow si troverà proiettato in un mondo di risse da pub, partite a dama, promesse di avere la testa spaccata con una mazza quando sarà tutto finito, apparizioni di morti, sogni più vividi della vita reale, mosse strategiche in attesa della disposizione di tutti i pezzi sulla scacchiera del Destino prima di una battaglia che si giocherà "dall'altra parte" e nei sogni dei mortali, ma che avrà conseguenze molto più importanti di quanto non si possa credere, specie rispetto a dei ormai quasi dimenticati, se non addirittura sconosciuti: in questo senso, è interessante il concetto espresso da Gaiman rispetto alla sopravvivenza, al potere e all'esistenza stessa dei suddetti dei, legati indissolubilmente alle manifestazioni di Fede espresse in loro nome, al legame con i credenti in grado di portarli da una parte all'altra del mondo - splendidi, forse addirittura i capitoli che ho preferito del romanzo, i due racconti nel racconto legati alla figura dell'Ifreet a New York e dei due gemelli giunti ad Haiti dopo essere stati venduti come schiavi in Africa -.
In qualche modo, il potere della memoria e dei sentimenti che portiamo nel cuore anche rispetto agli esseri umani diviene il carburante che alimenta il potere divino, amplificato non tanto dai luoghi di culto, quanto da "antenne" come attrazioni turistiche e punti d'aggregazione di "fedeli" non più legati ai concetti di Religione e Chiesa, quanto di Società - e torniamo all'analisi, lucidissima, che il vecchio Neil regala a proposito dell'approccio a stelle e strisce -.
Traboccante di personaggi memorabili - a partire dal protagonista -, American Gods è una lettura appassionante ed impegnativa, forse il miglior romanzo fantasy che mi sia capitato di leggere da anni a questa parte, che probabilmente avrebbe potuto essere addirittura perfetto se soltanto Gaiman si fosse fermato per decidere - sul modello Tolkeniano - di sviluppare una trilogia, o una saga: la tantissima carne al fuoco, infatti, nella parte conclusiva finisce per far risultare sbrigative le scelte prese rispetto ad alcuni charachters introdotti, e solo un finale struggente e magico riporta in alto i bicchieri per quella che deve essere stata - nel bene e nel male - una vera e propria Odissea per l'autore, coraggioso nel seminare quanto e più si sarebbe potuto cogliere, senza per questo rischiare di addormentare il ritmo o annoiare il lettore, e anzi, chiudendo il triangolo Loki/Odino/Shadow come meglio non poteva, regalando al suo protagonista anche un'uscita di scena da eroe romantico e solitario come solo la migliore tradizione del genere è in grado di riservare ai suoi nomi più importanti.
Senza dubbio per chi mastica il genere e si destreggia tra noir, sbronze, viaggi e divinità più o meno note la lettura risulterà più scorrevole, eppure Gaiman da l'impressione di poter riuscire nell'impresa di conquistare anche i meno avvezzi cambiando spesso e volentieri registro, passando dal dramma alla commedia, dall'attesa - magnifica la parte ambientata a Lakeside, esempio da manuale di come un autore dovrebbe comportarsi per catturare l'attenzione dei lettori anche quando non sta, di fatto, succedendo nulla - all'azione sfrenata, dai territori dei sogni a quelli dell'amara realtà.
E in mezzo, quell'arcano chiamato Fede, uno dei misteri più complessi con i quali l'Uomo verrà mai a confrontarsi.
Fatta eccezione quello che gli alberga nel cuore.


MrFord


"I was born on Olympus
to my father a son
I was raised by the demons
trained to reign as the one
God of thunder and rock and roll
the spell you're under
will slowly rob you of your virgin soul."
Kiss - "God of thunder" -


10 commenti:

  1. Ellamadonna che SCIMMIA che mi hai messo.
    Lo recupero!
    Sembra davvero una bombetta

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    1. È sicuramente notevole, una di quelle cose che piacciono a noi. Recuperalo!

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  2. Pure io amo alla follia "Sandman" e Gaiman è uno dei miei sceneggiatori preferiti. Ovviamente ho amato alla follia questo romanzo, davvero una delle migliori letture che io abbia mai fatto!
    E ti dirò, Sadman mi ha ispirato per un fumetto che spero di riuscire a proporre [sperando di non fare la figura dell'immodesto con questa dichiarazione...]

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    1. Io spero che la tanto vociferata serie sia realizzata come si deve, perché un romanzo cpme questo ed un autore come Gaiman lo meritano.

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    2. Della serie ne sento parlare da eoni, tanto che ho finito per perdere interesse. Mi basta che ci sia il romanzo e tutte le meraviglie che quell'uomo ha creato!

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    3. Io spero che alla fine si faccia, e spero che sia all'altezza delle aspettative. Vedremo! :)

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