Regia: Christopher McQuarrie
Origine: USA
Anno: 2012
Anno: 2012
Durata: 130'
La trama (con parole mie): l'ex soldato Barr, tiratore scelto, mette in atto l'omicidio senza apparente motivo di cinque apparenti innocenti, finendo per essere arrestato e posto di fronte alla scelta di confessare in cambio della condanna a morte oppure andare incontro ad un processo.
Ma proprio mentre lo stesso Barr viene ridotto in fin di vita a seguito di un pestaggio avvenuto nel corso del suo trasferimento in carcere, Jack Reacher, ex membro della polizia militare in cerca di Giustizia esce dal suo volontario anonimato per scoprire se la ricostruzione delle forze dell'ordine corrisponda oppure no a verità.
Aiutato dall'avvocato della Difesa Helen, l'investigatore dovrà dare spazio a tutte le sue abilità per poter chiudere il caso, identificare i colpevoli e fare in modo che i torti vengano riparati, anche a scapito di quello che è l'ordine costituito.
A volte ci starebbe proprio di ringraziare per l’esistenza di film come Jack Reacher ed affini: roba di grana grossa – ma neppure troppo, a ben guardare – lineare e semplice, senza pretese, con quel giusto equilibrio che passa tra divismo tamarro ed una robusta dose di attrazione che, neanche ci trovassimo nel più serrato dei thriller, calamita allo schermo dal primo all’ultimo minuto.
Non che avessi dubbi, rispetto a quest’ultima fatica di Tom Cruise che, come al solito, nelle produzioni cui prende parte non in mano a registi di nome e di carattere, assume un controllo pressoché totale sull’intera opera, finendo per esaltarne il lato “cruisiano”, per l'appunto, ai massimi livelli: eppure, nonostante Scientology ed un ego che può tranquillamente rivaleggiare con quello del Cannibale, il buon Tom continua a non riuscire a darmi sui nervi o crearmi problemi a godermi tutto il suo lavoro, in parte perché è indubbia la sua professionalità, in parte perché questo suo fare perennemente sopra le righe pare in qualche modo divertito e divertente.
E così, nel pieno di una pellicola che ha più il sapore dell’intrigo anni settanta che non dell’action anni ottanta, scopriamo che il Nostro – che non va propriamente fortissimo in altezza – pare sempre aggirarsi attorno al metro e novanta, lo osserviamo sfoderare un paio di momenti al limite del trash che fanno sorridere – il petto nudo di fronte alla procace avvocatessa Rosamund Pike è già un piccolo cult – ed un’aura a metà tra gli Expendables e Jack Bauer, il tutto comunque senza far risultare ridicolo o al limite dell’assurdo un personaggio tosto e cazzutissimo – come, del resto, il genere vuole – evitando figuracce come quella di Liam Neeson nel recente, e pessimo, Taken 2.
Ma lasciando per un momento da parte l’ingombrante Tom, la riflessione più importante rispetto a Jack Reacher va riservata allo script – oltre al sempre mitico Robert Duvall, che porta sullo schermo un personaggio fordiano fino al midollo -, che a dispetto delle aspettative e nonostante una certa linearità a tratti telefonata risulta intrigante quanto basta per ricordare, per l’appunto, più Il giorno dello sciacallo – quello originale, non la schifezza colossale che fu il remake – che non Die hard – tanto per citare due pellicole con protagonista un altro simbolo del Cinema d’azione che una ventina d’anni fa sarebbe stato perfetto nel ruolo di un Reacher meno rigido e più scombinato – anche se, a ben guardare, il passato da militare del protagonista rende quasi più adatto Cruise a prestare corpo ed anima a questo spaccaculi tutto d'un pezzo -: l’intrigo che ruota attorno all’ex soldato Barr – colpevole, tra l’altro, di una serie di omicidi a sangue freddo compiuti sotto le armi nella stessa modalità di quelli che aprono il film e che vanno a toccare un nervo decisamente scoperto per quanto riguarda la società USA –, che piuttosto che essere incriminato e schiaffato sul tavolo dell’iniezione letale preferisce rivolgersi a quella che, di fatto, è la sua nemesi – Reacher, per l’appunto – in modo che la verità venga a galla risulta funzionale e sicuramente efficace, benchè non tamarro quanto ci si potrebbe aspettare.
Nonostante questo non mancano i momenti sopra le righe, entrata ad effetto del protagonista compresa: l’invisibile – se vuole, altrimenti molto visibile ed ovviamente molto alto – uomo d’acciaio ed ex investigatore della polizia militare prende in questo modo e da par suo a cuore la difesa di un individuo che lui stesso aveva consegnato alla Giustizia proprio in nome della stessa, nel pieno rispetto di quei valori tutti a stelle e strisce che prevedono, di fronte ai massimi sistemi, un piuttosto evidente sprezzo delle regole e delle strutture che potrebbero impedire la riuscita dell’impresa stessa.
In questo senso, Jack Reacher è un antieroe profondamente statunitense, una sorta di “reazionario positivo” simile ai pistoleri senza macchia dei vecchi western che prende il pubblico per mano grazie all’attore che lo interpreta e lo conduce attraverso una vicenda che non avrà gli acuti dell’instant cult ma che risulta assolutamente una goduria dall’apertura ai titoli di coda, una proposta senza pretese, realizzata con ottima perizia e perfetta per la tipica serata d’intrattenimento che possa impegnare solo parzialmente il cervello e regalare il numero giusto di passaggi che possano anche solleticare l’esaltazione del pubblico – maschile o femminile poco conta -.
Dovesse dunque capitarvi per le mani, buttatevici a capofitto senza troppa preoccupazione: in fondo, a guidarvi ci sarà qualcuno che, in un modo o nell’altro – sempre poco ortodossi, ma sicuramente efficaci – saprà condurre l'audience intera alla risoluzione della vicenda senza che ci siano dubbi sul fatto che, quando lui entra in gioco, non ci sono cazzi per nessuno.
Soprattutto per chi è parte della squadra sbagliata.
E allora, beh, non vorrei proprio essere nei loro panni.
Non che avessi dubbi, rispetto a quest’ultima fatica di Tom Cruise che, come al solito, nelle produzioni cui prende parte non in mano a registi di nome e di carattere, assume un controllo pressoché totale sull’intera opera, finendo per esaltarne il lato “cruisiano”, per l'appunto, ai massimi livelli: eppure, nonostante Scientology ed un ego che può tranquillamente rivaleggiare con quello del Cannibale, il buon Tom continua a non riuscire a darmi sui nervi o crearmi problemi a godermi tutto il suo lavoro, in parte perché è indubbia la sua professionalità, in parte perché questo suo fare perennemente sopra le righe pare in qualche modo divertito e divertente.
E così, nel pieno di una pellicola che ha più il sapore dell’intrigo anni settanta che non dell’action anni ottanta, scopriamo che il Nostro – che non va propriamente fortissimo in altezza – pare sempre aggirarsi attorno al metro e novanta, lo osserviamo sfoderare un paio di momenti al limite del trash che fanno sorridere – il petto nudo di fronte alla procace avvocatessa Rosamund Pike è già un piccolo cult – ed un’aura a metà tra gli Expendables e Jack Bauer, il tutto comunque senza far risultare ridicolo o al limite dell’assurdo un personaggio tosto e cazzutissimo – come, del resto, il genere vuole – evitando figuracce come quella di Liam Neeson nel recente, e pessimo, Taken 2.
Ma lasciando per un momento da parte l’ingombrante Tom, la riflessione più importante rispetto a Jack Reacher va riservata allo script – oltre al sempre mitico Robert Duvall, che porta sullo schermo un personaggio fordiano fino al midollo -, che a dispetto delle aspettative e nonostante una certa linearità a tratti telefonata risulta intrigante quanto basta per ricordare, per l’appunto, più Il giorno dello sciacallo – quello originale, non la schifezza colossale che fu il remake – che non Die hard – tanto per citare due pellicole con protagonista un altro simbolo del Cinema d’azione che una ventina d’anni fa sarebbe stato perfetto nel ruolo di un Reacher meno rigido e più scombinato – anche se, a ben guardare, il passato da militare del protagonista rende quasi più adatto Cruise a prestare corpo ed anima a questo spaccaculi tutto d'un pezzo -: l’intrigo che ruota attorno all’ex soldato Barr – colpevole, tra l’altro, di una serie di omicidi a sangue freddo compiuti sotto le armi nella stessa modalità di quelli che aprono il film e che vanno a toccare un nervo decisamente scoperto per quanto riguarda la società USA –, che piuttosto che essere incriminato e schiaffato sul tavolo dell’iniezione letale preferisce rivolgersi a quella che, di fatto, è la sua nemesi – Reacher, per l’appunto – in modo che la verità venga a galla risulta funzionale e sicuramente efficace, benchè non tamarro quanto ci si potrebbe aspettare.
Nonostante questo non mancano i momenti sopra le righe, entrata ad effetto del protagonista compresa: l’invisibile – se vuole, altrimenti molto visibile ed ovviamente molto alto – uomo d’acciaio ed ex investigatore della polizia militare prende in questo modo e da par suo a cuore la difesa di un individuo che lui stesso aveva consegnato alla Giustizia proprio in nome della stessa, nel pieno rispetto di quei valori tutti a stelle e strisce che prevedono, di fronte ai massimi sistemi, un piuttosto evidente sprezzo delle regole e delle strutture che potrebbero impedire la riuscita dell’impresa stessa.
In questo senso, Jack Reacher è un antieroe profondamente statunitense, una sorta di “reazionario positivo” simile ai pistoleri senza macchia dei vecchi western che prende il pubblico per mano grazie all’attore che lo interpreta e lo conduce attraverso una vicenda che non avrà gli acuti dell’instant cult ma che risulta assolutamente una goduria dall’apertura ai titoli di coda, una proposta senza pretese, realizzata con ottima perizia e perfetta per la tipica serata d’intrattenimento che possa impegnare solo parzialmente il cervello e regalare il numero giusto di passaggi che possano anche solleticare l’esaltazione del pubblico – maschile o femminile poco conta -.
Dovesse dunque capitarvi per le mani, buttatevici a capofitto senza troppa preoccupazione: in fondo, a guidarvi ci sarà qualcuno che, in un modo o nell’altro – sempre poco ortodossi, ma sicuramente efficaci – saprà condurre l'audience intera alla risoluzione della vicenda senza che ci siano dubbi sul fatto che, quando lui entra in gioco, non ci sono cazzi per nessuno.
Soprattutto per chi è parte della squadra sbagliata.
E allora, beh, non vorrei proprio essere nei loro panni.
MrFord
"Fight fight fight
just push it away
fight fight fight
just push until it breaks
fight fight fight
don't cry at the pain
fight fight fight
or watch yourself burn again."
just push it away
fight fight fight
just push until it breaks
fight fight fight
don't cry at the pain
fight fight fight
or watch yourself burn again."
The Cure - "Fight" -
Me ne parlava giusto qualche giorno fa mio fratello che è riuscito a fottermi sul tempo prenotandosi i nonni e concedendosi una serata al cinema con la moglie. Dice che merita, come del resto i libri da cui è tratto. Tieni presente che stiamo parlando di un altro desperate househusband come me e come presto diventerai anche tu ;)
RispondiEliminaA quel livello un'uscita al cinema renderebbe credibile anche Boldi
con i migliori auguri
tuo
Gae
Gae, questo commento mi ha divertito parecchio: appena saremo "colleghi" ti farò sapere come andrà il mio rapporto con il Cinema!
EliminaComunque come action d'intrattenimento questo ci sta tutto!
non mi sembra di avere un ego come quello di tom cruise.
RispondiEliminalo supero nettamente
ahahah :D
Su questo non c'è dubbio.
EliminaLui però ha decisamente più soldi di te! ;)
Continuerò a ripeterlo, una copia uscita male del primo Mission: Impossibile. Anche perché gli altri capitoli della saga non è che fossero proprio così esaltanti eh.
RispondiEliminaPesa, secondo me non è una bomba, ma neanche una schifezza: intrattiene e si lascia guardare molto meglio di Skyfall o Bourne legacy!
Eliminache stitichezza di bicchierini...
RispondiEliminaa me non è spiaciuto.
Tommaso Crociera ormai può fare solo quei ruoli lì, però non è male...
Due bicchieri ci stanno tutti, quando c'è del buon intrattenimento!
EliminaMi sa che sei tu troppo buona!
Ma c'è ancora qualcuno che guarda i film con Cruise? :D
RispondiEliminaAncora non l'ho visto ma di solito la sua sola presenza è un'efficace deterrente.
Dunque oltre ad avere seri problemi di gusti cinematografici, li presenti anche rispetto agli attori!
EliminaPensa che Tom Cruise è uno dei pochi che riesce a mettere d'accordo perfino me e il Cannibale!
No va be', ragazzi dai., eh. Dai.
EliminaNo va bè vale per te, al limite.
EliminaCruise mitico.
Ma in generale qualcosa che ti piace c'è?
EliminaSembri una bastian contrari con i controcazzi eh!
:)
E' la sindrome del Cannibale. Quel maledetto sta cercando di infettare tutta la blogosfera! :)
EliminaE' possibile, ma con me è sempre bravo lui! A parte darmi contro perchè ci siamo sposati! Ma quello è dare contro a te!
EliminaAmore mio! Non ti preoccupare ti tengo io i cavalli fuori dal Saloon mentre li bottigli tutti! Anzi se vuoi con l'altra mano ti passo le bottiglie (ma se aspetti che partorisca, prima le svuoto!)
Ahahah, ma no certo che mi piace qualcosa :) Ho solo alcune, grosse, idiosincrasie rappresentate da Cruise, Depp, Burton e la Kidman. Fra i tanti.
EliminaPoi fingo di essere radical chic perché è divertente ma in realtà guardo solo roba imbarazzante!
Julez, il Cannibale non è mai bravo! Quindi se mi passi un paio di bottiglie lo bastono per bene! :)
EliminaMareva, se si finge troppo di essere radical chic si finisce per esserlo davvero! Attenzione, che poi partono le bottigliate fordiane! :)
Ciao fratellozzo!!
RispondiEliminaCe l'ho anche io parcheggiato ancora da vedere, effettivamente non mi aspetto granchè giusto un po' di sano divertimento e tamarragine. Ti saprò dire...
Robert Duvall mito totale.
Fratello, bentornato!
EliminaDuvall mito totale, uno dei nostri!
Più tardi ti chiamo, comunque!
Se non leggessi quello che si dice da queste parti, io lo bypasserei senza colpo ferire...poi leggo di un "Cruise spaccaculi.." e allora mi scatta la curiositá ben condita da voglia di comico. Non ce n'è: a me Cruise che interpreta ruoli da simil expendable, uscendo da ogni peripezia con i capelli più in ordine di Zanetti dopo 90' di gioco, fa impazzire. Quasi più di Segal e la sua coda di cavallo incollata alla testa.
RispondiEliminaSorella, ti dirò: anche secondo me come spaccaculi il buon Tom non funziona troppo, ma bisogna dargli atto della passione con cui si butta in ogni ruolo.
EliminaPer questo mi piace!
Io ancora adesso stento a credere che non.usi controfigura per le scene pericolose...
EliminaInvece io credo proprio di sì: secondo me è un perfezionista esagerato!
EliminaAppena seduti ho detto "amore guarda c'è la gnocca, così io posso sbavare dietro a tom". Evabbè... eppoi c'era LA SCENA di tom sotto la pioggia che non manca in nessun film :) :)
RispondiEliminaBeh, se non ci fosse l'ego del buon Tom ne soffrirebbe! ;)
Eliminae anche i miei ormoni :P :P
EliminaNiente male, questa! :)
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