domenica 29 luglio 2012

Fracchia la belva umana

Regia: Neri Parenti
Origine: Italia
Anno: 1981
Durata: 99'




La trama (con parole mie): Giandomenico Fracchia è un povero sfigato impiegato presso una fabbrica di dolci specializzata in produzione di cacao ed affini timido, impacciato ed incapace di ottenere qualunque cosa diversa da una figuraccia.
La belva umana, invece, è un criminale internazionale, un rapinatore ed un omicida: è deciso, freddo, spietato, ed ottiene sempre tutto quello che vuole, che gli altri lo vogliano o no.
Per un curioso gioco del destino, i due sono pressochè identici: quando il primo viene fermato la stessa notte da Carabinieri, Polizia e Digos i comandanti delle tre forze decidono di munirlo di un lasciapassare che possa permettergli di superare gli eventuali futuri controlli.
A quel punto il documento diviene necessario al secondo per rimanere in libertà, tanto da convincerlo a stabilirsi a casa di Fracchia in modo da dividere la vita a seconda delle esigenze, "le sue e le sue".




Da ragazzino il periodo delle vacanze estive era, ovviamente, il più atteso dell'anno: la scuola era finita, si prospettavano - almeno fino alle partenze per le ferie - gran pomeriggi di calcio ai giardini seguiti da gran serate di potenziali limonate sempre ai giardini, mentre le mattine venivano quasi completamente dedicate alle visioni a ripetizione.
Fu proprio in quegli anni che io e mio fratello varammo il concetto della fantomatica "lista estiva": un elenco di film che prevedeva nuove visioni e vecchie rispolverate di titoli che giudicavamo adatti al periodo, e che ognuno di noi compilava separatamente per poi finire a condividere quelli in comune e spartirsi i televisori di casa quando, al contrario, i selezionati non erano presenti nella lista dell'altro.
Insieme a cult indiscutibili come Point break o Carlito's way figuravano perle del trash cui ancora oggi sono nostalgicamente affezionato - vedi Weekend con il morto -, o Fracchia la belva umana, che non mancava mai di fare la sua comparsa più o meno in questo periodo.
Per quanto il livello del lavoro di Neri Parenti sia decisamente più basso rispetto ai primi due capitoli della saga di Fantozzi - film d'autore, a loro modo, in tutto e per tutto - ed i richiami allo stesso personaggio fin troppo evidenti - Fracchia è, di fatto, una copia del ragioniere più famoso del Cinema italiano in versione single per scelta altrui -, non c'è una volta in cui non sia stato piegato in due dalle risate guardando questo film, che tra l'altro, nel corso degli anni, è riuscito addirittura ad acquistare valore su molte battute che nel corso delle prime visioni dello stesso - avrò avuto otto o nove anni - mi sfuggivano clamorosamente.
Tralasciando il fatto che potrei recitarlo a memoria senza neppure troppi problemi, non conto il numero di scene assolutamente cult con protagonisti il malcapitato Fracchia ed il suo identico antagonista - tra l'altro, le sequenze con il doppio Paolo Villaggio in scena furono realizzate discretamente bene, per l'epoca -, per non parlare del valore aggiunto di un Lino Banfi in forma smagliante nel ruolo del Commissario Auricchio, soprattutto nei suoi siparietti con il fido vice De Simone: dalla notte dei tre controlli - uno più divertente dell'altro - di Polizia, Carabinieri - la sequenza della foto della moglie del braccio destro del Colonnello è impagabile - e Digos al primo confronto con la Belva, dalla madre del criminale - un Gigi Reder scatenato - agli scambi di persona e alla visita di Auricchio a casa Fracchia, il lavoro di Neri Parenti gioca sui classici della commedia dell'equivoco senza dimenticarsi la grande tradizione del trash all'italiana riuscendo nell'intento - cosa che, ormai, non accade neanche per miracolo rispetto al nostro Cinema - di fondere in qualche modo il sacro e il profano divertendo e divertendosi senza dimenticare una neppure troppo velata critica alla società e ai suoi meccanismi così come un'amarissima riflessione sul concetto degli "ultimi che rimarranno ultimi".
Ma prima che le cose prendano una piega insolitamente seria, torno sui giusti binari ed accarezzo un paio di scene che non solo mi fanno tornare agli anni a loro modo magici della scuola e delle "liste estive", ma che ancora oggi non riesco a guardare senza ridere, godendomi ogni singola battuta.
Anche le peggiori.


E ce ne sarebbero molte altre, tanto che stavo finendo per rivedermelo praticamente tutto su Youtube.
Ma a questo punto vi conviene mollare il mio post ed il divertito amarcord conseguente per riscoprire il piacere di sbracare sul divano - ovviamente a rutto libero - con un film di quelli che, ora, non ne fanno proprio più.


MrFord


L'estate sta finendo
e un anno se ne va
sto diventando grande
lo sai che non mi va.
In spiaggia di ombrelloni
non ce ne sono più
è il solito rituale
ma ora manchi tu."
Righeira - "L'estate sta finendo" -

 

14 commenti:

  1. si infatti, è un genere di film che non mi piace affatto, e salto a piè pari hahaha

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  2. Solo un bicchierino e mezzo? Noi bvadipi cinefili snob adoviamo questo film e lo sappiamo pvaticamente a memovia. Ti regalo una piccola chicca sulla lavorazione: la scena in cui Banfi deve entrare nella trattoria della parolaccia e viene accolto dall'immortale hit "Benvenuti a 'sti frocioni" pare che la seconda parte della canzone( quella intonata da Banfi stesso ) non fosse scritta o prevista nel copione ma sia nata in diretta sul set mentre giravano la scena...

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    1. Bradipo, un bicchiere e mezzo è il simbolo del trash! Meritatissimo e da sfoggiare con orgoglio! :)

      Avevo letto da qualche parte dell'improvvisazione di Banfi: comunque, un film che non mi stanco mai di rivedere - e che so praticamente a memoria anch'io -.

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  3. un film di quelli che ora non ne fanno più... e meno male!
    perché se si rimpiange pure queste robe, si finisce per diventare dei nostalgiconi irrecuperabili come te :)

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    1. Dai, dai, che so che piace anche a te, razza di belva poco umana che non sei altro! ;)

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  4. Macché l'estate sta finendo, sei appena arrivato all'apice della tua lista leggera!

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  5. My Bro, con questa incursione "nella cinematografia di nicchia, seria, colta e un pochino snob ( come bene ha fatto notave Bradipo) ti sei meritato la nominescion!!!

    Fracchia, ancor piu' di Fanozzi era, e' e restera' un mito. Una satira pazzesca del travet vessato e della peggio compagine aziendale. Ingiusto definirlo trash.

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    1. Sorella, è un trash affettuoso, questo di Fracchia.
      Un personaggio che, seppur per me secondo al ragionier Ugo, resta un mito che rivedo sempre volentieri.
      E comunque cultissimo!

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  6. La scena ''Benvenuti a sti frocioni'' é un piccolo trattato di sociologia italica...ahah

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    1. Ivan, effettivamente è vero. Ma questo film è un trattato dal primo all'ultimo minuto! :)

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  7. Giusto ieri ho rivisto "Compagni di scuola", oggi "Amici miei". Sarà ora di ridare una spolverata anche al buon caro e vecchio "Fracchia"

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    1. Pesa, due grandi film che rivedo sempre anche io con enorme piacere.
      A questo punto direi che una spolverata a Fracchia ci sta tutta! :)

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