mercoledì 21 luglio 2010

Ossessione

Si è sempre un pò intimoriti quando ci si confronta con i mostri sacri.
Non fa eccezione Visconti, che rappresenta, nel mio immaginario cinematografico, uno di quei registi quasi leggendari, da romanzo, lontano eppure presente, nonchè simbolo di uno dei periodi migliori del nostro Cinema, quando il mondo intero - ma sul serio - guardava alla produzione italiana come ad un esempio per l'evoluzione della settima arte.
Ossessione si colloca perfettamente in questa cornice, rappresentando a tutti gli effetti una delle opere capostipiti di quello che sarà, nel primo dopoguerra, il neorealismo, ispirandosi ad un romanzo statunitense - Il postino suona sempre due volte - e trasportandolo quasi vi fosse nato nella provincia di Ferrara in un periodo che anticipa gli anni '50 ed il boom ma che è ancora figlio degli anni '30, lontano da quelli che saranno gli orrori della seconda guerra mondiale.
Giovanna, moglie del gestore di una taverna molto più vecchio di lei cui si è ritrovata sposata "per non farsi pagare le cene dagli uomini", incontra il vagabondo Gino, ed è attrazione a prima vista in uno stile che tanto ricorda quel capolavoro di Un tram che si chiama desiderio: nell'anno 1943 è difficile pensare che potessero essere girate scene così torbide, e capaci ancora oggi di una carica di sensualità enorme.
La vicenda che parte dall'incontro dei due innescherà sentimenti tra i più oscuri e ribollenti degli esseri umani, dall'amore al possesso, dalla gelosia alla voglia di libertà, dalla vita alla morte: portando al sole un crimine che l'Hitchcock del periodo inglese avrebbe incorniciato in un qualche maniero vittoriano, Visconti riesce a rendere utili e funzionali anche i personaggi secondari, come lo Spagnolo, artista e filosofo di una vita tesa verso la vita stessa e gli altri - "Se non ci si aiuta fra noi, come andremmo a finire?", chiede a Gino dopo avergli pagato il biglietto del treno -, che in anticipo capirà il destino cui si è avviato l'amico incontrato per caso, stregato da un amore che nasce sotto i presagi più nefasti, e resiste anche alla voglia di indipendenza del protagonista, alla sua fuga, al Destino stesso, a tutte le regole che lo stesso Gino pare aver dato alla sua vita.
E Giovanna è proprio questo, il sovvertirsi di tutte le regole.
L'amore, in effetti, anche nelle sue sfumature più terribili, è in grado di estirpare anche le convinzioni più radicate nel cuore con una facilità apparentemente irrisoria, inarrestabile per chiunque lo stia provando, come una forza contro la quale è inutile lottare.
Ma lotta, Gino, lotta fino alla fine, contro i sospetti, un nuovo amore, la fuga, il ricordo del marito di Giovanna, lotta fino a quando una nuova vita compare per completare la sua.
E l'amore, a quel punto, cambia tutto di nuovo.
Così, accanto a Giovanna, in un finale da brividi che riporta alla mente le successive immagini de Il sorpasso, Gino si troverà di fronte un'altra forza inesorabile, vera antagonista dell'amore: la morte.
E l'omicidio che i due hanno commesso torna a presentare il conto nel modo più terribile, e non resterà altro, per Gino, che la resa.
Ma non, come sembra, alle forze dell'ordine ormai sulle loro tracce.
A qualcosa di più grande.
Qualcosa di fronte alla quale Gino aveva già alzato le braccia, nel momento in cui, per la prima volta, aveva incrociato lo sguardo di Giovanna.
Forse ne era ignaro, o forse, già cosciente.
Del resto, l'amore è anche questo.

"When a man loves a woman,
can't keep his mind on nothing else."
MrFord

6 commenti:

  1. papà giuro che guarderò qualche film serio.

    http://tuttofamedia.splinder.com/post/23047707/tfm-lost-awards-2-episodio-finale-di-puntata-scena-dialogo-survivor-presa-per-il-culo-love-reunion

    tu intanto vota qui.

    ciao.

    vele.

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  2. Grande Vele!
    Bellissima la lostvotazione!
    Tu cos'hai premiato, scostumata amica?
    E fammi pubblicità anche nel tuo ufficio di sfigati, magari qualcuno comincia a leggermi!
    E guardati Zack&Miri!

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  3. scemodiunpapa', guarda che zack e miri lo vidi un anno fa e mi piacque un sacco! seriously.
    Ho gia' fatto i volantini sul tuo blog, da distribuire ai grandi capi, tra una slide di power point e l'altra.
    io sono poco sopra di te nei commenti a tfm (seguilo! seguilo! ti sei perso il telefilm awards e la prima parte dei lost awards,vergogna! ora fai penitenza e rileggiti tutti i bignamini e the final bignamone e ridi con me!).

    io sono aldf nei commenti.

    non ho il coraggio di guardare i poliziotti di Kevin Smith. Non ce la posso fare.

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  4. E allora commentalo, 'sto Zack&Miri, maledetta!
    Vado a vedermi il tuo commento.

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  5. ma poi quando commento io su un film me lo cancelli!

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  6. Quello che ti cancello sono i connotati a cazzotti se non commenti Zack&Miri, ok!?

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