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lunedì 8 giugno 2015

Juventus - Barcellona

La trama (con parole mie): negli ultimi anni il Saloon ha seguito da vicino gli avvenimenti più importanti del mondo calcistico, dagli Europei ai Mondiali. Il percorso di questa ormai conclusa stagione della Juventus, squadra che ormai è di casa da queste parti considerata la fede bianconera di Julez e dell'insostituibile suocera Ford, ha finito per spingere il sottoscritto a dedicare un post a quella che è stata la tentata impresa di una squadra che ho sempre considerato più che una rivale, finita a giocarsi il più ambito dei trofei per i club con il simbolo della città che amo di più al mondo, e che calcisticamente ho sempre clamorosamente detestato.
Come sarà andata a finire, a prescindere dal risultato della partita?




Nonostante il male che se ne possa dire, a partire dal giro di denaro, sponsorizzazioni e chi più ne ha, più ne metta, ho sempre adorato il calcio: da Holly e Benji alle partite al campetto fino alle prime emozioni da spettatore, da quelle vissute in prima persona a quelle regalate dalla propria squadra del cuore, penso che il buon, vecchio pallone sia in grado di affascinare - come tutti gli sport, sia chiaro - a qualsiasi latitudine ed età, se preso con lo spirito giusto.
Un paio di sere fa si è giocata, a Berlino - teatro di quella che fino ad ora potrebbe essere stata la mia soddisfazione calcistica più grande, da tifoso, i Mondiali del duemilasei vinti a sorpresa dall'Italia - la finale della competizione più importante del calcio europeo per quanto riguarda i club: la Champions League.
Di fronte, due compagini che ho sempre detestato: la Juventus e il Barcellona.
Della seconda ho poco da dire: l'ho vissuta da avversaria in più occasioni da tifoso del Milan, e nonostante rappresenti una città che adoro ho sempre trovato il club espressione di una fighetteria e di una spocchia al limite dell'irritante, Messi e Neymar, campioni indiscutibili, sono tra gli sportivi che più detesto, privi del carattere e del piglio che piacciono da queste parti, perfino i colori della divisa ufficiale non mi fanno impazzire.
Della prima, invece, potrei raccontare parecchio: da ragazzino ho passato non so quanto tempo a dare contro a quella che è la squadra più amata ed odiata d'Italia, esultando come un forsennato in occasione delle due finali di Champions perse contro il Dortmund ed il Real Madrid, ed ovviamente per quella che vide la Vecchia Signora opposta al Milan, dodici anni fa.
Il tempo è passato, io sono cambiato, ed ho scoperto sulla mia pelle che la frustrazione è una cattiva consigliera, anche da tifoso, e mi sono ritrovato, pur non esaltandomi, a considerare le cose in maniera molto più oggettiva, sia che si tratti di squadre italiane o, semplicemente, di avversari dal valore che è giusto riconoscere: sabato sera, pur perdendo, la Juventus ha finito per giocarsi le carte e le energie che poteva contro una squadra obiettivamente di molto superiore per livello tecnico e di organizzazione, in grado di fare male ad ogni affondo - e, considerato tutto, è andata anche bene, nonostante sia stato da più parti dichiarato che il tre a uno conclusivo sia stato una punizione troppo severa -, capace di imporre un gioco che è ormai ben noto, e che raramente, negli ultimi anni, ha trovato rivali.


Entrando in campo da outsider con speranze di una vittoria insperata alla vigilia, probabilmente la Juve si è ritrovata stordita da un gol preso in pieno avvio, complice una manovra esemplare del Barca, che ha onestamente finito per dominare il primo tempo, rischiando in più di un'occasione di ingrassare il bottino per poi ritrovarsi rimontato proprio nel momento migliore.
A quel punto, per dieci minuti, la speranza del popolo bianconero è stata più che concreta: un ribaltone, una rivoluzione, la vecchia storia dello sfavorito che mette al tappeto il campione.
Ma non sempre le cose vanno così, a meno che non ci si trovi in un film: e così, basta la zampata di un fuoriclasse - per quanto sopravvalutato - come Messi, ed ecco che Suarez - altro che non gode delle simpatie del sottoscritto -, riporta le cose come stavano al principio.
E per i bianconeri è l'inizio della fine, sancita da un gol dell'altrettanto detestato Neymar proprio allo scadere.
Ma la questione non è tanto chi ha vinto, o che lo abbia fatto il più forte, o che abbia perso una storica rivale: la Juventus ha ceduto a testa alta, battendosi, pur con alti e bassi, dal primo all'ultimo minuto.
In questo senso, e nella sportività di Julez, che celebra il momento di gloria di Neymar, alla sua prima Champions con tanto di sigillo a sostenere la giovinezza ed una carriera appena all'inizio, trovo che i bianconeri abbiano dimostrato il loro grande valore, a prescindere dal risultato.
Perdere con dignità è ai miei occhi simbolo di un carattere maggiore che vincere senza.
E considerati i trascorsi della Juventus, questo traguardo raggiunto, in tutta la sua insperata, clamorosa, realistica umanità, è una vittoria ben più grande della "coppa dalle grandi orecchie".
Anche se, fossi un tifoso bianconero, preferirei certo barattare un pò di questa ammirazione per un trionfo che, l'altra sera, avrebbe fatto piacere anche a me.




MrFord






sabato 11 aprile 2015

Movieday: una sala, e il Cinema è tuo

La trama (con parole mie): avete mai pensato di organizzare una proiezione, una retrospettiva, un percorso, addirittura un vostro Festival cinematografico? Da oggi avrete questa possibilità grazie a Movieday, una piattaforma come mai prima sono esistite per gli amanti della settima arte, il pubblico e gli addetti ai lavori.
Per festeggiare l'imminente apertura del portale e della piattaforma stessa, i suoi creatori hanno sponsorizzato, insieme a Joe Onorato - simbolo della scena milanese dello skateboarding - una serata inaugurale in un Cinema milanese: scoprite dunque qui al Saloon com'è andata, e cosa ci possiamo aspettare da quella che si prospetta essere una vera e propria rivoluzione del settore.


Nel corso della mia vita non ho mai avuto velleità da regista, nonostante il grande amore che da trent'anni mi lega al Cinema: eppure, da presunto scrittore, non ho potuto fare altro che constatare l'importanza che la pubblicazione online - tramite editori, o autogestita - hanno avuto ed avranno per tantissimi giovani autori ora e in futuro.
Mai, però, avrei potuto pensare sarebbe esistito qualcosa di simile dedicato alla settima arte, ed in grado non solo di fare la potenziale fortuna di registi pronti ad affacciarsi sull'oceano delle proposte che ogni anno vedono la luce in tutto il mondo, ma anche degli appassionati: la piattaforma di Movieday.
Grazie a Movieday stessa, infatti, sarà possibile organizzare eventi legati alle pellicole presenti sul catalogo della piattaforma in una sala a vostra scelta oppure presentare i propri lavori in attesa di trovare spazio nel mercato della grande distribuzione: un'occasione unica, dunque, per chi sta da una parte o dall'altra del grande schermo e della macchina da presa, e che da una serata a tema con al centro Animal House e toga party nel locale più vicino alla sala scelta alla presentazione di un'opera prima, darà la possibilità di rendere vive ed il più comunitarie possibili le nostre proiezioni.



In questo senso, l'esempio fornito dalla serata del 6 marzo appena trascorso è stato assolutamente perfetto: grazie alla presenza di Joe Onorato e della comunità di skateboarding milanese, settima arte e skate, per l'appunto, si sono uniti ripresentando uno dei documentari cult non solo di questa disciplina, ma anche del genere degli ultimi anni, Dogtown and the Z-Boys firmato da Stacey Peralta.
Sotto gli "occhi" della troupe di Report, pronta a testimoniare le evoluzioni dei ragazzi sulle loro tavole, l'atmosfera appassionata ed accogliente che ha accompagnato i presenti dall'aperitivo alla presentazione dello stesso Onorato in sala, è avvenuto, di fatto, il primo evento live organizzato grazie a quella che si propone di diventare una delle realtà alternative più interessanti per il Cinema in Italia e non solo: la già citata Movieday.
E nell'attesa che presto si possa organizzare un altro evento di questo tipo grazie ad un nuovo approccio al Cinema, approfitterò per parlare, domani, del film proiettato, e chissà che, una volta o l'altra, non si decida di organizzare qualcosa proprio a partire da noi bloggers cinefili che possa coinvolgere questa nuova piattaforma: in fondo, la passione e la novità sono due motori fondamentali per tutti quelli come noi.



MrFord



domenica 14 dicembre 2014

White Russian e Le Cinecene


La trama (con parole mie): giovedì 4 dicembre scorso, il buon vecchio cowboy qui presente è stato protagonista della sua seconda ospitata di questo periodo grazie all'invito della sempre brava e "cineculinaria" Elisa Pavan, tra le organizzatrici delle Cinecene, che nel cuore di Milano, a due passi dal Parco Sempione, riescono nell'impresa di unire settima arte e palato.
Per l'occasione, i protagonisti della serata sono stati i film natalizi, cornice di un menù variegato e molto interessante pronto a cullare i partecipanti dall'antipasto al dolce, vini compresi - forniti e graditissimi dagli ospiti dal Negozio del vino e Perusini -.



L'insalata che fungeva da antipasto, mio personale piatto della serata, con una gelatina all'arancia strepitosa.


Nonostante il caos che mi porto dentro, gli incasinamenti e la Natura da scorpione profondo, mi piace pensare di essere un uomo semplice dai bisogni di un bambino cresciuto: pappa, cacca, nanna, alcool, sesso e film, non necessariamente in quest'ordine.
L'invito ricevuto dalla collega blogger Elisa Pavan per partecipare all'edizione natalizia delle "sue" Cinecene, cogliendo in pieno due - quasi tre, considerato che, più che un Montepulciano o un Ribolla, avrei preferito quattro o cinque Jack&Coca - dei succitati bisogni ha dunque reso estremamente felice questo vecchio cowboy, che quando si tratta di fare festa, mangiare e dedicarsi alla visione - o revisione - di una qualche pellicola non si tira ne si tirerà mai indietro.
La serata, piacevole e molto divertente - oltre che portatrice di doni per tutti i partecipanti, e non solo per la "squadra vincente" -, è passata come una di quelle che trascorrereste con gli amici o in famiglia, forse con qualche concessione di troppo ai partecipanti al gioco - ho visto fin troppi cellulari alla mano come sostegni nella ricerca dei titoli da indovinare - ma non questo sminuita nello spirito, nella presentazione e nell'atmosfera decisamente friendly che, a partire da Elisa, si è respirata nella sala di Cucina In, sede dell'iniziativa.
Passando ai doveri di cronaca, ed assegnato il titolo di piatto della serata all'ottima insalata che preparava alla cena vera e propria - decisamente gustosa sebbene in più di un senso "autoriale" -, posso ora ricordare l'incontro con un'altra blogger che va ad arricchire il bagaglio di esperienze oltre il muro della rete di questi anni, la mancata vittoria della squadra fordiana - fregata da un paio di titoli che non avevo assolutamente mai visto -, una foto che ritrae il sottoscritto, l'Uomo Focaccina ed Elisa che per mancanza di cappello da cowboy ovviamente non mostrerò qui, una lunga passeggiata dal Castello Sforzesco a Piazza Gerusalemme - sede di Cucina In - che avevo decisamente sottovalutato ed un primo assaggio di settima arte e cucina nella loro versione natalizia, allenamento per quella che sarà la consueta maratona che tra la sera del ventiquattro e quella del ventisei dicembre finirà per coinvolgere l'intera famiglia Ford.
Ovviamente, essendo una buona forchetta, un buon bevitore ed un animale sociale, se Elisa dovesse ripropormi una visita alle Cinecene, non saprò certo dire di no: e chissà che, in quel caso, non possa esserci modo di incontrare faccia a faccia anche qualche altro compagno di viaggio della blogosfera.



MrFord




domenica 9 marzo 2014

Un corso corsaro da Fellini al Sorrentino da Oscar

La trama (con parole mie): alle spalle le interessanti e lodevoli iniziative legate al Cinema dei decenni passati, al bancone del Saloon tornano i Corsi Corsari, questa volta legati ad un viaggio che parte dal cuore della settima arte del Bel Paese, Federico Fellini.
A partire dalle più note pellicole del Maestro riminese, infatti, Gabriele Porro guiderà i partecipanti attraverso una disamina della società e delle pellicole che più l'hanno rappresentata, da Amarcord a La grande bellezza.







Le interessanti iniziative targate Corsi Corsari non sono nuove, qui al Saloon, ed anche senza toccare i ricordi personali - La Feltrinelli Libri&Musica di Piazza Piemonte a Milano - o le dinamiche legate alla visibilità in rete finiscono per essere di nuovo protagoniste grazie all'opera di uno dei registi più amati dal sottoscritto, il miglior interprete della settima arte italiana ed uno degli indiscussi Maestri della stessa nel mondo, Federico Fellini.
Attraverso quattro incontri  - "Il gran circo di Roma", da La dolce vita a La grande bellezza, "Il mito, il mistero, il declino del maschio italiano" dal Casanova a Romanzo criminale, "Come la tv ha cambiato (in peggio) il mondo", da Ginger e Fred a Reality e "Il Cinema come sogno, ricordo, incubo" da 8 e 1/2 a Il caimano - Gabriele Porro guiderà i partecipanti a questo excursus toccando gli snodi più importanti della Storia del Cinema tra i nostri confini fino ad arrivare al cuore di ognuno di noi, cresciuti, volenti o nolenti, proprio nel Bel Paese.
Come di consueto e come già citato gli incontri si svolgeranno presso La Feltrinelli Libri&Musica di Piazza Piemonte, a Milano, il 25 marzo e, in aprile, l'1, 8 e 15 dalle 19 alle 20,45.
Il costo per l'iscrizione è di € 80 - iva inclusa - e per informazioni potete rivolgervi ai contatti: 0270108702 o 3299581101, oppure alla mail info@corsicorsari.it per avere tutte le indicazioni di rito.
Una volta espletate le formalità, godere per una volta a fondo del nostro Cinema - quello importante davvero - sarà un piacere.



MrFord




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