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giovedì 5 aprile 2018

Thursday's child



Bentornati alla rubrica dedicata alle uscite in sala più in voga della blogosfera - o almeno così piacerebbe a questo vecchio cowboy ed al suo rivale, Cannibal Kid -, che a questo giro di giostra ospita il misterioso Sgrunt, personaggio che è stato in grado di regalare qualche chicca degna della rivalità ormai pluriennale tra i due bloggers cinefili più vecchi della rete.
E quali effetti avrà provocato? Lo scoprirete proprio qui sotto!


"Sono una capra nei giudizi cinematografici, ma mai quanto Cannibal!"

I SEGRETI DI WIND RIVER

"Ma lo sai che non so chi di noi due è più fordiano, conciati come siamo!?"

sgrunt: I SEGRETI DI WIND RIVER piacerà sicuramente a Ford. C'è l'Eroe senzapaura nei grandi spazi delle Rocky Mountains: osa, avanza e spakka. C'è Elisabeth Olsen, apparentemente una gnappetta (traduco, una che non ci scommetteresti due soldi) ma capace di sfidare Ercole a braccio di ferro. Concludo citando il poeta che scrisse "lassù nel Wyoming tra vacche e montoni c'è sempre qualcuno che rompe i coglioni".
Cannibal Kid: Wind River è un film ormai vecchissimo per noi popolo della rete, ma finalmente viene distribuito anche in sala, con il solito titolo anticipato da “I segreti di...”, come “I segreti di Twin Peaks”, “I segreti di Wisteria Lane” o “I segreti di Brokeback Mountain”. In pratica, quando i nostri distributori non sanno che titolo mettergli, e lasciare l'originale gli sembra una cosa che non s'ha da fare, decidono così. Un po' come Ford che, quando non sa cosa dire su un film, tira fuori un aneddoto dal suo passato, in genere dal XVIII secolo, e così ha sfornato un nuovo post. Sgrunt comunque non sbaglia sul mio nemico, che ha ovviamente apprezzato questo thriller fordianissimo. La sorpresa è che questo film apparentemente gelido ma in realtà molto emozionante è piaciuto anche e forse pure più a me (http://www.pensiericannibali.com/2017/10/wind-river-il-film-che-metterebbe-i.html).
Ford: film, come scrive giustamente - assurdo che una frase del genere sia concepita dalla mia mente - il mio rivale ormai "vecchio" per il popolo della rete, ma decisamente intenso, valido e molto fordiano. Non fosse per il terribile adattamento italiano e l'uscita alle porte della primavera per un film decisamente invernale, sarebbe da correre in sala. Ad ogni modo, uno dei film migliori distribuiti nell'ultimo periodo, che trovate recensito qui: http://whiterussiancinema.blogspot.it/2017/10/wind-river-taylor-sheridan-ukcanadausa.html.

THE WICKED GIFT

"Marco Goi, ora ti faccio vedere io chi è il vero Cannibal!"

sgrunt: THE WICKED GIFT piacerà a Cannibal Kid. Qui i cannibali ci sono davvero (non ditelo in giro). Ma io preferisco le lasagne e non lo vedrò. Quanto ad Annamaria Lorusso recita bene quando dimentica i vestiti nell'armadio. Ma stavolta li indossa.
Cannibal Kid: Ecco, stavolta sgrunt non c'ha preso. Ci saranno anche i cannibali, ma The Wicked Gift si preannuncia non solo tra i peggiori film dell'anno, ma tra i più ridicoli dell'intero decennio. Il regista, sceneggiatore e protagonista è Roberto D'Antona, anche noto come il Tommy Wiseau italiano. Uno che continua a realizzare serie e film a ripetizione e non si sa come li finanzi. Anche se sospetto che possano essere girati con un budget massimo di 10 mila lire. Basta guardare il trailer (https://youtu.be/yUmT8507a1E) per capire che ci troviamo di fronte a un nuovo scult assicurato.
Ford: nonostante la sua conclamata follia ed il pessimo gusto cinematografico, credo che neanche il Cannibale potrebbe apprezzare una roba del genere, che non augurerei neppure, per l'appunto, al mio peggior nemico. Sgrunt, secondo me qui c'è da stare più lontani che dai cannibali!

QUANTO BASTA

"Mi dispiace, è rimasta solo acqua. La vodka se l'è finita tutta Ford."

sgrunt: QUANTO BASTA parla di cuochi e credo che nessun argomento sia inflazionato più di questo, a parte la fregna. Valeria Solarino me la farei volent... ehm, è una brava attrice (ve la ricordate in SMETTO QUANDO VOGLIO?). Però non basta da sola a reggere la baracca.
Cannibal Kid: Più che il buon cibo, il junk food dalle mie parti è sempre gradito, così come la fregna. Valeria Solarino però non è che mi faccia particolarmente sangue e i film sui cuochi sono proprio un sottogenere che non sopporto. Come Ford tra i fornelli, o con una penna in mano. Quanto basta per renderla una pellicola che non guarderò mai.
Ford: i film italiani a caso e la Solarino mi sono sempre stati sul cazzo. Preferisco scrivere o mettermi ai fornelli, alla facciazza di Cannibal Kid.

IL MISTERO DI DONALD C.

"Stai tranquilla Rachel, dopo un paio di white russian di Ford accetterai il fatto di essere sposata con me."

sgrunt: Ci sono 2 categorie di persone a cui può piacere IL MISTERO DI DONALD DUCK (in realtà si chiamava Donald Crowhurst, ma era sponsorizzato dalla Disney). La prima comprende i fanatici della vela, la seconda quelli che ci godono a vedere Colin Firth nei guai. Credo che il Cannibale appartenga alla seconda.
Cannibal Kid: Chissà come ha fatto sgrunt a indovinare?
Firth è un attore che sopporto ben poco, quindi vederlo nei guai è un guilty pleasure a cui potrei abbandonarmi. Considerando però che si tratta della storia di un uomo che vuole compiere una regata in solitaria intorno al mondo senza scalo, questo si preannuncia come il più noioso tra i film della sua noiosa carriera. Lascio quindi il “piacere” a Ford che lui con 'sti inguardabili storie in stile All Is Lost ci sguazza alla grande.
Ford: Firth non è tra i miei preferiti, e nonostante avesse qualcosa di buono, non ho amato particolarmente neppure All is lost. Dunque, preferisco in solitaria guardarmi uno di quei film fordiani autoriali che fanno impazzire Peppa Kid piuttosto che tentare un'impresa come questa.

IL GIOVANE KARL MARX

"Ford ha finito la vodka. Praticamente ci ha fatto scacco matto."

sgrunt: E' nato 200 anni fa, ha scritto Das Kapital e gli piaceva la topa (il film illustra questa ultima affermazione). Vogliamo dargliela un po' di popolarità al povero Karl? Dico "povero" perché è nato in un secolo pieno di star più brillanti: Lincoln, Garibaldi, Nietzsche, Oscar Wilde ecc. Ve l'ho già detto che gli piaceva la topa?
Cannibal Kid: Berlusconi lo sa che a Karl Marx piaceva la topa? È un fattore che potrebbe farlo convertire al comunismo, anche perché ormai a destra tutti i voti glieli sta rubando Salvini e quindi mi sa che gli conviene cambiare barricata.
A vedere il trailer del film comunque non mi sembra ci sia tutta 'sta topa. L'unica tipa è Vicky Krieps, quella odiosa de Il filo nascosto, non esattamente un'olgettina... La pellicola è da vedere per farsi una cultura, ma per vedere della topa mi sa che è meglio aspettare Loro 1 e Loro 2 di Sorrentino.
Ford: per la cultura e per le donne si fa di tutto, ma onestamente non penso di dare una possibilità a questo film. A meno che non si tratti di una di quelle visioni che si interrompono sul divano per finire a letto in altro e più piacevole modo. Mi consulterò con Julez.

NELLA TANA DEI LUPI

"Sgrunt è finito nella tana dei lupi. Dobbiamo salvarlo prima che Cannibal e Ford lo portino sulla cattiva strada!"

sgrunt: Con NELLA TERRA DEI LUPI messer Geraldo Butler può guadagnare un Razzie Award (l'ha sfiorato con l'inguardabile GOD OF EGYPT e stavolta può centrare il bersaglio).
Ormai siamo nella stagione semiestiva in cui le fetecchie americane sbarcano sulla spiaggia di Azio e non trovano ostacoli. Giudizio sintetico: CKCLV (Col Kazzo Che Lo Vedo)
Cannibal Kid: Generalmente scanserei un film con Gerard Butler quasi quanto uno con Stallone/Van Damme/Schwarzenegger/Lundgren e qualsiasi altro action hero amato dal mio blogger nemico. Dopo aver visto quella figata di serie spagnola La casa de papel, devo però dire che le storie di ladri e rapine mi intrigano come non mai e quindi potrei persino avventurarmi nella tana dei lupi fordiani.
Ford: ovviamente questa tamarrata fordiana è la mia scelta della settimana avendo già visto Wind River. Rapine in banca, Gerardone Butler, approccio sopra le righe rendono Nella tana dei lupi un titolo fondamentale per iniziare bene la bella stagione.

A QUIET PLACE – UN POSTO TRANQUILLO

"Fai silenzio! Non vorrei che quei bloggers ci sentissero!"

sgrunt: A QUIET PLACE non me lo perdo. Dicono che sia un horror di quelli tosti. E c'è Emily Blunt che, dopo SICARIO, rischia di diventare l'attrice più migliore dell'ultima generazione (almeno nei ruoli drammatici).
Cannibal Kid: Dissento fortemente da sgrunt. Questo film mi sembra la solita porcheruola horror-survival con tanti finti brividi e manco mezza idea originale, e la novella Mary Poppins Emily Blunt rischia di essere una delle attrici meno interessanti e più sopravvalutate dell'ultima generazione. Meglio se me ne vado a cercare un posto tranquillo, lontano da Ford, da sgrunt, dalla Blunt e da film come questo.
Ford: film horror che pare essere il tipico fenomeno da distribuzione tutto pubblicità e niente arrosto. Potrei vedero giusto per stroncarlo o tenerlo buono per la decina del peggio dell'anno, ma sinceramente non ne ho tutta questa voglia. Dunque cercherò un posto tranquillo anch'io, spero non vicino a quello scelto da Cannibal.

SUCCEDE

"Ma davvero quei vecchi blog sono visibili anche sullo smartphone!?"

sgrunt: Volete farvi del male? Volete soffrire tanto ma davvero tanto? SUCCEDE è il vostro film. Ho cercato notizie della regista Francesca Mazzoleni: tutto quello che se ne sa è che ha diretto SUCCEDE. Quanto all'attrice Matilde Passera ho trovato solo battute abbastanza prevedibili. Bah, magari è la reincarnazione di Greta Garbo. Nel dubbio, evitate con cura questo teen filmazzo.
Cannibal Kid: sgrunt credo che faccia parte di una generazione antecedente persino a quella di Ford, quindi non può sapere che questo film è tratto dal libro omonimo best seller da oltre 100 mila copie vendute scritto da Sofia Viscardi, una giovane web star diventata famosa su YouTube. Predersela contro di lei è facile quanto sparare sulla Croce Rossa o su Mr. Ford, io invece preferisco prenderla come esempio da seguire. Non sarebbe male espandersi dal web al mondo dell'editoria e pure a quello del cinema come sta facendo lei. Il risultato poi è tutto da verificare, si veda il ridicolo Addio fottuti musi verdi dei The Jackal, ma io un'occhiata curiosa gliela darò volentieri. È pure una roba teen, quindi cosa posso chiedere di più?
Ford: roba italiana, roba teen, roba da giovani. Direi che se ne può occupare tranquillamente Cannibal, anche se giovane non è più da un bel pezzo.

LOVERS

"Questa collana costa più degli stipendi di Ford, Sgrunt e Cannibal insieme." "Allora ne compro due, alla faccia loro."

sgrunt: L'altra notte ho sognato che nell'appartamento accanto al mio stavano girando dei video pornazzi, tipo stepmother seduces daughter, stepdaughter seduces dad e via così. Nel sogno ho sentito i gemiti di Ivano Marescotti, Margherita Mannino e Antonietta Bello impegnati in un threesome: il pornazzo era intitolato LOVERS... Beh, era solo un sogno. LOVERS è molto molto casto. Dopo non dite che non vi avevo avvertito.
Cannibal Kid: La versione sognata da sgrunt potrebbe essere interessante. Quella in arrivo nei 2 o 3 cinema che avranno il coraggio di trasmettere Lovers sembra invece esserlo molto meno.
Ford: considerata la qualità di certe proposte, forse un paio di serate trascorse dedicandosi al porno non sono poi una brutta idea.

CHARLEY THOMPSON

"Andiamo, Cavallo Goloso. Mostriamo a Ford che non è l'unico cowboy."

sgrunt: CHARLEY THOMPSON è un ragazzo che vaga nella solitudine americana con un cavallo destinato a diventare un hamburger. Può piacervi se vi piacciono i cavalli, se vi piacciono i ragazzi che amano i cavalli e se siete un cavallo. Se vi piacciono gli hamburger di vero manzo non vi piacerà questo film (oltretutto è interminabile).
Cannibal Kid: Ragazzini & animali sono un'accoppiata micidiale. Se poi penso ai film con i cavalli mi viene in mente War Horse e sto male. Questo però si preannuncia come un lavoro indie Cannibal style, e anche molto on the road e retrò Ford style, quindi credo che per noi due potrebbe essere la piccola grande sorpresa della settimana. E niente impedisce la visione accompagnata da un buon hamburger, a parte qualche senso di colpa, perciò pure sgrunt potrebbe trovare il modo di assaporarsi a modo suo questo Charley Thompson.
Ford: io adoro la carne di cavallo, e la carne in generale. E tendenzialmente non provo alcun senso di colpa per questo, pur rispettando chi, la contrario, sceglie l'opposto. Forse proprio per questo quasi varrebbe una scommessa su Charley Thompson, sperando che non si riveli il classico film radical chic finto indie che tanto fa impazzire Cannibal.
Quello che è certo, è che in caso mi gusterò la visione con birra e hamburger.

BOB & MARYS – CRIMINALI A DOMICILIO

"Laura, non farti venire crisi isteriche. Quei bloggers tanto non capiscono proprio niente."

sgrunt: Laura Morante di professione fa la moglie. E' stata la moglie di Verdone, Castellitto, Marcorè, Giallini ecc. Stavolta si ritrova Papaleo come marito. Potrebbe, ripeto potrebbe, essere la bella sorpresa della settimana. Perché allora una voce risuona nella mia testa: "non ci andare, non ci andare..."
Cannibal Kid: Laura Morante e Rocco Papaleo insieme nello stesso film?
Ma che mi volete vedere morto stecchito subito?
Ford, lo so che la tua risposta è sì.
Non dico che Bob & Marys potrebbe essere la brutta sorpresa della settimana solo perché è una schifezza garantita, quindi non ci sarà alcuna sorpresa.
Ford: Sgrunt, non so cosa ti sei sparato per avere anche un solo dubbio, ma qui siamo di fronte ad una delle potenziali schifezze dell'anno, con protagonisti due degli attori che meno sopporto del mondo. E se perfino Cannibal concorda, non si scappa.

THE CONSTITUTION – DUE STORIE D'AMORE

"Ho provato a dire a Ford che non volevo vedere Wrestlemania la prossima settimana, e questo è il risultato."

sgrunt: THE CONSTITUTION. Quando sento "è una storia d'amore" mi tocco gli zebedei. Le storie d'amore in genere finiscono in tragedia (Giulietta e Romeo, Cime tempestose, Love story, Titanic e via tragediando). In più qui siamo in area balcanica, dove piangono anche quando vincono alla lotteria.
Magari è bellissimo. Ma io torno a toccarmeli.
Cannibal Kid: Ahahah, sgrunt ha ragione. E, considerando che qui si parla di due storie d'amore, gli zebedei tocca toccarseli doppiamente!
Ford: io, dato che non c'è due senza tre, mi accodo e giro al largo. Non si sa mai cosa possa riservare ancora la distribuzione.

domenica 24 dicembre 2017

Ford Awards 2017: quello che non vedrete nelle sale italiane



Un altro appuntamento che attendo sempre con molta impazienza è quello con la classifica dedicata ai dieci migliori titoli che, nel corso dell'anno, sono passati sugli schermi del Saloon ma non nelle sale italiane: nelle scorse edizioni dei Ford Awards è capitato anche che i vincitori di questa categoria fossero, a conti fatti, i migliori a tutti gli effetti - vedasi Mud o Swiss Army Man - per il sottoscritto, dunque l'hype per questa decina finisce per essere sempre piuttosto alto.
Peccato che il trend negativo del grande schermo si sia specchiato anche qui, tanto da costringermi ad inserire al decimo posto un titolo che ai tempi avevo bottigliato soltanto per non lasciare "monca" la chart, scegliendo per il suo autore e principalmente perchè si è trattato di un film in grado quantomeno di far discutere.
Ecco dunque i titoli protagonisti di questa seconda decina dei Ford Awards.


N°10: OKJA di JOON-HO BONG

 


Ad aprire la decina un titolo che, se fosse stato un anno più ricco, senza dubbio non avrei selezionato: certo, il tema è interessante e fa discutere, Bong è un regista notevole - anche se i suoi ultimi due lavori non mi hanno affatto convinto -, Netflix si conferma una realtà dalle potenzialità enormi, eppure Okja, continuo a pensarlo, avrebbe potuto essere molto più grande.


N°9: SECURITY di ALAIN DESROCHERS

 


Consigliato dal mio fratellino Dembo, Security è un thriller d'azione di quelli vecchia maniera, con un Banderas scatenato ed un incedere che riporta alla mente cose notevoli come Nido di vespe o le pietre miliari di Carpenter. Certo, la caratura è diversa, ma per una serata da rutto libero è una delle cose più divertenti che ho visto quest'anno.

N°8: THE BELKO EXPERIMENT di GREG MCLEAN



Il film che mi ha fatto mancare ancora meno il fatto di avere un lavoro.
Dal regista dei due Wolf Creek, una sorta di favola nera sociale che sconfina nello splatter dai risvolti molto più profondi di quanto non possa sembrare, orchestrata come un terribile gioco ad eliminazione che in qualche mente deviata di capitani d'industria potrebbe addirittura prendere forma.


N°7: 1922 di ZAK HILDITCH

 


A prescindere dalle singole valutazioni, è stato davvero un buon anno questo, per il Re del brivido Stephen King: accanto al più freddo Il gioco di Gerald, sempre Netflix ha presentato questo 1922, una favola nerissima legata al concetto di senso di colpa dalle atmosfere da America rurale che qui al Saloon hanno una corsia preferenziale. Thomas Jane bravissimo.


N°6: THE BABYSITTER di MCG


Uno degli instant cult più goduriosi dell'anno, in grado di mescolare il ritmo di Edgar Wright e lo scanzonato approccio anni ottanta: citazioni a raffica, grande divertimento, sangue a fiumi, spirito da Goonie ed un bacio saffico che resterà nella Storia. Mitico.
Dritto dal Sundance giunge uno dei titoli più sorprendenti dell'estate fordiana, in grado di mescolare l'approccio indie, il pulp anni novanta, i Coen e la lotta degli outsiders per rimanere a galla. 
Malinconia ed esplosioni di violenza per una delle piccole chicche più interessanti dell'anno.

 
N°4: COLUMBUS di KOGONADA


Giunto su questi schermi sospinto dai pareri entusiasti dei radical - su tutti quello del mio rivale Cannibal Kid - accompagnato da presagi di tempesta di bottigliate, il lavoro di Kogonada, con i suoi tempi lunghi ed una disarmante sincerità e voglia di raccontare una storia di crescita e superamento del dolore mi ha preso il cuore sottovoce. Da vedere.

 
N°3: RAW - UNA CRUDA VERITA' di JULIA DUCOURNAU
Altro titolo che, stando alle premesse, avrebbe dovuto assumere le sembianze dell'apoteosi radical, e che invece si è rivelato carne e sangue, pancia e cuore.
Il viaggio della giovane protagonista all'interno di se stessa e degli istinti predatori è uno degli esperimenti più riusciti della stagione. Avercene.

 
N°2: WIND RIVER di TAYLOR SHERIDAN




L'Hell or high water di quest'anno. In un'atmosfera invernale stupenda ed una cornice che sarebbe piaciuta tanto a Clint, un noir malinconico e terribile che racconta di padri e figli, di crolli e di lenta ricostruzione. Commozione, intensità, voglia di calore e tanta rabbia. Una bomba.


N°1: A GHOST STORY di DAVID LOWERY
Il vincitore del Ford Award dei non distribuiti di quest'anno è una piccola gemma che mi ha fatto ricordare i tempi in cui Malick realizzava grandi film, e passare per la testa i viaggi mistici di Gaspar Noè.
L'amore e la morte visti attraverso chi se n'è andato, una sorta di versione ultra autoriale di Ghost che ci fa rimbalzare tra passato, presente e futuro alla ricerca di quel pezzo di noi stessi che ci definisce, e che a volte sta nel cuore di un altro.


MrFord
 
I PREMI

 
Miglior regia: David Lowery per A ghost story
Miglior attore: Thomas Jane per 1922
Miglior attrice: Haley Lu Richardson per Columbus
Scena cult: il bacio tra Samara Weaving e Bella Thorne, The Babysitter
Fotografia: Wind River
Miglior protagonista: Bee, The Babysitter
Premio "lo famo strano": Raw - Una cruda verità
Premio "ammazza la vecchia (e non solo)": la Belko per The Belko Experiment
Migliori effetti: Raw - Una cruda verità
Premio "profezia del futuro": A ghost story

lunedì 23 ottobre 2017

Wind River (Taylor Sheridan, UK/Canada/USA, 2017, 107')





Tutti voi vecchi pirati che passate da queste parti dovreste ormai ben conoscere il concetto di Western che mi affascina, che tocca corde che passano dalla Leggenda alla Realtà, per dirla al solito come John Ford, tra i ricordi di mio nonno e John Wayne ed i nuovi confini posti da Eastwood, da Winter's bone, da Hell or high water.
Il Western non è qualcosa che riguarda solo ed esclusivamente cowboys e indiani, sparatorie e canyons, quanto l'idea tutta umana di arrivare a fronteggiare qualcosa di ignoto, sia esso l'amore, la violenza, un'avventura, una sfida, un dolore, la vita stessa.
Una cosa che riporta alla memoria le atmosfere delle canzoni di De Andrè, tanto per citare un autore assolutamente associabile al genere.
Quando Cannibal, e niente meno che lui, pochi giorni fa ha parlato di questo film con lo stesso entusiasmo del già citato Hell or high water, non ho saputo resistere alla sfida, e sono corso immediatamente a confrontarmi con il confine che aveva messo alla prova il mio rivale numero uno: e devo ammettere che quella linea immaginaria era davvero pane per i miei denti.
Wind River, uno di quei titoli che passano in sordina rispetto alle grandi produzioni o alle uscite da sala piena, è un Western nel senso più profondo e puro del termine, una storia di pancia ed umana, dolorosa e potente, pronta a colpire e lasciare segni importanti nel cuore.
E' una storia di padri e figli, di ferite impossibili da rimarginare, di riscatto, di prede e predatori, di guerrieri e di sciacalli: il lavoro di Taylor Sheridan si prende il suo tempo, proprio come un cacciatore appostato, in attesa che la bestia porti la testa allo scoperto, che il branco mostri le zanne, che il momento della resa dei conti prenda forma di lacrime e sangue.
Ed è un tempo da respiri a pieni polmoni, che riempie d'aria in preparazione alla tensione dell'apnea - e credetemi, la sequenza in cui viene mostrata l'aggressione è così forte da aver riportato alla mente del sottoscritto cose gigantesche come Mystic River -, che riesce a caratterizzare i personaggi in pochi e semplici passaggi - la visita dell'agente dell'FBI accompagnata dal capo della polizia tribale e dal main charachter a casa del padre della giovane vittima vive nello sguardo che cambia proprio di quest'ultimo, e nel gesto di protezione del poliziotto che si mette a protezione della porta nel momento in cui l'uomo distrutto si ritrova a dover sfogare il suo dolore -, ed anche quando i nodi vengono al pettine porta in scena un vero e proprio scontro a fuoco che per realismo, rapidità e thrilling merita senza dubbio un posto tra le sequenze più forti di quest'ultimo anno cinematografico.
Wind River è un film che racconta di confini oltrepassati, di prede e predatori, di padri e figli, e che, come giustamente ha scritto sempre il mio rivale Cannibale - che si becca addirittura una doppia citazione, cosa credo mai successa -, in alcuni momenti fa desiderare di avere dei figli, ed in altri spaventa per tutto quello che il mondo possa riservare loro.
Commuove, Wind River. E fa provare rabbia.
Una rabbia che mostra la Natura dell'Uomo, a prescindere dal fatto che possa stare oppure no dalla parte giusta.
Anche in questo caso, il confine, da Western, è labile.
Perchè un predatore di predatori resta pur sempre un predatore.
Perchè l'Uomo non cambierà mai.
Perchè il branco continuerà, in diverse forme, a cercare nuove prede.
Ma è dannatamente vero che quel confine rivela anche legami che non possono essere spezzati, e mostra prove di coraggio che superano - e devono superare - la Paura.
Perchè è in quel coraggio che si trova la forza di andare avanti.
E la forza di combattere.
E l'amore.




MrFord




 
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