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mercoledì 13 luglio 2016
Euro 2016: la finale
Domenica sera è andata in scena allo Stade de France di Saint Denis la finale di Euro 2016, competizione calcistica che ha visto confrontarsi ventiquattro nazionali nel corso di un mese di partite, sorprese, polemiche e tormentoni di ogni genere, dall'haka stile geyser diventato ormai virale dei giocatori islandesi al tiro al bersaglio sul nostrano Pellè dopo il rigore sbagliato contro la Germania ai quarti di finale.
Di fronte, il Portogallo ancora in cerca di una grande affermazione internazionale di Cristiano Ronaldo - al suo quarto Europeo - e la rinnovata, giovane e multietnica Francia di Deshamps, forse la formazione più "simpatica" dei nostri cugini ed eterni rivali d'oltralpe da trent'anni a questa parte.
Considerati i due percorsi, almeno sulla carta non c'era partita: Francia molto più prolifica, più tecnica, semplicemente più forte, sostenuta da un Griezmann - capocannoniere del torneo - in grandissimo spolvero, Portogallo più contenuto e contenitivo, ripescato tra le migliori terze e capace di vincere entro i novanta minuti soltanto in semifinale contro il Galles.
Nessuna delle due era particolarmente favorita alla vigilia della manifestazione, e nessuna delle due ha mostrato cose clamorose, ma senza dubbio i Blues partivano - da padroni di casa, come se non bastasse - nettamente in vantaggio rispetto agli avversari.
E dev'essere quello che hanno pensato tifosi e giocatori anche e soprattutto quando, a seguito di un'entrataccia di Payet - una delle sorprese dell'Europeo - all'ottavo minuto, Cristiano Ronaldo, capitano del Portogallo ed uno dei giocatori più attesi della partita, dopo un quarto d'ora di inutili tentativi, si arrende uscendo in barella, sostituito dall'ex bidone Quaresma.
Lo ammetto, l'ho pensato anch'io. Simpatizzando per i lusitani, ho temuto che si sarebbe ripetuta una storia come quella del quarto di finale che ha visto proprio la Francia spezzare il sogno dell'Islanda.
E invece no, come direbbe il Lucarelli dei tempi d'oro di Blu Notte.
Perchè non solo i ragazzi in rosso si compattano e non perdono la calma, imbrigliando una Francia abulica che, fatta eccezione per un colpo di testa pazzesco di Griezmann e le giocate di Sissoko non mostra nulla di quanto portato in campo contro la Germania, ma attendono, da buoni nostalgici a ritmo di fado, il momento propizio.
Un momento che si può riassumere in due eventi: il palo di Gignac a termine di un'azione splendida che ha impedito alla Francia di andare in vantaggio e l'ingresso in campo del semisconosciuto Eder - che, accenti a parte, condivide il cognome con il nostro attaccante -, pronto a cambiare la partita prima interpretando alla grande il ruolo di boa centrale e riferimento offensivo per i compagni come sponda, dunque tirando fuori dal cilindro un gol che, probabilmente, resterà il più importante della sua carriera.
A conti fatti, per quanto non fosse certo tra le mie squadre preferite, sono contento per il Portogallo: è il primo trionfo internazionale per una squadra da sempre presente nelle fasi finali di queste competizioni eppure sempre perdente, in questo caso ennesima dimostrazione che, in questo tipo di tornei, contano più coesione e determinazione che non spettacolo o tecnica, e la consacrazione definitiva di Cristiano Ronaldo, che potrà non essere simpatico - anche se ho apprezzato molto il suo invito alla vedova di Borgonovo, che quelli della mia generazione ben ricorderanno come uno dei primi calciatori a testimoniare il dramma della SLA, per la finale - ma che, se rapportato al suo eterno rivale Messi, dimostra ancora una volta un carisma ed un carattere che la Pulce può solo sognare.
Dalla rabbia e le lacrime per l'infortunio agli incitamenti ai compagni nel corso dei supplementari a bordo campo fino alla gioia incontenibile per la vittoria, si può dire che CR7 abbia vinto anche e forse più fuori che non dentro al campo.
Ora non ci resta che attendere due anni, e scoprire cosa accadrà quando i Mondiali torneranno a far parlare di calcio una volta ancora questo vecchio cowboy.
MrFord
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venerdì 8 luglio 2016
Euro 2016: semifinali
L'Europeo delle sorprese e delle polemiche, delle conferme e delle emozioni, di questo duemilasedici, è giunto a ridosso del suo atto finale: ieri e l'altroieri sera, infatti, si sono giocate le due semifinali, che hanno decretato quali saranno, domenica, le squadre che si giocheranno il titolo continentale.
Il primo dei due match ha visto
il Portogallo di Cristiano Ronaldo non solo aggiudicarsi la prima
vittoria entro i novanta minuti dall'inizio del suo Europeo, ma anche
porre fine alla seconda favola della competizione, quella di un Galles
troppo limitato tecnicamente - Bale escluso - rispetto ai suoi
avversari, reso più debole dall'assenza della spalla di quest'ultimo -
Ramsey "Bolton", così ribattezzato in onore di uno dei charachters più
importanti delle ultime stagioni di Game of thrones dal sottoscritto - e letteralmente
messo in ginocchio da un uno/due che in tre minuti non solo ha deciso la
partita come un fulmine a ciel sereno o una sveglia improvvisa con una
secchiata di acqua gelata, ma ha di fatto distrutto le speranze dei
gallesi, che non sono più stati in grado di reagire - sempre Bale
escluso -.
Personalmente non stravedo per il Portogallo, e non
mi è parso per nulla una squadra da finale, ma il calcio è anche
questo, e non mi dispiace il fatto che Cristiano Ronaldo riesca dove il
suo eterno rivale Messi ha fallito, anche perchè, valori tecnici a
parte, tra i due ho sempre preferito CR7, senz'altro più carismatico
rispetto alla Pulce nonchè trascinatore dei suoi in questa semifinale, avendo realizzato uno splendido gol di testa e propiziato la rete di Nani poco dopo.
Ma evidentemente l'exploit di Ronaldo non doveva restare l'unico, in questo penultimo atto dell'Europeo: nella seconda semifinale, infatti, la Francia supera i Campioni del Mondo della Germania con una doppietta del capocannoniere attuale della rassegna, Griezmann, che finalizza alla grande le occasioni costruite per lui dai compagni - su tutti Pogba, partito nel mirino dei giornalisti in questo torneo e cresciuto partita dopo partita: il centrocampista della Juventus, che chissà per quanto resterà tale, è uno dei talenti più interessanti del calcio continentale - e porta i Blues a giocarsi la vittoria contro CR7 e compagni.
La Germania torna dunque a casa avendo in un certo senso peccato di superbia ed essendo stata incapace, nonostante la grande organizzazione di squadra, di chiudere le partite - la mancanza di un finalizzatore come Griezmann ha pesato tantissimo sulla resa complessima dei panzer, che ieri sera sono stati strabordanti nel primo tempo ed hanno dominato sul possesso palla, eppure, probabilmente scioccati dal vantaggio francese giunto a sorpresa proprio a ridosso del finale del primo tempo, non sono più riusciti a riprendersi -, mentre la Francia, così come capita a volte in questi tornei - ed è accaduto anche al Portogallo - ha avuto dalla sua anche il fattore culo, determinante per avere la spinta giusta.
Di norma e quasi per contratto, considerate soprattutto le mie esperienze di vita in terra d'oltralpe, detesto i francesi e spero sempre che i cugini transalpini facciano la fine dei polli spennati, eppure devo ammettere che questa compagine giovane e fresca è riuscita in qualche modo a conquistarmi, allontanando lo spettro dell'antipatia dei vari Platini e Zidane: non saprei, dunque, da quale parte schierarmi in vista di domenica, e nel dubbio mi contento di sperare che Ronaldo e Griezmann guidino le rispettive squadre con un'altra grande notte da fenomeni.
In questo modo, mi parrà di aver vinto comunque.
MrFord
mercoledì 6 luglio 2016
Euro 2016: quarti di finale
La competizione calcistica più importante del Vecchio Continente, giunta a ruota dell'ormai clamorosa debacle dell'Argentina targata Messi in Coppa America, prosegue la sua marcia verso la finale di domenica: i quarti, che hanno visto scontrarsi le migliori otto squadre europee, non hanno risparmiato emozioni, sorprese e conferme.
Si è cominciato con lo scontro che ha visto giungere ai rigori Polonia e Portogallo, la prima forte di un'ottima organizzazione e finalmente spinta da un Lewandowski come se lo ricordano gli appassionati di Champions League e la seconda che, quasi inaspettatamente e con un Cristiano Ronaldo senza dubbio spaesato e giù di tono - come spesso accade con la Nazionale -, finisce tra le prime quattro del torneo pur non avendo mai vinto una partita nel corso dei novanta minuti regolamentari.
I lusitani, infatti, hanno collezionato cinque pareggi in cinque partite, e proprio per questo motivo - oltre al letargo dal quale potrebbe svegliarsi all'improvviso CR7 - potrebbero finire per risultare addirittura i più pericolosi rispetto alla vittoria finale, anche se, a ben guardare, dopo la Francia rappresentano la squadra che meno mi piacerebbe veder trionfare.
Sulla strada di Parigi, però, troveranno un Galles tra le sorprese più belle dell'Europeo, trascinato senza dubbio dal talento di Bale ma espressione di una collettività che, in questo momento della Storia del calcio, pare essere nettamente più importante del talento individuale: ne sa qualcosa il Belgio, che dopo aver fatto la grande con le piccole finisce pettinata da Bale e soci anche peggio di quanto non fosse accaduto con l'Italia una ventina di giorni fa.
Un tre a uno perentorio nonostante le occasioni fiamminghe ed il grandissimo gol del momentaneo vantaggio firmato da Nainggolan - una delle reti più belle del torneo -: i gallesi hanno reagito con palle, decisione e compattezza, mettendo a segno tra l'altro tre reti di pregevole fattura - menzione d'onore per lo splendido secondo gol, che probabilmente frutterà allo svincolato Robson Kanu un contratto niente male per la prossima stagione -, muovendosi quasi come un'unica entità.
Pare essere questa, la lezione più grande che al momento sta dando questo Europeo: a prescindere dai singoli e dal loro talento, senza squadra non si va avanti.
A proposito di squadra, l'Italia sorprendente di Conte - alla quale non avrei dato due lire all'inizio di questo Europeo - ha salutato la competizione giocando quasi alla pari con la Germania Campione del Mondo cedendo solo ai rigori ad oltranza, spezzando i sogni che si erano piano piano materializzati di tanti appassionati e non nelle ultime settimane.
Un peccato, perchè ad un certo punto della sequenza dei rigori avevamo la partita in pugno, ed il tanto discusso errore di Pellè dal dischetto ha finito per condizionare una serie di tiri comunque emozionantissima, ricca di errori e ribaltamenti di fronte: personalmente, soprattutto sul momento, ho pensato che il nostro numero nove doveva essersi rincoglionito, per farsi beffe di Neuer per poi sbagliare clamorosamente il rigore dando il via alla "rimonta" teutonica, ma non avevo idea del circo mediatico e di ignoranza che si è scatenato nei giorni successivi all'indirizzo del suddetto Graziano Pellè.
Senza dubbio fare il fenomeno quando non lo sei è un peccato, ma è altrettanto vero che, se l'attaccante avesse piazzato la palla in fondo al sacco e fossimo approdati in semifinale, sarebbe diventato una sorta di eroe nazionale come lo sono stati i paladini del "cucchiaio" Totti e Pirlo prima di lui, entrambi proprio nel corso di un Europeo.
Ho trovato estremamente fastidioso notare il rancore, la violenza e l'odio espressi nei confronti di un calciatore - che non ha ammazzato nessuno, ha solo commesso un errore madornale sul lavoro come potrebbe capitare a noi tutti - fino a qualche minuto prima molto amato dal pubblico, divenuto bersaglio soprattutto dei non appassionati e critici di calcio che dicono di non seguire e detestare questo sport per poi finire ad alimentare discussioni infinite in casi come questo o esaltare le favole delle outsiders come Galles e Islanda, tanto quanto a saltare sul carro dei vincitori nel caso in cui tutto vada bene.
Bella la vita, così.
Personalmente, non ho patito più di tanto l'eliminazione: ormai ho vissuto un buon numero di Mondiali, Europei e Champions, e so che lo sport, come la vita, è fatto più di sconfitte che di vittorie, e rende queste ultime ancora più dolci proprio grazie alle cadute.
Ho patito, invece, l'ignoranza che, come popolo, spesso e volentieri ancora mostriamo anche quando ci confrontiamo con quello che è, a conti fatti, un divertimento.
E come per il senso civico, anche in questo caso - e senza retorica da finti alternativi - dovremmo prendere lezioni dagli islandesi, che con dignità escono dalla competizione eliminati da una Francia troppo forte per i loro mezzi - per la prima volta nel corso di questo torneo emersi in tutti i giusti limiti del caso - ed il giorno successivo, al ritorno in patria, accolti come se avessero vinto non uno, ma due o tre Europei.
E non accolti in quel modo solo perchè hanno compiuto un'impresa storica per un Paese che neppure troppi anni fa viveva il calcio solo come uno sport non professionistico, ma perchè espressione di un grado di civiltà distante galassie dal nostro.
Con questa sera, dunque, accediamo alla fase finale del torneo, con la semifinale a sorpresa tra le già citate Portogallo e Galles, mentre domani andrà in scena il classico tra Francia e Germania: personalmente, spero in un miracolo dei gallesi, e non per radicalchicchismo forzato.
Più che altro, comunque, continuerò a sperare in emozioni e calcio giocato fino all'ultimo secondo.
Fatto di sconfitte - tante -, di vittoria - una -, e di vita.
MrFord
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domenica 26 giugno 2016
Euro 2016: ottavi di finale - Parte I
Prosegue il viaggio del Saloon attraverso questi anomali Europei di calcio, tornati dopo due giorni di pausa per iniziare la carrellata degli ottavi di finale che decreterà le ultime otto squadre a rimanere in lizza per il titolo fino a martedì.
Una prima giornata che non ha risparmiato emozioni: di Polonia-Svizzera rimarrà, più che del match o della vittoria ai rigori della prima - traguardo storico raggiunto da Lewandowski, ancora a secco di gol, e soci, mai giunti ai quarti di finale di questa competizione nella loro storia -, la strepitosa rovesciata di Shaquiri che ha portato al pareggio degli elvetici, uno di quei gol "cult" destinati ad entrare negli almanacchi di calcio di tutti i tempi.
Peccato che, bellezza a parte, il risultato finale non abbia arriso alla Svizzera, tra le due formazioni la favorita del sottoscritto.
Discorso differente, almeno per il risultato, per l'ottavo disputato da Galles ed Irlanda del Nord, già soprannominato da tutta la stampa "match del Brexit" cavalcando l'onda dell'attualità di questi giorni: Bale, uno degli strapagati fuoriclasse del Real Madrid nonchè volto simbolo dell'attuale generazione di superstar globali del pallone, sta guidando la sua Nazionale - anche propiziato da un percorso non proibitivo - verso traguardi alla vigilia neppure sognati.
Personalmente, non mi dispiacerebbe continuassero su questa strada, anche se la partita con l'Irlanda del Nord è stata tutto fuorchè bella, decisa da un autogol e lontana dalle sfide in grado di far battere davvero il cuore.
Ha chiuso la prima giornata di ottavi Portogallo-Croazia, una partita che, sulla carta, prometteva scintille: peccato che entrambe le formazioni abbiano giocato dal primo al centoquindicesimo minuto con il culo stretto dalla paura di essere eliminate, prima di svegliarsi appena prima che si potessero materializzare i rigori con una sequela quasi incredibile di occasioni da gol croate alle quali ha risposto nel modo più doloroso - un contropiede letale a due minuti dalla fine - il Portogallo, sfruttando anche un paio di clamorose sviste in termini di marcatura difensiva - puoi anche persare di lasciare libertà di movimento a Quaresma, in barba al gol partita, ma non a Cristiano Ronaldo, lasciato con un'autostrada diretta alla propria porta sulla fascia destra -.
Dispiace senza dubbio per la Croazia, una delle squadre più convincenti viste nel corso di questo Europeo, nonchè, considerato il tabellone, potenziale semifinalista, ma il calcio è crudele, e quando il destino lostiano non è dalla tua parte - si vedano il palo di Perisic o l'occasionissima di Vida proprio sul finale - finisce per esserci poco da recriminare, se non la mancanza di coraggio mostrata giocando una partita ad eliminazione diretta dimenticando completamente la sfrontatezza delle più "sicure" partite dei gironi eliminatori.
Ora si delineano un primo quarto che si giocheranno Polonia e Portogallo - leggermente favorita la prima, ma mai sottovalutare, come è stato per questa sera, il secondo - ed un secondo con il Galles ad attendere la vincente di Ungheria-Belgio di domani sera.
Nel frattempo, spero quantomeno che la paura non domini ogni partita di queste eliminatorie, considerato che delle tre che hanno inaugurato la serie una si è conclusa ai rigori, una si è decisa attraverso un autogol e l'ultima a due minuti dalla fine dei supplementari.
Per quanto mi riguarda, la titubanza porta solo guai.
Meglio, piuttosto, perdere attaccando a testa bassa.
MrFord
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