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sabato 21 marzo 2015

La rivincita dei nerds

Regia: Jeff Kanew
Origine: USA
Anno: 1984
Durata: 90'





La trama (con parole mie): Lewis e Gilbert sono due nerd appassionati di informatica e computer pronti ad affrontare la loro nuova vita di studenti di college. Illusi di poter trascorrere gli anni che li attendono in tutta tranquillità nella nuova sistemazione, i due ragazzi si troveranno loro malgrado a guidare un gruppo di emarginati come loro per fare fronte alle angherie degli atleti, idoli delle ragazze e protagonisti assoluti del campus, fino a costituire un'associazione che possa rivaleggiare con quella dei rivali ai giochi che potrebbero ridefinire i ruoli all'interno dell'università.
Riusciranno i due imbranati studenti a mettere in difficoltà gli eroi del football giocando sul loro campo? Il mondo del college si rivelerà troppo duro per un gruppo male assortito di losers come quello che si ritrovano a guidare?







Tornando indietro con la memoria ai gloriosi anni ottanta, ricordo di essermi più volte immaginato come sarebbe stata la mia vita se fossi nato negli States e avessi dovuto affrontare la prova del college oltreoceano, con le sue confraternite, le feste e gli spring break, in un mondo che, allora come oggi, pare decisamente lontano anni luce da quello che offre la Terra dei cachi: onestamente, non ricordo come vivessi questa sorta di sogno allora, e senza dubbio l'essere invecchiato dando libero sfogo ai miei lati più selvatici non aiuta a mettere a fuoco la percezione che avevo di questa visione ai tempi in cui ero come il timido protagonista di Noi siamo infinito, ma la sensazione che mi davano le pellicole uscite a cavallo tra gli anni ottanta e novanta non ha mai lasciato davvero il mio cuore di cinefilo, valide oppure no che fossero.
Forse per questo, nonostante il valore decisamente limitato di questo La rivincita dei nerds, non sono proprio riuscito a voler male ad una pellicola pronta a raccogliere il testimone ed omaggiare cult come Animal house e, di fatto, ispirare prodotti completamente diversi per ambito e decisamente più recenti come Monsters University, intrattenendo in tutta tranquillità per la sua breve durata senza presentare pretese particolari, anzi, al contrario esibendo un dna pane e salame che quasi stona se accostato al fatto che la proposta giunge dal mio antagonista nonchè radical chic per antonomasia Cannibal Kid.
Senza dubbio il lavoro di Jeff Kanew - che ricorderò molto più volentieri per Toccato!, sempre con Anthony Edwards come protagonista - è ben lontano dai veri e propri cult di genere e del decennio in questione, eppure scorre liscio ancora oggi per una serata a neuroni spenti da divano, alcool e patatine, utile a rinverdire i fasti di John Belushi ai fan degli ambienti universitari e considerare che, ai tempi, anche i prodotti più scarsi risultavano piacevoli, al contrario di quanto accade oggi.
Personalmente è stato più interessante ricordare - oltre al già citato Edwards - i ruoli successivi di John Goodman - l'indimenticabile Walter de Il grande Lebowski, ma non credo di dovervelo presentare - e di Donald Gibb, che gli appassionati dei film di botte ricorderanno come spalla di Van Damme nel classico di genere Senza esclusione di colpi.
Archiviate queste curiosità, resta giusto il gusto della rivincita che da il titolo alla pellicola e che rappresenta il tema dell'outsider pronto a reclamare il suo spazio che furoreggiò ai tempi grazie a cult ben più importanti di questo titoletto d'intrattenimento come I Goonies, Voglia di vincere o Karate Kid - ma anche lo stesso e già citato Toccato! - ed un gusto per la risata tipico dei tempi, che i ragazzi oggi difficilmente comprenderanno ma che, di fatto, ha segnato almeno due generazioni di spettatori - in peggio o in meglio, solo il futuro lo dirà -.
Se siete dunque in vena di una serata vintage senza troppe pretese, un titolo come La rivincita dei nerds potrà regalarvi comunque qualche soddisfazione, ed avviare una macchina del tempo pronta a scaricarvi nel bel mezzo di una festa da confraternita che ora pare quasi persa nella memoria: certo, non sarà il toga party da bottiglia di Jack scolata al volo dal più noto e leggendario Belushi, ma a volte possiamo accontentarci anche di qualche innocuo rimpiazzo.




MrFord




"I've paid my dues
time after time.
I've done my sentence
but committed no crime.
And bad mistakes ‒
I've made a few.
I've had my share of sand kicked in my face
but I've come through."
The Queen - "We are the champions" - 




giovedì 30 agosto 2012

Toccato!

Regia: Jeff Kanew
Origine: Usa
Anno: 1985
Durata: 101'




La trama (con parole mie): Jonathan, studente di veterinaria dedito al gioco chiamato "Toccato!" che imperversa in tutto il campus, approfittando delle vacanze di primavera parte per l'Europa accanto al suo amico Manolo, sognando di visitare la Spagna e di riuscire finalmente a portarsi a letto una ragazza.
Giunti a Parigi, prima tappa del loro viaggio, i due amici si separano a causa delle conquiste continue di Manolo, e Jonathan, solo ed impacciato, conosce per caso Sasha, una donna affascinante proveniente dalla fu Cecoslovacchia, che lo seduce e si dedica a lui in tutto e per tutto.
Quando arriva il momento della partenza per la penisola iberica, però, il ragazzo è convinto ad abbandonare il progetto iniziale per partire insieme a Sasha alla volta di Berlino in modo da starle accanto durante un incarico di lavoro: ma appena giunti in Germania le cose cominceranno a farsi pericolose, e Jonathan si troverà coinvolto in un affare di spionaggio che da oltre cortina finirà per seguirlo - con tutti i guai che ne conseguono - fino al suo ritorno a Los Angeles.





Approfittando dell'estate, continuo senza ritegno a cavalcare l'onda del passato e dei film che, ormai qualche secolo fa, ero solito guardare a ripetizione in compagnia di mio fratello, ai bei tempi in cui si facevano tre mesi di vacanza e non c'erano pensieri che non fossero "cosa mangio come snack davanti allo schermo" o "chissà quali ragazze ci saranno stasera al parchetto": Toccato!, scoperto per caso grazie alla videoteca dell'ormai leggendario Paolo - personaggio cardine della mia giovinezza di spettatore -, fu per anni nella top five dei titoli più passati nel videoregistratore dell'allora casa Ford, complici la trama totalmente inverosimile ed il gioco che da il titolo al film, che sognavo di poter praticare anche io una volta giunto il momento dell'Università, ignorando di fatto che i campus in stile americano qui ce li sognamo e che in realtà gli anni di lettere - perlomeno quelli che ho fatto - furono anche discretamente noiosi.
A metà strada tra il paintball attuale e le pistole ad aria compressa che impazzavano ai tempi - ricordo che i miei mi proibirono espressamente di comprarne una, così finivo spesso e volentieri a casa di un compagno di scuola che nel giardino organizzava vere e proprie battaglie con il fratello maggiore ed i suoi amici -, il "Toccato" è stato uno dei cult di tutto il periodo che intercorse tra la fine delle elementari e l'inizio delle medie, quando ancora l'idea di viaggiare da solo per l'Europa sognando la prima volta era praticamente fantascienza - ma più che altro, non ci si pensava neppure -.
Le vicende di Jonathan, comunque, mi conquistarono da subito sia nella loro componente scanzonata - il confronto con lo spocchioso cameriere parigino a proposito del Pernod, impagabile, e che sarebbe divenuto un anticipo del mio primo viaggio in solitaria a Parigi, qualche anno dopo, o la rocambolesca caccia degli agenti della CIA alla ricerca del protagonista protetto dall'amico Manolo e la sua gang - sia nella parte più drammatica ed action - ricordo con quale timore assistevo alle disavventure del ragazzo nella Berlino Est ancora oltre la cortina, e tenevo il fiato sospeso ogni volta che facevano la loro comparsa i terribili agenti del KGB -: tipico prodotto anni ottanta figlio della Guerra Fredda girato per mostrare quanto cool e pieni di risorse erano gli States ed i suoi figli rispetto ai grigi emissari della Madre Russia, Toccato! si pone a metà strada tra il film action tamarro e la pellicola dal gusto teen, azzeccando il protagonista - un Anthony Edwards ancora con i capelli e lontano dal Green di E. R. - e la sua partner - Linda Fiorentino, che ai tempi risvegliò parecchie fantasie nel sottoscritto, specie nel suo ruolo di "nave scuola" per l'inesperto Jonathan - ed una serie di sequenze assolutamente improbabili eppure divertenti ed ancora oggi piacevoli da vedere, specie se figlie di un amarcord selvaggio come quello che in periodi di stanca in sala come questo finisce per attanagliarmi.
Sicuramente, tra le pellicole anni ottanta divenute oggetto di culto per gli spettatori giovanissimi di allora ormai cresciuti, questo lavoro di Jeff Kanew ha conosciuto un successo decisamente minore, ed anche qui in Italia sono in pochi ad aver potuto approfittare di una visione cui si resta inevitabilmente legati, un pò come per perle del quasi trash come Howard e il destino del mondo o Weekend con il morto.
Non saprei davvero come potrebbe apparire agli occhi di qualcuno che non l'abbia visto da bambino, e le reazioni potrebbero passare dallo stupore divertito all'incazzatura da bidone, eppure mi è praticamente impossibile non voler bene a questo film, così come non consigliarvi una visione se non l'avete mai visto o un recupero se non vi ricordavate di averlo passato sui vostri schermi.
Sarà una gioia dal sapore fanciullesco poter affermare con fare sicuro da pseudo agente segreto: "Toccato!".

MrFord


"Your eyes pierce my heart
let's play spies in the dark
I want you now, more than ever boy
and it's not my style to wait for long
Gotcha!
Gotcha where I want
just too late to talk right now!
Gotcha!
And you getcha, getcha, got me."
Theresa Bazar - "Gotcha!" -


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