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venerdì 16 dicembre 2011

Dylan Dog

Regia: Kevin Munroe
Origine: Usa
Anno: 2011
Durata: 107'



La trama (con parole mie):   immagino che tutti voi conosciate, almeno di fama, l'indagatore dell'incubo creato da Tiziano Sclavi, Dylan Dog. 
Maggiolone bianco, Londra fumosa, l'impareggiabile Groucho come assistente, look malaticcio e seduttivo.
Bene.
Ora prendete New Orleans, buttateci dentro un pò di vampiri alla Blade, un braccio destro zombie, un ruolo da guardiano del passaggio tra il nostro mondo e quello sovrannaturale e Brandon Routh. 
Sì, proprio lui, il non troppo deperito Superman.
Ecco pronta la vostra versione cinematografica del personaggio che ha fatto la fortuna recente di Bonelli.
Come dite!? Non c'entra una beneamata favazza con l'originale?
Siete davvero incontentabili.




Dedico questo post a quella sciamannata di Cybsix, dato che sarebbe dovuto essere l'argomento di un'altra bettolata andata un pò persa.

Personalmente, non sono mai stato un grande fan di Dylan Dog.
Da fumettaro incallito e adolescente un pò stronzo ed altezzoso come senza dubbio ero ai tempi detestavo tutto il clamore sviluppatosi nella prima metà degli anni novanta attorno al personaggio creato da Tiziano Sclavi, senza contare che due delle cose che più stimolavano la mia voglia di bottigliate ai tempi erano i commenti standard che ricevevo quando rivelavo di essere un appassionato di fumetti, ovvero "Anche io, ho tutti i Dylan Dog" oppure "Leggi l'Uomo Ragno? Ma non l'avevano ucciso?".
Dunque, quando ai tempi uscì il pessimo Dellamorte Dellamore, tolto qualche pensiero ai generosi argomenti portati sullo schermo da Anna Falchi, pensai che anche il Cinema ne avesse avuto abbastanza del buon Dylan.
Purtroppo, mi sbagliavo.
Sotto l'egida della grande produzione ammeregana, infatti, a distanza di vent'anni circa e con un budget che quasi quasi faceva ben sperare - almeno nell'ambito dell'intrattenimento - ecco arrivare la versione nuova di pacca dell'indagatore dell'incubo cinematografico.
Il risultato - e lo dico soprattutto per la salute dei fan hardcore del buon detective dell'orrore - è senza dubbio uno dei film clamorosamente più brutti usciti in sala quest'anno, che riesce a non funzionare sia come trasposizione - il rispetto del personaggio originale è lo stesso avuto dagli autori di quell'obbrobrio di Io sono leggenda per il romanzo dal quale hanno rubato il titolo attaccandolo ad una vicenda a caso scritta da loro - che come pellicola presa senza considerare le fonti d'ispirazione: un protagonista inerte ed espressivo quanto l'ultimo dei Taylor Lautner, una sceneggiatura che non riesce neppure a raggiungere un livello lontanamente elementare - direi che stiamo più attorno al nido, da queste parti -, situazioni al limite del ridicolo involontario - la famiglia dei licantropi, i vecchi vampiri impagliati come gufi, il ruolo della donna del momento di Dylan e l'agghiacciante confronto finale con il demone, uscito fuori tempo massimo dallo splendido spot della Nike che nel pieno degli anni novanta aveva fatto venire i brividi a tutti gli appassionati di calcio e non solo del mondo - ed una regia da dimenticare.


Curioso quanto, nello scempio che è il risultato finale, l'elemento più efficace finisca per essere il tanto criticato Marcus, reo di avere scippato la vetrina cinematografica all'amatissimo Groucho - che potrebbe superare in popolarità perfino il suo capo, almeno tra i fan della prima ora della collana -, unico a portare una certa freschezza ad una pellicola stanca e abulica sfoderando caratteristiche che fanno pensare - ma molto, molto alla lontana - a Shaun of the dead.
Insomma, a meno che non nutriate un'attrazione morbosa per l'inespressivo Brandon Routh o siate dei feticisti estremi dell'indagatore dell'incubo, quello che dovreste fare è evitare come la peste questa fiera del ridicolo, una vicenda che non reggerebbe neppure nel più sfrenato degli scenari fantastici e che non riesce neppure ad essere tamarra o volgare abbastanza per essere quantomeno divertente: a meno che non siate nel mood giusto per sfoderare bottigliate come se piovesse - ma, e ve lo dico per esperienza, vale così poco la pena che passa anche la voglia di incazzarsi - o vogliate scoprire come NON deve essere realizzato un film, fuggite alla sola vista della locandina, perchè avventurarsi nella visione significherebbe dare un senso anche a schifezze da record come Solomon Kane rendendole addirittura accettabili.
E se c'è una cosa che non deve accadere, è proprio questa.


MrFord


"I've got the Devil in me!
Gloria nell'alto dei cieli
ma non c'è pace quaggiù
non ho bisogno di veli
sei già un angelo tu
che accendi un diavolo in me."
Zucchero - "Diavolo in me" -

venerdì 16 settembre 2011

Man on fire - Il fuoco della vendetta

Regia: Tony Scott
Origine: Usa
Anno: 2004
Durata: 146'



La trama (con parole mie): Creasy, ex assassino al soldo della Cia e di numerose altre formazioni militari si ritrova, una volta lasciato il mestiere, solo, depresso e alcolizzato, e giunto in Messico per rivedere un vecchio commilitone finisce per essere ingaggiato da una famiglia in cerca di una guardia del corpo per la piccola Pita, figlia di un giovane industriale locale e di una donna americana.
Il rapporto con la piccola apre una breccia nel cuore chiuso e ferito dell'uomo, che torna a provare sentimenti e sviluppa un senso di protezione paterno per la bambina: quando un commando di poliziotti corrotti organizza il rapimento di Pita e nell'attuarlo non riesce ad eliminarlo, Creasy, una volta rimessosi in piedi, decide che è giunto il momento di rispolverare le sue vecchie abilità per vendicarsi dell'accaduto.
Gli uomini dell'organizzazione, dagli sgherri di strada agli insospettabili mandanti, hanno a quel punto i giorni contati.


Tony Scott è da sempre noto per essere il fratello sfigato del ben più blasonato e talentuoso Ridley, e questo è un dato di fatto praticamente inconfutabile per ogni spettatore, appassionato di Cinema oppure no.
Il suddetto individuo è anche responsabile di alcune proverbiali schifezze quali Unstoppable, che io e la sempre caustica Cybsix abbiamo felicemente demolito non molto tempo fa nella nostra Bettola.
Detto questo, occorre anche spezzare una lancia a favore del buon Tony, che dietro lo stile forzatamente  videoclipparo e adrenalinico della sua regia ogni tanto regala anche pellicole discrete, come fu Domino.
Ora, perchè tutta questa introduzione a proposito dei pro - obiettivamente pochi - e dei contro - decisamente in numero maggiore - di Tony Scott e dei suoi film?
Presto detto: Man on fire rappresenta il giusto punto d'incontro tra i due film succitati.
Supportato da una sceneggiatura molto funzionale di Brian Helgeland - autore, tra le altre cose, di L. A. Confidential e Mystic river, mica roba da quattro soldi -, come di consueto girato con perizia, fotografato alla grande e confezionato per ricordare il lavoro ben più raffinato di Michael Mann, questo film parte decisamente bene, confezionando una prima parte - quella concentrata sul legame che si instaura e rafforza tra Creasy e Pita - decisamente buona, dimostrando quanto anche un film d'azione possa essere efficace nella caratterizzazione dei personaggi, costruendo ad un tempo un crescendo di tensione in attesa dell'inevitabile in grado di tenere alto il ritmo nonostante la staticità - momentanea - del racconto per poi sprofondare nei clichè a ripetizione della seconda parte, che trasforma la vendetta del protagonista in una sequenza prolungata di esecuzioni più o meno efferate dei responsabili di quanto accaduto a Pita.
La cosa più evidente, osservando la pellicola sprofondare nella banalità, è che, in mani migliori - Eastwood, il già citato Mann, lo Scott con la s maiuscola -, asciugato dai fastidiosissimi ralenty e dalle sequenze ad effetto, con una sceneggiatura così accorta questo sarebbe potuto diventare un cult dell'azione d'autore, sfruttanto appieno gli ispirati protagonisti - ottimi sia Washington che l'allora giovanissima Dakota Fanning, ma una menzione va spesa anche per Christopher Walken e Giancarlo Giannini - e divenendo di fatto un riferimento anche per il pubblico di nicchia - cosa che puntualmente accade quando si parla di perle come Heat, Collateral o Miami vice -.
Il risultato, dunque, resta a metà strada divenendo niente più di un normale intrattenimento per il pubblico più avvezzo alle fatiche di gente, per l'appunto, come Mann, ed una di quelle pellicole consigliatissime perchè toccanti e "girate da dio" del pubblico da una visione la settimana, cui manca un termine di paragone effettivo nel giudizio di un film come questo, senza nulla togliere alla capacità di giudizio stessa dello spettatore occasionale.
Ammetto, a tal proposito - e Julez lo sa bene, data la quantità di film che le propino -, di essermi sostanzialmente goduto - e non poco - la visione in barba a quello che dovrebbe essere il mio "sapere" cinematografico, pur senza riscontrare i guizzi creativi che mi avevano fatto apprezzare molto il già citato Domino, e di considerare Man on fire un ottimo prodotto di stile blockbusteriano, forse in qualche modo addirittura troppo coraggioso per essere additato come una sorta di novello Traffic - denuncia del problema dei sequestri di persona in America Latina, e non dello spaccio di droga, in questo caso - e sicuramente molto più interessante di una schifezza moralista e finto autoriale come il Crash di Paul Haggis.
Dunque, se volete un film solido e sostanzioso ma ugualmente non richiedente un impegno eccessivo - che alla fine di una giornata di lavoro potrebbe risultare soporifero -, con il quale non fare brutta figura con gli appassionati - fidatevi, l'hanno visto e se lo sono goduto anche loro - e menarvela con chi appassionato non è spacciandovi per uno con l'occhio fino per i registi ad effetto che tanto alla fine tutto porta a Tarantino, allora avete trovato pane per i vostri denti.
Con un sacco di salame, se volete saperlo.
E come ben saprà chi frequenta il saloon abitualmente, questa non può che essere una buona cosa.

MrFord

"I want vengeance and I want it now
I want vengeance, gonna get it somehow
I'm gonna hit him, I'm gonna kill him
I'm gonna really make him pay for what he's done
I'm gonna hit him, I'm gonna kill him
nobody spoils my fun."
Dropkick Murphys - "Vengeance" -


lunedì 18 luglio 2011

La bettola: Cyb&Ford ( o Ford&Cyb) VS Unstoppable

La trama (con parole mie): sull'onda del successo dei recenti post a quattro mani, e non contento di gestire il saloon nel modo più selvaggio possibile, ho chiesto al buon vecchio di intercedere per me in modo che l'altrettanto selvaggia Cybsix accettasse di aprire una rubrica con il sottoscritto che speriamo vivamente di mantenere ad un ritmo quasi regolare, o almeno il più regolare possibile per due sciamannati come noi.
Ci occuperemo, mantenendo una certa rispettabile scurrilità, di prendere un pò per il culo tutti quei film che ci sono rimasti indigesti, provocando postumi ben peggiori della peggiore delle sbronze.
Divertitevi, e non esitate a suggerirci nuovi titoli da massacrare come si conviene.
L'inaugurazione è toccata ad Unstoppable di Tony Scott.
KLING!
La porta si apre sul vecchio bar all’angolo, distraendo le quattro mummie ubriache intente da ore a rubarsi la pensione a colpi di briscola.
Il posto è buio e umido - non sto neanche a dirvi cosa ricorda - ma in fondo alla stanza, il bancone sembra un nido accogliente nella penombra dei due piccoli fari appesi al soffitto.
Il proprietario del locale è un tutt’uno con le bottiglie impolverate e i bicchieri ingialliti, ma ha un’espressione sincera e sembra quasi credibile mentre asciuga le poche tazze della giornata.

"Cazzo Ford! Tua moglie mi ha detto che avevi un viso “particolare” ma, ‘fanculo! Che cazzo fai, infili la faccia nella piastra dei panini la mattina, prima di aprire il bar?!"

"Assolutamente sì, Cyb! Altrimenti come vuoi che lo conservi il mio stato di forma? Tu, piuttosto, ti sei gettata in una latrina giusto per farti un bagnetto? Puzzi quasi peggio dei debosciati che servo uno dietro l’altro qua!"

"Se avessi saputo che eri così brutto, sarei venuta qui a guardarti per un paio d’ore, piuttosto che perdere il mio tempo con Anstoppabol! Che cazzo! Se devo soffrire, allora meglio scegliere! Certo che anche una ceretta inguinale sarebbe stata meglio, perfino un film di Von Trier è meno doloroso di quella boiata."

"Credo che mia moglie potrebbe rifarti i connotati, se ti fermassi qui a guardarmi per un paio d’ore, quindi forse hai fatto meglio a schiaffarti Anstoppabol, per quanto brutto sia! E se provi a dire ancora una volta che qualsiasi cosa è peggio di quella vagonata di merda di Antichrist ti prendo a bottigliate così tanto che quando ti svegli “i tuoi vestiti saranno passati di moda”, e così ti becchi anche la citazione!
Niente è peggio di Antichrist, tranne Il mercante di pietre. Ma mi pare si stesse parlando di Denzellone nosto, o no?"

"Cioè dài, Denzel Uoscinton che fa il negro non si può vedere, e il tizio inutile con la faccia inutile e la vita inutile che gli fa da spalla? Ma perché? A cosa serviva un secondo eroe in questo film? Non bastava il caro vecchio Denzel che porta il treno, scavalca i vagoni, prepara il pollo fritto, esegue equazioni matematiche, comunica con gli alieni, prepara dell’altro pollo fritto, salta i fossi per lungo e sostiene la causa a nome di tutti i ferrovieri del mondo?"

"Guarda che l’altro tizio è nientemeno che il Capitano Kirk di Star Trek, che i treni li guida con la sola forze dell’uccello mentre legge un trattato di estetica e si scaccola selvaggiamente il naso! Uoscinton farà anche il negro alla grandissima, ma questa spalla ti tira giù anche gli invasori di un altro pianeta! E ti dirò di più, secondo me è stato anche il primo uomo a scoparsi una razza aliena, con buona pace di Jay e di Kevin Smith!"

"Porcocazzo! Non mi parlare di Star Trek! Che quella volta mi è toccato vederlo solo per la speranza di limonarmi il tipo con cui ero uscita e, invece, quello stronzo la lingua l’ha usata solo per ammorbarmi con le sue inutili storie!
Comunque, guarda, - a proposito di gente che fa cazzate -  io posso anche capire l’errore umano (a parte che se assumi il fratello stupido di Earl te lo devi pure aspettare) però ‘sti americani proprio non ce la fanno, cazzo! Prima di tutto mi devi dire che cacchio di misure usano: grattacieli??
“Hey! C’è un treno fuori controllo che viaggia a tutta velocità ed è lungo come un grattacielo!!”
Dove vai quest’estate in vacanza MrFord? Cosa?? A Canicattì? Minchia ma lo sai quanta strada c’è fino a Canicattì? Cioè, saranno 400-500 grattacieli! Io invece vado al lago. Saranno tre grattacieli e mezzo da dove sto io, mi piace stare comoda."

Ed ecco il cervello dietro la questione dei treni lunghi come grattacieli.
"Premesso che io detesto Earl e dunque anche quell’obeso inutile di suo fratello, direi che se penso che per tornare a casa dal lavoro mi devo sparare quattro o cinque grattacieli, e per giunta in treno (!!!) mi viene lo scorbuto, che è quella malattia che ti rende ancora più scontroso di quanto tu già non sia."

"Scontroso?! Ma come cazzo parli Ford?!? Nel tuo caso io parlerei di gran SKASSALKAZZAJA!"

Lou Ferrigno ai tempi in cui soffriva di scorbuto.
"Meno male che ho Lansdale da leggere nel tragitto! Spero giusto giusto che ci sia un Denzello pronto a prepararmi un bel pollo quando torno a casa!
Tra l’altro ho sentito qualche tuo mugugno in sala a proposito del tipo southern che pare quasi quasi un Kid Rock da vecchio, l’unica cosa che salverei della pellicola, con quel suo look da Sons of Anarchy che stimola immediatamente il mio rispetto. E poi che credi, non vedi che anche io ho la coda da redneck, cazzo?! Hai esagerato un’altra volta e cominci ad avere allucinazioni? Guarda che non ti faccio più bere razza di debosciata!"

"Senti ciccio, vedi di darti una calmata! Se a te piace attirare l’attenzione su quell’osceno codino floscio che ti ritrovi, piuttosto che qualcuno ti domandi che forma di vita aliena stia crescendo su quel pianeta chiamato pelata che hai, sono stracazzi tuoi!
A proposito di cose orribili… Rosario Dawson. Qualcuno vuole finalmente dire la verita?! E’ possibile che nessuno si sia accorto che è un travone?! Ma lo vedo solo io? E passi per il fatto che ha le tette e un ciccio, ma cosa ci fa Rosario Dawson a capo di un ufficio come quello? E si capisce che non sa dove sbattere la testa! Tutti lì a domandarsi: “quale sarà mai il misterioso materiale chimico che trasporta il treno??!”. E tutti lì a guardarsi intorno beoti, chi si scaccola, chi si gratta il culo, finché non arriva giusto giusto il tipo della sicurezza ferroviaria alias il portatore di luce! Ma scusa, mai sentito parlare di Wikipedia??!!"

"Parliamo invece di quanto ridicolo sia il solito confronto con il solito stronzo, cattivo, stupido, avventato, incontinente, impenitente, reticente, demente, prepotente, serpente e qualsiasi cosa che finisca in –ente, e magari anche ciellino? Ma solo nei film di ‘sti ammerrigani uno si prende tutte le cazzo di libertà che vuole senza uno straccio di lettera di contestazione,  e alla fine ha pure ragione e il capo viene licenziato e lui/lei viene preso al suo posto?"

"Ma guarda che succede anche in Italia. Nella vita reale però."

"Cyb, ma ti è mai capitato di provare quell’istinto di scaraventare bicchiere, divano, telecomando e quant’altro contro il televisore, e l’unico freno è che lo stesso televisore l’hai pagato con gli ultimi soldi risparmiati in un anno e oltre di lavoro? Anstoppabol mi ha fatto correre il rischio due volte: con il cazzo di treno lungo meno di un grattacielo e pieno di bambini – che ovviamente non potevano fare una brutta fine – sfiorato dal trenone brutto grosso e cattivo, e quando il marine si cala mentre il macchinista stronzo e anche un po’ sindacalista cerca di frenare. Com’è che il soldato-pezzo di figo sopravvive, e l’altro sfigato di mezza età ci lascia le penne?"

"Non mi parlare di quei bambini! Diobono quanto facevo il tifo perché li beccasse in pieno! Ma perché devono urlare tanto?! Me lo devi spiegare. Non puoi pretendere che nei film ammerrigani uccidano un marine, lo sai che sono una delle due istituzioni più celebrate negli States: l’esercito e le ragazze di Hooters!
Perché, fatalità, le figlie – negre anche loro – di Denzellone lavorano da Hooters, però per pagarsi gli studi eh, chetticredi!! Mica come da noi che le zoccole la danno via al più poveraccio solo per poterla dare via un giorno a qualche cagasoldi!

La classe di meccanica quantistica che per mantenersi gli studi ha deciso di farsi assumere al gran completo da Hooters.
Comunque, la scena clou, il motivo unico e solo per cui dobbiamo diffondere il verbo di Anstoppabol è la sparatoria per beccare il pulsantone rosso che dovrebbe far fermare tutto. Pulsantone che, ovviamente, sta a due centimetri dalla cisterna della morte, hai presente? Quella con sopra stampato un enorme teschio con scritto: NON SPARATE QUI."

"Io non sparo dritto in mezzo ai tuoi occhi da triglia lessa soltanto perchè altrimenti non riusciamo a finire la recensione, ma guarda che oltre al mio codino da redneck – che non è attaccato a nessuna pelata, bada bene, ora che mi tolgo il cappello da cowboy – mi sono annotato ogni tua parola contro quel pezzo di figliola di Rosario Dawson, una roba di quelle che ti ribalta neanche fossi Alessandro Magno. Quindi finisci di bere e vediamo di chiuderla qui, perchè io sparo meglio di quella mandria di rincoglioniti dei soldati finti duri di questa robaccia di cui stiamo parlando."

"Adesso ti lascio Ford, ho di meglio da fare. Ci vediamo la prossima volta, ma cerca di farmi trovare un bicchiere pulito almeno!"

"Brava, vedi di sparire dalla mia vista. E prima di uscire, vedi di salutare come si conviene e lavarti quelle manine luride la prossima volta che passi di qui, altrimenti tutto il mio lavoro di gomito non serve a una beata fava!"

KLING!
Lui continua a sbraitare, ma tanto lei se ne è già andata.
La porta si chiude lasciando intravedere per un attimo una luce, forse il sole di mezzogiorno. Ma a quelli della bettola non importa, a loro quel buco umido e puzzolente piace, piace da morire.

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