mercoledì 15 marzo 2017

La luce sugli oceani (Derek Cianfrance, UK/Nuova Zelanda/USA, 2016, 133')




Devo ammettere che mi piace proprio, essere smentito da un film, nei - rari, occorre sottolinearlo - casi in cui, aspettandomi le bottigliate delle grandi occasioni, mi ritrovo di fronte a qualcosa che, al contrario, è in grado di stupirmi ed emozionarmi.
Ho sempre considerato Derek Cianfrance - idolo di una certa schiera di critici radical della rete - come un talento in una certa misura incompiuto, nonostante a conti fatti mi siano piaciuti sia Blue Valentine che Come un tuono, e questo The light between oceans non prometteva davvero nulla di buono: confezione patinatissima e quasi malickiana - almeno dal trailer -, presenza della coppia Fassbender/Vikander, atmosfera da presunto drammone stracciamaroni parevano quasi supplicare per una stroncatura, e considerati minutaggio - quasi due ore e un quarto - e premesse, pensavo davvero sarebbe stato così.
Fortunatamente, mi sono dovuto ricredere.
Toccando temi molto simili - la famiglia, il rapporto tra genitori e figli, la colpa - ai suoi lavori precedenti, Cianfrance sfrutta la vicenda di Tom e Isabel per regalare al pubblico quello che, a mio parere, è ad oggi il suo film più completo e maturo, emozionante come un romanzo del pieno Romanticismo eppure non per questo troppo pesante o carico, o peggio, pretenzioso: la vicenda del guardiano del faro reduce dal primo conflitto mondiale e di sua moglie, giovane che ha perduto due fratelli in guerra ansiosa di riscattarsi rispetto alla vita, è profonda, umana e travolgente, guidata dal cuore e dalla pancia come i lavori precedenti del regista - nonostante una tecnica sicuramente "alta" - ma pronta a compiere un passo oltre, ad immedesimarsi e rappresentare al meglio le emozioni e le prove della condizione di genitori.
In fondo, per quanto possa suonare paternalistico scriverne o parlarne, diventare genitore cambia inesorabilmente prospettive, a prescindere dalle difficoltà che ogni giorno della propria vita si affronteranno in quel ruolo: sentimentalmente, non esisterà mai nulla che potrà eguagliare il legame con i propri figli, la sensazione unica di averli tra le braccia, vederli crescere, sapere che, prima o poi, prenderanno una loro strada.
Cambia prospettive anche perdere un figlio, che si parli di gravidanza - e qui in casa Ford ne sappiamo qualcosa, putroppo per noi - o, ancor peggio, con il passare degli anni.
Cambia prospettive anche non riuscire ad avere un figlio, o desiderarlo senza poter realizzare il proprio sogno.
Cambia tutto.
Il nostro ruolo di guardiani, le responsabilità, le scelte.
Da qualche parte, una volta, ho letto "esistono tanti padri e madri, ma pochi genitori".
Ed è assolutamente vero che, spesso, abbiano l'immensa fortuna di avere figli persone che non meriterebbero neppure di badare alla loro stessa vita.
Ma, per citare un personaggio "invisibile" eppure cardine di questo film, "per vivere nell'odio e nel rancore occorre lottare contro se stessi e gli altri ogni giorno per tutta la vita, mentre io voglio essere felice".
Tutti noi ben sappiamo quanto, purtroppo, non basti desiderare di essere felici per riuscire ad esserlo.
Eppure, sono convinto che quando un gesto è mosso da passioni profonde, finirà per restare in noi come in chi abbiamo accanto ed attorno, finendo, un giorno o l'altro, per tornare a dire: "Grazie, perchè senza di te non ce l'avrei fatta".
Un pò come un figlio.
Ed il bello, quello vero, è che fino a quando non sarà anche lui - o lei, ovviamente - dall'altra parte della barricata, non saprà che quell'affermazione è vera senza riserve da entrambe le parti.
Chi vuole essere genitore, chi vuole amare un figlio - o amare, in generale -, sa bene che non basterà isolarsi dal mondo, per avere qualche speranza di salvarsi da esso.
E ci sarà sempre quella luce, all'orizzonte: una sedia vuota che vuota non è, un nuovo essere vivente da sollevare con delicatezza, un legame che non si è mai spezzato.
Una pace da guardiani.
Da genitori e da figli.




MrFord




 

5 commenti:

  1. Sapevo che ti sarebbe piaciuto. A me Cianfrance piace tantissimo, soprattutto per Blue Valentine, meno Come un tuono, e qui si vede il suo tocco, nonostante atmosfere e temi abbastanza diversi. Il trio, poi, davvero magistrale. L'ho visto praticamente due mesi fa, con l'anno nuovo appena iniziato, e ne ricordo ancora nel dettaglio le emozioni. Prima o poi ne parlo, se mi districo tra i tanti post programmati. :)

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    1. Cianfrance a me piace per le sue imperfezioni, e se anch'io ho trovato migliore Blue Valentine rispetto a Come un tuono, qui non ho avuto dubbi.
      Un grande drammone romantico per nulla noioso come molti lo hanno definito.

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    2. Guarda A Monster Calls, a proposito.
      Anche se l'animazione un po' sfarzosa, qui e lì, distrae.

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  2. Addirittura?
    A me il film non è spiaciuto, però 3 bicchieri sono troppi persino per un esagerato come te. :)
    Ma mi sa che è tutto, più che al film in sé, a causa della tematica genitoriale...

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    1. Quella sicuramente mi ha toccato non poco, ma il film è ben fatto, loro sono molto bravi e sinceramente mi è parso tutto tranne che lento come pensavo fosse. E poi quest'anno vado tutto per i film di cuore. ;)

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