giovedì 22 marzo 2012

Intervista a Michele Torbidoni

La trama (con parole mie): a seguito della visione del corto La cosa in cima alle scale, il saloon del sottoscritto ospita per un'intervista ad alta gradazione alcoolica il regista Michele Torbidoni, pronto a rispondere alle non sempre lucide domande fordiane a proposito di Cinema, alcool, progetti futuri e, ovviamente, di questo suo interessante lavoro.
Prendete posto, recuperate un bicchiere e state pronti: chissà che, alla fine, non ci scappi un brindisi collettivo.



MrJamesFord Benvenuto nel saloon, Michele. Prima di iniziare l'intervista vera e propria, dato che in qualche modo devo mantenere la fama di luogo per viaggiatori e bevitori di Whiterussian, rompo il ghiaccio con una domanda che con il Cinema non c'entra una fava: tu bevi - e mi auguro di sì, altrimenti sono bottigliate! -? Quali sono i tuoi drinks preferiti?
Michele Torbidoni Hey, ciao Ford. Si sta davvero bene in questo posticino, sai? Cosa prendo? Mah, se debbo darmi un contegno magari chiedo un Manhattan, ma sono decisamente più un tipo da birra, magari una trappista. Ma se proprio ti devo dire qual'è il mio drink preferito, beh è una roba davvero da anziani … Pronto? Ok, mi dia un "mezzo e mezzo", cioè "spuma al cedro + vino" possibilmente preparato in un bicchiere dal fondo pesante in qualche circolo bocciofilo. Sono "rurale", lo so! :)
JF Ora che siamo bene imbenzinati dopo il primo giro, direi che potremmo passare tranquillamente alla più classica delle presentazioni: chi sei, come sei arrivato a La cosa in cima alle scale, quali sono i tuoi prossimi progetti e chi più ne ha, più ne metta.
MT Sono uno che non campa facendo "cinema", nella vita faccio altro, ma qualche milione di anni fa ho frequentato il corso di Regia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. 
Recentemente mi sono rimesso in gioco scrivendo uno script per un lungometraggio. Ma prima di affrontare il difficile mondo delle produzioni ho voluto tornare a girare qualcosa di mio e decisamente mainstream. Mi andava di capire se fossi stato in grado di realizzare qualcosa che venisse percepito come "cinema vero", sganciato il più possibile da questa quotidianità e da certi approcci autoriali. Ecco il perché di questo cortometraggio, nato dopo la lettura del racconto breve di Bradbury. Il lungo su cui sto lavorando, invece, è un progetto decisamente ambizioso. Un film sci-fi molto ritmato che rimanda all'epoca della fantascienza concettuale della metà degli anni '70. Uno script emozionante e pieno che sto ultimando con l'idea concreta di realizzarlo in modo efficace e sostenibile. E, si!, anche in questo scenario italiano in cui non si fanno film del genere (e, sopratutto di questo genere), ma la mia testa è già parecchio oltre l'ostacolo (e magari resteremo divisi per sempre! Ma io ci provo lo stesso.)
JF Da una domanda di rito ad un'altra: come è nato - anche se io già lo so - La cosa in cima alle scale? Raccontaci un pò del progetto e del suo svolgimento, magari buttandoci dentro qualche aneddoto scabroso o difficoltà di produzione risolta all'ultimo secondo. 
 MT Il cortometraggio nasce come un banco di prova per me. Ho cercato di incasinare il più possibile le cose con un progetto complesso e sfaccettato. Mi sono fatto la domanda "Come me la cavo con …" e l'ho associata a:
- "… le scene di massa?"
- "… le sequenze di conflitto con un attore bambino?"
- "… la gestione del ritmo e la scansione dei tempi?"
- "… molte location diverse e organizzazione della logistica?"
- "… uno score musicale scritto ad hoc? Come si collabora con i compositori?"
- "… una sequenza di effetti speciali complessa?"
E ho cercato di trovare risposte pragmatiche per realizzare una produzione assolutamente "low budget" ma che riuscisse a garantire una qualità "di fattura" il più possibile da sala cinematografica. La mia GRAN fortuna è stata quella di trovare una squadra di persone che fossero al contempo bravissime (e, davvero, lo sono stati praticamente tutti) e totalmente dedite al progetto. E questo sia per quanto riguarda il riparte fotografica, che per quello di montaggio, di montaggio del suono, di composizione musicale, di VFX, di trucco e costumi fino ad arrivare (per ripartire) alla sfera attoriale con interpreti bravissimi. Gianluca D'Ercole, il protagonista del film, ha saputo fidarsi di me mettendomi in mano la sua esperienza e la sua incredibile flessibilità recitativa.
JF Da autore, ed in tutta sincerità - in fondo, in vino veritas, no!? -, quale trovi sia il momento migliore del tuo lavoro? E quale il peggiore?
MT Non mi sento un autore, quanto piuttosto un cazzone che adora fare cinema e farlo bene. Per quanto mi riguarda l'aspetto migliore di questo "lavoro" (see, magari!) è anche quello peggiore. La scrittura. Per me scrivere è faticosissimo. Ogni santa volta mi trovo davanti allo schermo del Mac devo combattere contro quella parte del cervello che continua a ripetermi "Ma chi ti credi di essere? Non ce la farai mai! Stai scrivendo robe banalissime. Queste pagine sono immondizia!", ma, quando riesco a volare più altro di questo noise demoralizzante mi accorgo che sto inventandomi situazioni, battute e sequenze che, si!, funzionano e che potranno essere girate e potranno piacere a qualcuno. E, anzi, se proprio devo dirtelo, mi accorgo che molte delle idee che finiscono nello script nascono dal nulla. Letteralmente. Me le trovo sul foglio e penso … "E tu? Da dove salti fuori?". Ecco, quei momenti, sono inebrianti. 
JF Quali sono i progetti per La cosa in cima alle scale? Dove possono recuperarlo i frequentatori del saloon che non bazzicano i Festival ma hanno voglia di respirare un pò d'aria nuova nel panorama horror italiano?
MT Bah, per ora il corto sta facendo il giro dei festival. Di tutti i festival contattabili. Teniamo aggiornata una pagina sul sito con tutte le proiezioni. Buttateci un occhio per vedere se c'è qualcosa vicino a voi (ah, oppure contattateci per organizzare una proiezione!).

JF Chiudiamo con altre due domande alle quali non potevi sfuggire: un regista ed un film horror ed un regista ed un film italiani che salveresti dall'incombente fine del mondo. Per aumentare la difficoltà, dato che conosco bene il potere dei Classici, ti dico che devo essere prodotti degli anni zero.
MT A me è piaciuto molto il recente "Insidious" di James Wan (ma non so se lo salverei dalla fine del mondo). Mi piace perché è una macchina filmica di tensione. Tutta costruita su pieni/chiusi e senza troppi effettazzi di montaggio. Un regista italiano che secondo me è un grandissimo è Eros Puglielli. E' uno che che vive il cinema, in maniera viscerale. Il suo "Il Pranzo Onirico" è davvero totalizzante. Ora è un po' relegato in un mondo non proprio suo, ma tra poco, secondo me, tornerà alla grande sul "silver screen". 
Cosa? Mi stai dicendo che hai notato che ho glissato sul "Film Italiano" recente? Ok, ci penso … ah, si … per me "Io Sono L'Amore" di Guadagnino è un'operazione davvero fantastica. Un film personale, e talmente elegante da riuscire ad astrarre ed elevare dialoghi e situazioni che, letti sulla carta, sarebbero risultati piatti e bidimensionali. In più è una straordinaria operazione di marketing per le platee internazionali. E noi italians dobbiamo solo favorire certe operazioni.
Se volete recuperare altre informazioni a proposito del corto di Michele, trovate tutto quello che serve a questo indirizzo: www.lacosaincimaallescale.com.
MrFord

10 commenti:

  1. ford, non so se sei peggio come intervistatore o come intervistato... ahahahahah :D

    comunque direi che il michele tordiboni ha (buon)gusti più cannibali che fordiani, visto che cita insidious e io sono l'amore...

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    1. Cannibale, se vuoi intervisto anche te - anche se non ne vedo la ragione - così puoi provare l'esperienza sulla pelle! Ahahahahah! ;)

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  2. Io ho letto l'intervista come in trance: ma cos'è la spuma di cedro col vino??? Devo frequentare la bocciofila per provarlo? E io che pensavo di aver provato di tutto (comprese cose inventate da me). Comunque parte della trance è data dai termini tecnici, dei quali l'unico che ho capito è "cortometraggio" ;)

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    1. La spuma di cedro con il vino non l'ho mai provata neanche io, ma sarà perchè non bevo vino. ;)

      Per i termini tecnici tranquilla, a volte non li capisco nemmeno io! :)

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  3. Che intervista frizzante! :D
    Comunque rosico...perché io non sono riuscita ad entrare al Centro sperimentale di cinematografia :,(

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    1. Melinda, puoi sempre ritentare, o no!?
      Per l'intervista, chissà!? Se funziona la cosa potrebbe non essere l'ultima!

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    2. Naaa, oramai il treno è passato...mi sono buttata per un'altra strada e va bene così! :D

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    3. Se l'altra strada ti sta bene, meglio così!

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  4. Complimenti a entrambi! Le interviste come questa sono sempre interessanti. ;)

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    1. Ottimista, muchas gracias! Sarà contento anche Michele!
      Se ti capita, recupera il corto, così mi fai sapere come ti è sembrato!

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