lunedì 15 agosto 2011

Winnebago man

Regia: Ben Steinbauer
Origine: Usa
Anno: 2009
Durata: 85'





La trama (con parole mie): chi tra voi ha una discreta familiarità con Youtube avrà senz'altro avuto occasione di vedere, almeno una volta, uno dei viral video più cliccati della storia della rete, spesso intitolato "L'uomo più arrabbiato del mondo" o, per l'appunto "Winnebago man". 
Il protagonista di quel video, tratto dagil outtakes di una campagna pubblicitaria della nota casa produttrice di caravan e camper, è Jack Rebney, dovenuto una vera e propria leggenda per le centinaia di migliaia di utenti che per risollevarsi il morale guardano a ripetizione le sue continue imprecazioni contro le mosche, la troupe e se stesso. Ma chi è davvero Jack Rebney? E che fine a fatto dopo quella torrida estate 1989? 
Ben Steinbauer, suo grande fan, si mette alla ricerca di un vero e proprio mito che pare aver fatto perdere ogni traccia di sè.


Dalla nascita di Youtube, i cosiddetti viral videos sono divenuti una sorta di fenomeno mediatico in grado di lanciare vere e proprie star della rete - nel bene e nel male - spinte dal passaparola di migliaia e a volte milioni di utenti che si collegano per spezzare i ritmi delle giornate lavorative e finiscono inevitabilmente per andare alla ricerca di filmati che possano provocare - volontariamente oppure no - quell'ilarità che permette, spesso e volentieri, di non finire ridotti come molti dei protagonisti di quegli stessi video.
Jack Rebney, in questo senso, è una leggenda.
Certo, la sua fama risulta certamente maggiore negli States, ma prima ancora di venire a scoprire l'esistenza di questo film, anche io l'avevo visto dare di matto in numerosi video postati sul Tubo, e conoscevo il personaggio da tempo: dunque, non potevo certo resistere alla visione di un documentario attesissimo - e purtroppo mai distribuito qui da noi - e spesso e volentieri definito un vero e proprio cult da molti appassionati del genere.
La ricerca di Ben Steinbauer, fan hardcore del vecchio Jack, risulta da subito e ad un tempo divertente e profonda, spensierata eppure acuta ed intelligente: gli interrogativi che il regista si pone a proposito del protagonista di quei video clamorosamente sopra le righe sono legittimi ed assolutamente più importanti di quanto non si potrebbe pensare. 
Chi è l'uomo che appare così irascibile in quei video di vent'anni prima? Cosa lo portò a realizzarli? Quale fu la sua vita prima di quel momento, e quale sarà oggi? Sarà vivo o morto? Sarà conscio del suo nuovo status di leggenda della rete?
Così, Ben si mette scrupolosamente alla ricerca del suo mito interrogando la rete stessa, la troupe che eseguì le riprese, la Winnebago, gli autori di programmi e festival di filmati "home made" che venerano Rebney quanto e più dello stesso Steinbauer. Risultato: nulla. 
Il vecchio Jack pare essere sparito dal mondo, forse morto, forse su una barca diretto verso altri continenti.
Sconsolato, l'autore decide di rivolgersi ad un investigatore privato e scrivere a tappeto a tutti i Jack Rebney rintracciati dallo stesso.
A questo punto, per non perderci nello svolgimento di quella che, a tutti gli effetti, pare una vera e propria trama, il documentario cambia completamente registro: perchè Ben Steinbauer troverà Jack Rebney - anche se sarebbe più corretto dire il contrario -, e dal loro incontro inizierà non soltanto una nuova fase nella lavorazione della pellicola, ma la scoperta della vita dell'uomo che, per migliaia di persone, altro non è che il furibondo promotore dei video industriali della Winnebago.
Sfruttando la carica esplosiva di Rebney, la sua voglia incondizionata di comunicare - nonostante il carattere lo faccia somigliare al Walt Kowalsky di Gran Torino e gli acciacchi fisici lo tormentino - ed una lenta, spesso difficoltosa opera di mediazione, il regista confeziona un ritratto in grado di andare ben oltre il recupero di un personaggio divenuto famoso grazie alla rete ma del quale la stessa popolazione internettiana non sapeva nulla fino all'uscita di questo film: ed il weekend passato a San Francisco come ospite del festival dei filmati amatoriali diviene un momento magico per Rebney così come per i giovani accorsi a conoscere di persona uno dei loro idoli - nel corso della pellicola fanno la loro comparsa anche attori come Michael Cera e Ben Affleck, grandi fan del nostro Winnebago man -, per scoprire l'Uomo dietro "l'uomo più arrabbiato del mondo", e velare di una malinconia toccante il momento della ribalta di Jack, individuo tutto d'un pezzo, libero pensatore, ex giornalista televisivo e custode di un parco nel Nord della California, sorta di eremita in lotta contro un sistema che critica da anni, personificato dall'odiato Dick Cheney.
E nella carrellata di foto scattate accanto a Rebney, così come nelle voci di chi lo definisce una sorta di "nonno" di un'intera generazione, o che giura di guardare i suoi filmati ogni volta che l'umore è basso per tornare a rialzarsi, c'è tutta la rivincita di un outsider ferito che, se non per le sue idee o volontà di esprimerle, sarà certamente ricordato per sempre.
Sempre che "voi crediate a queste cazzate".
Parola di Jack Rebney.

MrFord

"Feed the lawn from the palms of their hands
never holding, to a pole
Winnebago, we were one
hold in wonder, spoke and wheel
she divorces, party zeal."
Foo Fighters - "Winnebago" -


2 commenti:

  1. l'uomo più arrabbiato del mondo?
    pensavo fosse mr. ford dopo che legge uno dei miei commenti... buaa hahah

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  2. Cannibale, questa è carina, in effetti.
    Ad ogni modo, questo te lo consiglio: potresti prenderlo come un ritratto di Ford da vecchio! ;)

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