domenica 24 ottobre 2010

The horde

A volte, è proprio vero, il talento non va affatto a braccetto con le ambizioni - e le recensioni che le accompagnano-.
Spinto da pareri quasi ovunque entusiastici, The horde è arrivato sullo schermo di casa Ford con tutte le migliori intenzioni, quasi fosse una specie di esplosivo cocktail di 28 giorni dopo e Machete: purtroppo, non ha l'angosciante incedere del primo e neppure l'ironico stile del secondo.
Partendo da una trama che sulla carta poteva effettivamente essere interessante - una squadra di poliziotti diretti nel cuore della banlieue per compiere una vendetta personale ed uccidere un boss locale costretta a giocarsi la sopravvivenza contro il consueto "esercito" di zombies lottando proprio accanto a chi si era prefissata di eliminare - il film non trova mai una precisa identità, lasciando il dubbio nello spettatore rispetto allo spirito con il quale lo stesso è stato girato: si passa senza alcun tipo di giustificazione da momenti grotteschi e almeno nella mente degli autori ironici ad altri tesissimi, drammatici e violenti.
Eppure, in nessuno di questi, la logica pare farla da padrona: di nuovo, dunque, si ripropone il morbo che pare colpire la maggior parte degli horror contemporanei, dal quale è sempre più difficile per registi e sceneggiatori fuggire, quasi fosse il peggiore dei mostri affrontati dai loro protagonisti sul grande schermo.
L'apparato degli effetti, inoltre, si rivela - almeno nelle scene di maggior impatto - assolutamente inadeguato, producendo una delle sequenze completate in computer graphic - o almeno credo fosse tale - più brutte che abbia mai visto in vita mia, roba da fare il paio con il secondo episodio di 4bia: la testa dello zombie fracassata contro il pilone dal Samuel Jackson dei poveri Adewale è talmente imbarazzante da risultare minacciata soltanto dall'insulsa corsa in pieno stile football americano verso l'esercito di "infetti" di Ouessem.
Si salvano soltanto alcuni dei momenti che riesce a regalare il personaggio del vecchio militante armato fino ai denti ed il finale non consolatorio, che, ad ogni modo, riesce a risultare comunque preparato a tavolino per contraddire gli spettatori che, giunti a quel punto, si aspetterebbero esattamente il contrario.
Niente a che vedere, dunque, con il già citato 28 giorni dopo, ma più con il suo cugino sfigato 28 settimane dopo, ed ancor meno con il tesissimo Nido di vespe - che deve molto del suo fascino a Distretto 13 di Carpenter, va ammesso -, pellicola dagli stessi punti di partenza - poliziotti e criminali sullo stesso fronte di fronte ad una minaccia più grande -, quasi sconosciuta, eppure un vero gioiellino di tecnica e tensione narrativa.
Tutto questo senza neppure citare l'immenso L'alba dei morti dementi - lo so, il titolo italiano è tra i peggiori del secolo -, a tutti gli effetti una delle pietre angolari del genere zombie dell'ultimo decennio.
Un vero peccato sia per il Cinema di genere europeo, senz'altro rinato nelle ultime stagioni in sala rispetto a quello statunitense, sia per una potenziale buona trama letteralmente data in pasto agli zombies pur se mascherata da quella stessa finta autorialità che aveva reso Martyrs uno degli horror peggiori di questo inizio millennio.
Inoltre, onestamente, sale un pò di tristezza al pensiero che, se un film di questo tipo fosse stato prodotto con i medesimi risultati negli Usa, la critica avrebbe gridato allo scandalo giudicandolo come l'ennesima baracconata priva di senso buona giusto giusto per gli adolescenti in libera uscita nei centri commerciali il sabato pomeriggio.
E invece no, cari ragazzi: le cagate - horror o che dir si voglia - riusciamo a confezionarle per bene anche noi, qui nel vecchio continente.
Solo che lo facciamo con molta, molta più spocchia.


MrFord


"Keep holding on
when my brain's ticking like a bomb
guess the black thoughts
have come again to get me."
Korn - "Coming undone" -

7 commenti:

  1. Eccomi.
    Peccato sembrava un bel prodottino The horde, lontano dalle grandi produzioni americane e più vicino a "noi" per i temi trattati (di striscio?) -come le rivolte nelle banlieue, appunto-

    Nido di vespe davvero notevole.

    Korn a cannone.

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  2. Nido di vespe è una bomba.

    Peccato, sì. Con Julez eravamo belli pronti e spalmati sul divano per godercelo, ma alla fine è rimasta un pò di insoddisfazione.

    Korn a cannone, per una volta diamo un pò di spazio anche agli anni novanta.

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  3. "quella stessa finta autorialità che aveva reso Martyrs uno degli horror peggiori di questo inizio millennio" Sottoscrivo!
    Ho una passione per questo genere che risale alla mia adolescenza (gli Zombi di Romero) ma comincia ad essere veramente inflazionato.
    Altro film francese piuttosto deludente sempre con morti viventi iperveloci (non distribuito in Italia) è Mutants.
    Questo non l'ho ancora visto.

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  4. Lucien, su Martyrs sfondiamo in due una porta aperta: inizio promettente, sviluppo pessimo!
    Concordo sulla decadenza del genere, e purtroppo non solo per i film di zombie.
    The horde non è bruttissimo, semplicemente non resta nulla dopo la visione, e date le premesse, è davvero pochino.
    Senza contare che un paio di scene sfidano davvero la pazienza dello spettatore.

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  5. E' la copia europea di un qualsiasi film non troppo brutto sugli zombie.
    E dunque WOW!
    MA VA VA, la critica è tutta blesa nel cervello!

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  6. Julez: ti promuoverò a critica ufficiale. Quando cominci a scrivere anche di Cinema?

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  7. io l'avevo detto che non era un granché!

    sono d'accordo con te sui difetti (alcuni effetti davvero ridicoli) e i pochi meriti (il vecchio, il finale)

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