lunedì 4 ottobre 2010

The karate kid

Torno finalmente a tempo pieno su questi schermi, godendomi in qualche modo anche solo il pensiero del breve viaggio negli States tornando sul volo Miami/Londra che è stato la parte più sostanziosa dell'Odissea del ritorno del sottoscritto e Julez nel Bel paese.
Complici una posizione più comoda rispetto al viaggio d'andata e gli schermi singoli, abbiamo sperimentato la visione "in stereo" di The karate kid - ecco il link del post dedicato all'originale - , omaggio/remake ad una delle pellicole più importanti della mia infanzia/prima adolescenza, nonchè mostro sacro dei tempi che furono insieme a I Goonies, Willow, Gremlins e via discorrendo.
Comincio subito con il dichiarare che, nonostante tutto, questo non è un brutto film, e anzi, nonostante la lunghezza decisamente "autoriale", risulta essere scorrevole e tutto sommato divertente, pur se ben lontano dall'aura mitica assunta fin dalla prima visione dalla pellicola di Avildsen.
Detto ciò, come naturalmente poteva essere previsto, questa pellicola cerca di portare il fascino di Daniel-san e Miyagi nel nuovo millennio, sfruttando la produzione voluta fortemente da mamma e papà per un Jaden Smith che, da me più che sottovalutato, risulta simpatico e credibile decisamente in misura molto maggiore del padre: il suo spostamento, al contrario di quanto fu per il personaggio interpretato da Ralph Macchio, non è all'interno degli States,  da una costa all'altra, ma addirittura oltreoceano, nella Cina del boom e delle olimpiadi, della tecnologia e delle tradizioni secolari e più.
Non più karate, dunque, ma kung fu, tramandato da un Jackie Chan capace di rimanere in bilico fra dramma e commedia - come fu per il pur inimitabile Pat Morita - e di sfruttare il carattere "casuale" degli insegnamenti all'allievo, anche se, onestamente, pare a più riprese molto più interessante l'aspetto culturale della storia - l'apprendimento del cinese, il corteggiamento "tradizionale" rispetto alla prima "fidanzata" - rispetto alle parti dedicate al combattimento, decisamente meno interessanti se confrontate alle stesse nella pellicola ispiratrice.
Nello specifico, infatti, pare scomparire progressivamente l'elemento che mescolava fortuna, audacia e caso nel successo costruito da Daniel e Miyagi al torneo di All valley, lasciando spazio ad un Jaden Smith sempre più abile con le arti marziali che, onestamente, nel corso del torneo non da mai l'impressione di poter anche solo lontanamente essere sconfitto.
Si perde, inoltre, la componente data dal famigerato - e da me amatissimo - Cobra Kai, che rappresentava quasi un protagonista a se stante, oltre a dare spessore alla trama grazie a comprimari che incarnavano le differenti posizioni degli allievi rispetto alla logica del Sensei Creese e del suo "nessuna pietà", quasi un simbolo di tutto ciò che Daniel - e Miyagi - non erano.
Gli avversari di Jaden Smith e Jackie Chan, pur impegnandosi, non riescono, di fatto, ad eguagliare l'impatto dei loro predecessori.
Certo, a ben guardare sembrerà, da quello che ho scritto, che io sia un vecchio nostalgico ormai inguaribile e che del nuovo Karate kid non ho visto nulla che non fossero i paragoni con il vecchio, ma voglio sorprendervi: se non l'avessero chiamato The karate kid - ma che ve lo dico a fare, sono le logiche del marketing -, avrei giudicato questo comunque discreto film di formazione come molto più interessante di quanto, in realtà, non mi sia parso.
Eccetto le scene di pestaggio in ralenti.
Quelle sarebbero state da tagliare dal montaggio finale a suon di calcioni nei denti al regista.

MrFord

"Till I reach my highest ground
don't you let nobody bring you down."
Stevie Wonder - "Higher ground" -

11 commenti:

  1. Hola Ford, avevo letto anche io che i ralenti dei pestaggi -stile il tuo "amato" 300?- erano inutili, e davano quasi l'idea di quanto sia cool vedere bambini che si menano come fabbri.
    Detto questo, non penso proprio di vederlo.
    Almeno in questa vita.

    RispondiElimina
  2. Non fa così schifo, tutto sommato è vedibile.
    Certo, il Cobra Kai era tutta un'altra cosa.
    Un pò come il "dai la cera, togli la cera" rispetto a "togli la giacca, metti la giacca".
    Ma che ci vuoi fare!? E' lo specchio dei tempi!

    RispondiElimina
  3. Cobra Kai, non muore mai!
    Almeno per noi nostalgici...

    MALEDIZIONE DA CAZZI....
    OHMMMMMMMMMMMMM!

    RispondiElimina
  4. Cobra kai, non muore mai!
    Propongo una serata tutti vestiti con le divise del dojo di Creese, che ne dite!?

    RispondiElimina
  5. concordo nel giudizio su will e jaden smith. il figlio a 12 anni o giù di lì ha già superato il padre (non che ci volesse molto..)
    e anche sul film che pure io ho trovato piacevole, seppur non una pietra miliare.
    sarei curioso (sebbene un pochino spaventato) di vedere anche nuove versioni di goonies e gremlins.. chissà, magari nei prossimi mesi ricicleranno anche quelli

    RispondiElimina
  6. Dembo: allora si organizza al più presto.
    Cannibale: spero non li riciclino. E' giusto che ogni generazione abbia i suoi miti. Jaden Smith ha già doppiato il padre, senza dubbio. Se solo penso a Io sono leggenda mi viene la pelle d'oca.

    RispondiElimina
  7. curioso di vederlo, quasi tutti ne parlan più o meno bene quindi parto con un giudizio positivo vedremo.

    l'unica cosa che non sopporto è l'atteggiamento di jaden...è odioso già a 12 anni, se continua di questo passo dove andremo a finire?

    RispondiElimina
  8. Fidati, Dna, Jaden è molto più simpatico e meno odioso del padre.
    E onestamente, anche un attore migliore!

    RispondiElimina
  9. Guardabile,ma a me Jaden "raccomandatodiferro" Smith sta sui cosiddetti non poco,è un grosso malus per qualsiasi film lo contenga XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche a me sta sul cazzo il piccolo Smith, ma il film tutto sommato lo ricordo molto meglio di quanto prevedessi. Date le aspettative, fu già un successo.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...