domenica 24 ottobre 2010

Coraggio... Fatti ammazzare

Siamo giunti quasi alla conclusione della saga dell'Ispettore Callaghan, nonchè al capitolo più atteso in questa rivisitazione della stessa da parte del sottoscritto dopo il primo, indimenticabile, caso Scorpio: con Sudden impact - titolo originale molto più azzeccato della versione italiana dello stesso -, infatti, Clint passa anche dietro la macchina da presa firmando la regia di uno dei personaggi che gli ha reso più notorietà in qualità di attore.
Il risultato, onestamente, è stato molto inferiore al ricordo e alle aspettative che avevo dello stesso, nonchè una delle pellicole decisamente meno interessanti firmate Eastwood: c'è da dire che di quello stesso periodo - siamo nel pieno degli eighties reaganiani - sono anche Assassinio sull'Eiger e Firefox, decisamente fra i suoi - pochissimi - lavori non brillanti, e che, forse, l'impegno in politica che assorbì il regista/attore in quel periodo influì negativamente sulla qualità di alcune sue opere.
Partito come il più classico dei Callaghan, ironico, pungente e cattivissimo, Coraggio... Fatti ammazzare deraglia dopo la prima mezzora passata ancora una volta per le strade di San Francisco a regolare i conti con i criminali di turno - il confronto in ascensore con il giovane scampato alla galera a proposito della merda secca e la rapina sventata da "Smith, Wesson e me" nel bar sono mitici - cambiando il setting dell'avventura dell'Ispettore, portandolo a Nord a seguire un'indagine che vede la vittima di uno stupro avvenuto dieci anni prima vendicarsi ad uno ad uno dei colpevoli - interpretata, tra le altre cose, dall'allora compagna del regista Sondra Locke, già al suo fianco in Bronco Billy e Il texano dagli occhi di ghiaccio -.
Proprio nella parte centrale la sceneggiatura mostra il fianco ad una fiacca evoluzione che non sembra fare altro che attendere il climax finale e gli isolati colpi di classe del regista - il conflitto a fuoco sulla giostra di cavalli resta impresso, senza dubbio -, sperando che gli spettatori si perdano nella splendida fotografia senza notare che lo stesso Callaghan appare insolitamente poco caustico una volta allontanatosi dalla sua città, per nulla aiutato da comprimari quali erano stati i suoi compagni di pattuglia così come i suoi "avversari" nei capitoli precedenti.
A poco servono il colpo di scena legato al destino amarissimo del figlio del capo della polizia locale, coinvolto nello stupro della donna, così come la scelta di Callaghan di schierarsi al suo fianco al termine della vicenda, scagionandola di fatto dalle inevitabili accuse dell'omicidio dei componenti della banda a ravvivare la tensione di un film che pare quasi essere un riempitivo, o un compito fatto su commissione.
Pare proprio che, al vecchio Harry la carogna, l'autorialità ed una trama da noir con pretese torbide non riescano proprio a giovare, limitando di fatto il raggio d'azione di un personaggio che è nato per l'esplosività e la provocazione, le sparatorie ed il linguaggio colorito, ufficialmente contro tutti eppure sempre in grado di valutare con giudizio da che parte stare.
Certo, anche questa volta lo fa.
Ma con poca convinzione e molta meno ironia: che, all'epopea di Callaghan, servono almeno quanto i due vecchi amici Smith&Wesson.


MrFord


"Heat burns to kill
the night is black and still
look to the sky
don't ask why."
Exciter - "Sudden impact" -
  

4 commenti:

  1. Ci dai dentro eh, fratello?

    "Smith, Wesson e me"
    Non me la ricordavo.
    Fantastica.

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  2. Sempre, fratello.

    Smith e Wesson portateli dietro, mercoledì.
    Serviranno per abbattere il petroliere, se si avvicina.

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  3. Ma se non li guardo che ti dico amore mio?
    Uff

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  4. Puoi tranquillamente dire che Clint è un mito inossidabile. Evvai con Smith&Wesson!

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