martedì 7 settembre 2010

Black flag

Dopo i fasti regalati al sottoscritto da McCarthy e, in una qualche misura di western contemporaneo, da Lansdale, Julez, mossa da compassione nei miei confronti a seguito di un'astinenza da frontiera, ha pensato di propormi questa alternativa italiana alla grande narrativa americana di genere.
Il risultato non mi ha convinto a fondo, ma è stato comunque un viaggio intrigante ed un tentativo che merita non soltanto una chance, ma anche una certa fiducia.
Gran parte del merito e della riuscita del romanzo sta tutta nelle mani di Pantera, protagonista della parte del romanzo ambientata sul finire della Guerra di secessione, western mistico vero e proprio che ricorda El topo e Magico vento, e fortunatamente costituisce la quasi totalità del corpo dell'opera: questo pistolero dalle capacità magiche che ricordano quelle sciamaniche degli uomini medicina nativi americani, sanguemisto messicano e caraibico, spietato ma giusto, anarchico ma leader nato, segue la cavalcata violenta e terribile di un gruppo di irregolari sudisti in cerca di nuove vittime da sacrificare sull'altare di una vittoria ormai sfumata per l'esercito in grigio, che possano divenire esempi del potere e della forza di questi predatori.
In questa nutrita schiera di scellerati, due personaggi svettano sugli altri: John Koger, uomo lupo lacerato da dolore fisico e mentale, e Molly, prostituta irlandese finita nelle mani dei confederati ribelli e salvata da un destino di sofferenza e sopportazione proprio da Pantera, che costituirà con la donna un'insolita coppia di reietti perduti lungo le piste di un confine figlio della violenza.
Ad affiancare le gesta del mistico antieroe, un prologo ed un epilogo ambientati a Panama durante un'invasione dei marines americani - ottimo il prologo, con una descrizione che riporta alla mente le immagini dell'undici settembre salvo poi rivelare che non si tratta del giorno più nero della storia statunitense, e che dietro la bandiera a stelle e strisce si celano massacri molto simili ad esso- e l'inquietante mondo di Lilith, schizoide omicida abitante di Paradice, megalopoli di un futuro dominato dal terrore, una sorta di Blade runner sotto anfetamina.
Detto così può apparire tutto una gran ficata, e questo romanzo il miglior prodotto che potessi sperare di trovarmi fra le mani dopo i fasti "born in the Usa" di Mike Hammer e soci: eppure, a non convincere, è la struttura che Evangelisti ha voluto impostare per l'opera.
La scelta di portare avanti la tesi secondo la quale gli uomini non sarebbero altro che predatori discendenti dai lupi e divisi in esemplari da branco o solitari in lotta da sempre per il controllo del mondo resta in secondo piano, e le tre linee temporali appaiono quasi completamente slegate fra loro e poco approfondite nello specifico.
Un pò come assistere alla scena di un film ma non all'intera proiezione.
La sensazione d'incompiutezza, acuita dai finali aperti delle tre storie, aumenta con lo scorrere delle pagine, e resta una volta conclusa la lettura, che è senza dubbio piacevole ed intrigante, ma non assume mai le dimensioni mitiche dei romanzi in grado di  entrare nella storia.
Evangelisti merita, come scrivevo poc'anzi, comunque un'altra possibilità, anche perchè come scrittore di western ci sa proprio fare, ma i grandi "cowboys" della penna americani, occorre ammetterlo, sono davvero lontani anni luce.

MrFord

"I see my place in american waste,
faced with choiches i can't take."
Black flag - "American waste"

4 commenti:

  1. Uno dei pochi regali non azzeccati!
    Perchè per il resto, di solito sono piuttosto bravina, o no?

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  2. Non è vero che non è stato azzeccato!
    Diciamo solo che magari non è come quando mi hai regalato la serie di Hap&Leonard, ma mi sono divertito un sacco con Pantera!

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  3. sono finito qui :D
    concordo sul fatto che il libro sia in un certo senso altalenante. però, se non l'hai già fatto, ti consiglio di riprovarci con l'altro libro che ha per protagonista Pantera, Antracite. Evangelisti è uno dei pochi scrittori italiani che mi abbia veramente colpito, dei suoi ho adorato anche Noi Saremo Tutto, veramente potente e cattivo!

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  4. Ho un altro paio di cose di Evangelisti, sempre regalatemi da Julez. Appena mi sento ispirato le recupero, così come Antracite, dato che Pantera è stato comunque un signor protagonista.

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