lunedì 3 maggio 2010

Vendicami

E' quasi incredibile quanto poco sia ancora conosciuto in Italia Johnnie To, fondamentalmente il Michael Mann d'oriente, un regista da accapponamento immediato di pelle per potenza, tecnica, virtuosismi e capacità di narrazione.
Dimostrazione assoluta e assolutamente pratica di quanto il cinema d'azione possa dare alla settima arte, Vendicami è l'ennesima prova d'autore di quello che, ormai, può essere considerato uno dei Maestri del cinema asiatico e non solo, promosso a pieni voti alla sua prima prova con una produzione internazionale: e sul banco che ha visto cadere Wong Kar Wai - non ditemi che Un bacio romantico è all'altezza di Hong Kong Express - e John Woo - devo proprio citare Broken arrow!? - Johnnie To sfodera tutto il glaciale fascino di un Johnny Halliday in stato di grazia, di nuovo nel ruolo di "uomo in pensione" - per dirla come Tarantino - dopo la grandissima prova de L'uomo del treno.
Un incipit micidiale, così secco da far prendere un colpo anche ad Haneke, violento ma non sguaiato, spietato ma non buonista - la scelta di non mostrare direttamente la morte dei due bambini è degna del primo Funny games -, subito seguito da un'ora e quarantacinque di puro cinema d'autore mai ruffiano (non suona neanche da paraculo la citazione del nome di Halliday, Francis Costello), sparatorie d'antologia e la consueta dose di melò e amicizia virile portata al limite estremo cui il regista ci aveva abituato dai tempi di The mission.
Il confronto fra Costello e i tre sicari è testosteronica poesia, che culmina, prima ancora della splendida scena sotto la pioggia, con il "duello" di montaggio delle pistole, preceduto da un pranzo a base di eloquentissimi silenzi che potrebbe essere visto, rivisto, stravisto e mostrato a un pò di quegli studenti "di cinema so tutto io, Monsieur Godard" che affollano corsi e università pensando di essere Kubrick o Welles.
E in un tripudio di fotografia da manuale - Macao tutta insegne colorate e grattacieli dai grigi spettrali è magnifica, una sorta di Las Vegas asiatica - To regala una storia mascherata da vendetta che diviene un inno all'amicizia e alla fedeltà "da veri uomini", che non scade nel clichè e non risulta mai banale, neanche quando incombono Memento ed un finale quasi consolatorio.
Se poi si pensa ad una sequenza come quella del tiro al bersaglio con la bicicletta, o alle due battaglie ambientate sulla scala antincendio e nella discarica, con i contendenti a muoversi come pedine di un gioco da tavolo grondante sangue riparandosi dietro cubi di immondizia che si muovono come dadi, i brividi non si tengono più, e riportano alla mente la pallina di carta del già citato The mission e il piano sequenza stratosferico che apre Breaking news.
Ma tutto questo, e molto altro, è Vendicami.
Mi raccomando, non perdetelo.
E vedete di ripescare il resto dei film distribuiti di To, altrimenti mando Halliday a sommergervi di pallottole.
E credetemi, non è mai un buon affare.

"Revenge, i'll watch you bleed!
Revenge, that's all I need!"
MrFord

1 commento:

  1. Sì, vendetta, tremenda vendetta
    di quest'anima è solo desio...
    di punirti già l'ora saffretta,
    che fatale per te tuonerà
    Come fulmin scagliato da Dio,
    come fulmin scagliato da Dio,
    te colpire il buffone saprà.

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