Autore: Roger Smith
Origine: Sudafrica
Anno: 2010
Editore: Einaudi
Editore: Einaudi
La trama (con parole mie): Jack Burn dovrebbe essere al settimo cielo per la felicità. Ha una giovane moglie in attesa di una bambina - che sarà la loro secondogenita -, un figlio che lo adora, un mucchio di soldi ed un appartamento in una delle zone più esclusive di Città del Capo.
Ma la realtà è molto più complessa di una cornice da sogno: l'uomo, infatti, lotta ogni giorno per ricostruire il rapporto con Susan, che vorrebbe lasciarlo ed occuparsi solo dei figli, i bigliettoni che gli consentono uno standard elevato di vita sono il frutto di una rapina andata male che l'ha fatto finire dritto dritto tra i ricercati della polizia statunitense, spingendolo alla fuga, e la città simbolo della rinascita sudafricana non è così dorata come il turismo la dipinge.
Benny Mezzosangue questo lo sa: in fondo, dai Cape Flats al carcere di Pollsmoor, la sua vita è stata un'unica, indicibile sofferenza, una continua lotta per sopravvivere con il coltello perennemente tra i denti.
Lo sa anche l'ispettore Barnard, fervente cristiano e sovrano incontrastato delle baraccopoli, poliziotto corrotto dall'aspetto sudicio che perfino i senzatetto più disperati avrebbero paura a toccare.
Quando le vite dei tre uomini si incroceranno per una casualità, il destino farà il suo corso e nulla sarà più lo stesso.
Ormai il mio fratellino Dembo conosce bene i gusti del sottoscritto, e potrebbe comprare per me film e romanzi praticamente a scatola chiusa, sicuro del risultato: questo Sangue misto, scoperto proprio grazie a lui, si è rivelato una rivelazione rispetto ad ambientazione ed intensità almeno quanto fu, per il Cinema, District 9 qualche anno fa.
Per tutti noi europei, di fatto, il Sudafrica rappresenta l'idealistica realizzazione del sogno di Nelson Mandela fotografato alla grandissima da Clint Eastwood nel suo Invictus, con l'apartheid ed il razzismo sconfitti ed una nuova alba giunta ad avvolgere quella che è dipinta come una delle realtà più "incantate" del continente più antico del mondo: fortunatamente, autori come Roger Smith - e Neill Blomkamp prima di lui - ci ricordano quanto anche le imprese più riuscite celino dietro i successi e la loro apparenza angoli decisamente poco consolanti che necessitano di anni ed anni di impegno, sacrificio e lavoro. E' il caso del lato oscuro di Città del Capo, quei Cape flats all'interno dei quali vige ancora il regime di segregazione degli anni più terribili, scandito da corruzione, droga, prostituzione, sfruttamento ed una dose inusitata di violenza.
Proprio dai Cape Flats viene Benny Mezzosangue, un meticcio sfigurato e scheletrico che ha imparato sulla sua pelle il significato di odio e morte, un tipo abituato a non fidarsi di nessuno - se non del proprio istinto - e a dire buonanotte quando serve, prendendosi le vite che finiscono per minacciare la sua: dopo anni passati nella terribile prigione di Pollsmoor a combattere i rivali della gang degli "Americani", Benny è finito a fare il sorvegliante per un'agenzia di sicurezza, alternando giorni vuoti in una baracca di lamiera a notti di pace ed un piacere mai provato prima grazie al silenzio del cantiere e alla vecchia rottweiler che gli è stata assegnata, Bessie.
Benny Mezzosangue sogna una seconda possibilità. E di non dover più dire buonanotte a nessuno.
Ma è difficile uscire dalla merda, quando praticamente ci sei nato.
E così basta che due Americani strafatti di tik - metanfetamine, nel gergo locale - facciano irruzione nella casa dell'americano sbagliato, e tutto cambia: perchè a proteggere la sua famiglia già sul punto dell'implosione, tra quelle mura, c'è John Hill, alias Jack Burn, ex marine e giocatore d'azzardo in fuga dagli States con una vagonata di milioni di dollari e la speranza di poter ricostruire la propria vita altrove.
Burn non fa sconti, a chi minaccia sua moglie incinta e suo figlio Matt: bastano pochi movimenti, e i due gangsters da strada sono solo un ricordo. All'uomo non resterà che lavorare ai fianchi Susan, ormai sempre più distante da lui, perchè si fidi un'ultima volta e lo segua in Nuova Zelanda, dall'altra parte del mondo, alla ricerca di una nuova vita.
Ma è difficile uscire dalla merda, quando praticamente ti ci sei seppellito.
Ma chi erano, questi due Americani uccisi dall'americano? Mezze tacche, spacciatori dei Flats, inutile carne da cannone per il grande stomaco della città. Senza dubbio. Ma anche pedine nel gioco di Barnard.
E nessuno gioca con i pezzi di Barnard, se Barnard non vuole che ci si giochi.
Lui, che si crede un soldato di dio, poliziotto e criminale incallito, animale guardato con sospetto ai piani alti e con timore dagli innumerevoli figli senza identità delle baraccopoli: lui, che uccide secondo una legge che è lontana da quella degli uomini, che vede in un bambino attratto da un paio di Nike un potenziale testimone da eliminare e nella famiglia di Burn una gallina dalle uova d'oro per trovarsi un nuovo posto al sole, lontano dalle accuse che pendono sulla sua testa e dalle mani con tanto di manicure ed assetate di vendetta di Disaster Zondi, l'uomo del governo mandato da Johannesburg per coglierlo in flagrante e sbatterlo dentro, magari accanto a quelli che ha sepolto lui stesso buttando via la chiave.
Ma è difficile uscire dalla merda, quando sei tu stesso a portarla dentro.
Sangue misto è tutto questo e molto di più, un romanzo dalle tante anime, violento e disperato, ma anche in grado di dare una possibilità di redenzione a chiunque abbia il coraggio di afferrarla: onestamente Smith avrebbe potuto fare molto, molto di più, considerata la materia trattata, e usando paragoni cinematografici avrebbe potuto tirare fuori da questa storia qualcosa di più simile a Le iene che ad Amores perros, soprattutto dopo aver seminato benissimo per tutta la prima metà finendo per bruciare fin troppo le tappe - quasi avesse voglia di chiudere il più presto possibile - nella seconda.
Anche i protagonisti, descritti ed approfonditi alla perfezione durante la disposizione dei pezzi sulla scacchiera di questa Città del Capo meravigliosa e crudele, finiscono sacrificati in nome dell'azione dura e pura quando i nodi vengono al pettine risultando in qualche modo addirittura sminuiti - Barnard passa da praticamente intoccabile a braccato da tutta la polizia, Burn da spaccaculi invincibile a uomo comune ricattato da un criminale, Benny da guerriero crudele divenuto zen ad una sorta di "uomo di forza" neanche fosse l'ultimo dei gorilla prezzolati -.
Peccato, perchè con un pò di pazienza in più Smith avrebbe confezionato senza dubbio uno dei romanzi migliori che il genere crime avesse dato alla luce negli ultimi anni, ma in fondo ci può stare anche così: l'autore ha enormi margini di miglioramento, il suo legame con Città del Capo e la terra d'origine è molto interessante e l'approccio duro abbastanza.
Inutile dire che l'aspetto al varco con la sua prossima opera: solo allora potremo davvero capire di che pasta è fatto.
MrFord
Per tutti noi europei, di fatto, il Sudafrica rappresenta l'idealistica realizzazione del sogno di Nelson Mandela fotografato alla grandissima da Clint Eastwood nel suo Invictus, con l'apartheid ed il razzismo sconfitti ed una nuova alba giunta ad avvolgere quella che è dipinta come una delle realtà più "incantate" del continente più antico del mondo: fortunatamente, autori come Roger Smith - e Neill Blomkamp prima di lui - ci ricordano quanto anche le imprese più riuscite celino dietro i successi e la loro apparenza angoli decisamente poco consolanti che necessitano di anni ed anni di impegno, sacrificio e lavoro. E' il caso del lato oscuro di Città del Capo, quei Cape flats all'interno dei quali vige ancora il regime di segregazione degli anni più terribili, scandito da corruzione, droga, prostituzione, sfruttamento ed una dose inusitata di violenza.
Proprio dai Cape Flats viene Benny Mezzosangue, un meticcio sfigurato e scheletrico che ha imparato sulla sua pelle il significato di odio e morte, un tipo abituato a non fidarsi di nessuno - se non del proprio istinto - e a dire buonanotte quando serve, prendendosi le vite che finiscono per minacciare la sua: dopo anni passati nella terribile prigione di Pollsmoor a combattere i rivali della gang degli "Americani", Benny è finito a fare il sorvegliante per un'agenzia di sicurezza, alternando giorni vuoti in una baracca di lamiera a notti di pace ed un piacere mai provato prima grazie al silenzio del cantiere e alla vecchia rottweiler che gli è stata assegnata, Bessie.
Benny Mezzosangue sogna una seconda possibilità. E di non dover più dire buonanotte a nessuno.
Ma è difficile uscire dalla merda, quando praticamente ci sei nato.
E così basta che due Americani strafatti di tik - metanfetamine, nel gergo locale - facciano irruzione nella casa dell'americano sbagliato, e tutto cambia: perchè a proteggere la sua famiglia già sul punto dell'implosione, tra quelle mura, c'è John Hill, alias Jack Burn, ex marine e giocatore d'azzardo in fuga dagli States con una vagonata di milioni di dollari e la speranza di poter ricostruire la propria vita altrove.
Burn non fa sconti, a chi minaccia sua moglie incinta e suo figlio Matt: bastano pochi movimenti, e i due gangsters da strada sono solo un ricordo. All'uomo non resterà che lavorare ai fianchi Susan, ormai sempre più distante da lui, perchè si fidi un'ultima volta e lo segua in Nuova Zelanda, dall'altra parte del mondo, alla ricerca di una nuova vita.
Ma è difficile uscire dalla merda, quando praticamente ti ci sei seppellito.
Ma chi erano, questi due Americani uccisi dall'americano? Mezze tacche, spacciatori dei Flats, inutile carne da cannone per il grande stomaco della città. Senza dubbio. Ma anche pedine nel gioco di Barnard.
E nessuno gioca con i pezzi di Barnard, se Barnard non vuole che ci si giochi.
Lui, che si crede un soldato di dio, poliziotto e criminale incallito, animale guardato con sospetto ai piani alti e con timore dagli innumerevoli figli senza identità delle baraccopoli: lui, che uccide secondo una legge che è lontana da quella degli uomini, che vede in un bambino attratto da un paio di Nike un potenziale testimone da eliminare e nella famiglia di Burn una gallina dalle uova d'oro per trovarsi un nuovo posto al sole, lontano dalle accuse che pendono sulla sua testa e dalle mani con tanto di manicure ed assetate di vendetta di Disaster Zondi, l'uomo del governo mandato da Johannesburg per coglierlo in flagrante e sbatterlo dentro, magari accanto a quelli che ha sepolto lui stesso buttando via la chiave.
Ma è difficile uscire dalla merda, quando sei tu stesso a portarla dentro.
Sangue misto è tutto questo e molto di più, un romanzo dalle tante anime, violento e disperato, ma anche in grado di dare una possibilità di redenzione a chiunque abbia il coraggio di afferrarla: onestamente Smith avrebbe potuto fare molto, molto di più, considerata la materia trattata, e usando paragoni cinematografici avrebbe potuto tirare fuori da questa storia qualcosa di più simile a Le iene che ad Amores perros, soprattutto dopo aver seminato benissimo per tutta la prima metà finendo per bruciare fin troppo le tappe - quasi avesse voglia di chiudere il più presto possibile - nella seconda.
Anche i protagonisti, descritti ed approfonditi alla perfezione durante la disposizione dei pezzi sulla scacchiera di questa Città del Capo meravigliosa e crudele, finiscono sacrificati in nome dell'azione dura e pura quando i nodi vengono al pettine risultando in qualche modo addirittura sminuiti - Barnard passa da praticamente intoccabile a braccato da tutta la polizia, Burn da spaccaculi invincibile a uomo comune ricattato da un criminale, Benny da guerriero crudele divenuto zen ad una sorta di "uomo di forza" neanche fosse l'ultimo dei gorilla prezzolati -.
Peccato, perchè con un pò di pazienza in più Smith avrebbe confezionato senza dubbio uno dei romanzi migliori che il genere crime avesse dato alla luce negli ultimi anni, ma in fondo ci può stare anche così: l'autore ha enormi margini di miglioramento, il suo legame con Città del Capo e la terra d'origine è molto interessante e l'approccio duro abbastanza.
Inutile dire che l'aspetto al varco con la sua prossima opera: solo allora potremo davvero capire di che pasta è fatto.
MrFord
"Someone came sayin’ I’m insane to complain
about a shotgun wedding and a stain on my shirt
don’t believe everything that you breathe
you get a parking violation and a maggot on your sleeve
so shave your face with some mace in the dark
savin’ all your food stamps and burnin’ down the trailer park."
about a shotgun wedding and a stain on my shirt
don’t believe everything that you breathe
you get a parking violation and a maggot on your sleeve
so shave your face with some mace in the dark
savin’ all your food stamps and burnin’ down the trailer park."
Beck - "Loser" -
Oddio, quanto tempo che non ascolto Beck!
RispondiEliminaIl romanzo sembra sufficientemente cattivo, potrebbe piacermi. Prendo nota.
Il romanzo non è male, anche se poteva essere di più.
EliminaContinuo sempre a caldeggiare Nesbo, prima di questo.
Tranquillo, l'opera omnia di Nesbo mi sta aspettando sulla mensola, domenica lo attacco!
EliminaMolto, molto bene!
EliminaAl solito...prendo nota...è dura ammetterlo, ma fino ad ora non ne hai sbagliato uno...
RispondiEliminaPerchè è dura ammetterlo? Comunque come ho scritto qui sopra, prima di questo io continuerei con Nesbo!
EliminaOddio...ho scritto è dura ammetterlo???:(...volevo scrivere lo devo ammettere!!E' che stavo pensando anche ad un'altra cosa (che non c'entra nulla) e mi sono incartata...vabbe'... è la vecchiaia che avanza...comunque Nesbo è quasi finito...
EliminaTranquilla, a volte capita! Ti capisco benissimo!
EliminaE come sta andando con il vecchio Harry Hole?
Molto bene davvero, appena finito farò un post generale su quello che penso di Nesbo, ma spacca, senza dubbio!!!
EliminaMolto bene: aspetto di leggere il post, dunque!
EliminaCiao Ford, ti va uno scambio di Link?
RispondiEliminaCerto, perchè no!?
Eliminaok, perfetto. sarà fatto
EliminaAndata!
EliminaE' uno di quei libri che ho comprato (e ogni tanto compro ancora) dietro non so quale spinta. E' in libreria e aspetta....
RispondiEliminaSicuramente ti piacerà, Sorella.
EliminaE' comunque roba tosta.
A me è piaciuto davvero tanto, Smith è davvero bravo a mostrarci tutte le sfaccettature del Sudafrica. Un romanzo in cui il luogo fa la differenza nella vita dei protagonisti, in cui il caso e il caos dominano incontrastati...
RispondiEliminaSecondo me invece parte bene e si perde un pò nella parte finale, soprattutto per quanto riguarda l'approfondimento dei personaggi.
EliminaCittà del Capo, invece, è descritta davvero molto bene.
Mi ispira moltissimo... è roba che mi piace già solo per la sinossi.
RispondiEliminaRossana, è un buon libro, se ti capita dagli una lettura! :)
EliminaResta comunque un bel libro e una lettura piacevole, poi è vero che la seconda parte è un po' frettolosa e avrebbero giovato un centinaio minimo di pagine ancora.
RispondiEliminaAspettiamo che pubblichino qui in italia il 2, wake up dead -mi sembra-
Fratello, effettivamente un centinaio di pagine in più ci sarebbero state da dio: comunque resta una buona lettura.
EliminaAspetto a questo punto anche il secondo!
Me lo segno, naturalmente, perché sembra avere tutti gli ingredienti per trascinarmi via. (ora sono molto impegnata nella lettura di un altro romanzo: ho trovato il primo di Nesbo in tedesco!!)
RispondiEliminaSicuramente sul genere è una lettura da non perdere, anche se non è all'altezza di Nesbo! ;)
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