Regia: Quentin Tarantino
Origine: USA
Anno: 1992
Durata: 99'
La trama (con parole mie): quando il vecchio, granitico Joe organizza una rapina in una gioielleria piazzando nella squadra i suoi uomini migliori coordinati dal figlio Eddie e questa finisce in una vera e propria carneficina, i superstiti corrono ai ripari in un vecchio magazzino con il bottino ed il sospetto che, tra loro, si annidi una spia della polizia.
Mr. White e Mr. Orange - l'acquisto più recente della squadra, ferito gravemente all'addome -, Mr. Pink con le sue ossessioni, Mr. Blonde ed il poliziotto che porta in dono per la banda attendono così l'arrivo dei loro boss cercando di scoprire quali inghippi potrebbero celarsi dietro l'operazione: tra il taglio di un orecchio, un lago di sangue ed il ricordo di quella che è stata la strada percorsa da Orange fino al momento dello sparo che potrebbe rivelarglisi fatale.
Un'opera fulminante, violenta e potentissima che avviò l'ascesa di uno dei registi statunitensi più importanti della storia recente.
Mr. White e Mr. Orange - l'acquisto più recente della squadra, ferito gravemente all'addome -, Mr. Pink con le sue ossessioni, Mr. Blonde ed il poliziotto che porta in dono per la banda attendono così l'arrivo dei loro boss cercando di scoprire quali inghippi potrebbero celarsi dietro l'operazione: tra il taglio di un orecchio, un lago di sangue ed il ricordo di quella che è stata la strada percorsa da Orange fino al momento dello sparo che potrebbe rivelarglisi fatale.
Un'opera fulminante, violenta e potentissima che avviò l'ascesa di uno dei registi statunitensi più importanti della storia recente.
Basterebbero la fava grossa di Madonna, il violino più piccolo del mondo e la danza di Michael Madsen prima di iniziare la tortura sul poliziotto, e non ci sarebbe bisogno di scrivere altro.
Le iene ha rappresentato, in una certa misura, per il Cinema quello che Nevermind è stato per il rock: non soltanto questo lavoro incredibile, sfacciato, scritto da dio e potentissimo ha lanciato quello che di lì a un paio d'anni sarebbe divenuto uno dei registi più cool del pianeta, ma ha definito lo standard di un genere, la voglia di "rivolta" che la settima arte covava nel cuore da troppo tempo, aspettando soltanto il grimaldello giusto che lo scassinasse.
Se Pulp fiction, a suo modo, ha rappresentato la perfezione come manifesto di genere del regista e Bastardi senza gloria l'equilibrio raggiunto tra estetica e contenuto, Le iene conserva ancora oggi tutta la carica selvaggia di uno stallone mai domato, l'esplosività dirompente di un bastimento di dinamite pura pronta ad scoppiare in faccia allo spettatore, sorprendendolo con un perfetto equilibrio di violenza ed ironia come pochi titoli negli anni successivi si vedranno sul grande schermo: i dialoghi fitti e le improvvise impennate da schizzo di sangue, i flashback a ricostruire la storia di Mr. Orange - che smentiscono all'istante chiunque potrebbe imputare al lavoro di Tarantino una mancanza di profondità -, lo scenario quasi western che minuto dopo minuto prende forma all'interno del capannone rendono questo film praticamente impareggiabile anche ora, ad un ventennio di distanza - e fa davvero strano pensare che sia passato tanto tempo -, dipinto con potenza anche maggiore sui volti sofferenti di Orange e White, sulle mani strette, il cameratismo e la fiducia nata sul campo, pur se, guardando ad una certa etica criminale, mal riposta.
E quelle pistole che si incrociano in un girotondo selvaggio quasi più del mucchio tracciano in rosso una nuova linea di confine ben oltre tutte le precedenti, che racconta storie diverse che partono una accanto all'altra per finire nello stesso posto, che attende tutti quelli che hanno scelto di vivere in una wasteland in cui non ci sono violini che tengano, e per quanto buone siano le mani che ci giochiamo, si finisce sempre a restituire tutto al banco.
Un pò come Orange, dalle risate in macchina con White e gli apprezzamenti sui culi alla Cosa dei Fantastici Quattro, dalla storia dei cani poliziotto a quel colpo sparato per salvare un compagno d'armi, un socio, un amico: e finire stecchito per mano di un proprio "simile".
Ironia della sorte, anche qui.
La vera iena pare essere proprio lei, che si fa beffe dei duri e dei vigliacchi, di chi spara e chi scappa, di chi fa quello che fa perchè è un piacere ammazzare cristiani e chi, invece, cerca una gloria che soltanto lui potrà capire in un gioco che non avrà mai un vincitore.
E non contenta, avvolge il pacchetto in una coperta calda e confortevole fatta di note che soltanto in pochi sarebbero riusciti a sposare allo stesso modo con le immagini - a mia memoria i soli Wong Kar Wai e Kubrick hanno fatto di meglio, mica bruscolini -, completando la meraviglia sfruttando il poco che serve per realizzare un vero e proprio colpo di genio.
O un colpo.
Che non è quello di una scellerata gioielleria o di una banda pronta ad implodere.
Quello di una pistola che spezza l'equilibrio, e chiede vendetta di un tradimento che potrebbe anche non esserlo.
Di una parte o dell'altra della Frontiera.
Della calma al calor bianco di Keitel o della furia rossa di Eddie.
Ma di Quentin Tarantino, l'uomo che sparò in faccia al Cinema.
E quella ferita sanguina ancora.
Le iene ha rappresentato, in una certa misura, per il Cinema quello che Nevermind è stato per il rock: non soltanto questo lavoro incredibile, sfacciato, scritto da dio e potentissimo ha lanciato quello che di lì a un paio d'anni sarebbe divenuto uno dei registi più cool del pianeta, ma ha definito lo standard di un genere, la voglia di "rivolta" che la settima arte covava nel cuore da troppo tempo, aspettando soltanto il grimaldello giusto che lo scassinasse.
Se Pulp fiction, a suo modo, ha rappresentato la perfezione come manifesto di genere del regista e Bastardi senza gloria l'equilibrio raggiunto tra estetica e contenuto, Le iene conserva ancora oggi tutta la carica selvaggia di uno stallone mai domato, l'esplosività dirompente di un bastimento di dinamite pura pronta ad scoppiare in faccia allo spettatore, sorprendendolo con un perfetto equilibrio di violenza ed ironia come pochi titoli negli anni successivi si vedranno sul grande schermo: i dialoghi fitti e le improvvise impennate da schizzo di sangue, i flashback a ricostruire la storia di Mr. Orange - che smentiscono all'istante chiunque potrebbe imputare al lavoro di Tarantino una mancanza di profondità -, lo scenario quasi western che minuto dopo minuto prende forma all'interno del capannone rendono questo film praticamente impareggiabile anche ora, ad un ventennio di distanza - e fa davvero strano pensare che sia passato tanto tempo -, dipinto con potenza anche maggiore sui volti sofferenti di Orange e White, sulle mani strette, il cameratismo e la fiducia nata sul campo, pur se, guardando ad una certa etica criminale, mal riposta.
E quelle pistole che si incrociano in un girotondo selvaggio quasi più del mucchio tracciano in rosso una nuova linea di confine ben oltre tutte le precedenti, che racconta storie diverse che partono una accanto all'altra per finire nello stesso posto, che attende tutti quelli che hanno scelto di vivere in una wasteland in cui non ci sono violini che tengano, e per quanto buone siano le mani che ci giochiamo, si finisce sempre a restituire tutto al banco.
Un pò come Orange, dalle risate in macchina con White e gli apprezzamenti sui culi alla Cosa dei Fantastici Quattro, dalla storia dei cani poliziotto a quel colpo sparato per salvare un compagno d'armi, un socio, un amico: e finire stecchito per mano di un proprio "simile".
Ironia della sorte, anche qui.
La vera iena pare essere proprio lei, che si fa beffe dei duri e dei vigliacchi, di chi spara e chi scappa, di chi fa quello che fa perchè è un piacere ammazzare cristiani e chi, invece, cerca una gloria che soltanto lui potrà capire in un gioco che non avrà mai un vincitore.
E non contenta, avvolge il pacchetto in una coperta calda e confortevole fatta di note che soltanto in pochi sarebbero riusciti a sposare allo stesso modo con le immagini - a mia memoria i soli Wong Kar Wai e Kubrick hanno fatto di meglio, mica bruscolini -, completando la meraviglia sfruttando il poco che serve per realizzare un vero e proprio colpo di genio.
O un colpo.
Che non è quello di una scellerata gioielleria o di una banda pronta ad implodere.
Quello di una pistola che spezza l'equilibrio, e chiede vendetta di un tradimento che potrebbe anche non esserlo.
Di una parte o dell'altra della Frontiera.
Della calma al calor bianco di Keitel o della furia rossa di Eddie.
Ma di Quentin Tarantino, l'uomo che sparò in faccia al Cinema.
E quella ferita sanguina ancora.
MrFord
"Well I don't know why I came here tonight,
I got the feeling that something ain't right,
I'm so scared in case I fall off my chair,
and I'm wondering how I'll get down the stairs,
clowns to the left of me,
jokers to the right, here I am,
stuck in the middle with you."
I got the feeling that something ain't right,
I'm so scared in case I fall off my chair,
and I'm wondering how I'll get down the stairs,
clowns to the left of me,
jokers to the right, here I am,
stuck in the middle with you."
Stealers Wheel - "Stuck in the middle with you" -
Capito per la prima volta qui e mi vedo recensito niente di meno che il "mio" adorato capolavoro cinematografico!!! Adoro Tarantino e trovo anche io che "Le Iene" sia il suo colpo di genio un po' western e un po' "in mezza". Non equilibrato, non un manifesto... semplicemente folle e perfetto. Io l'ho adorato!
RispondiEliminaBetti, benvenuta al Saloon.
EliminaConcordo in pieno a proposito de Le iene, un film che non ha perso negli anni un briciolo della sua dirompente potenza.
Ripassa quando vuoi! :)
no vabbè mi devo pure esprimere? certo è che potevi scegliere un altro album, altro che Nevermind.... eheh ;)
RispondiEliminaAhahahah Lorant, l'importanza storica di Nevermind non è in discussione: più che altro la sua pesantezza! ;)
EliminaChe film.,
RispondiEliminaLo spartiacque.
Andrebbe usato come criterio né più né meno di come si usa la nascita di Cristo: come sistema di datazione temporale
Assolutamente una pietra miliare, senza dubbio.
EliminaPer me il capolavoro di Tarantino, superiore anche a Pulp Fiction.
RispondiEliminaBlackswan, ti posso capire. Film stratosferico!
EliminaImpossibile commentare su una roba del genere. Cosa vuoi dirci sopra?
RispondiEliminaCome dice poison, "spartiacque" è il termine perfetto. Da qui in poi c'è un "prima" e un "dopo"!
Grazie, Edfy! ;)
EliminaScusa EdDy. Sono anziana. E mi ostino a scrivere senza occhiali... :)
EliminaEddy, effettivamente ha segnato un'epoca - e forse di più -. Una bomba, nessun dubbio.
EliminaPrego poison e passa a trovarmi se vuoi! ;)
EliminaDicesi marchetta... :B
Tranquillo, Eddy. Le marchette ci stanno, specie se da parte di chi merita di essere visitato! :)
Eliminahttp://www.youtube.com/watch?v=xwa2VsYDmlM
RispondiEliminaScena bellissima, Ciku! :)
Eliminaun capolavoro, sebbene non sia quello di tarantino che amo di più.
RispondiEliminacomunque, come al solito i tuoi paragoni sono del tutto lanciati a caso: questo è il bleach di tarantino, ancora acerbo, mentre pulp fiction sarà il suo nevermind, anche per via del successo avuto...
Cannibale, come al solito sono i tuoi paragoni ad essere sballati: se Le iene è Nevermind, Pulp fiction per me è l'Unplugged. ;)
EliminaMamma mia c'è più sangue che in una puntata di RIS, mi sa che non lo reggo...
RispondiEliminaFord scusa il ritardo, ho letto solo ora il tuo commento ad un post di qualche settimana fa - e ti ho risposto!
Better late than never...
Wannabe, come non lo reggi!?!? Questo è da vedere e rivedere allo sfinimento! ;)
EliminaSi, decisamente uno spartiacque. Uno di quei film che non riesci a scordare, ti entrano dentro e rimangono lì. Film incredibile, fatto da un regista geniale. Bellissimo. E non è neppure quello che mi piace di più di Tarantino.
RispondiEliminaCiao
Pillole, sicuramente un film fondamentale per gli anni novanta e non solo.
EliminaPer me, e per certi versi, il migliore di Tarantino.
Personalmente preferisco Pulp fiction, primo, e poi come secondo assolutamente le Iene! :)
RispondiEliminaPer me se la giocano. Due film epocali!
Eliminac'è solo che da inclinarsi di fronte a le iene... e restare muti ;)
RispondiEliminaDici bene, Frank.
EliminaUn inizio folgorante, un capolavoro che non perderà mai il suo mordente!
RispondiEliminaLisa, concordo in pieno. Film indimenticabile.
Eliminaappena letto che recensivi Le iene( ma quanto è bello il titolo originale, ha un suono poetico) pensavo che questa era la volta buona che vedevo i quattro bicchieri tutti assieme...o forse te li sei riservati per Pulp Fiction?
RispondiEliminaBradipo, i quattro bicchieri sono merce rarissima: da quando ho inserito i voti, credo sia capitato una volta sola. ;)
EliminaMi pare il momento adatto per confessare che sono un fan di Mr. Pink.
RispondiEliminaNon credo nelle mance.
Bert, sicuramente MrPink è un personaggio niente male!
EliminaIl mio preferito, però, è sempre stato Harvey Keitel!
Completamente d'accordo, anche se prima di questo film (e di Tarantino) ci aveva provato Lynch a fare una cosa del genere, anche se non in modo così ben riuscito.
RispondiEliminaFrank, intendi con Cuore selvaggio?
EliminaVabbè qua si va sul classico, e come tutti ben sanno " Niente batte il classico"
RispondiEliminaMitico.
Fratello, hai fatto la citazione dell'anno. Mitico. ;)
EliminaLe iene per me il migliore di tarantino, e posso vantare di averlo visto tutti.
RispondiEliminaL ho portato pure come tesina all esame di inglese !
E all'esame di italiano sei stata bocciata?
EliminaAleja, questo film è uno spettacolo, concordo in pieno! :)
EliminaEro tentato dal non lasciar nessuno commento a questo post, perché qualsiasi parole sarebbe sprecata per un film di questo calibro. Spettacolare.
RispondiEliminaDici bene, Pesa. Uno spettacolo.
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