lunedì 29 luglio 2019

White Russian's Bulletin



Settimana di ripresa per le visioni, qui al Saloon, complice l'avvicinarsi delle ferie estive, delle serate da ventilatore puntato e cocktail ghiacciato e della voglia di staccare tipica del periodo: grande o piccolo schermo, a questo giro ce n'è per tutti, anche se, come stagione impone, la leggerezza viene orgogliosamente prima di profondità e autorialità.


MrFord


BALLERS - STAGIONE 4 (HBO, USA, 2019)

Ballers Poster

Se qualcuno, ai tempi in cui approcciai Ballers la prima volta, mi avesse detto che il serial legato a doppio filo al mondo del football professionistico con Dwayne Johnson - The Rock per gli amici e appassionati di wrestling - come protagonista nel ruolo di una sorta di versione un pò più stronza di Jerry Maguire sarebbe arrivato alla quarta stagione, avrei riso forte.
E invece eccoci qui, di fronte ad un prodotto che, pur non toccando vertici altissimi, continua a consegnare al pubblico una base solida e ottimi spunti, dalle luci ed ombre del suo main charachter al ruolo ormai consolidato di nuovo Charlie Runkle della sua "spalla" Joe, dai capricci degli atleti alle riflessioni sempre attuali sulle differenze razziali e sulla lotta di classe.
Una quarta stagione partita in sordina che decolla con due episodi conclusivi degni dei momenti migliori di un titolo che, per quanto di nicchia, continua a testa alta e spalle larghe in barba agli ambienti più o meno altolocati in cui si trova a doversi districare: in pieno stile Spencer Strasmore.




LA CASA DI CARTA - STAGIONE 3 (Netflix, Spagna, 2019)

La casa di carta Poster

Alle spalle due stagioni che hanno segnato l'immaginario collettivo, tornano il Professore e i rapinatori de La casa di carta, come di consueto eccessivi, ribelli, contro il Sistema o, forse, al servizio di loro stessi: le regole non sono cambiate, si recupera Berlino per alimentare il fuoco sacro dei fan, si inseriscono nuovi charachters potenzialmente molto interessanti - si è scritto tanto di Palermo, ma Bogotà è il mio personale nuovo favorito -, si costruisce su basi apparentemente instabili per generare desiderio del prossimo episodio - o della prossima stagione - e finire per coinvolgere anche i più scettici, quasi tutto fosse un "bum bum ciao" che si trasforma nella cotta della vita grazie a due cliffhanger che in modo decisamente bastardo incollano già allo schermo per il quarto giro di giostra.
La perfezione sta da tutt'altra parte, ma senza dubbio il cuore e l'istinto, con un pò di furberia, ci sono tutti, e per uno come me è una partita già vinta: gli si potrebbe fare le pulci, ma non sarebbe il caso, e certo non è il luogo. Anche perchè non c'è dubbio che è sempre più facile, in questo gioco di ribaltamento, scegliere da che parte stare.




X-MEN: DARK PHOENIX (Simon Kinberg, USA, 2019, 113')

X-Men: Dark Phoenix Poster

Alle spalle la buona partenza de L'inizio e l'ottimo Giorni di un futuro passato, ma anche la mezza delusione di Apocalypse, i nuovi X-Men che in realtà dovrebbero precedere in linea temporale i vecchi giungono ad un probabile ultimo capitolo dedicato ad uno dei loro personaggi cardine, Jean Grey: le premesse potrebbero anche essere interessanti, peccato che vengano commessi errori a catena in grado di limitare la portata di quello che avrebbe potuto essere una buona alternativa ai più mainstream figli dell'MCU. Dal discostarsi netto e poco sensato dalla linea temporale che pareva portare ai suddetti titoli "vecchi" dedicati agli Uomini X all'esclusione troppo rapida dei due charachters più importanti e di spessore, la Raven di Jennifer Lawrence e il Quicksilver di Evan Peters, un gruppo di villains senza arte né parte, i soliti litigi da vecchia coppia di Xavier e Magneto, una confusione di fondo che pone interrogativi a proposito del perchè sia stato realizzato questo capitolo, budget a parte - missione fallita, considerati gli incassi -, questo Dark Phoenix funziona ed avvince davvero pochino, e rappresenta senza dubbio un'occasione sprecata.
Certo, si può guardare. Ma difficilmente se ne ricorderà qualcosa.




L'ANGELO DEL MALE - BRIGHTBURN (David Yarovesky, USA, 2019, 90')

L'angelo del male - Brightburn Poster

Scelto quasi a caso in una serata da relax estivo e neuroni zero, per quanto logicamente criticabile sotto molti punti di vista - ma abbiamo già visto con La casa di carta che non è questo il momento della logica - Brightburn è stato una sorpresa: prodotto dal James Gunn che sta facendo un gran bene all'MCU, questo horror supereroistico ha finito per ricordarmi i primi lavori di Shyamalan prima che si bevesse il cervello, con un piccolo Paul Dano alieno nel ruolo di Superman psicopatico che prima regala la felicità ai suoi genitori terrestri e dunque diviene il loro - ma non solo - incubo peggiore.
Gestione del tempo e della consequenzialità a parte - alcune situazioni sono veramente al limite -, ho trovato diverse buone idee all'interno del lavoro di Yarovesky, la giusta dose di violenza ed una sorta di rappresentazione estremizzata della spaccatura che, tra pubertà e adolescenza, si crea tra genitori e figli, condita da un finale inaspettato e davvero interessante, specie in prospettiva di un ipotetico aggancio per sequel o spin off.
Non saremo di fronte ad una pietra miliare - tutt'altro -, ma se le idee sono la benzina del Cinema e dell'Arte in generale, in Brightburn c'è materiale per fare ancora un pò di strada.


lunedì 22 luglio 2019

White Russian's Bulletin



La battuta d'arresto nelle pubblicazioni del Saloon delle ultime due settimane - legata, in verità, al fatto che ultimamente Fordini, lavoro e palestra prendono davvero tutto il mio tempo - mi ha messo di fronte anche ad un'altra triste realtà: non riesco più a ricordare come un tempo quante e quali visioni si sono avvicendate nel tempo, a meno che non si tratti davvero di cose degne di nota o legate a serate speciali. Dunque, in questa nuova puntata del Bulletin, troverete semplicemente gli unici titoli che ricordi degli ultimi quindici giorni, senza sapere se siano stati davvero solo questi, oppure no. In un certo senso, è magico anche questo oblio, in compagnia del Cinema.


MrFord



FUGA DA ALCATRAZ (Don Siegel, USA, 1979, 112')

Fuga da Alcatraz Poster

A distanza di anni dall'ultimo passaggio al Saloon, ho ritrovato il mitico Fuga da Alcatraz grazie ad un passaggio televisivo la sera in cui, dopo aver fatto tappa dai miei in montagna per lasciare i Fordini al fresco una settimana, ho riassaporato - come sempre quando vado da loro - l'ebbrezza delle non connessioni e di lettori dvd e vhs risalenti all'epoca in cui io e mio fratello eravamo adolescenti che reagivano malvolentieri all'idea di passare un weekend lontani dalla città. 
Il lavoro di Siegel reso noto soprattutto dall'interpretazione come sempre senza fronzoli di Clint, ispiratore di una marea di film carcerari successivi - su tutti Le ali della libertà - è ancora oggi tosto e potente, teso dal primo all'ultimo minuto e in grado di raccontare nel modo più diretto e semplice possibile una storia che è la più vecchia del mondo, quella della ricerca della libertà.
Certo, ad inseguirla sono uomini non proprio immacolati, ma è anche questo a rendere affascinante, spesso e volentieri, un'impresa: senza dubbio, e non solo nel suo genere, un Classico come si pensa sia un Classico. 




GREY'S ANATOMY - STAGIONE 15 (ABC, USA, 2018/2019)

Grey's Anatomy Poster

Passano gli anni, e nonostante da tempo la qualità dei bei tempi sia ormai dimenticata, casa Ford non riesce a non voler bene ai medici del Grey Sloane Memorial, sarà che le prime due stagioni erano state traghettatrici delle cene nella casa in cui ci eravamo appena trasferiti con Julez a fine duemilasette. Di quelle annate, così come di altre - quella del duemiladieci, incredibile -, è rimasto davvero ben poco, protagonisti compresi - ormai del nucleo originale del cast sono presenti soltanto quattro charachters -, ma l'appuntamento estivo con le vicissitudini dei "dottori" - così ribattezzati dai Fordini - è imprescindibile. 
Certo, vedere Karev, un tempo lo stronzo numero uno della serie, imbolsito e diventato capo, fa un pò strano considerato che è sempre stato il mio favorito, o storie d'amore e momenti da strizzata d'occhio al paraculismo quasi imbarazzanti, ma il Grey Sloane è ormai una fetta di famiglia, così ci si aggrappa ai sentimenti, ai ricordi, ad innesti particolarmente riusciti - il dottor Lincoln è balzato ai primi posti della mia classifica di gradimento - e ci si fa coccolare come da un divano che, ormai, ha ben impressa la forma del nostro culo.




SPIDER MAN - FAR FROM HOME (Jon Watts, USA, 2019, 129')

Spider-Man: Far from Home Poster

Avevo una discreta paura, di questo sequel di Homecoming, primo titolo ad inaugurare, di fatto, il passaggio tra la fase tre e quattro del Cinematic Universe. Molta paura.
Endgame ha chiuso un circolo, e riprenderlo senza rischi era un'impresa non da poco.
E devo ammettere che Watts ci è riuscito, e anche discretamente bene.
Far from home è un lavoro scanzonato e dal ritmo veloce, molto teen, con poche pretese, avvincente - anche grazie alla valorizzazione di un villain come Mysterio, più sfaccettato di quanto si possa pensare - e pronto a seminare in vista del futuro di quello che ormai è diventato una sorta di grande e sempre più grande affresco cinematografico, dal ruolo di Spider Man - bellissimo il recupero di J. Jonah Jameson sul finale - a quello che avrà la componente "cosmica" nella stessa fase quattro dell'MCU. 
Ma al centro di tutto, ed è questa la carta vincente, l'adolescenza di Peter Parker, sballottato dai tumulti del cuore nel corso di un viaggio in Europa con amici e compagni di scuola: divertenti i siparietti, geniale "Scimmia notturna", interessante il rapporto con Mysterio che ricorda, a tratti, quello con Octopus del secondo capitolo dello Spidey firmato Raimi.
E da antologia la sequenza con gli incubi creati dallo stesso Mysterio, davvero un momento notevole.
Non sarà epico o destinato a cambiare le regole come altri titoli dell'affresco marvelliano in sala, ma è un gran bel divertimento.


domenica 21 luglio 2019

Thursday's child in late but not so much


A ridosso del post in clamoroso ritardo dedicato a Spider Man - Far from home, ecco quello non troppo in ritardo a proposito delle uscite del weekend appena conclusosi, tornato nella sua classica formula "a tre" e caratterizzato da un ritorno di una vecchia conoscenza, Stephania, alla quale poco sotto cedo volentieri la parola per l'intro, che molti di noi vecchi navigatori della blogosfera ricorderanno. 
Al suo fianco, come al solito, il qui presente Ford ed il suo arcinemico, il non più giovane Cannibal Kid.


Intro di Deliria: Sa, sa... prova. Si sente? Salve a tutti, è davvero un onore essere qui. Vorrei innanzitutto ringraziare i miei ospiti, il Ministro al Radical Chic con delega al Cucciolo Eroico, Dottor Cannibal Kid, ed il Ministro alle Mazzate (senza portafoglio, ma con la chitarra), Mister James Ford. Ovviamente un grazie anche a tutti voi, giovani cannibali e avventori del saloon, e dato che ci sono, grazie alle mie fonti di ispirazione: la birra rossa, il Crystal Ball e Paolo Sorrentino. Mi spiace solo che - almeno a livello di uscite in sala - questa sia la settimana fiacca tra le settimane fiacche. Pazienza, cerchiamo di battere insieme questa fiacca.


"Vorresti dire che dovrei mangiare quei quattro pescetti buoni giusto per Pusillanime Kid? Adesso pesco uno squalo fordiano come si deve!"

Edison - L’uomo che illuminò il mondo

"Questa rubrica è così in ritardo che non solo sono in due film a distanza di pochi minuti di pubblicazione, ma mi ha fatto anche tornare indietro nel tempo!"
Deliria: Cominciamo con il film "cool cast" della settimana: Benedetto Cumberbaccio, Spiderman, Mr Darcy, Michael Shannon e Nicholas Hoult. Il film è in realtà è del 2017, ma è rimasto impantanato nel pasticciaccio Weinstein ed è stato distribuito ed iperpubblicizzato solo adesso, in concomitanza con il blackout a New York. Il titolo originale, The Current War, è un chiaro riferimento all'epoca della "guerra delle correnti", durante la quale Edison ed il suo ex-pupillo Nikolino Tesla hanno dato vita ad un'accesa (ahah!) diatriba su vantaggi e svantaggi di corrente continua e alternata. Per dimostrare la pericolosità di quella alternata, il nostro Tommasino Edison ha costruito la sedia elettrica e ci ha fulminato un bel po' di animali, per dire. Elettrizzante? Mmm, no.
Cannibal Kid: Quindi il blackout di New York City è stata una trovata pubblicitaria per promuovere il film?
Geniale! Il film mi sa invece che potrebbe essere un po' meno geniale e si potrebbe/dovrebbe trattare del solito classico biopic tradizionale, conservatore, superato. In una parola sola: fordiano. Cosa che non esclude una sua visione, magari quando non c'è nient'altro di meglio da vedere/da fare.
Ford: mondo affascinante, quello di Edison e Tesla. Un pò meno pare invece questo film che pare più classico dei classici e che trovo strano abbia trovato una distribuzione solo in estate, considerato che mi pare un titolo buono più per il rientro dell'autunno dopo le ferie. Nel frattempo fortunatamente Deliria illumina questa rubrica spazzando via l'oscurità cannibalesca.

Serenity - L’isola dell’inganno

"Per un cannibale come me finire su un'isola così fordiana è assolutamente terribile!"
Deliria: Secondo film "cool cast" della settimana, con Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Diane Lane e quel ciocco di Jason Clarke. McConaughey interpreta un pescatore che deve fare i conti con una ex che gli chiede di accopparle il marito violento. Ho una notizia buona e una cattiva: la buona è che Clarke potrebbe avere un minutaggio limitato; la brutta è che nonostante il McCoso desnudo sin dal trailer potrebbe valere la pena dare una possibilità a 'sto Serenity, dato che a scrivere e dirigere c'è Steven Knight, il pazzo che ha scritto Eastern Promises e diretto Locke.
Cannibal Kid: Thrillerino scemo dell'estate, o piccola incompresa genialata dell'estate?
In entrambi i casi, direi che è da vedere. Il fatto che l'inespressivo Jason Clarke sia poco presente è una buona, buonissima notizia. Grazie alla delirante Deliria per avercela data. McCoso invece negli ultimi tempi è un po' un incognita, ma nella sua ultima versione estiva proposta in The Beach Bum ci sta dentro un casino – espressione che andava un casino quando Ford era ggiovane – e quindi in fin dei conti mi sa che prima o poi me lo guarderò serenamente.
Ford: McCoso è sempre stato un fordiano ad honorem, Knight ha a priori la mia fiducia, spero solo che quella che potrebbe essere la visione della settimana non si riveli essere un buco nell'acqua, o il più classico degli scarponi presi all'amo dai pescatori inesperti. In quel caso, sarò lieto di tirarlo nella nuca di Peppa Kid.

Skate Kitchen

"Yo, quel Cannibal dice di voler entrare nel nostro gruppo." "Ma è impazzito!? Non si è reso conto che ormai è un vecchio quasi quarantenne!?"
Deliria: Camille è un'adolescente con una madre come quella di Carrie, alla quale, dopo un incidente con lo skateboard, promette di non fare più skate. Nemmeno il tempo di finire la frase che entra a far parte di un gruppo di skateboarders newyorchesi. Da qui i litigi: con la madre per lo skate, con le skaters per i ragazzi, con i ragazzi per il figlio di Will Smith e tuuutte le combinazioni possibili. Temo che alla fine Camille non scateni un poltergeist trucidando tutti, però il film più bistrattato e sundanciano della settimana potrebbe invece rivelarsi una robetta interessante. Potrebbe.
Cannibal Kid: Una pellicola adolescenziale, tra skate e Sundance?
In un'annata finora ben poco cannibale, almeno al cinema, potrebbe rivelarsi il film cannibale della settimana, del mese, dell'estate, dell'anno, e uno dei più odiati da Ford di tutti i tempi. Potrebbe.
Ford: dai tempi di Dogtown - il documentario, non il filmetto - il fascino dello skate e del mondo simil alternativo buono per lo stile Sundance mi ha sempre affascinato, quindi attenzione attenzione perchè, con tutti i rischi del caso, questa potrebbe essere la seconda sorpresa della settimana, superata solo dalla rivelazione di Cannibal se dovesse decidere finalmente di abbandonare le scene della blogosfera.

Il mangiatore di pietre

"Guardi bene questa foto: è l'ultima scattata a Cannibal prima che andasse nel bosco in cerca di Ford."
Deliria: Finalmente una commediola italiana leggera leggera, adatta alla stagione: uno spallone appena uscito di galera scopre che il suo amico e rivale è stato ucciso. Determinato a scoprire l'accaduto, si ritrova ancora una volta a scortare clandestini oltre il confine. Uno spasso, vero? E aspetta, ancora non sai che il protagonista è Luigi Lo Cascio! Risate assicurate! Baggianate a parte, a dirigere c'è un bravo documentarista, Nicola Bellucci, ed il noir all'italiana quando riesce, riesce bene. Il guaio è che il film potrebbe rimanere sullo stomaco (come le pietre) e quelli invece dicono di mangiare tanta frutta e verdura.
Cannibal Kid: Questo film mi sta già sullo stomaco come un qualsiasi titolo promosso a pieni voti su WhiteRussian. Per quanto possa essere masochista, non credo quindi che me lo mangerò... volevo dire guarderò.
Ford: le pietre non rientrano nella mia dieta, e penso non vadano giù troppo bene neppure con litri di alcool, dunque penso le conserverò per tirarle dietro al Cucciolo Eroico insieme allo scarpone pescato da McCoso. Per quanto riguarda il film, non mi avvicino neanche per sbaglio.

Birba - Micio combinaguai

"Secondo te siamo cucciolosi come Cannibal e Ford?" "Difficile. Quei due sono davvero cucciolosissimi insieme."
Deliria: La storia del gattino domestico che scappa da casa alla ricerca di Miciolandia e del gattone papone che va a cercarlo assieme ad un pappagallo è un big, big, big no. Sarà perché ho ancora negli occhi e nel cuore Toy Story 4, sarà perché quando la mia gatta scappa divento peggio di Guardia Nazionale, SWAT e Avengers messi assieme, ma il micetto cinese animato non fa per me. Grazie lo stesso.
Cannibal Kid: Questo film dev'essere una porcheria totale, una di quelle che manco Ford nelle sue più assurde bambinesche celebrazioni del cinema d'animazione si sognerebbe di vedere mai. A me però fa venire le lacrime agli occhi, perché mi ricorda i miei due gatti: Birba, per il nome, e Pancho, perché ogni tanto scappava, più che altro in maniera involontaria. Entrambi ormai non ci sono più. E con questa parentesi di allegria, auguro una buona estate a tutti!
Ford: se con questa parentesi felina malinconica Cannibal spera di addolcirmi e che gli risparmi la mia presenza o qualche mossa di wrestling si sbaglia di grosso. Quindi, appurato che il film sarà saltato a piè pari, spero raccolga quantomeno il suggerimento di Deliria e recuperi alla svelta Toy Story 4, che è il vero film d'animazione dell'anno.


Thursday's child - Spider Man very late special

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Con un ritardo abissale e dopo un silenzio che non si era mai verificato qui al Saloon, ripropongo lo speciale che, con Cannibal, avevamo programmato una decina di giorni fa in occasione dell'uscita in sala di Spider Man: far from home, pronto a ripercorrere tutta la storia recente di Testa di tela sul grande schermo. Fa davvero strano pubblicare questo post oggi, in differita e per giunta dopo aver visto il film, ma succede anche questo. E per una volta non per colpa del mio rivale.


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"Che facciamo, Ford, programmiamo la rubrica?" "Non siamo ancora abbastanza in ritardo, Spider Kid. Aspettiamo un altro paio di settimane!"


Spider-Man

Spider-Man Poster

Cannibal Kid: C'era una volta, tanto tempo fa, il primo Spider-Man cinematografico, Tobey Maguire. Perfetto nella parte del nerd di quelli simpatici, non di quelli che vorresti bullizzare dal mattino alla sera. Anche perché poi si scopre che può sparare ragnatele dai polsi e altre diavolerie del genere, quindi mica è facile bullizzare un tipo del genere. C'era una volta, ma nemmeno troppo una volta. Non stiamo parlando dell'età della pietra in cui è venuto su Ford Flintstone, ma del 2002. Fa strano pensare che nel giro di manco due decenni siano già cambiati 3 Uomini Ragno, però il mondo gira velocemente, il tempo passa, non ci sono più le mezze stagioni e altri luoghi comuni fordiani di questo tipo.
C'è da dire che un po' ce l'ho, con questo primo Spider-Man. Non perché non mi sia piaciuto. Anzi, mi ha esaltato un casino (nel 2002 era ancora fico dire “esaltato un casino”, quindi passatemi l'espressione). Era un film divertente, con una sceneggiatura notevolissima, una scena di bacio al contrario entrata nella storia del cinema e c'era pure Kirsten Dunst. Insomma: il miglior cinecomics realizzato fino a quel momento. Il problema è proprio questo. Spider-Man ha fatto tornare di moda i cinecomics, anzi li ha portati su un altro livello, in un periodo in cui, dopo il ridicolo Batman & Robin, il genere sembrava finito. Morto. Kaputt. Da lì in poi tutti a copiare Spider-Man, chi bene, come la serie Heroes, chi male, come quasi tutti gli altri.
(voto 8/10)
Ford: da accanito lettore dei fumetti Marvel nonché fan sfegatato del charachter di Spidey fin dall'infanzia, l'uscita del primo lungometraggio firmato Sam Raimi dedicato all'alter ego di Peter Parker fu un evento epocale. Ricordo che vidi in sala il primo spettacolo del primo giorno, tornai a vederlo un altro paio di volte ed acquistai il dvd il giorno dell'uscita. Fu, per chi come me è un pò più vecchio, il primo, vero, grande lavoro di fusione tra Comics e Cinema, perfetto nel rendere l'idea di uno dei personaggi più azzeccati mai creati da Stan Lee.
(voto: 7,5)

Spider-Man 2

Spider-Man 2 Poster

Cannibal Kid: Dopo il primo Spider-Man, come ho appena detto, tutti a copiare Spider-Man. Pure lo stesso Sam Raimi. Con il sequel c'è però da dire che ha portato il gioco a un livello ancora superiore. Spider-Man 2 è più dark e profondo, senza dimenticare di essere un ottimo prodotto d'intrattenimento ricco d'ironia. Un seguito all'altezza dell'originale e forse persino un pochino più emozionante. Con un attore più convincente di Alfred Molina – che non sopporto – come villain sarebbe stato ancora meglio. In ogni caso, tanta roba.
(voto 8+/10)
Ford: il sequel è sempre materiale pericoloso, ma Raimi con il secondo capitolo della sua trilogia non solo sorprende, ma migliora ulteriormente la qualità inserendo nella formula il complesso rapporto tra Peter Parker e il Dott. Octopus, simile a quello che si potrebbe avere con un insegnante o con un padre. La sequenza della lotta sul treno della metropolitana è ancora oggi impressa nella mia mente, e se forse sono meno affezionato a questo numero due rispetto al primo a livello emotivo, cinematograficamente parlando per me resta ancora lo Spidey migliore.
(voto: 8)

Spider-Man 3

Spider-Man 3 Poster

Cannibal Kid: Non c'è Ford senza Cannibal, e non c'è due senza tre. Purtroppo. La trilogia di Sam Raimi si sarebbe potuta fermare al capitolo precedente, anche se in quel caso non sarebbe stata una trilogia, e nessuno l'avrebbe rimpianto. Al contrario. Spider-Man 3 è tutto ciò che i primi due episodi avevano evitato. È un brutto pasticcio kitsch finto epico che riporta i cinecomics ai “fasti” degli anni '90. Proprio quelli che dopo Batman & Robin sembravano essere scomparsi dalla circolazione. Un film da dimenticare...
Hey, ma di cosa stavamo parlando?
(voto 4/10)
Ford: dopo due capitoli scoppiettanti e clamorosi, Raimi prova a giocare la carta dello humour nero che l'ha sempre contraddistinto ripescando per l'occasione uno dei villain che ai miei tempi da lettore adoravo, Venom. Peccato che il risultato appaia fuori fuoco e poco avvincente, e la scelta di affidare a Grace il ruolo di Eddie Brock una delle meno azzeccate della Storia dei Cinecomics. Un vero peccato, perchè l'occasione di chiudere in bellezza c'era tutta, ma è sfumata in una tempesta di bottigliate.
(voto: 4,5)

The Amazing Spider-Man

The Amazing Spider-Man Poster

Cannibal Kid: Andrew Garfield è uno degli attori che più mi stanno sulle palle. Adesso, dopo l'orrendo La battaglia di Hacksaw Ridge di Mel Gibson e il soporifero Silence di Martin Scorsese. Ai tempi in cui aveva ereditato la calzamaglia di Spider-Man da Tobey Maguire, quando arrivava da The Social Network, Non lasciarmi a Boy A, mi stava invece parecchio simpatico e mi era sembrato una scelta valida per il ruolo. Ormai il buon Maguire aveva fatto il suo tempo e, dopo il dimenticabile Spider-Man 3 – hey, come ho fatto a ricordarmene? – l'idea di un reboot delle avventure dell'Uomo Ragno ci poteva stare. Solo che è arrivato troooppo presto. Spider-Man 3 era uscito nel 2007, The Amazing Spider-Man è arrivato nel 2012. 5 anni sono un po' pochi per un reboot. Il problema del film è proprio questo. È carino, un buon intrattenimento, c'è pure Emma Stone e Andrew Garfield non era ancora l'attore fastidioso che è diventato oggi. Solo che è un lavoro del tutto inutile.
(voto 6,5/10)
Ford: qualche anno dopo i fasti di Raimi, viene tentato un primo esperimento di Reboot del personaggio affidando il costume a Andrew Garfield - che personalmente preferisco a Tobey Maguire - e ripartendo da zero. Peccato che, nonostante qualche buono spunto, tutto il coinvolgimento che si provava guardando il primo dei tre film raininiani non venga pervenuto neanche a cercarlo con un branco di cani da tartufo, e tutto risulti semplicemente essere un film d'intrattenimento come tanti altri.
(voto: 5,5)

The Amazing Spider-Man 2 - Il potere di Electro

The Amazing Spider-Man 2 - Il potere di Electro Poster

Cannibal Kid: Il sequel del già poco Amazing Spider-Man è ancora più inutile e affrettato del precedente. Due anni dopo è arrivata sugli schermi questa nuova avventurina dell'Uomo Ragno che si lascia più o meno vedere, ma non lascia traccia. Non è un caso se poi non c'è mai stato un Amazing Spider-Man 3 e Andrew Garfield, che qui stava già cominciando a stufare, è stato rimpiazzato.
(voto 5/10)
Ford: questa volta il peso del sequel si fa sentire, e accanto ad un'altra scelta attoriale scellerata - l'Electro interpretato da Jamie Foxx - troviamo un film che non è altro che la versione più sciapa del predecessore, che già non brillava particolarmente rispetto alla meraviglia suscitata nel pubblico. Una saga, questa, interrotta dall'arrivo del colosso Cinematic Universe che, a conti fatti, non è mancata a nessuno. Doveste capitarvi, da fan, potreste recuperarlo solo per completezza.
(voto: 5)

Spider-Man: Homecoming

Spider-Man: Homecoming Poster

Cannibal Kid: Una volta levato dalle palle Andrew Garfield, che pur avendola sfangata è risultato lo Spider-Man di minor successo e meno amato nella storia degli Spider-Man, è arrivato il turno del novellino Tom Holland. Uno che sembra nato per fare Peter Parker, anche se io – nostalgia canaglia – continuo a preferire Tobey Maguire. La vera mattatrice del film comunque è la mia nuova idola Zendaya, sia messo agli atti.
Spider-Man: Homecoming è una pellicola che, per quanto mi riguarda, e non credo che quel vecchiazzo di Ford sarà d'accordo, funziona soprattutto per i suoi aspetti teen. Per quanto concerne la parte più supereroistica invece annoia alquanto. Se già il precedente reboot appariva non necessario, cosa dire di questo Homecoming, giunto dopo appena 3 anni da Il potere di Electro?
Il problema – uno dei tanti problemi – di questi cinecomics contemporanei è che ce ne sono troppi, ne esce ormai uno a settimana come i Bulletin di Ford e quindi basta. Go home!
(voto 5,5/10)
Ford: l'ingresso di Spidey nel Cinematic Universe degli Avengers stravolge le regole e riparte di nuovo da zero, mescolando le atmosfere di quello che fu Ultimate Spider Man con il lavoro fatto da Raimi. Il risultato è un film frizzante e divertente, con un ottimo Downey Jr a fare da spalla a Spidey ed un'atmosfera scanzonata che, a conti fatti, funziona. Certo, non parliamo del più memorabile tra i titoli prodotti negli ultimi anni da Mamma Marvel, ma il risultato c'è e si avvicina di più a quello che, inizialmente, fu l'intento dell'autore de La casa quando riportò Spidey sul grande schermo.
(voto: 6,5)

Spider-Man: Far From Home

Spider-Man: Far from Home Poster

Cannibal Kid: Nonostante quanto qua sopra detto, confesso che un minimo di curiosità nei confronti del “nuovo” Far From Home ce l'ho. Ho detto un minimo. Merito di Zendaya, sempre più idola grazie alla serie Euphoria, e dell'arrivo nel mondo dei cinecomics di Jake Gyllenhaal. Uno che a dirla tutta era già stato il primo vero supereroe dell'epoca moderna, nel 2001, ancora prima dello Spider-Man in versione Tobey Maguire. Parlo di Donnie Darko, ovviamente, da me e da tutto il mondo che ne capisce tanto osannato e da Ford e – basta, solo da lui – tanto incompreso. O sarà anche perché l'ultimo lavoro dell'MCU Avengers: Endgame mi era sorprendentemente piaciuto e mi ha fatto venire un po' più di fiducia nell'MCU. Questo Spider-Man: Far From Home, che si preannuncia parecchio adolescenziale e vacanziero, confermerà la tendenza positiva?
Ford: primo film Marvel post-Endgame, con gli strascichi della morte di Iron Man ed un inedito Peter Parker in viaggio con gli amici lontano da New York. Sarà una bolla di sapone estiva o una sorpresa più che piacevole? Ancora non sono riuscito a capirlo, ma di sicuro la scommessa è affidare la parte del complesso e potenzialmente molto interessante Mysterio a Jake Gillenhaal, che potrebbe diventare l'antagonista più interessante dai tempi dell'Octopus di Alfred Molina. Speriamo bene. E speriamo che far se ne vada anche Cannibal, per un bel po' di tempo.

martedì 9 luglio 2019

White Russian's Bulletin



L'estate prosegue, e così le visioni del Saloon e dei suoi occupanti, tornate ad un numero quasi da tempi antichi rispetto allo standard che, negli ultimi mesi, mi ha visto sicuramente piuttosto distante sia dal piccolo che dal grande schermo: certo, l'epoca d'oro in cui non c'era giorno senza che un film - se non due - passassero da queste parti accompagnati da almeno un paio di episodi di qualche serie è lontana, ma di tanto in tanto è bello nuotare tra le onde che mi hanno portato fino a qui.


MrFord



SUBURRA - STAGIONE 2 (Netflix, Italia, 2019)

Suburra - La serie Poster


Spinti dalla curiosità e dalle impressioni positive della prima stagione - e complice Alessandro Borghi -, in casa Ford abbiamo pensato bene di metterci subito in pari con le vicende di Aureliano, Spadino e Lele, i tre giovani protagonisti di Suburra: a due anni di distanza dal primo giro di giostra i personaggi crescono e cambiano - forse troppo in fretta, considerati i tre mesi che separano nel tempo di narrazione le vicende delle due stagioni, e che rendono soprattutto i primi due episodi piuttosto spiazzanti -, cercano il tiro e lo trovano recuperando terreno andando verso un finale che apre nuovi scenari nelle lotte di potere nella Roma sotterranea, coltivano molto bene il rapporto e le profondità di Aureliano e Spadino, portano in scena tradimenti e cambi di schieramento, sacrificano - giustamente - alcune situazioni e charachters che non erano del tutto centrati.
Certo, Gomorra è ancora molto distante, e probabilmente la caratura dei due prodotti resterà sempre differente, ma energia e sforzo - oltre ai bravissimi Borghi e Ferrara - valgono quantomeno un viaggio tra le ombre criminali - e non solo - della Capitale.




TOY STORY 4 (Josh Cooley, USA, 2019, 100')

Toy Story 4 Poster

Non è affatto semplice portare avanti un brand mantenendone la qualità, ed è ancora più complicato mantenere quella stessa qualità ad un livello clamorosamente alto. Io stesso, che ho amato in crescendo i tre capitoli precedenti di Toy Story, nutrivo qualche dubbio rispetto alla realizzazione di un quarto, ora che Andy era cresciuto e la combriccola di Woody e Buzz aveva trovato una nuova casa tra le braccia della piccola Bonnie.
Eppure, quei talentuosi bastardi di casa Pixar sono riusciti a centrare ancora una volta il bersaglio: unendo come al solito alla perfezione risate e lacrime - chiedete a Julez, che ha pianto per metà film -, introducendo un personaggio all'apparenza semplice come Forky ed un altro all'apparenza stereotipato come Gabby Gabby ribaltando poi la visione di entrambi, i figli adolescenti di Mamma Disney raccontano l'evoluzione del rapporto di una coppia che esiste dal primo lungometraggio e che viene raccontata da un'altra prospettiva, in un modo che ricorda quello portato sullo schermo da Frozen con Anna e Elsa. Non sto parlando, ovviamente, di Woody e Bo Peep - fighissima in versione Mad Max -, ma di Woody e Buzz, che nei cambiamenti che vedono il primo porsi domande ed interrogativi trovano un modo commovente e magico di chiudere - e ci starebbe - il percorso di un brand che ha fatto la Storia del Cinema d'animazione.
Un'altra chicca che può essere minacciata solo dal successo che sta raccogliendo, e che potrebbe portare le esigenze di marketing ad un numero cinque: certo, se poi ad ogni capitolo le sorprese fossero queste, ben vengano altri venti Toy Story.




STRANGER THINGS - STAGIONE 3 (Netflix, USA, 2019)

Stranger Things Poster


Un paio d'anni or sono, la serie rivelazione della stagione si impose come nuovo standard rispetto al trend legato alla rivalutazione e alla riproposizione come oggetto di culto degli anni ottanta e del loro immaginario - sarà anche che registi e sceneggiatori "emergenti", tutti ragazzotti tra i trenta e i quaranta, in quell'immaginario sono cresciuti -: Stranger Things, per quanto non perfetta, trovò consensi, fan e uno spazio di rilievo, che dodici mesi fa vennero messi a dura prova dalle aspettative che, almeno in parte, viziarono la season two, realizzata forse da parte degli autori con l'ansia di non deludere.
Ansia, fortunatamente, messa da parte con questa terza stagione, che riesce a trovare un equilibrio quasi perfetto tra commedia e dramma - il momento di Neverending story è un gioiellino - e porta in scena quella che, forse, è per ora la vetta raggiunta dalla produzione, quasi come se i giovani protagonisti si fossero scrollati dalle spalle il peso di dover essere per forza qualcosa a prescindere da chi in realtà siano: e tra tormenti d'amore, battaglie da film fantasy, una buona dose di Guerra Fredda, lacrime da giovani e da adulti - bellissima la lettera di Hopper a Undi, che mi ha fatto "tornare al futuro" immaginando quando la Fordina arriverà all'adolescenza - il viaggio cui assistiamo è un mix perfetto di quello che erano, sono e saranno sempre gli anni ottanta senza che il tutto suoni come qualcosa di necessariamente nostalgico, ma apra una porta - che dovrà essere lasciata aperta dieci centimetri - per le nuove generazioni.
Perchè in fondo è giusto così. Fa parte della vita. 


giovedì 4 luglio 2019

Thursday's child



Nuovo appuntamento con le uscite in sala ed incredibile pubblicazione quasi in orario della rubrica che questa settimana vede come ospite d'eccezione ad affiancare me e quel tordo del mio rivale Cannibal Kid nientemeno che Giordano, che fortunatamente si è rivelato essere un discreto fordiano.
E tra horror e action stalloniani, l'estate è servita.


MrFord


"Meglio non far vedere a Sly cosa scrive il Cannibale su di lui, altrimenti quello vola a Casale a gonfiarlo di cazzotti."

Annabelle 3

"Sono Katniss Kid, e sono qui per farti compagnia."
Giordano: Il fatto che un franchise come Annabelle sia riuscito ad arrivare al suo terzo capitolo, penso la dica lunga sullo stato attuale del cinema. E degli spettatori. Ammetto di avere abbandonato la nave della bambolina inquietante dopo il primo film e da quel che ho sentito da chi, invece, ha scelto di proseguire temerariamente, mi sa che ho fatto bene. Questo "Annabelle 3", però, prova a rigenerarsi e a rilanciarsi inglobando Vera Farmiga e Patrick Wilson, i due protagonisti di " The Conjuring" - quello si che come horror non era male - che probabilmente, da contratto, hanno il dovere di immolarsi anche per la causa (persa) di uno spin-off che li riguarda marginalmente. Chissà se questo potrà bastare a risollevare interesse verso una saga che fino ad ora ha spaventato e interessato poco...
Cannibal Kid: Annabrutta per quanto mi riguarda è stata una delle esperienze cinematografiche recenti più terrificanti. Non certo perché facesse paura, ma perché realizzare una pellicola tanto noiosa senza la consulenza di Ford è qualcosa di shockante. O forse in gran segreto il Ford ha collaborato alla realizzazione di quel film – ma che dico film? – quello scempio. Dopo essermi risparmiato il sequel, credo proprio farò lo stesso anche con il sequel del sequel. Qui a Pensieri Cannibali non c'abbiamo mica tempo di stare a pettinà le bambole.
Ford: penso che Annabelle e il suo franchise siano senza dubbio uno dei punti più bassi mai toccati dall'horror a parte le merdine adolescenziali consigliate dal mio rivale Cannibal. Nonostante, dunque, il tentativo di recupero giocato sulla presenza della Farmiga e di Wilson - protagonisti dei due ottimi Conjuring - la voglia che ho di sciropparmi questa roba è più o meno la stessa di rimanere lontano da un qualsiasi alcolico per il resto dell'estate.

Escape Plan 3 - L'ultima sfida

"Buonasera, vorrei prenotare un volo per l'Italia e un autista che mi porti a Casale Monferrato. Rocky ha un ultimo match da vincere."
Giordano: Ecco, "Escape Plan 3" è già qualcosa di più stuzzicante. Anche qui terzo capitolo. Anche qui un franchise che non ha mai attecchito. Però il cinema di Stallone ormai - specialmente quello in cui è protagonista - per me rappresenta il cinema malinconico, testardo, di chi non ha intenzione di arrendersi alla terza età e decide di voltargli le spalle. Io mi immagino le sale cinematografiche che proietteranno "Escape Plan 3" piene di anziani con la maglia di Rocky o di Rambo: di romantici ottantenni tatuati - magari col catetere come compagno di posto - che guardano il loro mito e sognano anche loro, un giorno, di eludere il centro anziani e fuggire; di salvare una vita - la loro - e poi rifugiarsi nei boschi in attesa che qualcuno provi a stanarli e gli dica di tornare a giocare a briscola. Una proposta che da un lato li farà vacillare, e che qualcuno potrebbe trovare allettante, ma dall'altro potrebbe scatenare anche una battaglia epica che, sinceramente, non vorrei perdermi.
Cannibal Kid: Le prime parole di Giordano su Escape Plan 3 mi hanno fatto vacillare, lo ammetto. Poi però io stesso non avrei saputo dirlo meglio: i film con Stallone ormai sono giusto per “romantici ottantenni tatuati - magari col catetere come compagno di posto”. Che poi è la descrizione più accurata che abbia mai letto di James Ford. Considerando che lo stesso Stallone ha descritto Escape Plan 2 come il film più brutto della sua carriera – e sì che di film di merda è un campione – è presto intuibile il motivo per cui ha accettato di girare il 3. Sto parlando dei soldi?
Ma va, della gloria. E per tentare di realizzare un film ancora peggiore del precedente.
Ford: dice bene Giordano a proposito del Cinema malinconico e testardo di chi non ha intenzione di arrendersi, che si parli di età o di qualsiasi altra cosa. In fondo, Stallone sul grande schermo ha sempre rappresentato questo, e anche nei casi peggiori, il suo è un Cinema onesto, che è rimasto fedele a se stesso, in barba a quanto possano dire Cannibal e i suoi amichetti radical. Personalmente, che l'abbia fatto per soldi o per la gloria, poco importa: questo Escape Plan 3 non me lo perdo. Così come non mi perderei mai la battaglia epica descritta da Giordano.

Restiamo amici

"Quando Stallone è venuto a Casale a cercare Cannibal, non pensavamo ci sarebbe andato così pesante."
Giordano: Tra le uscite settimanali, una commedia nostrana. "Restiamo Amici". Con Michele Riondino, Alessandro Roja e Libero Di Rienzo. Che dire? Dal trailer sembra una di quelle commedie degli equivoci alla-Vanzina, una roba estiva, nulla a pretendere. Il regista è Antonello Grimaldi, uno di quelli che se vai a leggere la sua filmografia vedi grossomodo tutte fiction Mediaset - l'ultima, tra l'altro è il ritorno de "La Dottoressa Giò" - e quel "Caos Calmo" che ti fa pensare: ma non è che Wikipedia s'è sbagliata?! Ora, non avendo visto il film, non lo so se in questo caso ci troviamo più dalle parti di "Caos Calmo" o più in quelle de "La Dottoressa Giò", l'unico consiglio che posso dare, comunque, è che se sentite il bisogno di lanciarvi in questa esperienza cercate di andarci coi piedi di piombo. Anche perché non vorrei che rimaneste scottati di brutto e poi all'ospedale vi troviate ad essere curati da Barbara D'Urso.
Cannibal Kid: Il fatto che una pellicola diretta dal regista de La dottoressa Giò sia – e pure di gran lunga – il film più promettente della settimana, la dice lunga su quanto l'estate sia calata sulle sale cinematografiche in maniera funesta come una mannaia. O come il caldo di questi giorni. O come Ford che parla di cinema. Considerata la presenza del quasi sempre interessante Libero De Rienzo, Restiamo amici potrebbe anche essere una visione meno scemotta di quello che si potrebbe immaginare. Stuzzicato dal titolo di questo film, lancio inoltre una proposta a Ford: restiamo nemici.
Ford: caro Cucciolo, resto volentieri tuo nemico e nemico del Cinema italiano inutile delle commediole che continuano a proliferare senza portare nulla di nuovo o, quantomeno, provarci. Il Cinema di Sly sarà sempre lo stesso da quarant'anni, ma almeno ha più senso di tutti quei titoli che paiono il classico stereotipo dell'italiano che incontri all'estero quando viaggi ed eviti arrivando a fingerti di un qualsiasi altro paese nel mondo.

Ti presento Patrick

"Così sistemato sono più cuccioloso del Cucciolo Eroico."
Giordano: L'ultimo candidato ad accaparrarsi i bruscolini del box-office estivo è anche l'underdog del gruppo. Underdog perché, a pelle, dà l'impressione di essere l'uscita più debole della settimana, ma Underdog perché ha pure letteralmente un cane tra i protagonisti: e questo potrebbe portarlo a prendersi quella fetta di pubblico rilevante e che non ti aspetti. Qui davvero c'è da aspettarsi molto poco: con un Carlino che fa impazzire la protagonista tornata single, ma che poi - e non è spoiler, perché non ho visto il film, ma vado a intuito - la aiuterà a rimettere insieme i cocci della sua disastrosa vita. Magari sbaglio, è, ma sarà che quando vedo un Carlino io penso subito alla canzone di Califano (Piercarlino), quella in cui si lamenta di questo cane che a lui la vita non glie l'ha rovinata non migliorata. Sarà per questo, forse, che ora mi sto immaginando un bel crossover, una sorta di film Marvel intitolato "Patrick vs Piercarlino".
Si, questo, probabilmente, lo andrei a vedere. Sarebbe un colossal.
Cannibal Kid: Non vado d'accordo con i cani, non vado d'accordo con i film sui cani e non vado d'accordo con Ford. Cosa c'entra quest'ultima affermazione? Niente, però mi piace sempre ricordarlo una volta di più. E che nessuno osi presentarmi questo film, per favore.
Ford: più che presentarmi in sala per vedere questo film, mi presenterei volentieri a sorpresa a Casale Monferrato per portare Cannibal fuori per una notte da leoni da bravi nemici. Ma lui continua avere questa immagine del grosso cane da guardia che fa polpette del gattino sperduto, quindi continuerò a fargli credere che un giorno, aprendo la sua porta, gli si presenterà un ottantenne tatuato. E non sarà Stallone.

martedì 2 luglio 2019

White Russian's Bulletin



Nuova puntata - come al solito in ritardo - del Bulletin figlia di una settimana in cui lo spazio per il grande e piccolo schermo è stato decisamente ridotto, complici le vacanze al mare del Fordino con il nonno, gli appuntamenti di Julez legati alla scrittura - a proposito, è uscito il suo nuovo romanzo, non perdetevelo! - e quelli di questo vecchio cowboy con il lavoro e il crossfit: quando si è potuto, però, ci si è concessi volentieri una bella pausa sul divano, con il ventilatore puntato addosso.


MrFord



3% - STAGIONE 2 (Netflix, Brasile, 2018)

Risultati immagini per 3% stagione 2

Giunta alla mia attenzione qualche mese fa, consigliatissima da Julez, 3% si è rivelata da subito, per quanto non originalissima o clamorosamente memorabile, un buon divertissement buono per le pause pranzo che riesco a passare a casa, in attesa che questo recupero potesse diventare una visione condivisa della da poco uscita season three. 
Personalmente, fatta eccezione per un paio di twists ben orchestrati, ho trovato questo secondo gruppo di episodi più debole rispetto al precedente, nonostante sia evidente il lavoro che gli sceneggiatori hanno cercato di fare per fornire un'evoluzione degna di questo nome a quelli che ormai paiono sempre di più i quattro volti della serie: questo sforzo ha reso l'intera visione quantomeno meritevole di aver tentato una strada se non nuova quantomeno diretta e sincera, portando in scena tantissime sfumature grigie in grado di mostrare tutti i charachters, nessuno escluso, imperfetti e scombinati quanto solo noi esseri umani sappiamo essere.
Per il resto, non il prodotto del secolo, neppure lontanamente: eppure sento di volergli bene.




ROCKETMAN (Dexter Fletcher, UK/USA/Canada, 2019, 121')

Rocketman Poster


Evidentemente il duemiladiciannove sarà ricordato come l'anno che ha rilanciato il biopic musicale, considerati i successi che, pur in misura differente, sono stati Bohemian Rhapsody e The Dirt, passando - anche se in questo caso il genere è sicuramente meno inquadrabile - per Lords of Chaos: ultimo di questa serie è Rocketman, ibrido tra musical e biografia interpretato con grande trasporto da Taron Edgerton ed incetrato sulla figura di uno dei cantautori più importanti, apprezzati e di successo della Storia del Rock, Elton John.
Anche in questo caso, come per le pellicole dedicate a Queen e Motley Crue, la struttura è abbastanza tradizionale, con un'altalena ben strutturata di emozioni che passano dall'euforia alle lacrime della star di turno pronta a sfruttare i pezzi più noti, e anche in questo caso, l'esperimento si rivela azzeccato e funzionale: i brani di Elton sono delle bombe, le coreografie delle sequenze in stile musical ben orchestrate, alcuni passaggi sono addirittura emozionanti - l'esecuzione di Your Song arriva al cuore -, la solitudine dell'artista, l'importanza del rapporto con la famiglia, quello con le persone che si e ci scelgono - in particolare il legame con il collaboratore più stretto, Bernie Taupin - affrontati con profondità seppure in pieno stile mainstream.
In un certo senso, così come è stato per le gesta di Freddie Mercury, anche quelle di Elton John hanno finalmente trovato il loro degno spazio anche al Cinema, sperando che chi ancora - se possibile - non li conosce o anche il pubblico futuro possano magari partire da qui per imparare a conoscere e ad amare la loro Musica.


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