giovedì 30 novembre 2017

Thursday's child







Nuovo appuntamento con la rubrica che fa del threesome il nuovo volto della critica cinematografica in rete, condotta come sempre dal qui presente e sapiente vecchio cowboy e dal finto giovane e decisamente finto sapiente Cannibal Kid, per l'occasione supportati da Alfonso Maiorino: da quale parte della barricata si sarà schierato il vero giovane blogger ospite questa settimana?


"Non c'è traccia di buon Cinema: devo essere senza dubbio a casa Goi."



ASSASSINIO SULL’ORIENT EXPRESS

"Signorina, vi ringrazio per avermi portato un pò di sano White Russian."

Alfonso: Sono un grande fan sia del romanzo sia del film di Sidney Lumet del 1974. Non so quanto questo ennesimo remake possa essere significativo, so però che i miei due colleghi potrebbero scannarsi sulle possibilità che offre questo film. Già mi immagino di fianco a me al cinema un Cannibale addormentato e un Ford annoiato dall’ennesimo remake. Ehi, ma stanno andando d’accordo in qualche modo?
Cannibal Kid: Io e Ford che dormiamo insieme?
No, smentiamo queste voci bromantiche e chiariamo una cosa: al massimo uno può infestare gli incubi dell'altro.
Probabile comunque che un giallo classico di Agatha ZZZZZ Christie diretto da Kenneth ZZZZZ Branagh mi faccia dormire alla grande. Speriamo se non altro che il cast all-stars molto glamour ah yeah mi tenga sveglio per qualche minuto almeno.
Ford: Agatha Christie è una bomba, la storia un cult del genere, peccato che la voglia del sottoscritto di sorbirsi Branagh e l'ennesimo Depp sopra le righe sia più o meno la stessa che avrei di dormire con Cannibal. Alla peggio, posso spedire lui sull'Orient Express sperando sia la vittima. Ahahahahaha!

SMETTO QUANDO VOGLIO: AD HONOREM

"Esplosivi!? Ma sarebbe bastato usare la testa di Cannibal o di Alfonso come ariete e tiravamo giù tutto al primo colpo!"

Alfonso: Per me Smetto quando voglio è una delle migliori commedie italiane degli ultimi anni e Smetto quando voglio: Masterclass un film che tenta di essere un action all’americana riuscendoci per me alla grande. Quindi abbiamo un film italiano che Ford riterrà sicuramente troppo nuovo per la sua età, che tenta di fare l’action all’americana, genere con cui normalmente il Cannibale fa sonore ronfate. L’unico che lo guarderà con curiosità sarò io a quanto pare.
Cannibal Kid: Pure per me Smetto quando voglio è una delle migliori commedie italiche recenti. Mi aveva gasato un casino, quasi quanto Ford quando ha visto Rocky per la prima volta. Cioè ai tempi in cui l'Italia era ancora una monarchia.
Non condivido invece l'entusiasmo di Alfonzie nei confronti del sequel che, per quanto dignitoso, mi era sembrato alquanto inutile e temo che la stessa impressione mi farà questo terzo e ultimo capitolo di una saga che non doveva essere una saga, bensì un film unico.
Ford: il primo Smetto quando voglio, per quanto carino, è uno dei titoli più sopravvalutati del panorama italiano degli ultimi anni, uno di quei finti cult che tra qualche stagione tutti si saranno dimenticati, mentre il secondo altro non è stato se non una fotocopia seppur guardabile del precedente. Non mi aspetto dunque niente di meno, a parte un calo qualitativo, con questo terzo.

HAPPY END

"Merda, sta arrivando Ford! Nascondete gli alcolici!"

Alfonso: Haneke è uno di quei registi in grado bene o male di mettere d’accordo tutti. Anche i due cani sciolti che ho qua di fianco. Io invece l’ho sempre guardato con un certo distacco, non riuscendo mai ad amarlo per davvero.
Cannibal Kid: Ad Alfonso non piace Haneke? Che forse abbia trovato qualcuno che ne capisce di cinema meno di Ford?
Nah, non credo. Anche perché in effetti è difficile provare amour nei confronti di un regista bastardo come l'austriaco. D'altra parte, non per generalizzare, ma non sono esattamente noti come il popolo più simpatico del mondo... Ford, te per caso hai origini austriache?
Dopo aver adorato Il nastro bianco e molto meno Amour, ci sarà un Happy End nel mio rapporto tra me e Haneke?


Ford: Haneke è un tipo tosto, senza ombra di dubbio. Nel corso della sua carriera ha regalato al pubblico davvero roba forte, ma nell'ultimo periodo mi pare si sia un po' imborghesito, tanto che il tanto decantato Amour mi è parso senza dubbio il film più "debole" della sua produzione.
Sinceramente, quando si inizia a scendere la china, gli happy end sono davvero difficili, da incontrare. Spero solo che Haneke possa smentirmi.

DADDY’S HOME 2

"E così quelli sono Cannibal e Alfonso? John, bastavi tu con un braccio legato dietro la schiena per sistemarli!"

Alfonso: Ma non è che l’unico ad aver visto il primo film tra noi tre - ma forse anche in tutto il mondo - è Ford?
Cannibal Kid: No, caro Alfonso. Il primo Daddy's Home l'avevo visto anche io e l'avevo trovato quasi simpatico. Ho detto quasi. Posso però confermare che Ford è l'unico al mondo a considerarlo un capolavoro, o qualcosa del genere. E il secondo episodio non promette per niente bene, visto che al cast si unisce Mel Gibson, ovvero l'unico uomo al mondo ancora meno simpatico degli austriaci.
Ford: ecco il film della settimana, senza se e senza ma. Il primo Daddy's home è una vera pacchia, e questo secondo capitolo, complici le presenze di John Cena e Mel Gibson, promette assolutamente scintille, alla facciazza dei radical, degli austriaci e di Cannibal Kid. E pure di Alfonso.

SEVEN SISTERS

"Devo fuggire il più lontano possibile da quei due radical di Cannibal e Alfonso!"

Alfonso: Io sta cosa che i titoli vengono “tradotti” con un altro titolo nella stessa lingua dell’originale non la capirò mai. What Happened to Monday - questo il titolo originale - è un film che vorrei vedere da tempo, sperando che veramente i Lunedì scompaiano dalla faccia della Terra. E poi Tommy Wirkola è il regista di Dead Snow 2, per me l’horror più divertente di sempre. E poi un film con sette Noomi Rapace bisogna vederlo per forza, dai!
Cannibal Kid: Io What Happened to Seven Sisters l'ho già visto e quindi potrei spoilerarvelo tutto, ma non sono così bastardo. Almeno non nei confronti del buon Alfonso. Fosse solo per quella merd di Ford, l'avrei già raccontato per filo e per segno. Forse lo farò nella mia recensione, che però devo ancora preparare. Solo che non l'ho ancora fatto perché è Saturday e non sono ispirato. Ma magari Sunday, Monday, Happy Days lo sarò.
Ford: Wirkola, concordo con Alfonso, ha regalato a tutti noi una vera chicca con lo spassosissimo Dead Snow 2, e dunque questo Seven Sisters potrebbe perfino rivelarsi una sorpresa. Ve lo saprò dire spero presto, e spero di essere completamente in disaccordo con Cannibal. Non potrei reggere l'ennesimo film di quest'anno sul quale ci troviamo dalla stessa parte della barricata.

SAMI BLOOD

"Nelle lande fordiane si finisce sempre per stare in pace. E le renne sono più simpatiche di Cannibal!"

Alfonso: Non è il film che fa per me, potrebbe essere però una di quelle robe d’essai che sembrano piacere tanto a Ford. Mi sa che mi vado a vedere le sette Noomi Rapace col Cannibale io…
Cannibal Kid: Ben venga il cinema d'essai, soprattutto da quando il sempre più commerciale Ford lo snobba. Questo film non sembra però fare nemmeno per me, troppo “campagnolo” e anni '30 per i miei gusti.
Ford: questo Sami Blood, per quanto a rischio di radicalchicchismo cannibalesco, potrebbe rivelarsi una sorpresa per tematiche ed approccio. Non sarebbe male, del resto, che il Cinema d'Autore tirasse fuori qualcosa di figo in barba ai finti intenditori come i due con i quali condivido la rubrica questa settimana.

AMORI CHE NON SANNO STARE AL MONDO

"Dove stiamo andando?" "Ford ha chiesto una scala mobile!"

Alfonso: Non so bene cosa ne pensino i due che ho qui di fianco, ma ultimamente a me gli italiani che tentano di fare cinema impegnato non mi stanno particolarmente simpatici.
Cannibal Kid: Nel 2016 il cinema italiano era troppo trendy su Pensieri Cannibali. Nel 2017 invece è più passato di moda di Ford in qualunque anno nella storia dell'umanità. Questi film tricolori lagnosi che non sanno stare al mondo quindi me li risparmio alla grande. Almeno per ora. Nel 2018 chissà quale sarà la nuova tendenza?
Ford: che il Cinema italiano non vivesse il suo periodo migliore io l'avevo capito da tempo. Cannibal ha dovuto attendere prima di essere costretto a darmi ragione. E questo film pare proprio sia la conferma della situazione.

RICCARDO VA ALL’INFERNO

"Sto proprio un gran bene vestito da Marco Goi!"

Alfonso: Ma che cos’è sta roba? Potrebbe essere talmente trash da diventare un cult per tutti noi tre. Risulterebbe sicuramente più divertente di un film d’azione a caso con Steven Seagal tanto cari a Ford.
Cannibal Kid: Riccardo va all'inferno è il nuovo infernale film di Roberta Torre, regista del cult trash di Ford Tano da morire, che io invece non avevo sopportato. Questa volta cambierò idea?
Considerando che questa versione musical dark del Riccardo III di Shakespeare ha per protagonista Massimo Ranieri e la sua insopportabile voce e fin dal trailer mi ha fatto sanguinare le orecchie, direi che pure 'sta volta io lo detesterò e Ford lo osannerà. Se non altro, finalmente un film che ci dividerà del tutto!
Ford: Tano da morire è uno dei miei supercult nell'ambito del musical, come lo sprovveduto Cannibal ben sa. Questo Riccardo va all'Inferno, però, mi ispira davvero poco e ha parecchio sapore di vecchio. Dunque, direi che a fare compagnia a Lucifero ci mando dritto il mio antagonista, e se non smette di spalleggiarlo, pure Alfonsino.

L’ETA’ IMPERFETTA

"Se non fosse per Ford mi sarei già buttata di sotto. Quegli altri due sono così noiosi!"

Alfonso: Ma che cos’è la settimana del cinema italiano impegnato? Forse però questo film potrebbe fare la fortuna mia e del Cannibale, vista l’età della protagonista - diciassettenne - e l’età mentale a cui siamo rimasti noi due. Alla lunga, potrebbe anche fare la fortuna di Ford, per altri motivi anagrafici però. E se Ford fosse il padre segreto del Cannibale? Ah no, quel finale della trama è già stato sdoganato da un altro film.
Cannibal Kid: Rivelazione shock in arrivo. Ford non è il mio padre segreto. Ford è il mio nonno segreto!
Quanto al film, sembra una cosa lesbo-teen-danzereccia stile Il cigno nero di casa nostra e potenzialmente, Haneke permettendo, promette quindi di essere il film cannibale della settimana.
Ford: il film non mi interessa per nulla, ma se dovessi venire a sapere di una sequenza come quelle di Atomica Bionda o La babysitter potrei concedere una visione soltanto a quella.

GLI EROI DEL NATALE

"Ma perchè il Cucciolo Eroico si è nascosto?" "Non lo sai? Ha paura che Ford se lo faccia arrosto se lo trova!"

Alfonso: FIlm perfetto per Ford e i suoi bambini. Io invece dal Natale cinematografico cerco sempre di starne alla larga.
Cannibal Kid: Film perfetto più per Ford che per i suoi bambini. Un cucciolo eroico come me invece di questi presunti eroi del Natale può anche farne benissimo a meno.
Ford: i Fordini, fortunatamente, hanno gusti cinematografici già soddisfacenti, tanto che nell'ultimo periodo si stanno sparando Nightmare before Christmas a ripetizione. Questi eroi, dunque, li lascio volentieri a chi avrà la sfortuna di incrociarne il cammino.
Cannibal Kid: I Fordini a quanto pare hanno già dei gusti cinematografici molto migliori rispetto al padre. Sicuri siano proprio figli tuoi, Ford?
Non è che Julez ha avuto una tresca segreta con il Mereghetti uahahah?

VASCO MODENA PARK - IL FILM

"Il prossimo pezzo è Colpa d'Alfonso!"

Alfonso: Spero in questo caso di andare d’accordo con entrambi nel detestare Fiasco...
Cannibal Kid: Guarderei questo “film” soltanto per inserirlo nell'elenco dei peggiori dell'anno. Poi però penso che potrei metterlo lo stesso, anche senza vederlo e soprattutto senza ascoltarlo. Tanto, chi se ne accorge?
Riguardo a Ford, non sarei così sicuro che lo detesti. Sotto sotto un vecchio rocker pane e salame come il Fiasco lui lo adora!
Ford: Vasco, come tanti registi e musicisti di una certa età e come Cannibal precocemente, ora come ora è abbastanza rincoglionito, ma in passato senza dubbio ha tirato fuori grandi dischi e pezzi. Sinceramente, però, di schiaffarmi il film del superconcerto della scorsa estate faccio anche a meno.

mercoledì 29 novembre 2017

1922 (Zak Hilditch, USA, 2017, 102')








"Alla fine, tutti veniamo presi".
Suona come un monito, questo 1922 tratto da un racconto di Stephen King, uscito all'ombra del pubblicizzatissimo - a ragione - It e del leggermente sopravvalutato Il gioco di Gerald sempre grazie alla realtà di Netflix, che si propone di essere la "Land of opportunity" delle prossime stagioni non solo sul piccolo schermo: una storia nerissima, truce, interpretata da un grandissimo Thomas Jane - che aveva già masticato la materia del Re del brivido in The Mist - legata a doppio filo al concetto di senso di colpa, uno dei macigni più grossi con i quali ognuno di noi finisce per fare i conti a più riprese nella vita a seconda di quelle che sono o sono state le scelte compiute nel proprio percorso.
Senza dubbio uccidere qualcuno - ed in particolare il tuo compagno o compagna - ha un peso decisamente differente rispetto al raccontare una bugia o fare un torto a qualcuno, eppure il concetto dietro l'intera vicenda appare molto chiaro, specialmente perchè seminato nel campo più fertile per questo tipo di dinamiche: la Famiglia.
La vicenda dei protagonisti, che passa dal rapporto progressivamente più incrinato dei coniugi James e si riflette sul figlio tocca alcune delle tematiche care al vecchio Stephen, trasforma in orrore quello che i protagonisti covano dentro di loro - un pò come con Shining e Misery, per intenderci - e seppur in modo forse troppo netto e sbrigativo conduce lo spettatore attraverso una favola nera in cui tutto quello che può andare storto va storto in grado di regalare inquietudine in termini emotivi - anche se rivolta a qualcuno più che in pace con i propri sensi di colpa come il sottoscritto - così come cinematografici - la sequenza dell'incubo che porta all'incontro tra Wilfred e la defunta moglie circondata dalla sua corte di ratti è davvero notevole -, ben recitata e confezionata con discreta perizia da Zak Hilditch, che da queste parti avevo già apprezzato qualche anno fa con These final hours.
Il regista, dal canto suo, riesce nell'impresa di equilibrare la cifra stilistica di King - narratore parte della storia, cornici da america di campagna, inquietudine più che orrore puro - con il suo approccio senza dubbio action, regalando i momenti migliori proprio sfruttando la suggestione del protagonista progressivamente divorato dal senso di colpa e dalla "maledizione" che l'aver compiuto una scelta ed un gesto così estremi paiono avergli fatto guadagnare - un pò come per l'ottimo e troppo poco considerato Soldi sporchi di Raimi, per citare un esempio simile -.
Non saremo di fronte ad un Capolavoro o al miglior lavoro del Re del brivido mai trasposto su grande schermo, eppure 1922 rappresenta un prodotto efficace ed abbastanza potente, che rinforza la posizione di Netflix e conferma il buono stato attuale delle produzioni nate dalla penna dell'autore americano, oltre a a garantire una serata tesa ed oscura come il genere imporrebbe senza per questo ricorrere a continui jump scares o trucchetti da due soldi: in fondo, le oscurità e gli orrori più grandi sono quelli che ci portiamo dentro - l'altro uomo, per dirla come il protagonista della storia -, gli stessi con i quali finiamo per dover fare i conti a più riprese nella vita, e che più potere acquistano su di noi, più a fondo finiscono per divorarci.
Neanche fossero una corte di ratti voraci.



MrFord



martedì 28 novembre 2017

SSFF Short Film Festival 2017




Una delle cose più appaganti del vivere le proprie passioni è di poterlo fare accanto alle persone cui vogliamo bene: fin da bambino ho condiviso quella per il Cinema con mio fratello, che con il tempo ha sviluppato la stessa in modo più pratico e differente dal mio, lavorando soprattutto sul montaggio - date un'occhiata a Zankination, il suo canale Youtube -, su un sito che nasce come un'alternativa al classico portale cinematografico - che trovate qui - e l'organizzazione di Festival come questo, che venerdì 1 dicembre avrà a Milano la sua serata conclusiva - al Cineteatro Auditorium di Settimo Milanese a partire dalle ore ventuno -.
Un modo per conoscere un mondo - quello dei cortometraggi - lontano dalle logiche della grande distribuzione e dei palcoscenici dorati ma ugualmente vivo, vitale ed interessante, e per avvicinarsi ad un'incarnazione della settima arte più di nicchia ma incredibilmente immediata.
Il Saloon, quindi, alza i calici per questa iniziativa che in qualche modo torna a rispolverare anche il proposito del sottoscritto di ospitare giovani registi ancora poco conosciuti - e per restare in tema, a breve avremo il ritorno da queste parti di Fabio Cento e Klaverna, in passato già giunti al bancone del sottoscritto, con i loro nuovi progetti -, ed approfitta per farlo della reunion dei due scombinati per eccellenza del clan Ford.



MrFord

lunedì 27 novembre 2017

Nemesi (Walter Hill, Francia/Canada/USA, 2016, 95')





Se si potesse legittimare una petizione a favore dell'old school, sarei senza dubbio il primo firmatario.
Le lezioni che giungono dal passato - soprattutto se con due palle considerevoli - non andrebbero mai dimenticate nel momento in cui si decide di costruire il futuro, a prescindere dal fatto che non si saprà mai, quando lo stesso diverrà passato, se sarà stato abbastanza forte da fare la differenza.
Walter Hill è da sempre uno dei registi più importanti per quanto riguarda il Cinema americano del sottoscritto: I guerrieri della notte, I guerrieri della palude silenziosa, Danko sono solo alcuni dei cult che questo spigoloso Maestro ha regalato agli appassionati ai tempi della sua consacrazione, prima che la stessa spigolosità e l'essere parte di un'epoca in cui non si facevano sconti finissero per relegarlo in un angolo del mondo dorato della settima arte.
L'ultima volta che il vecchio Walt aveva dato sue notizie la ricordo piuttosto bene, grazie a quel Jimmy Bobo che vedeva tra i protagonisti Stallone e l'allora non così conosciuto Jason Momoa, una tamarrata vecchio stile che non sfigurava affatto - anzi - rispetto ai tentativi maldestri dei registi attuali di lanciarsi in esperimenti dello stesso tipo, che mi fece gridare il bentornato ad un vecchio leone del Cinema a stelle e strisce: questo Nemesi - terribile adattamento italiano dell'originale The Assignement - non raggiunge, purtroppo, il livello del lavoro precedente del regista, ma senza ombra di dubbio conserva alcuni dei tratti distintivi di un Autore che non ha mai fatto sconti a nessuno e che ancora oggi paga per il carattere che l'ha sempre contraddistinto.
Il plot di Nemesi, del resto, sarebbe stato più che bene sia negli anni ottanta che - oso - nei novanta, regala buoni twist e quasi strizza l'occhio all'ondata di tentativi pseudo pulp - ovviamente di caratura minore - nati all'inizio degli Anni Zero - da Sin City a 300, sono molti gli esempi in questo senso -, un finale decisamente interessante ed un'idea di base fuori dagli schemi del genere: peccato, di contro, che un limitato budget ed un approccio forse troppo artigianale finiscano per minare un prodotto implausibile e sopra le righe ma potenzialmente molto divertente, finendo per giungere ad una via di mezzo che con ogni probabilità schiferà l'audience radical lontana da un certo tipo di pellicole e lascerà perplessi i fan della prima ora, abituati al meglio che questo grande regista ha regalato in passato.
Non una produzione, comunque, da sottovalutare, ma da seguire con attenzione non tenendo troppo conto della trasformazione decisamente imbarazzante della protagonista Michelle Rodriguez - che pare più mascolina in veste femminile che truccata decisamente male da uomo nella prima parte - quanto più del racconto a posteriori della "nemesi" Sigourney Weaver, pronto a regalare spunti di riflessione sia in termini di intrattenimento che etici, senza contare il suo strano rapporto con l'antagonista, personaggio comunque negativo e costruito sulle ombre almeno quanto il suo.
Un duello, dunque, tra villains - pentiti o no che siano - inedito in termini di trama e svolgimento, non perfetto nella messa in scena o nello stile ma ugualmente efficace, segno che, seppur invecchiato e limitato da fattori più legati a scrittura e produzione che non regia, Hill abbia comunque ancora qualcosa da dire, un dettaglio assolutamente non trascurabile che alcuni registi che potrebbero essere suoi figli o nipoti possono anche tranquillamente scordarsi di immaginare.
Potrà senza dubbio considerarsi ben lontano dall'essere in prima linea, ma Walter Hill conferma, almeno idealmente, di essere ancora ed indiscutibilmente un "guerriero".




MrFord



 

venerdì 24 novembre 2017

A ghost story (David Lowery, USA, 2017, 92')





Penso che tutti, religiosi, atei o qualsiasi cosa si possa essere, si siano chiesti almeno una volta nella vita cosa ci aspetta una volta che questo grande circo sarà finito, quando il corpo chiuderà i battenti e la mente saluterà baracca a burattini.
Credo sia umano tentare, in questo senso, di trovare una risposta alla paura, all'ignoto, al Tempo che inghiotte e ritorna, alle sfumature che possono o non possono esistere nel nostro mondo e oltre.
Me lo sono chiesto spesso anch'io, che da ateo miscredente adoratore della vita vorrei poter essere un highlander, o un vampiro immortale - anche se mi romperebbe non poco le palle evitare il sole e la luce del giorno, che adoro - pur di rimanere attaccato a questa palla di fango il più a lungo possibile.
Deve esserselo chiesto parecchio anche David Lowery, che con A ghost story tira fuori dal cilindro un miracolo che dal regista dello scialbo e retorico Il drago invisibile davvero non mi aspettavo: perchè più che una storia di fantasmi, il regista regala al pubblico una riflessione da brividi sul Tempo, l'Amore, la Vita e tutte quelle cose che rendono così straordinaria l'esistenza, per quanto dolorosa a volte possa essere, riuscendo nella quasi impossibile impresa di creare un cocktail tra Ghost e Gaspar Noè, due ingredienti che, almeno sulla carta, parrebbero inconciliabili almeno quanto la razionalità e l'istinto, la ragione e la fede, qualsiasi coppia di opposti e di amanti che popolano l'universo.
La vicenda dei due protagonisti di questa storia, del loro legame, dei messaggi nascosti, la musica, una casa che diviene il ricettacolo dei ricordi di una, dieci, cento vite che scorrono come sabbia in una clessidra pronta a ribaltarsi e ricominciare il suo inesorabile corso, per quanto apparentemente ostica in termini di ritmo, è una delle più toccanti e profonde dell'anno, e spinge A ghost story in alto nella classifica non solo di gradimento, ma anche e soprattutto in quella che permette ad alcuni titoli di entrare nel cuore e non uscirne.
Neanche fossero la nona di Beethoven.
Per quanto, comunque, si possa scrivere o filosofeggiare o recensire, un film come questo - con un budget ridotto all'osso, due attori di punta pronti a sacrificarsi come fossero esordienti, Casey Affleck in primis - più che analizzato andrebbe vissuto sulla pelle, in bilico tra la speranza che il Tempo non ci lasci fuori dalla sua danza e ci permetta in qualche modo di continuare a fare parte dell'Esistenza e la tristezza e la malinconia da spettatori di uno spettacolo che una volta era nostro, e che di colpo ci ritroviamo a vivere dall'altra parte della barricata.
Curioso inoltre che, in un anno avaro di grandi soddisfazioni sul grande schermo, una piccola perla come questa non abbia ancora trovato uno spazio in sala, e non si abbia alcuna notizia a proposito di un'eventuale distribuzione italiana: dobbiamo ringraziare la rete e la blogosfera che con il loro passaparola finiscono per fornire occasioni ed esperienze a tutti noi amanti della settima arte non adeguatamente considerate, pronte a sostenere un Malick mistico ed autoreferenziale qualsiasi piuttosto che una sua versione più potente e riuscita come questa.
Ma non voglio che una polemica, così come, per l'appunto, una semplice recensione, possano in qualche modo distogliere l'attenzione da un'esperienza di visione come questa: da adoratore della vita, un film che vada oltre la stessa come questo raccoglie un'intensità che è necessario provare, perchè non sarà mai come ascoltarla raccontata o tradotta in parole o gesti da altri.
A ghost story è la storia di fantasmi più viva che abbia mai avuto il piacere di ascoltare. O ancora meglio, di sentire.
E nella poesia di quel non detto e non letto che porta ad un passo oltre nel finale, c'è tutto quello che non dobbiamo dire e non leggere.
Perchè è vita allo stato puro.
Anche di fronte alla morte, alla fine, al Tempo.




MrFord




giovedì 23 novembre 2017

Thursday's child




Ed eccoci giunti ad una nuova edizione della rubrica dedicata alle uscite in sala più imprevedibile della blogosfera, con il sottoscritto e Cannibal Kid pronti ad accogliere ogni settimana un ospite differente per tenere alte tensione, rivalità ed un'atmosfera frizzante.
Questa volta a darci manforte è giunta Alma, blogger artistica di lungo corso che tiene compagnia come lettrice sia a me che al mio rivale fin dai nostri esordi o quasi: quali saranno state le sue posizioni? Avrà mantenuto un approccio da mediatrice, o avrà palesemente preso le parti di uno dei due nemici più agguerriti della rete?



"Cosa sta succedendo? Perchè hanno chiamato l'esercito?" "Cannibal e Ford preparano un nuovo numero della rubrica."



Flatliners – Linea mortale

"Solo così posso sciropparmi i film consigliati da Cannibal!"

Alma: E cominciamo subito con una botta di vita, con i protagonisti che vogliono ritornare dalla morte. Perché? Rimanere vivi dopo la visione di alcuni film non è più valido? Dite che vedere questo film equivale a ritornare dalla morte? Forse Cannibal è più disposto a rischiare visto che ci sono Ellen Page e Nina Dobrev, ma ricorda: i benefici iniziali li dovrai pagare poi con gli interessi.
Cannibal Kid: Alma va subito a segno e dimostra di conoscermi bene. Guarderò questo film principalmente per Ellen Page e soprattutto per Nina Dobrev, ma non solo. Sono anche incuriosito dal confronto tra questo sequel/reboot e il film originale, un semi-cult anni '90, e in quanto semi-cult anni '90 probabilmente detestato da Ford che in quel periodo ha subito ingenti traumi. Peccato solo che, oltre al film nuovo, devo ancora recuperare quello vecchio e il tempo stringe!

Ford: non ho mai amato particolarmente il sopravvalutato originale anni novanta - il decennio cult di Cannibal del resto è il più sopravvalutato del Novecento - e questo remake pare riuscire nell'impresa di essere di gran lunga peggiore. Passo volentieri la palla al mio antagonista, mentre consiglio Alma di evitarlo come la peste.

Detroit

"Per quale motivo sono in arresto, agente?" "Sei accusato di Cannibalismo, amico. Roba davvero grave."

Alma: E qui passiamo alle storie vere: scontri tra la comunità afroamericana e la polizia. All'inizio ho subito pensato a fatti recenti e invece no, siamo nel 1967. Non saprei dire se ne vale la pena. Amo i film basati su storie vere, ma molto spesso o cercano di suscitare facile pietà oppure non arrivano. Però la regia è di Kathryn Bigelow quindi potrebbe essere valido. Non dimentichiamo poi che da quando ha sconfitto Avatar di James Cameron, è diventata santa per Cannibal Kid.
Cannibal Kid: Goal numero 2 di Alma! Kathryn Bigelow per me Santa Subito dopo la notte degli Oscar 2010 in cui il suo The Hurt Locker, per quanto non un capolavoro, ha impedito che si commettesse uno dei peggiori crimini nella storia del cinema assegnando la statuetta di miglior film ad Evitar. Crimine di cui uno come Ford sarebbe stato più che volentieri complice. Se poi aggiungiamo che con il successivo Zero Dark Thirty la regista ha regalato a Jessica Chastain uno dei ruoli migliori della sua carriera, è quasi inutile aggiungere che questo suo nuovo Detroit arriva al giudizio di Pensieri Cannibali in maniera imparziale quanto la Juve al cospetto di un arbitro nel campionato italiano.
Ford: la Bigelow è una delle registe più cazzute della Storia di Hollywood, così tanto cazzuta che se dovesse incontrare Cannibal lo riempirebbe di cazzotti senza fatica. Avendo poi piazzato colpi nella sua carriera come Point Break o Zero Dark Thirty, direi che questo Detroit rischia di essere il mio film della settimana, del mese e forse dell'ultima parte dell'anno.

American Assassin

"Cosa ci fai vestito in quel modo? Il chiodo è passato di moda da un pezzo!" "Sto adottando uno stile visibilmente fordiano!"

Alma: A giudicar dal trailer, questo film grida: "Vendetta!!!" Essenzialmente non mi attira, passo la palla al balzo a Ford. Credo che tra i due, sia lui quello più interessato.
Cannibal Kid: Il giovane Dylan O'Brien addestrato dal vecchio Michael Keaton? Cos'è, la versione cinematografica di un sogno di Mr. Ford, che da sempre desidera addestrare me, senza successo?
Le storie di vendetta, Kill Bill a parte, non è che mi facciano impazzire, però quelle di arruolamento nella CIA o nell'FBI, stile le serie Alias e Quantico o il sottovalutato film con Colin Farrell e Al Pacino La regola del sospetto, stranamente le gradisco molto quindi questo American Assassin direi che mi attira. Anche se probabilmente meno rispetto all'American Sniper James Ford.
Ford: come giustamente scrive Alma, questa dovrebbe essere la mia materia, eppure già dal trailer questo film mi pare davvero una bolla di sapone di quelle buone per Cannibal, che continua ad esaltare filmetti trascurabili ed ignorare o criticare titoli invece meritevoli.
Potrei concedere una visione a tempo perso, anche se l'inconsistenza della maggior parte delle uscite dell'ultimo periodo mi ha portato a dedicarmi più alle serie televisive che altro, nelle ultime settimane.

Il domani tra di noi

"Te l'avevo detto, cara, di non seguire le indicazioni di quel Ford per il nostro weekend romantico!"

Alma: "Il domani tra di noi"?!? Da "La montagna tra di noi" (traduzione del titolo originale) a "Il domani tra di noi"? Cannibal c'è per caso il tuo zampino nella scelta del titolo? Comunque, non è che Kate Winslet sia rimasta invidiosa delle prodezze di Leonardo DiCaprio in Revenant e avrà pensato "So fare di meglio"? No dai, che Kate e Leonardo stanno così bene assieme che tutti si chiedono "Ma quand'è che si sposano?". Un po' come con Ford e Cannibal.
Cannibal Kid: Se il titolo di questo survival romantico che non mi ispira per niente l'avessi deciso io, penso che sarei riuscito a trovare di meglio, tipo “Li mortacci tra di noi”, o qualcosa del genere. Riguardo al matrimonio tra me e Ford, aspetto che divorzi da Julez. Nel frattempo mi consolo con Jennifer Lawrence. Sempre che Darren Aronofsky non la porti all'altare prima. O pure lui è in attesa di Ford?
Ford: titolo italiano assurdo a parte, sono piuttosto indeciso rispetto a questo film. Da un lato, l'atmosfera rustica un po' fordiana e Kate Winslet potrebbero convincermi a fare un tentativo, dall'altro il pericolo di sòla appare importante nonostante non sia presente nel cast Cannibal Kid. E a proposito del mio antagonista, faccio uno scoop: in realtà noi siamo già convolati a nozze a Las Vegas, qualche anno fa.
E questo episodio della rubrica rivela questo incredibile retroscena!

Il libro di Henry

"Ford dice che questa macchina fotografica è di ultima generazione: sarà vero?"

Alma: Qui abbiamo il piccolo genio che, per salvare la sua amica, cerca di incastrare uno stimato ma pericoloso commissario di polizia. No, non sto parlando di Cannibal Kid e di Ford anche perché non credo che Cannibal sia un genio così come non credo che Ford sia così bastardo come quello del film.
Cannibal Kid: Film già visto e a breve arriverà la recensione, perché qui su Pensieri Cannibali i film si guardano anche, mica se ne parla solo a sproposito e per pregiudizi come fa Ford, o si perde tempo a guardare in continuazione video su YouTube come fa Alma...
Ford: Alma, se di mezzo c'è Cannibal, che come giustamente scrivi non è certo un genio, posso essere bastardo molto più del commissario qui presente. Ahahahahahah!
Per quanto riguarda il film direi che siamo di fronte alla seconda incognita della settimana: potenziale chicca o sòla conclamata? Solo il post di Cannibal - e soprattutto il mio - potrà fare luce su questo mistero.

Gli sdraiati

"Di nuovo Cannibal? Quello non ha proprio nient'altro da fare che messaggiarmi!"

Alma: Ma quanti film stanno uscendo questa settimana? Ah, è un film italiano. E per di più con Claudio Bisio. Ripeto: ma quanti film stanno uscendo questa settimana?
Cannibal Kid: Claudio Bisio è una persona intelligente. Sullo scandalo molestie sessuali ad esempio la pensa come me e ha invitato a distinguere tra molestie e avance, così come le persone dalle opere (http://www.corriere.it/video-articoli/2017/11/17/claudio-bisio-fausto-brizzi-provarci-umano-molestie-sono-cosa-diversa-invito-vittime-rivolgersi-polizia/02d55e28-cba6-11e7-8d18-939169878a8f.shtml).
Quanto a Bisio come attore e come comico, non mi è mai piaciuto. D'altra parte lo dice pure lui di separare le persone dalle opere.
Quanto al film, è tratto da un fortunato libro di Michele Serra che non sembra male e, in quanto lavoro incentrato sul rapporto tra padri e teen, sembra mettere pure questo in scena il confronto tra Ford e me.
Ford: probabilmente, se questo film avesse visto protagonisti me e Cannibal, sarebbe venuta fuori perfino una discreta figata fuori dagli schemi. Purtroppo sarà soltanto l'ennesima commedia dolceamara italiana.

Caccia al tesoro

"Scattiamoci un bel selfie da mandare a Cannibal Kid!"

Alma: Forse non avete capito bene la domanda di prima e la riformulo in altra maniera. È proprio necessario che escano questi film? Una commedia di Carlo Vanzina (stavolta è da solo) con Vincenzo Salemme e Max Tortora. Già con questi dati basta a tramortire. Non è neanche necessario sapere quale sia la trama. Forse inizio a capire perché la blog war si sia spenta in questi anni.
Alma: Alma dimostra di non avere una conoscenza approfondita dei Vanzina. Questo film è diretto da Carlo, ma la sceneggiatura è scritta come al solito insieme al fratello Enrico, che ha sempre fatto lo sceneggiatore e mai il regista. Forse Alma dovrebbe smetterla di leggere libri seri e fare attività culturali da radical-chic alla Ford, e avvicinarsi al vero grande cinema italiano!
Detto questo, non credo proprio che vedrò mai questo film, complice anche la presenza dell'insopportabile Vincenzo Salemme.
Ford: detesto Salemme e questo tipo di filmetti anche più di Cannibal. Quindi lascio la patata bollente ad Alma, che pare voglia farsi una cultura in proposito, e proseguo senza voltarmi.

Il figlio sospeso

"E così Cannibal ha cercato di rifilare un'altra delle sue croste ad Alma, eh!?"

Alma: Un altro film italiano ma questa volta dalla parte opposta dei due precedenti. Se prima avevamo castronerie a tutto andare, qui abbiamo impegno ed emozioni. Ma sarà poi così?
Cannibal Kid: Io preferisco le castonerei a tutto andare. Soprattutto se l'alternativa è una pellicola di pseudo impegno fordiano e molto amatoriale come questa.
Ford: radicalchicchismo italiano? Me ne tengo ben bene alla larga.

Gramigna

"Merda, quella Alma pesta quasi più forte di Ford!"

Alma: Un altro film dai toni impegnati, almeno a giudicare dal trailer. Non so, forse si vuol ristabilire l'equilibrio con le due commedie, si fa per dire commedia. Il punto è che sono scettica perché molte volte il risultato è "Sì, ti sei impegnato ma nel voler dimostrare troppo, non hai colto l'obiettivo. Rimandato." La gramigna poi non morirà mai, ma anche la speranza di trovare un film che mi attiri in questa settimana.
Cannibal Kid: Ford è come la gramigna. Ha 320 anni, ma non muore mai, ahahah!
E questo biopic a lui dedicato sembra essere altrettanto infestante.
Ford: Cannibal è come la gramigna. Anche quando si spera di averlo estirpato, torna sempre a sbucare fuori.

La mano invisibile

"E io che pensavo di essere in Dogville!"

Alma: A prima vista mi sembrava in qualche maniera un documentario sul precariato. Leggo la trama e scopro che i lavoratori accettano di partecipare a un reality sul precariato. In più sta cercando di convincermi con la sua impostazione scenografica che sa di teatro. Passo anche stavolta. Sentite Cannibal e Ford, intanto vi va un po' di piadina con squacquerone e rucola? Lo squacquerone è un formaggio delle mie parti, più morbido dello stracchino.
Cannibal Kid: Ford, ma come parla 'sta qua? Cus'è che l'è lo squacquerone? Una roba che fa venire lo squaraus?
Mi sa che se non lo fa venire la piadina di Alma, lo fa venire 'sto film.
Ford: questo film lo fa venire di sicuro. Di piadine, invece, me ne mangio volentieri un paio.

Nut Job - Tutto molto divertente

"Grrrrrrr! Sono il Cucciolo Eroico! Vi faccio paura?"

Alma: Tutto molto divertente?!? TUTTO MOLTO DIVERTENTE?!? Cut venja un azident! Sono un'amante dei film di animazione e qui mi si presenta l'ennesimo film animato che non è adatto neanche ai feti e in più c'è anche la canzone "Andiamo a comandare" St’atent ch’at’atac in t’la muràia. Prego solo per l'anima di Ford che molto probabilmente sarà costretto a vederlo. E intanto altri film animati, come per esempio "La forma della voce" sono distribuiti solo per due o tre giorni. Ma boia d'un patàca!
Cannibal Kid: Ford, non so te, ma io ho smesso da un pezzo di comprendere quello che dice Alma, finita in evidente stato di delirio dopo questo confronto con noi due. Lascio comunque a te la visione di questa bambinata, per giunta il sequel di un film che ovviamente non ho visto, The Nut Job, anche se avrei pronto un bel titoletto per l'eventuale post...
Non ho capito perché nel trailer italiano hanno usato Andiamo a comandare quando, a voler fare la trashata a tutti i costi, avrebbero se non altro potuto realizzare la variante “Tutto molto divertente” dell'altra hit” di Fabio Rovazzi, “Tutto molto interessante”. Forse chi vedrà il film, come il Ford, lo scoprirà...
Ford: se non ho capito male Alma viene dalle parti di mio nonno, quindi mi sa tanto che sei tu a rischiare il delirio dopo questo confronto con noi due! Ahahahaha! Ad ogni modo, vidi all'epoca il primo Nut Job, assolutamente inutile, e non mi sogno neppure di consegnare al Fordino la possibilità di essere curioso di questo inutile sequel o qualunque cosa sia.
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