lunedì 27 gennaio 2020

White Russian's Bulletin



Settimana curiosa al Saloon, con nessuna nuova visione ma tanti recuperi e momenti dedicati alle serie televisive ormai commentate e volute dai Fordini. Contrariamente alle ultime settimane, non inserirò le recensioni dei primi quattro Rocky - rivisti come è mia consuetudine e necessità - e de Il ritorno dello Jedi, che ha chiuso la prima trilogia di Star Wars decisamente apprezzata sempre dai Fordini. 
Restano dunque giusto un paio di titoli, nella speranza che, con gli Oscar alle porte, mi decida a dedicare qualche serata in più alla cara, vecchia, settima arte.


MrFord



SCRUBS - STAGIONE 5 (ABC, USA, 2006)

Scrubs: Medici ai primi ferri Poster


Prosegue la cavalcata nel recupero di Scrubs, legato principalmente all'apprezzamento che il Sacro Cuore e le sue strambe situazioni riscuotono rispetto ai Fordini, ormai legatissimi a tutto il cast di una delle serie comedy simbolo dei primi Anni Zero.
Con questa quinta stagione assistiamo ad uno dei cambiamenti più importanti affrontati dai protagonisti - la gravidanza di Carla ed il futuro che aspetta da genitori lei e Turk - mentre il resto del cast regala le consuete chicche di ironia e piacevole intrattenimento, in bilico tra sentimenti e risate.
Dovesse essere mossa una critica è che un titolo di questo tipo non potrà mai essere tanto diverso da se stesso, ma in questi casi va assolutamente bene così.
Del resto, i Fordini approvano. E io mi diverto troppo con il vecchio Cox per non essere d'accordo con loro.




MODERN FAMILY - STAGIONE 10 (ABC, USA, 2019)

Modern Family Poster


Altro appuntamento fisso che coinvolge i piccoli e i grandi al Saloon è quello con Modern Family, ormai un classico nonostante non sia mai stato un amante delle sit com. Dieci anni sono tanti, e perfino con il freschissimo prodotto ABC si sentono tutti forse per la prima volta, per quanto alcuni tra i ventidue episodi siano decisamente azzeccati.
Il cast si allarga, l'intenzione di cambiare almeno in parte le carte in tavola si nota, ma se gli autori vogliono davvero mantenere alto lo standard, dovranno rinfrescare parecchio una proposta che, ormai, per quanto azzeccata, si comincia a seguire più che altro per affezione.
La sfida, dunque, sarà, come per i Gallagher, trovare nuova linfa dalla stagione che, in differita, affronterò probabilmente tra qualche mese. Sperando che sia un nuovo inizio, e non l'inizio della fine.


lunedì 20 gennaio 2020

White Russian's Bulletin



Alle spalle le Feste, al Saloon si è ripresa con la consueta, e purtroppo ormai piuttosto scarna, programmazione limitata dagli impegni in famiglia, di lavoro, al lungo weekend di festeggiamenti per il compleanno del Fordino e alla stanchezza che, dopo cena, coglie inesorabilmente e spesso e volentieri il sottoscritto.
Ad ogni modo, per limitare i danni, a questo giro di giostra ne ho per tutti i gusti: un romanzo, una serie e un film. Quantomeno, posso dire di aver spaziato.


MrFord



I AM A KILLER (Netflix, UK, 2018)

I Am a Killer Poster

Proseguendo sull'onda che ha visto gli occupanti di casa Ford percorrere le strade del documentario offerte da Netflix in ambito serial killers e affini, si è inserita quasi a chiudere la parentesi I am a killer, una miniserie in dieci episodi che propone interviste ad occupanti del braccio della morte in alcune delle strutture detentive degli States.
Dieci storie diverse per dieci assassini diversi che, purtroppo, paiono avere un solo denominatore comune, l'infanzia difficile e legata a doppio filo ad ambienti a rischio, che fosse per contesto sociale, inclinazioni dei genitori, difficoltà economiche o dipendenze.
In questo caso non assistiamo a ritratti di serial killers, bensì a quelli - molto più disperati - di una miseria umana che finisce per non trovare altro sfogo se non quello della violenza: senza dubbio, nel corso degli episodi, si trovano spunti e trame che verrebbero buone per produzioni cinematografiche, ma non si ha troppo tempo per pensare. Resta ad aleggiare un alone di tristezza per tutte le vite spezzate, da una parte all'altra delle sbarre di un carcere.
In termini tecnici, interessanti i racconti, decisamente meno le ricostruzioni.




CASINO TOTALE (Jean Claude Izzo, Francia, 1995)

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Come già preannunciato nel corso dei Ford Awards dedicati alle letture del duemiladiciannove, Casino totale è stato una vera e propria sorpresa: regalatomi qualche anno fa da una vecchia amica, è un noir dai toni tristi e malinconici che racconta più sconfitte che vittorie, eppure è anche uno dei romanzi più traboccanti di passione per la vita che ricordi, un ritratto stupendo di Marsiglia ed una riflessione splendida e pulsante dell'amicizia e dell'amore.
Il legame tra i tre protagonisti, cresciuti insieme e poi separatisi, si può dire, proprio a causa del loro eccesso di voglia di vivere, e quello di Fabio, pronto a scoprire la verità e cercare di rimettere a posto i cocci delle loro vite, con le donne che ha amato e che forse potrà amare, è descritto come solo qualcuno che ha vissuto davvero nel senso più profondo del termine potrebbe fare. 
Dovessi pensare di paragonare Casino totale a qualcosa, direi che è sesso selvaggio fatto in estate, quando il sudore di due corpi si mescola fino a farli diventare uno, una sbronza presa con il vento in faccia e il rumore del mare in sottofondo, un disco dei Manonegra che rapisce come una danza tribale, e fa salire tutto quello che di selvaggio portiamo dentro.
Roba forte, insomma. Come piace viverla anche a me.




RICHARD JEWELL (Clint Eastwood, USA, 2019, 131')

Richard Jewell Poster


Clint, si sa, da queste parti gioca sempre in casa.
Eppure, in passato, quando c'è stato bisogno di essere più equilibrato nei giudizi - come nel recente The Mule - non mi sono tirato indietro.
Con Richard Jewell, Eastwood prosegue nella decostruzione made in USA iniziata qualche anno fa con American Sniper e proseguita con Sully e Attacco al treno, mostrando di fatto il fianco di quel Grande Paese che in tanti ancora sono convinti che difenda a spada tratta neanche fosse il primo dei trumpisti.
Ed è curioso, perchè la sequenza più decantata della pellicola, l'arringa in difesa del figlio dell'ottima Kathy Bates, mi ha lasciato quasi indifferente. Anzi, ha finito per indispettirmi. Perchè questo Clint, questo film, non ne aveva bisogno.
Perchè Richard Jewell è un gioiellino se si pensa ai legal thriller, è un film profondamente sentito, è una protesta accesa di un repubblicano convinto all'indirizzo di un Governo sì democratico, ma sempre e comunque di un Paese che adora visceralmente.
Io non sono americano, e a prescindere dall'ingiustizia - pur se a posteriori - percepita, sono stato investito dalla pellicola principalmente per aver rivisto molti tratti del Fordino in Richard Jewell: ho visto un essere umano sensibile, profondo, forse ingenuo nell'essere troppo scoperto rispetto ad un mondo che, per chi è troppo scoperto, non ha alcuna pietà.
Spesso si parla, giustamente, di vittime collaterali. Si potrebbe pensare che Richard Jewell sia un film che tratta della principale vittima collaterale di un attentato che avrebbe potuto contare molti più morti. E non li ha contati principalmente per quella vittima.
In barba al fatto che le vittime, storicamente, sono la parte più debole.


lunedì 13 gennaio 2020

White Russian's Bulletin



Prosegue la carrellata di titoli da grande e piccolo schermo passati dalle parti del Saloon nel corso delle vacanze natalizie, occasione buona per rilassarsi - almeno sulla carta - per qualche ora in più rispetto alla routine quotidiana ed evitare di addormentarsi secchi sul divano ad ogni visione.
A giocare un ruolo da protagonista è sempre Netflix, che come le realtà che ha generato sta occupando uno spazio sempre più rilevante nell'economia delle visioni domestiche, segnale che il futuro - anche del Cinema - passa sempre più da questo tipo di canale.


MrFord


NELLA MENTE CRIMINALE (Netflix, USA, 2017)

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Da sempre in casa Ford ci si è interessati, in termini di letture e visioni, del lato oscuro - o quantomeno di uno dei tanti - dell'Uomo, in particolare quello che porta alcuni tra noi a percorrere strade che parrebbero agghiaccianti perfino se paragonate a horror o thriller mozzafiato: questa miniserie in quattro puntate analizza fenomeni ben definiti - serial killers, rapimenti, leader di sette e boss criminali - sfruttando esempi noti per sottolinearne le caratteristiche principali.
Nulla di trascendentale o rivoluzionario, quanto più un'infarinatura utile per chi non conoscesse questo tipo di crimini approfonditamente e volesse compiere un primo passo all'interno della zona d'ombra che inesorabilmente portano con loro.
Non fondamentale, ma comunque utile per un ripasso.




6 UNDERGROUND (Michael Bay, USA, 2019, 128')

6 Underground Poster


Giunto dalle parti di Casa Ford con tutte le aspettative della tamarrata buona per alleggerirsi la mente e superare le "fatiche" delle Feste, il lavoro di Michael Bay che tanto pare una strizzatona d'occhio al filone che originò con Pulp Fiction Tarantino negli anni novanta e con il tempo portò a cose interessanti - The Snatch, a loro modo i due Crank - e molte altre decisamente meno si rivela essere una baracconata non così esaltante, decisamente troppo lunga e priva di quel minimo spessore che determina il confine tra il divertissement ed il giocattolone realizzato solo per mostrare effetti speciali ed affini.
Un peccato, perchè le possibilità di portare a casa qualcosa di davvero divertente c'erano tutte, mentre a conti fatti le poco più di due ore in questione, passati i primi momenti di ambientamento, finiscono per apparire una sequela troppo lunga di macchine ribaltate e momenti action montati troppo velocemente.




GIU' LE MANI DAI GATTI: CACCIA A UN KILLER ONLINE (Netflix, USA, 2019)

Giù le mani dai gatti: caccia a un killer online Poster


La vera chicca del periodo di visioni delle Feste: consigliato da mio fratello e sua moglie, questo inquietante documentario ricostruisce la vera vicenda di uno psicopatico che, non troppi anni fa, postò online un video che lo ritraeva togliere la vita a due gattini, scatenando la rabbia ed il desiderio che la giustizia facesse il suo corso di un gruppo di appassionati della rete che si attivarono in modo da identificarlo e consegnarlo alle autorità.
Questo portò a due anni di indagini e alla scoperta che quello stesso individuo non si sarebbe fermato agli animali, ma avrebbe tolto la vita - ed in modo agghiacciante - anche ad una persona: un viaggio da brividi nella mente di un killer e negli occhi di chi si dedicò alla sua ricerca che colpisce e lascia sconvolti come i migliori episodi della serie Blu Notte, raccontando una storia vera più incredibile di qualsiasi film e perdendo punti soltanto con la chiusa finale, un pò troppo furbetta e a suo modo moralista.
Nonostante quel piccolo scivolone, però, un prodotto consigliatissimo e senza dubbio da recuperare.




JUMANJI - THE NEXT LEVEL (Jake Kasdan, USA, 2019, 123')

Jumanji - The Next Level Poster


Attesissimo dai Fordini - ma anche da me, inutile prenderci in giro - il secondo capitolo del nuovo franchise di Jumanji con protagonista The Rock si è rivelato un altro ottimo esperimento di Jake Kasdan, che pur senza strafare - nonostante i numerosi cambi e le divertenti evoluzioni degli avatar passati da un charachter all'altro la vicenda scorre abbastanza prevedibile, ed il villain della storia appare poco caratterizzato - porta a casa la pagnotta con un giocattolone godibilissimo e piacevole, pronto a strappare ben più di qualche risata ed intrattenere grandi e piccini sfruttando il meccanismo del videogioco applicato al concetto del vecchio film d'avventura anni ottanta.
Oltre al sempre più convincente in questo tipo di ruoli Dwayne Johnson, un plauso va ai vecchietti Danny DeVito e Danny Glover, così come a tutti gli interpreti degli avatar del gioco, bravissimi nel replicare anche fisicamente i loro alter ego al di fuori dello stesso.
Sarà pop e decisamente poco autoriale, ma una proposta del genere, a mio parere, fa respirare tutti e funziona sempre.




INSTANT FAMILY (Sean Anders, USA, 2018, 118')

Instant Family Poster

Chiude la carrellata un recupero di quelli buoni per le serate da divano e pieno relax legato al regista di Daddy's Home - un guilty pleasure assoluto per il sottoscritto -, forse un pochino troppo politically correct e buonista ma comunque piacevole da guardare, in particolare per chi ha voluto e dovuto confrontarsi con la durissima realtà dell'essere genitore - in questo caso amplificata, considerato che parliamo di famiglie affidatarie -: Mark Wahlberg è sempre una certezza in quanto a fordianità e pane e salame, la storia è giusta per questo tipo di produzione, la visione scorre senza intoppi.
Anche in questo caso non si è certo di fronte al titolo della vita, ma ad una di quelle visioni che, di tanto in tanto, comunque fanno bene, se non altro per farsi quattro risate insieme e, magari, per i più sensibili, anche un paio di lacrime di quelle buone.


lunedì 6 gennaio 2020

White Russian's Bulletin


Alle spalle i Ford Awards ed i festeggiamenti di fine anno, torna il Bulletin portando in dono tutto quello che, nel periodo delle vacanze natalizie, è passato sugli schermi del Saloon, dalle novità in sala alle serie, dai recuperi ai titoli appena usciti.
In alcuni casi ci sono state ottime sorprese che potrebbero essere protagoniste dei Ford Awards il prossimo anno, in altri, purtroppo, anche delusioni.


MrFord



SCRUBS - STAGIONE 4 (ABC, USA, 2004)

Scrubs: Medici ai primi ferri Poster

Prosegue il recupero di casa Ford dell'ormai classicissima Scrubs, che nonostante il tempo che passa continua a risultare divertente e fresca, pronta ad allietare pranzi e cene facendo impazzire perfino i Fordini. Nel corso della quarta stagione, oltre alle vicissitudini sentimentali sia della solidissima coppia Turk/Carla, si assiste al passaggio professionale dei ragazzi una volta terminato il periodo di praticantato, senza che questo però limiti le pressioni ricevute dal mitico Kelso e dall'ancor più mitico Cox, che resta uno dei charachters più azzeccati di sempre.




STAR WARS EPISODIO IX - L'ASCESA DI SKYWALKER (J.J. Abrams, USA, 2019, 142')

Star Wars: L'ascesa di Skywalker Poster

Ricordo bene l'esaltazione che provai quando vidi per la prima volta il trailer di quello che, almeno sulla carta, dovrebbe o avrebbe dovuto essere l'ultimo capitolo della saga di Star Wars: considerata la qualità dell'Episodio VII e, seppur con un calo, dell'VIII, speravo in una chiusura davvero col botto per la terza trilogia, in barba all'altalenante seconda.
Purtroppo, però, le aspettative sono state deluse a seguito di un film davvero poco memorabile, che alterna poche buone idee e momenti da pathos figlio di un ultimo capitolo a lunghi minuti di ordinaria amministrazione e scelte discutibili - era davvero necessario il ritorno di Palpatine? -: un vero peccato, perchè se, con tutti i suoi punti deboli, la già citata seconda trilogia era partita malissimo per chiudersi molto bene - La vendetta dei Sith è un gran film che andrebbe rivalutato - questa ha imboccato il percorso inverso, e considerato come era iniziata, non può che essere una perdita per tutti i fan di questo universo così ricco e mitico.




THE WITCHER - STAGIONE 1 (Netflix, USA, 2019)

The Witcher Poster

Tanto Star Wars è stata la sorpresa in negativo delle Feste, quanto The Witcher è stata quella in positivo: tratta da un popolare videogioco ed interpretata da Henry Cavill - che non mi aveva mai convinto -, pensavo che si sarebbe rivelata una mezza porcata da abbandonare dopo il primo episodio. Al contrario, invece, non solo il protagonista funziona molto meglio da Geralt di Rivia che da Superman, ma gli autori sono riusciti a trovare il giusto mezzo tra la tamarrata, l'opera pulp violenta ed ironica, l'iconografia nerd da giocatori di ruolo e l'atmosfera giusta per conquistare il pubblico a più livelli - si pensi solo alla coppia formata dal Witcher e il bardo, perfetto nel diventare la sua spalla comica - costruendo un giocattolone piacevole e divertente, che mi ha fatto venire una gran voglia di provare la versione videoludica ed alimentato l'hype per la seconda stagione, prevista per il duemilaventuno.
Sinceramente, dono molto volentieri il soldo al mio Witcher.


mercoledì 1 gennaio 2020

2019 in music

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Ad aprire il nuovo anno, come ormai da tradizione, è il post dedicato ai pezzi che nel corso dei dodici mesi appena trascorsi sono stati i più ascoltati in termini di rotazione e "successo" in casa Ford, in barba a qualità effettiva o quantità di "pop" espressa.
In un certo senso, questo è il juke box pane e salame del Saloon dell'anno che abbiamo appena salutato.


GENNAIO: IL CIELO NELLA STANZA di SALMO


L'anno si è aperto così come si era chiuso il precedente, con il disco di Salmo a farla da padrone. E si apre con un pezzo splendido, che mescola sentimento e passione, produzione perfetta, pane e salamissimo e grande wild. E che ormai ho nel cuore e nei ricordi impresso a fuoco.


FEBBRAIO: SHALLOW di LADY GAGA&BRADLEY COOPER


Ho detestato il film A star is born, considerandolo uno dei più inutili degli ultimi anni, eppure il pezzo che ha trascinato lo stesso è una vera e propria bomba, che ho adorato e che ha rappresentato una colonna sonora fondamentale per il duemiladiciannove, scandendo i passi verso un futuro che costruisco ancora oggi giorno dopo giorno. 

MARZO: ROLLS ROYCE di ACHILLE LAURO


A seguito del Festival di Sanremo ho cominciato a riscoprire la Musica "giovane" che tanto avevo criticato nel corso degli ultimi anni, grazie anche e soprattutto al pezzo energico e pieno di riferimenti di Achille Lauro, uno cui non avrei dato un centesimo neanche se mi avesse pagato per farlo.
E invece eccolo lì, pronto a sorprendermi. Bene così.


APRILE: E' SEMPRE BELLO di COEZ


In un anno musicalmente "molto italiano", nel corso di un aprile vissuto "a metà", ho scoperto Coez, tamarrissimo eppure in grado di raccontare come pochi nel suo genere sanno fare, che con questo pezzo è entrato di prepotenza tra i miei preferiti, finendo per accompagnarmi anche quando ho sbandato, quasi volesse ricordarmi dove volevo andare davvero.


MAGGIO: AK77 dei LINEA 77 feat.  SALMO e SLAIT


Alle spalle un aprile in cui ho incassato colpi, ci sono voluti i Linea 77 e Salmo, pronti ad omaggiare un Capolavoro di Kubrick, per spingermi a trovare le energie per sollevarmi e combattere per non mollare, con un pezzo arrabbiato e molto anni novanta ma tosto e pieno di riferimenti in cui mi sono ritrovato alla grande. 


GIUGNO: BAD GUY di BILLIE EILISH


Ad inaugurare l'estate è giunta una delle sorprese più interessanti dell'anno, altra giovane che ha sancito l'ufficiale ricongiungimento del vecchio cowboy con la Musica di chi potrebbe essere suo figlio. Pezzo ipnotico e coinvolgente, prodotto benissimo, che in realtà ha finito per accompagnare tutta l'estate fino quasi all'autunno.


LUGLIO: OLD TOWN ROAD di LIL NAS X feat. BILLY RAY CYRUS


Bomba totale nonchè uno dei miei pezzi preferiti degli ultimi mesi, questo curioso mix tra hip hop classico e country tamarro oltre misura è irresistibile, ed ancora oggi quando parte nella playlist delle "hit" scatena un coinvolgimento da grande superclassico.
La contaminazione nel miglior senso del termine.

AGOSTO: LA HIT DELL'ESTATE di SHADE


Agosto, come è giusto, è storicamente il mese più leggero, tra hit, vacanze e voglia di sbattimenti zero: a questo giro di giostra a fare la parte del leone è stato Shade, con un pezzo che ancora oggi, nel pieno delle vacanze di Natale, i Fordini ballano e cantano scatenati pur non sapendo neppure per sbaglio cosa sia una caraffa di mojito. 


SETTEMBRE: DOMENICA di COEZ


Il rientro dalle vacanze è sempre più leggero e soffuso, anche se le emozioni diventano sempre più intense. Torna anche Coez, che ora accompagna in un viaggio sempre più intenso e magico, e schiaccia l'acceleratore per portarlo sempre più vicino, e renderlo sempre più vivo.


OTTOBRE: MEMORIES dei MAROON 5


Un mese strano, quello del passaggio ai quaranta, che riporta a galla i ricordi e scopre fragilità.
Ma anche un mese che apre un capitolo nuovo della vita, di quelli che valgono la pena di essere vissuti perchè non può che essere così, che grazie alla forza dell'esperienza e del passato permette di guardare verso il futuro. E le "memories" diventano un insegnamento, un massaggio, tappe fondamentali.


NOVEMBRE: ENFASI di LA SIERRA


Ogni anno, con l'edizione di X-Factor, scelgo sempre un "protetto", e a questo giro di giostra sono stati i bulgarissimi La Sierra, esponenti del linguaggio giovane che ho fatto fatica ad accettare e che ho ritrovato come quando fai la pace con un figlio dopo un litigio. Enfasi, il loro pezzo, è un gran bel concentrato di tamarraggine, scrittura interessante e voglia di raccontare. Tutte cose che ho sempre apprezzato. E poi dice il vero, "non devi darmi se poi devo darti".


DICEMBRE: BLUN7 A SWISHLAND di THA SUPREME


Scoperto grazie a X-Factor dove è stato ospite, con Tha Supreme ho finalmente compreso il fenomeno trap, che ho detestato con tutto il cuore fin dalla sua esplosione. Il ragazzo - che potrebbe essere comodamente mio figlio - ha portato qualcosa di nuovo sul panorama musicale, ha una produzione incredibile alle spalle e scrive, per quello che un vecchio come me può capire, seguendo una metrica ed una costruzione che hanno qualcosa di geniale. 
Ed è sempre bello, per dirla come Coez, riconoscere in qualcuno di più giovane qualcosa di nuovo che possa davvero scuotere le fondamenta del vecchio.


MrFord
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