Regia: Oliver Stone
Origine: USA
Anno: 2012
Durata: 131'
Durata: 131'
La trama (con parole mie): Ben e Chon sono due amici inseparabili, imprenditori a capo di un'impesa milionaria legata alla coltivazione e distribuzione di marijuana che li ha resi noti in tutta la California. Il primo è un pacifista plurilaureato che con i guadagni gira il mondo aiutando popolazioni in difficoltà, il secondo è un ex navy seal, un killer. Il primo si perde in notti da letto e carezze, il secondo scopa dove capita esorcizzando il male che porta dentro.
Ben e Chon condividono tutto, anche l'amore della loro vita: Ophelia detta O, devota ugualmente ad entrambi, come se fosse possibile essere innamorati in tre, contemporaneamente.
La vita da sogno dei ragazzi è però bruscamente interrotta con l'arrivo di un'offerta del Cartello messicano diretto con pugno di ferro da Helena e coordinato dal suo braccio armato, Lado: Ben pensa di poter semplicemente rifiutare la collaborazione, Chon sa già che la situazione precipiterà.
Prima di riuscire ad attuare il piano di dileguarsi facendo perdere le proprie tracce, infatti, O viene rapita dagli uomini di Helena: i due amici inseparabili non potranno, a quel punto, più tirarsi indietro dalla guerra.
Qualche anno fa, quasi per caso, acquistai in libreria un romanzo che mi avvinse già dalla trama in quarta di copertina, e che - questo ancora non lo sapevo - mi avrebbe rivelato uno degli autori destinati ad entrare nell'Olimpo letterario di casa Ford, un signore di nome Don Winslow: L'inverno di Frankie Machine era il titolo in questione.
Raccontava il ritorno in azione - molto poco voluto - di un ex killer della Mafia che figurai nella mia testa durante la lettura come una sorta di Michael Madsen un pò più vecchio, sognando già l'ipotetica trasposizione cinematografica - finora rimasta nel limbo - firmata da Michael Mann con De Niro protagonista.
La lettura fu ottima, tanto da ricordarmi uno dei miei libri preferiti di tutti i tempi - Come una bestia feroce di Edward Bunker -, e quando tempo dopo recuperai Il potere del cane realizzai di avere tra le mani l'opera di uno scrittore assolutamente incredibile.
Come se non bastasse, i lavori di Winslow che lessi di seguito mi stupirono tutti in positivo, almeno fino a Le belve: per la prima volta, infatti, quello che stringevo tra le mani aveva l'aspetto dell'opera finta e posticcia, cool e alla moda abbastanza da stuzzicare immediatamente l'appetito di Hollywood che pronti via avviò la macchina della produzione coinvolgendo un regista discontinuo eppure decisamente potente, Oliver Stone, nell'operazione.
In questo senso, ammetto di essere partito discretamente prevenuto a proposito dell'operato del regista di Platoon - altra enorme delusione per il sottoscritto -, che speravo si rivelasse più una tamarrata dai colori sgargianti che non una prova da "ambizione molto superiore al talento" quale era stata, di fatto, quella del romanzo: purtroppo per me, Le belve - sarà anche per la collaborazione alla sceneggiatura di Winslow - mantiene lo spirito del libro alla grandissima, cosa che sarebbe stata particolarmente apprezata se il punto di riferimento fosse stato in grado di farmi gridare al miracolo - come i già citati Come una bestia feroce e Il potere del cane, ad esempio - ma non nel caso di uno scritto ipertrofico e pompato che probabilmente il vecchio Don ha partorito in un momento di profonda e radicata crisi di mezza età sperando di poter tornare giovane, muscoloso, con i capelli e vivere un'avventura incredibile accanto ad una tipa mozzafiato pronta a soddisfarlo in tutto e per tutto.
Da questo punto di vista, forse, Stone è riuscito in un'impresa non da poco - soltanto i Coen con Non è un paese per vecchi, di recente, ce l'avevano fatta conservando lo stesso rispetto per il romanzo d'ispirazione -, tra l'altro ritrovandosi a maneggiare una materia che già conosceva, e addirittura il finale - reso più morbido rispetto a quello disperato e definitivo del libro - pare quasi non stonare all'interno dell'economia di una visione che fa dell'eccesso la sua parola d'ordine, quasi si stesse parlando di una versione aggiornata di U-Turn, uno dei film di Stone meno amati dal sottoscritto, tra le altre cose: il montaggio frenetico e videoclipparo, i protagonisti scelti principalmente per la loro fisicità - anche se, occorre ammetterlo, Taylor Kitsch in originale pare assumere uno spessore maggiore, a livello attoriale -, il gusto dell'estremo che filtra attraverso le figure sopra le righe - e a tratti irritanti - di Del Toro e Travolta sono tutto il fumo negli occhi di una pellicola che vorrebbe fotografare le sfumature dell'essere selvaggi - interessante notare il parallelo secondo il quale gli uomini del Cartello da una parte e Ben, Chon e O dall'altra ritengano gli avversari, per l'appunto, tali - ma che, di fatto, si preoccupa soltanto dell'impatto creato in superficie.
Quasi come se, per uscire a farci una bella bevuta, affittassimo una Hummer per andare a parcheggiarla in doppia fila, invece che entrare in sordina nel locale e riuscire a bere più di chiunque altro: troppo facile, caro Oliver.
Come era stato troppo facile per il caro Don.
Resta, dunque, con lo scorrere dei titoli di coda, la sensazione di aver assistito ad uno spettacolo che non sarà stato così male ma decisamente non si ritroverà destinato a rimanere impresso nella memoria, quasi come una conquista in una serata di baldoria: il mattino dopo, più della stessa, sarà la presenza dell'hangover ad occupare tutti i nostri pensieri.
Forse Winslow e Stone sono più e troppo simili di quanto non sarebbe stato utile al romanzo - e al film -.
Forse ci sarebbe voluto un Rodriguez, per raccontare le gesta leggendarie di un terzetto che, invece di uscire dalla pagina e dallo schermo come la sua leggenda vorrebbe, finisce per essere il ritratto senza spessore di una generazione che bada solo ed esclusivamente alla copertina.
Raccontava il ritorno in azione - molto poco voluto - di un ex killer della Mafia che figurai nella mia testa durante la lettura come una sorta di Michael Madsen un pò più vecchio, sognando già l'ipotetica trasposizione cinematografica - finora rimasta nel limbo - firmata da Michael Mann con De Niro protagonista.
La lettura fu ottima, tanto da ricordarmi uno dei miei libri preferiti di tutti i tempi - Come una bestia feroce di Edward Bunker -, e quando tempo dopo recuperai Il potere del cane realizzai di avere tra le mani l'opera di uno scrittore assolutamente incredibile.
Come se non bastasse, i lavori di Winslow che lessi di seguito mi stupirono tutti in positivo, almeno fino a Le belve: per la prima volta, infatti, quello che stringevo tra le mani aveva l'aspetto dell'opera finta e posticcia, cool e alla moda abbastanza da stuzzicare immediatamente l'appetito di Hollywood che pronti via avviò la macchina della produzione coinvolgendo un regista discontinuo eppure decisamente potente, Oliver Stone, nell'operazione.
In questo senso, ammetto di essere partito discretamente prevenuto a proposito dell'operato del regista di Platoon - altra enorme delusione per il sottoscritto -, che speravo si rivelasse più una tamarrata dai colori sgargianti che non una prova da "ambizione molto superiore al talento" quale era stata, di fatto, quella del romanzo: purtroppo per me, Le belve - sarà anche per la collaborazione alla sceneggiatura di Winslow - mantiene lo spirito del libro alla grandissima, cosa che sarebbe stata particolarmente apprezata se il punto di riferimento fosse stato in grado di farmi gridare al miracolo - come i già citati Come una bestia feroce e Il potere del cane, ad esempio - ma non nel caso di uno scritto ipertrofico e pompato che probabilmente il vecchio Don ha partorito in un momento di profonda e radicata crisi di mezza età sperando di poter tornare giovane, muscoloso, con i capelli e vivere un'avventura incredibile accanto ad una tipa mozzafiato pronta a soddisfarlo in tutto e per tutto.
Da questo punto di vista, forse, Stone è riuscito in un'impresa non da poco - soltanto i Coen con Non è un paese per vecchi, di recente, ce l'avevano fatta conservando lo stesso rispetto per il romanzo d'ispirazione -, tra l'altro ritrovandosi a maneggiare una materia che già conosceva, e addirittura il finale - reso più morbido rispetto a quello disperato e definitivo del libro - pare quasi non stonare all'interno dell'economia di una visione che fa dell'eccesso la sua parola d'ordine, quasi si stesse parlando di una versione aggiornata di U-Turn, uno dei film di Stone meno amati dal sottoscritto, tra le altre cose: il montaggio frenetico e videoclipparo, i protagonisti scelti principalmente per la loro fisicità - anche se, occorre ammetterlo, Taylor Kitsch in originale pare assumere uno spessore maggiore, a livello attoriale -, il gusto dell'estremo che filtra attraverso le figure sopra le righe - e a tratti irritanti - di Del Toro e Travolta sono tutto il fumo negli occhi di una pellicola che vorrebbe fotografare le sfumature dell'essere selvaggi - interessante notare il parallelo secondo il quale gli uomini del Cartello da una parte e Ben, Chon e O dall'altra ritengano gli avversari, per l'appunto, tali - ma che, di fatto, si preoccupa soltanto dell'impatto creato in superficie.
Quasi come se, per uscire a farci una bella bevuta, affittassimo una Hummer per andare a parcheggiarla in doppia fila, invece che entrare in sordina nel locale e riuscire a bere più di chiunque altro: troppo facile, caro Oliver.
Come era stato troppo facile per il caro Don.
Resta, dunque, con lo scorrere dei titoli di coda, la sensazione di aver assistito ad uno spettacolo che non sarà stato così male ma decisamente non si ritroverà destinato a rimanere impresso nella memoria, quasi come una conquista in una serata di baldoria: il mattino dopo, più della stessa, sarà la presenza dell'hangover ad occupare tutti i nostri pensieri.
Forse Winslow e Stone sono più e troppo simili di quanto non sarebbe stato utile al romanzo - e al film -.
Forse ci sarebbe voluto un Rodriguez, per raccontare le gesta leggendarie di un terzetto che, invece di uscire dalla pagina e dallo schermo come la sua leggenda vorrebbe, finisce per essere il ritratto senza spessore di una generazione che bada solo ed esclusivamente alla copertina.
MrFord
"Here comes the sun, doo doo doo doo
here comes the sun, and I say
it's alright
little darling
it's been a long, cold, lonely winter
little darling
it feels like years since it's been here."
here comes the sun, and I say
it's alright
little darling
it's been a long, cold, lonely winter
little darling
it feels like years since it's been here."
The Beatles - "Here comes the sun" -
È sempre così, i libri che vorremmo vedere riproposti sul grande schermo alla fine non ci arrivano mai. In compenso arrivano sempre quelli che possono far entrare un po' di quattrini nelle tasche di produttori, attori e registi.
RispondiEliminaMa va be', accontentiamoci di ciò che passa in convento, che tra l'altro, da ciò che leggo, non sarà il massimo ma almeno rimane un buon prodotto, no?
Pesa, sicuramente si tratta di un buon prodotto: peccato solo che, con tutte le grandi cose scritte da Winslow, hanno preso come primo esempio il suo romanzo più "cool" e vuoto.
Eliminafilm cool e divertente decisamente più nelle corde cannibali che in quelle del serioso ford.
RispondiEliminae io me lo sono enjoyato, senza stare a lagnarmi troppo come fai sempre tu ahah :D
certo, in mano a un tarantino ancora più che a un rodriguez, sarebbe stato ancora più divertente...
Certo che te lo sei enjoyato: è un film che punta tutto sull'immagine e nulla sul contenuto.
EliminaSono i tuoi preferiti, no!? ;)
se vabbè ora il cucciolo scomoda anche quentin... vabbè capisce quel che capisce, questo film era da dare in mano a MR Machete e ora stavamo parlando di un capolavoro trash/demenziale/indipendente ;)
EliminaLorant, ma il Cucciolo che vuoi che capisca del mondo!?!? ;)
Eliminasì era più un film da rodriguez...o tarantino, o perfino i coen..ma nn da stone!
RispondiEliminaStone ha girato bene, semplicemente secondo me la materia di partenza non era delle migliori! :)
Eliminaio pensavo che fosse uno spreco di 8,50 euro...
RispondiEliminainvece...
Patalice, secondo me otto euro e mezzo sono troppi, per un film così. Te lo puoi godere in molto più relax e senza spendere tanto! ;)
EliminaGodibile e sfrenato quanto basta! Esalta nella visione grazie al ritmo e alla composizione! Metto Winsolow in lista negli autori da scoprire :)
RispondiEliminaGodibile sì, ma ti assicuro che se avessero trasposto romanzi come Il potere del cane o Satori sarebbe stata tutt'altra cosa! :)
Eliminanon conosco il romanzo, del film salvo la botta di testosterone
RispondiEliminasignora mia, lo sapevo che Taylor Kitsch non ti avrebbe lasciato indifferente... :)
EliminaDantes, il film ha rispettato moltissimo il romanzo: peccato che sia poca roba anche quello! :)
EliminaPoison, Taylor Kitsch - che peraltro è un fordiano onorario dopo Friday night lights e John Carter - non lascia indifferente neanche la metà in rosa di casa Ford!
ti dirò, i due mi fanno quasi più sesso di Blake Lively e Kitsch ha un culo che è uno spettacolo
EliminaAhahahahah devo chiedere a Julez cosa pensa del culo di Kitsch: la Lively fa scena, ma non è il mio genere, devo ammetterlo.
EliminaContinuo a preferire Rosario Dawson.
Mr. Ford, e come darle torto, alla tua signora? Massimo rispetto! :)
Elimina(a questo punto dovete assolutamente recuperare Kitsch in The Bang Bang Club, Dantès, diglielo anche tu!)
Vedrò di recuperarlo, se non altro perchè quando c'è lui di mezzo riesco a propinare qualsiasi film!
EliminaDevo solo sperare che si metta a lavorare con Sokurov! ;)
la Dawson, che meraviglia! amata follemente fin dai tempi di kids. vorrei contribuire su The Bang Bang Club ma al tff me lo persi, proverò a cercarlo
Eliminaah, non eri con me? :)
Eliminacomunque la mia parte lesbo ama Rosario Dawson, così siamo d'accordo su tutto, più o meno.
La Dawson è una spanna sopra le altre.
EliminaIn Alexander e Clerks 2 - ma anche in Sin city - è da paura.
Devo vederlo!!!
RispondiEliminaAntonella, consideralo come un divertissement e nulla più, però! ;)
EliminaCe l'ho lì, in attesa, ma non lo sò...già mi aveva convinto poco il libro...
RispondiEliminap.s. Ho postato "Skyfall".
Beatrix, Skyfall lo posto domani.
EliminaIntanto ti dico: tieniti questo per un momento relax. E' praticamente come il libro.
Sono esattamente sulla tua lunghezza d'onda, secondo me non ha osato abbastanza e non è stato abbastanza pulp, come se avesse avuto paura di spingersi oltre. Ma mi sono divertito lo stesso...con mucho mucho gusto...
RispondiEliminaMah, io più che divertirmi l'ho guardato senza scossoni.
EliminaUn film che passa e va, tutto sommato.
Ma porc... non riesco a convincermi di vederlo che a me Stone non mi piace proprio. Però un bel pulp-one. Proviamo una di queste sere.
RispondiEliminaEddy, sicuramente ci sono film di Stone che meritano molto più di questo! :)
Eliminain linea di massima sembra un film fatto per me e quindi non posso non vederlo :D
RispondiEliminaE' una roba un pò pulp fighetto, quindi magari può divertire, ma non arriverà certo ai livelli dei veri cult di genere! ;)
EliminaVisto che cmq si parla di marijuana non potrò esimermi dal vederlo, tutto sommato sento che mi divertirà.
RispondiElimina;)
Fratello, una visione scanzonata ci sta.
EliminaSolo non aspettarti il filmone del secolo! ;)
Non ti era piaciuto il libro e vedo che nemmeno il film ti ha entusiasmato...
RispondiEliminaBlack, in realtà sono molto simili: cool ma con poca sostanza! ;)
Eliminanello stesso post citati il potere del cane e come una bestia feroce...mancava solo shibumi e poi avrei stampato la recensione e l'avrei appesa sopra il lettino nella mia cameretta!guarderò presto,nella speranza che non sia una delusione(il libro non è il top di winslow ma....avercene!!!)
RispondiEliminamassimiliano
Massimiliano, Il potere del cane, Shibumi e Come una bestia feroce non possono neanche lontanamente essere comparati a Le belve, che in fondo è un romanzo di solo intrattenimento. ;)
EliminaIl film, comunque, in questo senso lo rispecchia molto.
Martedì al corso di tedesco dovevamo leggere riassumere e commentare un articolo di giornale, io ho scelto dalla pagina della cultura un'intervista ad un certo Don Winslow, che partiva dal film del suo ultimo romanzo, per raccontare l'ambientazione scelta per i suoi tre romanzi (forse non gli unici?). E ora scopro che è l'autore di Le belve, romanzo di cui avevo già letto ma che non ho letto personalmente! In traduzione tedesca hanno lasciato Savages non potevo riconoscere Le belve.
RispondiEliminaElle, Winslow è davvero un grandissimo autore, uno dei migliori degli ultimi dieci - se non di più - anni per quanto riguarda il crime novel.
EliminaLe belve è il suo lavoro che ho apprezzato meno, ma Il potere del cane, Satori e L'inverno di Frankie Machine valgono assolutamente una lettura.
troppo videoclipparo per i miei gusti, e la fotografia l'ho trovata altamente irritante. Come irritanti sono anche quasi tutte le figure di contorno, a cominciare da Salma Hayek e Del Toro.
RispondiEliminaPosso capire, anche se rispetto a certe schifezze è decisamente guardabile. Diciamo un passatempo e niente più.
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