Produzione: NBC
Origine: USA
Anno: 2009/2010
Anno: 2009/2010
Episodi: 13
La trama (con parole mie): per il coach Taylor e la sua famiglia la fine dell'anno precedente è stata un punto di svolta non da poco. L'allenatore responsabile della vittoria dei Panthers nel campionato di tre anni prima, infatti, viene dirottato grazie alle pressioni del nuovo magnate della squadra nonchè padre del quarterback J. D. McCoy alla guida del team della East Dillon High, i Lions.
Peccato che la scuola in questione, situata nella parte più problematica della città, non abbia una squadra come si deve dall'inizio degli anni ottanta, e che la maggior parte dei suoi membri siano ragazzi con problemi di disciplina e una fedina penale da record.
Taylor, però, non è il tipo da darsi per vinto, e con l'aiuto di Buddy Garretty e di alcuni ex alunni riuscirà non senza fatica a presentare una squadra in grado, se non altro, di portare a termine il campionato.
Nel frattempo sua moglie Tami dovrà fronteggiare le numerose pressioni legate alla sua delicata posizione di preside della West Dillon, la figlia maggiore Julie la separazione dallo storico fidanzato nonchè ex quarterback dei Panthers Matt Saracen e la vecchia star del football locale Tim Riggins, abbandonata l'università, dovrà trovare il modo di ritagliarsi il suo spazio nel Texas che tanto ama.
Se torno con la memoria agli inizi della mia carriera di spettatore rispetto all'universo delle serie tv per poi riavvolgere il nastro fino al presente, sono pochissimi i titoli che, anno dopo anno, stagione dopo stagione, hanno mantenuto il loro livello alla stessa altezza, conquistandomi ripetutamente e senza alcuna attenuante: Friday night lights è senza dubbio uno di questi.
Ho ancora impressa nel cuore l'escalation di emozioni che fu il pilota, primo passo di un'avventura che - tolto qualche cedimento nel corso della seconda annata, segnata dall'ormai noto sciopero degli sceneggiatori che paralizzò il piccolo schermo qualche tempo fa - non ha fatto altro che alimentarsi di una passione che ancora pulsa fieramente negli occhi, nei gesti e nelle storie di questi ragazzi del profondo Texas segnato da Dio e dal football, cui basta uno sguardo per conquistare chi, anche da questa parte dell'oceano, conosce bene il concetto senza confini della volontà di cercare uno spazio in cui sentirsi liberi, a casa, pronti ad essere felici.
E' per questa felicità che lottano costruendosi dal nulla i nuovi Lions del Coach Taylor, che episodio dopo episodio incarna sempre più la figura del padre a tutto tondo, severo e deciso quanto presente e disposto a dare tutto affinchè i suoi ragazzi possano garantirsi un futuro; per questa felicità lottano Julie e Matt, la prima ancora indecisa rispetto a cosa la aspetterà al termine delle superiori, il secondo alla ricerca di un riscatto dal ruolo che lo ha sempre visto giocare da outsider, anche quando è stato protagonista; per questa felicità lotta Vince Howard, costretto a fare da padre alla madre tossica, animo nobile contro destino da criminale; per questa felicità lotta Luke Cafferty, promessa del football della parte "bene" della città precipitato da un giorno all'altro nei "bassifondi"; per questa felicità lottano Becky e sua madre, entrambe troppo giovani e troppo sole per poter credere ancora negli uomini; per questa felicità lotta Tim Riggins, alla ricerca di un nuovo ruolo ora che i tempi del football sono alle spalle.
Ed è proprio questa la forza di Friday night lights.
La voglia e la determinazione di battersi per tornare negli spogliatoi a testa alta, ed affrontare ogni nuovo giorno con l'orgoglio di chi ha dato tutto, e anche di più.
Rinnovare una serie così radicalmente proprio quando il pubblico poteva essersi affezionato ai personaggi principali praticamente rivoluzionando il cast ed il setting - la parte Est di Dillon, segnata dallo spaccio e da vite vissute sempre in bilico, pare distante anni luce dalla provincia felice del lato Ovest - è stata senza dubbio una scommessa azzardata da parte di Peter Berg e degli autori del serial: scommessa comunque vinta a mani basse con una stagione dedicata più alla costruzione dei nuovi charachters che al football giocato, libero comunque di rubare la scena con la partita che chiude la stagione e che vede opposti i raffazzonati e mai domi Lions agli spocchiosi Panthers costruiti attorno a J. D. McCoy, giovane e miracoloso quarterback passato dall'essere la timida ombra del padre nel corso della season three ad un adolescente borioso ed arrogante, pieno di sè ed incapace di portare sul campo lo spirito di squadra tanto caro al coach Taylor.
Ed è proprio nel corso di quel match combattuto fino allo scadere che i leoni dello stesso Taylor trovano per la prima volta una loro identità come team, in una partita raccontata alla grande che rischia di essere addirittura la più emozionante vista nel corso della vita di questo titolo, superiore anche al già citato match del pilota e a quello della vittoria dei campionati statali che vide Riggins, Saracen e gli altri Panthers dei bei tempi affrontare l'ex compagno di squadra Voodoo.
E così, masticando spesso amaro ed allargando le spalle con la forza che solo la gente comune e disposta a tutto per vivere mostra - spesso e volentieri, di fronte alle storie di questo Texas lontano eppure affine a tutti noi "della strada" torna alla mente il mitico discorso del Tom Joad interpretato da Henry Fonda in Furore di John Ford, uno dei Capolavori inarrivabili del Cinema -, si torna a guardare un orizzonte che possa un giorno donarci la felicità che cerchiamo - splendidi i passaggi di Riggins di fronte al suo appezzamento di terra - gridando ancora più forte "occhi limpidi e cuore puro non possono perdere".
Amen, coach Taylor.
MrFord
"Can't see nothin' in front of me
can't see nothin' coming up behind
I make my way through this darkness
I can't feel nothing but this chain that binds me
lost track of how far I've gone
how far I've gone, how high I've climbed
on my back's a sixty pound stone
on my shoulder a half mile line."
can't see nothin' coming up behind
I make my way through this darkness
I can't feel nothing but this chain that binds me
lost track of how far I've gone
how far I've gone, how high I've climbed
on my back's a sixty pound stone
on my shoulder a half mile line."
Bruce Springsteen - "The rising" -
cos'è?
RispondiEliminaquesta settimana stai cercando per la prima volta nella storia di whiterussian di postare solo post sensati?
(le blog wars e le uscite cinematografiche però solo grazie al mio contributo...) :D
Ti ho stupito, eh!?
EliminaE sono stupito anche io: una settimana quasi senza critiche da parte tua. Quasi un miracolo! :)
When sоmeone writes an post he/she retains the idea of
RispondiEliminaa user in his/her brain that hoω a uѕеr can know it.
Thus that's why this piece of writing is amazing. Thanks!http://dj.beatport.com/events/40111
My weblog Leverage Season 5 Episode 15 The Long Goodbye Job