venerdì 13 luglio 2012

United States of Tara - Stagione 2

Produzione: Showtime
Origine: Usa
Anno: 2010
Episodi: 12



La trama (con parole mie): da mesi, ormai, Tara Gregson non ha più alcuna transizione, e i suoi alter ego paiono ormai sopiti da qualche parte nelle profondità della psiche della donna. 
Le cose con Max funzionano, Marshall continua ad andare bene a scuola e Kate è alle prese con un nuovo lavoro. Tutto, insomma, pare scorrere nella più tranquilla e pacifica normalità.
Quando, però, il vicino di casa dei Gregson si toglie la vita e Max decide di comprare la sua casa, Tara comincia a manifestare di nuovo segni di squilibrio, con Buck che addirittura avvia una relazione con la cameriera di un locale dei dintorni: sarà soltanto l'inizio di una vera e propria lotta che vedrà coinvolti tutti i membri della famiglia in modo da riuscire a rimanere uniti e non crollare sotto i colpi degli alti e bassi di ogni membro della stessa.




Qualche mese fa, la scoperta di questa piccola eppure apprezzabilissima serie fu una delle valvole di sfogo - insieme, ovviamente, al ritorno a Barcellona - di un periodo decisamente pesante al lavoro, in cui più di una volta ho rischiato di lasciare che le bottigliate facessero il loro a scapito del mutuo che puntualmente la banca mi ricorda dovrò pagare a fine mese per parecchi anni ancora.
La penna di Diablo Cody, la simpatia travolgente di Toni Collette e le incredibili trasformazioni di Tara nei suoi alter ego contribuirono ad alleggerire le visioni "da tavola" di casa Ford riuscendo a trovare un punto d'incontro tra una certa autorialità indie ed una spontaneità pane e salame di quelle come piacciono dalle mie parti, permettendomi di godere di quella che era di fatto una sorpresa divorando di fatto le dodici puntate della prima stagione.
Il banco di prova del secondo anno - fondamentale per ogni prodotto televisivo di questo tipo - era importante per un titolo giocato principalmente sui suoi elementi comedy, e devo ammettere che, pur venendo a mancare la verve della Cody - meno presente nella stesura delle sceneggiature rispetto alla stagione precedente -, la virata grottesca ed intimista della serie è stata in grado di rendere questi nuovi episodi profondi abbastanza da far - almeno momentaneamente - dimenticare personaggi del calibro di T e Gimme - praticamente assenti -, Buck - presente in misura molto minore rispetto alla prima stagione, seppur protagonista della prima parte e di una vera e propria perla a seguito del perdono elargito a Max da parte di Tara - ed Alice, lasciando spazio alla sola Shoshanna, nuovo alter ego dalle inclinazioni psicanalitiche.
A guadagnare in spessore in questo cambiamento - anche se non radicale - dell'approccio degli autori non è ovviamente solo Tara, ma anche il resto della famiglia Gregson: Max, finalmente, appare vulnerabile e soggetto agli errori come mai prima d'ora, Marshall affronta passo dopo passo la sua omosessualità, Kate il cambiamento dal voler apparire al voler essere, senza contare il rapporto tra Sharmaine e Neil, che assume una dimensione decisamente più matura ed apre nuovi, interessanti scenari per l'ultima stagione.
Proprio rispetto a quella che sarà la prossima annata vengono gettate basi insolitamente - per quello che ci si aspetterebbe - drammatiche grazie al segreto che lega Tara e la sorella ad un'infanzia e ad avvenimenti rimossi da troppo tempo, probabilmente causa primaria dell'instabilità della protagonista, che registrò, ancora bambina, i primi disagi che portarono alla formazione degli alter ego che il pubblico ha imparato a conoscere ed amare: in questo senso, è interessante osservare quanto una situazione resa mantenendosi in bilico tra il grottesco ed il comico abbia potenzialità al contrario legate a sofferenza e disagio, e a vicende che non vorremmo mai dover affrontare, specie rispetto alle persone che amiamo.
Addirittura - pur se con le dovute proporzioni - l'atmosfera da analisi che avvolge i Gregson e Tara in versione Shoshanna rifugiatisi nello scantinato a causa di un tornado in quello che è a mio parere l'episodio cardine della stagione mi ha ricordato quello che è uno dei film più importanti di questo duemiladodici, una meraviglia che purtroppo non ha ancora trovato una collocazione nella distribuzione italiana: Take shelter.
E proprio come nella straordinaria opera di Jeff Nichols il rifugio più importante - a dispetto del dolore e delle ferite che ci arreca, a volte - finisce per essere proprio la famiglia, disfunzionale o no che sia.
Tara lo scopre a partire dalle ferite della sua anima, Max da quelle sul corpo e nel cuore, Sharmaine dalla sua instabilità relazionale, Neil nel futuro di una figlia che non avrebbe voluto e potrebbe diventare la cosa più importante della sua esistenza, Marshall e Kate nel non affidarsi agli stereotipi e a quello che ci si aspetterebbe da loro, ma soltanto in quello che vogliono e sentono davvero.
E nonostante le scelte, i disastri naturali e non, i litigi ed i sogni infranti, eccoli tutti lì, uno accanto all'altro.
Come una famiglia.
Come un rifugio, per l'appunto.
Resta solo da vedere per quanto resisterà prima che alla pentola dalle multiple personalità salti di nuovo il coperchio.


MrFord


"Twenty-twenty-twenty four hours to go I wanna be sedated
nothin' to do no where to go-o-oh I wanna be sedated
just put me in a wheelchair get me on a plane
hurry hurry hurry before I go insane
I can't control my fingers I can't control my brain
oh no no no no no."
Ramones - "I wanna be sedated" -


14 commenti:

  1. questa serie tv mi è sfuggita, devo rimediare :)

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    1. Arwen, è davvero un prodotto carino. Se ti capita recuperalo!

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  2. Sempre più intrigante e introspettiva. Già di per sé la personalità multipla non è facile da affrontare, e Buck che ci prova con la cameriera... mi chiedo, è da considerarsi tradimento? Max è sposato con tutte o solo con Tara (nel primo caso sarebbe poligamia?). Il fatto che ceda un po' lo rende umano senz'altro, ma come si fa?!?

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    1. Effettivamente la storia di Buck con la cameriera è parecchio complessa, guardando oltre la carica comico/grottesca del personaggio, così come la nuova personalità che porta all'autoanalisi.
      Spunti ce ne sono parecchi, vedremo che succederà con la terza stagione.

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  3. Sono fermo alla prima stagione.
    Ad una delle mie personalità è piaciuta, a un'altra non abbastanza da correre a guardare la seconda, a un'altra ancora è sembrato un film di sei ore, a tratti piatto, dove accade tutto e niente... boh, non so spiegarlo bene manco io :D
    Ma prima o poi recupero :) ciao!

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    1. Hey Jay!
      Secondo me dovresti mettere d'accordo le tue personalità e provare con la seconda stagione.
      Al massimo, rischi una bella gara di bottigliate interiore! ;)

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  4. Non riuscendo più dai tempi di Sex 'n the City e le prime casalinghe, a seguire le serie, di questa ho visto solo veramente spizzichini e bocconcini...
    ma che meraviglia i Ramones come soundtrack (scusa la divagazione, Bro)

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  5. Tara la becco sempre d'estate su Mia...e devo dire che ha il suo perché, anche se anche io mi sono fermata alla prima stagione e non riesco a decidermi se vedere o meno la seconda...da quel che scrivi però non dovrebbero esserci dubbi...

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    1. Straw, ti dirò: è un prodottino carino che si lascia guardare regalando momenti molto leggeri ed altri di riflessione.
      Io continuerei.

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  6. serie carinissima, la terza stagione lo è altrettanto! (a me è piaciuta più la 3 della 2; la 1 rimane sempre la miglire però!) Toni Collette è grandiosa :D

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    1. Margherita, concordo in pieno.
      Sono curioso di vedere cosa succederà nella terza ed ultima. :)

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  7. seconda stagione un po' troppo seriosa per i miei gusti. il meglio tara l'ha dato con la prima...

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    1. Per una volta concordo: stagione molto più seria della prima.
      Ma non per questo meno interessante, caro il mio superficialotto! Ahahahahah!

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