Regia: John Carpenter
Origine: Usa
Anno: 2007
Durata: 59'
La trama (con parole mie): Kirby, giovane gestore di una sala cinematografica e cacciatore di cimeli legati al mondo della settima arte, viene ingaggiato dal misterioso Bellinger affinchè recuperi il film maledetto "La fin absolue du monde", proiettato una sola volta al Festival di Sitges e causa di una sorta di sanguinosa follia collettiva, di cui si dice siano state distrutte tutte le copie, divenuto oggetto di culto per gli appassionati più estremi.
Kirby, inizialmente riluttante, mosso dal lauto compenso decide di mettersi al lavoro in modo da saldare definitivamente i debiti che incombono sulla sua sala, legati al passato e ad un amore perduto: la ricerca della pellicola lo porterà a scavare dentro se stesso, oltre che nella psiche di chi, in un modo o nell'altro, ha avuto a che fare con il famigerato titolo segnato.
Al termine della vicenda, niente del mondo che i protagonisti conoscono sarà come lo era prima dell'inizio della "proiezione".
Non troppo tempo fa, in occasione del post dedicato a Homecoming - episodio della serie Masters of horror realizzato da Joe Dante -, i commenti sottolinearono quanto importante fosse, nell'ambito della stessa operazione, Cigarette burns - Incubo mortale, firmato da uno dei registi horror di culto in casa Ford e non solo, John Carpenter.
L'autore di pietre miliari come Halloween, Fuga da New York e Il seme della follia, effettivamente, non smentisce la sua fama, confezionando un gioiellino che ho trovato potente ed efficace tanto quanto il succitato lavoro di Dante, concentrato su una dimensione meno politica e giocato tutto sul Cinema: paradossalmente, pur raccontando un viaggio quasi senza ritorno nel cuore di tenebra di una pellicola maledetta, Cigarette burns trasuda amore per la settima arte, dalle numerose citazioni all'idea che, in qualche modo, un film possa effettivamente cambiare la nostra vita non soltanto in qualità di spettatori, ma anche e soprattutto come persone.
La ricerca di Kirby, scandita dai ricordi e dalle visioni del suo passato, pare una sorta di neppure troppo velata metafora rispetto alla passione che ha guidato, nel corso dei decenni, Carpenter stesso non soltanto come regista, ma anche e soprattutto come esploratore di una forma d'arte che non smette mai di sorprendere, mostra costantemente il fianco alla meraviglia e allo stupore e, a volte, può indurci a vivere un viaggio così in profondità da rimanerne sconvolti e turbati: osservando tutte le persone coinvolte nel confronto con La fin absolute du monde mi sono tornati alla mente i Classici di Griffith, abomini inguardabili come A serbian film o trip incredibili come Enter the void, Valhalla rising e Kynodontas.
Viaggi cui non si può rimanere indifferenti, destinati a segnare la nostra storia di appassionati e, chi può dirlo, anche l'esperienza vissuta o da vivere una volta usciti dalla sala proprio a causa del loro essere totalizzanti: una sensazione che ricorda lo scivolare lungo un precipizio mossi dalla passione e dal desiderio, senza sapere - o essendone ben consci - di andare incontro ad una qualche terribile forma di autodistruzione.
In questo senso questa piccola perla firmata Carpenter riesce ad assumere dimensioni ben maggiori di quella televisiva, facendo sorgere più di un dilemma a proposito di quale portata avrebbe potuto avere questo lavoro con un minutaggio maggiore ed una produzione di livello.
D'altro canto, è difficile trovare qualcosa da eccepire nella messa in scena definitiva, certo non patinata ma assolutamente funzionale, confezionata senza sbavature da quello che è a tutti gli effetti un Maestro ben oltre i confini del suo genere di appartenenza: registi come Carpenter sono il motore del Cinema, e vederli all'opera con questa decisione anche in uno spazio ridotto rispetto alla loro consuetudine è un piacere assoluto per chi ama perdersi nei meandri della settima arte, segno che non è mai un errore lasciare che la magia del proiettore ci conquisti, e porti inesorabilmente alla "follia", giusto per rimanere in tema con Cigarette burns e, in una certa misura, richiamare il già citato Il seme della follia, altro lavoro profondamente caratterizzato dal suo essere metacinematografico.
Troviamo anche il tempo, nell'ora scarsa di visione, di goderci qualche momento al limite del grottesco ed elementi tipici dell'horror nel suo senso più tradizionale - l'angelo privo di ali preso direttamente dal set di La fin absolute du monde - del termine, in modo da non dimenticarci neppure che esiste anche una fisicità più esplicita - e perchè no, anche tamarra - che può, ogni volta che vogliamo, farci scansare le riflessioni fin troppo decise per lasciare che il corpo si muova quasi in trance - e di nuovo, interessante l'utilizzo di questo aspetto sul protagonista - verso un ignoto pronto a plasmarci.
Del resto, il Cinema può tutto.
Basta crederci.
E da queste parti ci si crede, eccome.
L'autore di pietre miliari come Halloween, Fuga da New York e Il seme della follia, effettivamente, non smentisce la sua fama, confezionando un gioiellino che ho trovato potente ed efficace tanto quanto il succitato lavoro di Dante, concentrato su una dimensione meno politica e giocato tutto sul Cinema: paradossalmente, pur raccontando un viaggio quasi senza ritorno nel cuore di tenebra di una pellicola maledetta, Cigarette burns trasuda amore per la settima arte, dalle numerose citazioni all'idea che, in qualche modo, un film possa effettivamente cambiare la nostra vita non soltanto in qualità di spettatori, ma anche e soprattutto come persone.
La ricerca di Kirby, scandita dai ricordi e dalle visioni del suo passato, pare una sorta di neppure troppo velata metafora rispetto alla passione che ha guidato, nel corso dei decenni, Carpenter stesso non soltanto come regista, ma anche e soprattutto come esploratore di una forma d'arte che non smette mai di sorprendere, mostra costantemente il fianco alla meraviglia e allo stupore e, a volte, può indurci a vivere un viaggio così in profondità da rimanerne sconvolti e turbati: osservando tutte le persone coinvolte nel confronto con La fin absolute du monde mi sono tornati alla mente i Classici di Griffith, abomini inguardabili come A serbian film o trip incredibili come Enter the void, Valhalla rising e Kynodontas.
Viaggi cui non si può rimanere indifferenti, destinati a segnare la nostra storia di appassionati e, chi può dirlo, anche l'esperienza vissuta o da vivere una volta usciti dalla sala proprio a causa del loro essere totalizzanti: una sensazione che ricorda lo scivolare lungo un precipizio mossi dalla passione e dal desiderio, senza sapere - o essendone ben consci - di andare incontro ad una qualche terribile forma di autodistruzione.
In questo senso questa piccola perla firmata Carpenter riesce ad assumere dimensioni ben maggiori di quella televisiva, facendo sorgere più di un dilemma a proposito di quale portata avrebbe potuto avere questo lavoro con un minutaggio maggiore ed una produzione di livello.
D'altro canto, è difficile trovare qualcosa da eccepire nella messa in scena definitiva, certo non patinata ma assolutamente funzionale, confezionata senza sbavature da quello che è a tutti gli effetti un Maestro ben oltre i confini del suo genere di appartenenza: registi come Carpenter sono il motore del Cinema, e vederli all'opera con questa decisione anche in uno spazio ridotto rispetto alla loro consuetudine è un piacere assoluto per chi ama perdersi nei meandri della settima arte, segno che non è mai un errore lasciare che la magia del proiettore ci conquisti, e porti inesorabilmente alla "follia", giusto per rimanere in tema con Cigarette burns e, in una certa misura, richiamare il già citato Il seme della follia, altro lavoro profondamente caratterizzato dal suo essere metacinematografico.
Troviamo anche il tempo, nell'ora scarsa di visione, di goderci qualche momento al limite del grottesco ed elementi tipici dell'horror nel suo senso più tradizionale - l'angelo privo di ali preso direttamente dal set di La fin absolute du monde - del termine, in modo da non dimenticarci neppure che esiste anche una fisicità più esplicita - e perchè no, anche tamarra - che può, ogni volta che vogliamo, farci scansare le riflessioni fin troppo decise per lasciare che il corpo si muova quasi in trance - e di nuovo, interessante l'utilizzo di questo aspetto sul protagonista - verso un ignoto pronto a plasmarci.
Del resto, il Cinema può tutto.
Basta crederci.
E da queste parti ci si crede, eccome.
MrFord
"Benvenuti al piccolo cinema onirico
prima di dormire ad un passo dal risveglio
puoi vedere cose che trovi soli lì
è uno spazio grande poco più dell'universo
e se non ci sei, riprova lunedì."
Tre Allegri Ragazzi Morti - "Piccolo cinema onirico" -
mi fa piacere che hai apprezzato, ma al posto tuo un altro bicchierino l'avrei messo ^_^
RispondiEliminaNon l'ho messo soltanto perchè secondo me patisce molto il fatto di essere una produzione televisiva dal minutaggio e dai mezzi "limitati".
EliminaMa l'ho considerato un fratellino de Il seme della follia.
ah ecco ora ho capito ^_^
EliminaNon avrei potuto trattarlo male: Carpenter è sempre Carpenter! :)
EliminaNon solo uno dei migliori lavori di Carpenter, ma anche uno dei miglior horror degli ultimi dieci anni.
RispondiEliminaStepharon, indubbiamente si tratta di un ottimo prodotto, ma secondo me Carpenter - e gli ultimi dieci anni - hanno sicuramente prodotto di meglio.
Eliminaa me è piaciuto molto più di Homecoming ( che mi ha fortemente deluso) ed ha segnato il ritorno di un grande maestro. Anche solo questo bastava!
RispondiEliminaBradipo, io invece avevo gradito molto Homecoming, politico ed ironico come i migliori film di Romero.
EliminaQuesta piccola perla di Carpenter viaggia su binari completamente diversi, e forse non mi ha esaltato oltre misura perchè ne ho visto più i limiti da formato televisivo che non le potenzialità espresse proprio per lo stesso formato.
pure per me cigarette burns è il migliore di tutta l'operazione. però mi viene da pensare, ma non poteva farci un film vero e proprio? non sarebbe stato molto più figo e molto più bello? mi sembra quasi sprecato.
RispondiEliminaFrank, è lo stesso dubbio che ho avuto anche io.
EliminaPer questo sono stato un pò più stretto con il voto. :)
grandissimo cigarette burns!
RispondiEliminae il minutaggio ridotto non è un limite del film, che è perfetto così in quanto destinato a una serie tv, ma solo un limite tuo uahahah :D
Che fosse destinato alla serie tv era chiaro, ma secondo me con lo "spazio" del grande schermo avrebbe reso molto di più!
EliminaIo AMO Masters of Horror. Cigarette Burns è praticamente il più geniale ma, lo ammetto, non riesce a eguagliare il fascino morboso di Jenifer di Dario Argento, molto, molto volgare ma stranamente saporoso. De gustibus...
RispondiEliminaMasters of horror è una grande idea, effettivamente, e Cigarette burns obiettivamente una genialata, eppure anche io ho preferito un altro titolo.
EliminaQuello di Argento mi manca, ma se dici che è così fico, vedo di recuperarlo.
che coincidenza, dopo aver appena pubblicato la fin absolute du monde vado nella bacheca del blog e vedo cigarette burns pubblicato qui... anche io ho apprezzato molto e mi sono lasciato trasportare totalmente, tanto che non saprei nemmeno dire se poteva essere fatto meglio o no....immagini così potenti da annichilire il mio giudizio :)
RispondiEliminaIvan, sicuramente si tratta di un signor lavoro: del resto lo firma Carpenter, uno che dietro la macchina ci sa fare come pochi. ;)
EliminaPeccato che non sia un film vero e proprio, perchè in tal caso secondo me le possibilità di vedere un gemellino de Il seme della follia c'erano tutte.
filmato assolutamente da vedere!!!!!http://youtu.be/UHmNjNIpMpY
RispondiElimina!?!?
EliminaIl più bell'episodio della prima stagione dei MOH, sicuramente quello che mi ha più inquietata.
RispondiEliminaUdo Kier luciferino e grandioso come sempre, tra l'altro!
Babol, sicuramente il tema è profondamente inquietante, e l'episodio ottimo.
EliminaA me resta il rammarico che non sia diventato un lungometraggio, comunque.
Ottima rece, con molte più tematiche della mia.
RispondiEliminaAlla fine l'unico elemento di cui abbiamo parlato entrambi, purtroppo, è A Serbian FIlm :)
Purtroppo davvero.
EliminaIo cerco ancora di cancellarlo dalla memoria! ;)