sabato 15 gennaio 2011

Black swan

La trama (con parole mie): Nina, stella in ascesa del New York City Ballet, ha l'occasione di una vita quando viene designata dal direttore Thomas Leroy per interpretare la protagonista in una rappresentazione moderna ed estrema de Il lago dei cigni. 
L'escalation emotiva provocata dalla parte stessa porterà al limite l'impatto dello spettacolo sulla giovane.

Si parlava con Cannibale dell'importanza del cuore di fronte alle scelte che rendono alcuni film, pur non perfetti, i nostri film, le storie che ci porteremo dentro tutta la vita, e diverranno parte della nostra personale mitologia legata alla settima arte.
In questo senso, penso che il rapporto tra Black swan e The wrestler sia un esempio perfetto rispetto al sottoscritto, fermo restando che, ormai, posso considerare pienamente recuperato Aronofsky, che avevo profondamente detestato ai tempi dell'uscita dei suoi primi lavori.
Black swan è un ottimo film, un prodotto elegante, girato con passione e tecnica, che parte in sordina per travolgere con un climax finale dall'intensità quasi insostenibile, in grado di rendere una realtà profondamente di nicchia come il balletto - del resto, il regista lo aveva fatto anche con il wrestling - assolutamente irresistibile ed accattivante anche per chi - vedi gli abitanti di casa Ford - rischierebbe una sonora ronfata se dovesse mai pensare di vedere uno spettacolo di questo genere dal vivo, ed una crudele riflessione sulla valenza dello showbiz e sul peso portato da chi ne fa parte.
Eppure, non potrei mai pensare di mettere sullo stesso piano il labirintico sprofondare di Nina - straordinaria Natalie Portman - e la caduta inevitabile di Randy the ram: certo, in parte il background, in parte il percorso di vita e le passioni rendono quasi ovvia una scelta simile, eppure trovo più assonanze che dissonanze tra i due protagonisti, e credo che la mia personale scelta, e le sue motivazioni, siano da ricercare nel profondo del cuore, e in quelle corde che l'ultimo volo dell'ariete scatenato di Rourke hanno fatto vibrare molto più di quanto non siano stati in grado di pizzicare i volteggi leggiadri e disperati della Portman.
Ancora una volta, Aronofsky si sofferma su una disciplina che unisce sport e spettacolo, sorretta nella sua quasi totalità da fatica, dolore e tentativi di autocontrollo, che spinge un/una protagonista alle stelle mentre molti altri scompaiono nell'anonimato di costumi tutti uguali, e non ha pietà di chi giunge alla fine di una carriera pur scintillante - quasi autobiografico, a suo modo, il ruolo ricoperto da Wynona Rider -.
Ancora una volta, in qualche modo, si narra la vicenda di una solitudine, di una caduta che ha il sapore di una liberazione - il cigno come Randy nel suo ultimo combattimento -, lasciando all'audience una sospensione in grado di rendere in qualche modo mitica l'ultima immagine degli eroi sconfitti - almeno apparentemente - dalla vita e dallo spettacolo.
Uno spettacolo che pare assumere i connotati di una bestia invisibile e dannata, vorace e sibillina, che tramuta gli steroidi ed il cuore malato di Randy in Lily e nella lenta discesa negli abissi della propria psiche di Nina, la figlia del lottatore con la madre della ballerina, il passato che non tornerà mai ed un futuro che sembra non concretizzarsi.
Uno spettacolo che richiama The company - sottovalutato e notevole lavoro di Altman - e lo filtra attraverso Eva contro Eva, portando la rivalità che negli anni cinquanta sarebbe stata quella fra due protagoniste in un duello con se stessi sicuramente più calzante rispetto all'epoca che viviamo.
Grandissima tecnica - i passaggi di Nina dentro e fuori dal palco sono da brividi, così come l'esibizione alla prima nelle vesti del cigno nero -, ma, forse, una sceneggiatura non all'altezza della regia, troppo "facile" nel ridurre il volo - o meglio, l'inesorabile caduta - di Nina ad una mera battaglia persa con la propria anima, e che, a tratti, da l'impressione di dimenticarsi di particolari importanti - il confronto con Beth in ospedale è davvero avvenuto? E chi ha colpito chi? -, quasi pensasse di potersi permettere tutto, soltanto perchè la partita più importante della protagonista avviene nei recessi più profondi della sua mente.
In questo senso, è davvero un peccato aver sprecato un'occasione così ghiotta ed aver messo a servizio di uno script tutto sommato non indimenticabile una tecnica ed una direzione davvero da fiato sospeso.
Ma non mi dispererei troppo.
Aronofsky, finalmente, pare aver vinto - e senza bisogno di cadere davvero - la sua personale battaglia contro i demoni del Cinema autoreferenziale e vuoto sfornando due pellicole a loro modo memorabili, e pare pronto a compiere definitivamente il salto - o il volo? - verso l'Olimpo dei nuovi volti del Cinema americano.
Detto questo, con un plauso a quest'ottimo Black swan, continuerò, con la mente ma soprattutto il cuore, a considerare The wrestler l'opera migliore dell'ormai consolidatissimo Darren.

MrFord

"People get crushed like biscuit crumbs,
and lay down in the bitumen,
you've tried your best to please everyone,
but it just isn't happenin."
Thom Yorke - "Black swan" - 

28 commenti:

  1. me l'aspettavo che non ti sarebbe piaciuto quanto the wrestler. the ram è un personaggio troppo fordiano per essere battuto da una ballerina :)
    però a livello registico per me the wrestler rimane comunque il lavoro di aronofsky meno fantasioso, diciamo più tradizionale e meno radical chic, quindi probabilmente è il motivo per cui l'hai apprezzato di più. oltre poi a motivi di cuore.
    per me il suo esordio "pi greco - il teorema del delirio" ad es. per quanto incasinato è visivamente una delle cose più pazzesche degli anni 90.

    i difetti di sceneggiatura che tu citi di black swan sono per me un pregio, perché non spiegano tutto, lasciano cose in sospeso che fanno venir voglia di rivederlo, come per i film di lynch.
    poi dici che parte in sordina, a me personalmente ha travolto come un treno in corsa fin dal primo istante e il crescendo finale ha rischiato proprio di spiaccicarmi per terra.

    comunque sono sollevato, temevo che avresti potuto stroncarlo, e invece non è successo :D

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  2. ..Black Swann e' il suo film migliore..in esso tutti gli elementi del suo cinema trovano un equilibrio perfetto...
    ciao
    nickoftime

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  3. Cannibale, ormai dovresti sapere che se un film è buono, o più che buono - come questo -, non mi tiro mai indietro dal parlarne bene.
    Anzi, concordo con te sul fatto che regia e montaggio in Black swan siano più fantasiosi e d'impatto rispetto a The wrestler, che, comunque, continuo a ritenere un passo avanti.
    E concordo che Randy the ram sia più fordiano di Nina ballerina.
    Io la partenza l'ho vista piuttosto lenta, ma il finale è davvero da urlo.
    Evidentemente mi ha dovuto conquistare, o forse ho avuto anch'io bisogno di tirare fuori il mio "lato oscuro". :)
    E dopo tutto questo idillio, mi riservo per la fine il fatto che detesto profondamente pi greco, che trovo la quinta essenza del radicalchicchismo. :)

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  4. Nick: concordo a livello di stile e regia. Nel complesso, invece, trovo che per arrivare a The wrestler, Black swan deve ancora farne, di strada.
    Seppur volando.
    Grazie di essere passato!

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  5. Sono ancora lì a pensarci.
    L'ho amato o mi è piaciuto?
    Non lo so.

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  6. Julez: potrebbe essere entrambi. Lascialo riposare lì dov'è, tra qualche giorno vedrai che lo saprai!

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  7. A me (oltre the Wrestler) è piaciuto molto anche il terribile "Requiem for a dream", mentre ho detestato il pretenzioso e confuso L'albero della vita. Black Swan non l'ho ancora visto; ha un assurdo ritardo di distribuzione visto (18 febbraio nelle sale) sarebbe stato logico farlo uscire subito dopo la mostra di Venezia.
    Misteri del business.

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  8. A me personalmente è piaciuto più di The Wrestler, sarà che la ballerina bipolare interpretata dalla stupenda Portman mi ha conquistato, molto più del rozzo (parlo del personaggio chiaramente)e malinconico Mickey Rourke. Li ho trovati entrambi (così come Requiem for a dream) due film estremamente claustrofobici, da notare gli ambienti, cupi e stretti.
    P.S. la scena dello specchio è un piccolo non plus ultra.

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  9. Lucien: Requiem lo vidi una marea di anni fa, praticamente non ricordo nulla. Ma tempo dopo rimasi sconvolto negativamente da pi greco.
    Comunque sono sicuro che Black swan ti soddisferà. E' un ottimo film.

    Eva: come dicevo con Cannibale, credo che a volte il cuore ed il nostro background si mettano in relazione ai film che ci colpiscono di più. Nina è un personaggio memorabile, ma io, da appassionato di wrestling - ho anche provato -, residuato degli anni ottanta, scombinato e tatuato non potevo che sentirmi attratto dalla malinconia springsteeniana di Randy the ram. Senza contare che The wrestler è un film quasi alla eastwood, che per me è come un nonno.
    La scena dello specchio splendida, anche se il vertice, a mio parere, si ha con il balletto da cigno nero e la "metamorfosi".

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  10. Immaginavo che avresti fatto riferimento a Eva contro Eva e a the company... anche se the company sembra più un documentario rispetto a Black Swan! Come vedo ti è piaciuto.. invece io ancora non l'ho capito!

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  11. Roberta: vero, The company possiede senz'altro un taglio più documentaristico, ma comunque mi è parso un ottimo film.
    Lascialo depositare, Black swan. Vedrai che verrà a a galla piano piano.

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  12. Voglio vederlo!!!!
    Ho provato a seguire le indicazioni del Cannibale per vederlo in streaming, ma non ci riesco.
    Quando si tratta di indagare sul lato oscuro, io ci sono sempre.
    Anch'io ho visto molto The Company come un documentario però mi ricordo che aveva notevoli numeri di ballo.

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  13. Alma: merita una visione, è, in qualche modo, la versione "femminile" di The wrestler, che per me gli è superiore emotivamente, almeno quanto Black swan vince sul piano di tecnica e regia.
    Fossi in te lo cercherei grazie al mulo semplicemente digitando il più classico dei classici "black swan sub ita".
    I numeri di ballo di The company erano davvero notevoli, concordo.
    Ma del resto, con Altman si sfonda una porta aperta.
    In tutto questo, benvenuta! Ripassa quando vuoi!

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  14. Grazie infinite e anche tu passa pure sul mio blog quando vuoi.
    Ho dedicato anche un post ad Avatar e perché mi piace.

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  15. Volentieri: andrò a leggermi di Avatar, che è una delle vere e proprie mele della discordia mia e del Cannibale.

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  16. io invece ho apprezzato molto i suoi primi lavori, soprattutto pi greco e requiem, un po' meno il terzo...
    Questo invece non mi ha convinto molto, la portman è bipolare? schizofrenica? le sue allucinazioni non sono trattate in modo coerente... e la madre ossessiva? in un passaggio si capisce che lei sa qualcosa ma poi non si approfondisce la cosa... tutta la sequenza del balletto finale è da brividi, ma non basta questo per farti interiorizzare un film... per me un buon film, nulla di più...

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  17. Ivan, a parte che ho scoperto dal blog di Ottimista che sei anche tu meneghino, che caso!
    Poi, che dire!? Io ho trovato i primi lavori di Aronofsky totalmente intellettualoidi e vuoti, con una regia fatta giusto per stupire, mentre con The wrestler e Black swan ho notato un netto cambio di rotta: sarà che il buon Darren sta crescendo! ;)
    Più che l'analisi, credo che di questo film sia importante l'impatto e la distruzione che la disciplina lasciano sulla protagonista, un pò come fu per Randy the ram.
    Detto ciò, dovresti, per una bella discussione ai due opposti, organizzare un bello "scontro" con il Cannibale, che l'ha adorato!

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  18. Perché chi altri è meneghino??? in realtà non sono di milano, abito qui da 5 anni per motivi di studio, sono cresciuto in quella che veniva chiamata "campania felix"... :)
    detto ciò ribadisco che per me il film è da 6 e mezzo, non da bocciare... poi è normale che non a tutti faccia lo stesso effetto; se volessimo usare concetti da baci perugina potremmo dire che nell'arte cerchiamo noi stessi, ma non essendo noi stessi uguali, non possiamo cercare (e quindi apprezzare) le stesse cose... e poi con quel nome (il cannibale) ci penserei due volta ad iniziare uno scontro....

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  19. Ivan, anche se ora non sto proprio più a milano milano io sono meneghino, pensa un pò!
    Concordo sul fatto che un film possa suscitare emozioni e coinvolgimenti differenti a seconda del background dello spettatore.
    Detto questo, io a Black swan scucirei volentieri un sette e mezzo.
    Per quanto riguarda il Cannibale stai tranquillo, è un bravo ragazzo, forse un pò radical chic, a volte, ma davvero un ottimo antagonista per le discussioni. ;)
    E poi, è il mio Joker!

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  20. Un film davvero d'impatto, introspettivo, un thriller psicologico che sfuma in tinte horror ed erotiche. Straordinaria l'interpretazione della protagonista, che ha meritatamente vinto l'oscar: la sua è stata una prova importante, sia come attrice che come ballerina. Oltre ad essersi duramente allenata, Natalie Portman ha scavato profondamente dentro di sè: il viaggio psicologico di Nina raggiunge i meandri più profondi dell'anima, fino all'emergere di quell' ignoto lato oscuro, così dannatamente represso, in un perfetto e fatale sdoppiamento, che si sublima nella splendida ed inquietante metamorfosi, resa dal regista anche esteriore, per un maggiore impatto sullo spettatore. L'attenzione di Aronofsky si concentra proprio su questo lato "malvagio" che la protagonista ha sempre posseduto dentro di sè, ma che ha costantemente inibito: è quell'oscura sensualità che, inizialmente, Nina non scorge in sè, ma solo nella sua rivale, vedendo in lei quell' "io maligno" che non riesce ancora a raggiungere, traguardo necessario se vorrà interpretare alla perfezione gli antitetici ruoli imposti dal balletto. E intanto un'insolita oscurità emerge, sempre più prepotentemente, dalle profondità del suo essere, un male inasprito e represso che, con rabbia e devastazione, prenderà il sopravvento, senza che lei quasi se ne renda conto, fino ad esserle crudelmente fatale, in un climax ascendente (come giustamente scrive MrJamesFord): in questa terribile confusione di oscuri "ii", uno buono e due malvagi, solo apparentemente distinti, Nina crederà di uccidere la sua rivale, colpendo in realtà se stessa. Un film dal grande impatto emotivo, che probabilmente non è stato totalmente apprezzato a causa di alcune scelte del regista: ricordiamo che, però, tutto rientra nella grande e complessa metamorfosi di Nina. Bravo quindi anche Aronofsky, che ha saputo mettere in risalto le indiscutibili doti recitative della Portman.
    Spero presto di vederla, come molti sussurrano, nelle vesti di Jackie Kennedy, ruolo in cui, sicuramente, darà prova del suo eclettico talento e della sua eleganza.
    Che dire: complimenti anche a MrJamesFord, che ogni volta ci regala ottime e approfondite critiche cinematografiche!

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    1. Anonimo, hai scritto un commento ricchissimo e denso, quasi un post a se stante.
      Concordo con la tua analisi e rispetto alla bravura della Portman, così come con il discorso legato al lavoro di Aronofski che continua a stupire dopo lo splendido The wrestler.
      E soprattutto, grazie mille per i complimenti al mio post!

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    2. Se riesco, mi fa piacere commentare i tuoi post, sempre molto interessanti :) In precedenza avevo letto le tue critiche su "Hereafter" e su di un film horror di cui al momento non ricordo il nome, ma piuttosto scadente a livello cinematografico: in entrambi i casi eravamo sulla stessa linea, sia nel bene che nel male :) E devo dire anche questa volta :) A presto!

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    3. Ho trovato un'intervista fatta all'attrice in occasione della premiazione con l'oscar: è interessante leggere il suo commento personale sul personaggio che ha interpretato. E devo dire che, ancora una volta, non smentisce la sua brillantezza ed elasticità intellettuali. Interessante constatare quante possano essere le interpretazioni ed i tagli da dare a un film come questo, che lascia molto spazio alla rielaborazione personale :)

      - Nina, il suo personaggio, è una persona che ammira o compatisce?
      "Nina ispira probabilmente entrambi i sentimenti: l'ammiro per la sua passione, ma ovviamente sento una gran compassione per il suo stato mentale fragile e per la sua identità frammentata. E una delle cose più belle del film è che può essere interpretato in tanti modi diversi. Io lo vedo come la storia di una giovane ragazza che cresce, diventa donna e uccide la versione infantile di se stessa per far emergere la donna. Per me la fine del film non è una morte, come hanno visto molti, ma una trasformazione".

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  21. Riporto altri due frammenti dell'intervista, molto curiosi :)

    - “Il Cigno nero” sin dal titolo indaga il labile confine fra purezza e perversione, lo riscontra lei nel reale?
    Quello che Nina desidera è la perfezione, e come tutti gli artisti è disposta a distruggersi per trovarla, come me. Anche io sono precisa, molto critica con me stessa, penso sia normale voler dare sempre il massimo quando sai che puoi farlo e che dipende solo da te. Lo stesso vale per Nina: quando cerca di diventare il Cigno nero, qualcosa di oscuro inizia a crescere dentro di lei e si trasforma in una crisi di identità.

    - Ma, al di là di Nina, Natalie Portman si sente più Cigno bianco o nero?
    Preferirei non definirmi in nessuno dei due modi, posso dire che per artisti e ballerini concentrarsi tanto su un unico obiettivo può diventare una virtù, ma poi c'è sempre un lato più oscuro, un aspetto poco salutare, in cui puoi perderti completamente. Vincent Cassell nel film suggerisce al mio personaggio che l’unico modo per diventare artisti è provare piacere, per poi ritrovare questo piacere nell’arte. Ecco, io la vedo esattamente nello stesso modo. Il Cigno bianco secondo me è chi cerca di piacere sempre agli altri, mentre il nero piace a se stesso in modo molto oscuro. Ed io aspiro a fare cose per piacere a me stessa, non agli altri.

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  22. Interessante davvero quest'intervista, tanto che mi ritrovo soprattutto con la sua ultima risposta, caro anonimo.
    Sono contento di aver incontrato il tuo favore anche rispetto a Hereafter, pellicola a mio parere splendida e troppo sottovalutata da una certa critica snob che io spesso e volentieri non esito a bersagliare con le mie bottigliate! ;)

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  24. Bel film,Portman enorme,ma avrei preferito se si fosse svelato un pò meno,o meglio un pò dopo,il discorso della doppia personalità...avendolo capito subito secondo me perdeva un pò.
    La mia Portman preferita resta sempre quella di V per Vendetta :D

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    1. V per vendetta spacca senza se e senza ma.
      Comunque, nonostante l'Aronofski migliore resti quello di The Wrestler, questo è un ottimo film.

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