martedì 25 gennaio 2011

Tutti i battiti del mio cuore

La trama (con parole mie): Il giovane Thomas, impegnato in traffici più o meno leciti legati all'industria immobiliare e allo sgombero di stabili sulle orme del padre, trova casualmente la via del ritorno al ricordo della madre concertista e coltiva il sogno di superare un'audizione che gli aprirebbe le porte di una nuova vita. Per riprendere confidenza con il pianoforte, si affida ad una giovane pianista cinese appena arrivata a Parigi: sarà un incontro destinato a cambiare la sua esistenza.

Il lavoro di Audiard, da sempre, pare profondamente legato al tema dell'incomunicabilità, sia essa espressa nelle difficoltà di rapporto con un padre - naturale o acquisito che sia -, della lingua, della fisicità o moralità dei suoi protagonisti: Il profeta, in questo senso - e in molti altri, a dire il vero -, pare segnare il momentaneo vertice creativo ed espressivo del regista, che aveva coraggiosamente gettato i semi poi raccolti con il suo ultimo, monumentale lavoro già nei precedenti Sulle mie labbra - assolutamente ottimo - e, appunto, Tutti i battiti del mio cuore.
Affidando l'importante parte del protagonista ad un incredibile Romain Duris - che continua a migliorare, dai tempi de L'appartamento spagnolo, nonostante non riesca proprio a riuscire a farmelo stare simpatico, per quanto poco conti questo, rispetto ad un attore, soprattutto se bravo - il regista sperimenta ed improvvisa quasi fosse uno strumentista della macchina da presa, giocando tutta la magia dell'opera sulle sensazioni, tramutandola in una sorta di diario emotivo in bilico tra musica ed immagini.
In questo senso il rapporto con il padre - un gigantesco Niels Arestrup, che il regista porterà saggiamente con sé nel già citato Il profeta - e con l'insegnante di pianoforte si sviluppano attraverso una passione che ribolle attraverso i gesti spesso nervosi e scostanti di Thomas, violento eppure timido, incerto eppure sicuro, fragile eppure pronto a portare sulle spalle pesi e segreti non suoi - la compagna del padre, i silenzi dell'insegnante, il ricordo della madre, i tradimenti dell'amico -.
Peccato solo che, nel gettarsi a capofitto e con così tanto fervore nell'affrontare l'incomunicabilità, Audiard - non ancora completamente esploso nella sua abilità di narratore - perda di vista la sceneggiatura ed i suoi raccordi più ancorati alla realtà, rendendola poco equilibrata dal punto di vista soprattutto temporale, rischiando di creare confusione nello spettatore che si concentri più sullo script che non su immagini o sensazioni.
Viene quasi da pensare che il sanguigno Jacques abbia voluto confezionare un prodotto indirizzato al solo cuore, escludendo ogni processo razionale o tecnico, pur facendo sfoggio di una padronanza invidiabile della tecnica stessa ed avvalendosi di collaboratori in grado di mantenere montaggio e fotografia a livelli troppo alti per essere improvvisati: un peccato, perchè questa controparte "sentimentale" di Sulle mie labbra - un prodotto decisamente più "ad orologeria" - poteva rivelarsi decisamente più esplosiva nella comunicazione di quanto non sia risultata.
Del resto, e quasi si sorride a pensarci, si tratta di una pellicola incentrata sull'incomunicabilità.
Un film a tratti durissimo, dolce e spietato come il suo protagonista.
Forse è assolutamente giusto che un'opera come questa sia profondamente imperfetta.
O forse lo dico soltanto perchè già so che Tutti i battiti del mio cuore è stato l'anticamera de Il profeta.
E scusate se è poco.


MrFord


"You know I feel it in my heartbeat,
it may feel old to you but to me it feels new."
Madonna - "Heartbeat" -

21 commenti:

  1. sembra interessante, anche perché spesso preferisco i film imperfetti. se poi ha pure condotto in qualche modo al profeta, un motivo in più per vederlo!

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  2. Cannibale, secondo me ti piacerebbe assai.
    E poi è davvero una sorta di primo mattone dell'edificio che è Il profeta.

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  3. Bello! Mi piace il cinema energico di Audiard. In effetti qui a volte si perde un po', ma il livello resta alto. :)

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  4. Ottimista: concordo, lo trovo davvero un ottimo regista, anche se, in questo caso, ci sono diversi punti nebulosi nella sceneggiatura.
    Secondo me si è fatto prendere un pò troppo dalla passione, come ho scritto. Del resto, capita.
    E non è detto che sia necessariamente un male.

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  5. molto bello, anche se l'originale Fingers con il lupo cattivo Harvey Keitel gli sta un gradino sopra.
    Audiard ci sa veramente fare e poi ha il coraggio di affrontare storie forti senza peli sulla lingua, ma, e non è necessariamente un difetto, in alcuni suoi lavori si fa prendere troppo dal fuoco sacro e-come dici giustamente tu- perde l'equilibrio su passaggi basilari.
    fortunatamente con Il profeta è stato, invece, capace di limitarsi in questo senso, dando vita al suo (secondo me) capolavoro.

    ad ogni modo, uno dei pochi film europei che esprime l'incomunicabilità come solo certi asiatici sanno fare.

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  6. Einzige, concordo sia sulle caratteristiche di Audiard sia sulla narrazione quasi "orientale" di Tutti i battiti del mio cuore.
    Il profeta è davvero il suo capolavoro, riesce a sintetizzare la passione che il regista è solito mettere nelle sue opere e metterla al servizio di una struttura più solida.

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  7. Non l'ho mai visto questo film ma promette bene, anche perché Duris è un attore bravissimo

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  8. Perso, concordo su Duris, anche se mi sta tantissimo sul cazzo. La bravura, però, non si discute.
    Il film promette bene, ma se ti piace Audiard ti consiglio di partire da Sulle mie labbra.

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  9. Ehm... mi scusi, sono nuovo della contea, sto cercando un film che non riesco a trovare in giro da tempo... Mi hanno consigliato di rivolgermi a lei dicendo che forse può aiutarmi... :P

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  10. Comunque per quanto riguarda Duris la penso come te. Molto molto bravo, ma ha qualcosa che non mi convince. :D

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  11. Vince: benvenuto da queste parti, anche se più che una contea, è un saloon da expendables! :)
    Quando vuoi ripassa, sarò sempre pronto per consigliare qualche film!

    Ottimista: secondo me è perchè è francese. Non mi sono mai piaciuti troppo, i nostri cugini oltremanica. Sarà che ci lavoro. ;)

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  12. Ahah, no, non è per quello. Io ci sono cresciuto in mezzo ai francesi. :D

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  13. Oh, grazie del benvenuto! :) Sapevo che si trattasse di un saloon, ma la mia immaginazione malata mi ha portato a collocarlo in una contea tipo film western... :D

    Passerò spesso (in realtà, un po' lo faccio in silenzio già da qualche tempo... :D): mi piace il cinema e tenersi aggiornati non fa mai male. Esco allo scoperto e ti followo! ;)

    P.S.: Il film che cercavo è ehm... "Biancaneve sotto i nani"... ahahah... (sai, non è per me... è per un amico! :P)... ma non credo trattiate di tali pellicole qui... :D ;)

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  14. Ottimista: io ci lavoro ogni giorno, ma ho sempre il ricordo del mio primo viaggio da solo, a diciotto anni, a Parigi. E' stato il posto in cui mi sono sentito più straniero fra tutti quelli in cui sono stato.
    Così mi vendico e mi diverto a stuzzicare un pò i transalpini :)

    Vince: Biancaneve sotto i nani non ce l'ho, ma se vuoi posso consigliarti il prequel, Biancaneve dentro i nani. Pare sia un must. :)
    Tranquillo, l'immaginazione non fa mai male. Trovati un posto nel saloon, scegli quello che più ti piace e dacci dentro!

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  15. Ottimista, grazie del supporto. Vedrò di pensare un pò a te ogni volta che me la prendo con loro! ;)

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  16. "Biancaneve dentro i nani" è stupenda... ahahah... :P Reggo poco l'alcol, ma un wiskaccio me lo farò volentieri... :)

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  17. Sapevo che avrebbe incontrato il tuo favore, Vince! :)
    Un wiskaccio, qui, non si nega a nessuno!
    Dacci dentro!

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  18. D'accordo su tutto James.

    Io ho dimenticato di citare Arestrup, davvero un errore imperdonabile.

    ieri sera, ormai fuor di recensione, mi è venuto in mente come i battite del cuore di Thomas possano essere anche riferiti ai tasti del pianoforte. Del resto come scrivi anche te, passa dalla calma allo scatto improvviso, dalla pace della musica alla violenza della vita come si passa da un lento a un presto in uno spartito musicale, specie di musica classica.
    Probabilmente non c'entra niente col titolo ma il battito visto come ritmo ci sta.

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  19. Dae, mi piace l'accostamento che hai fatto all'idea dei tasti.
    Ci sta tutto.
    E grande Arestrup, senza dubbio.

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