giovedì 13 gennaio 2011

Departures

Ho resistito, con tutto me stesso, ma alla fine non ce l'ho fatta.
Probabilmente se fossi stato in sala, per mantenere quella facciata di virilità spicciola, avrei pensato a tutt'altro per poterle ricacciare indietro, una ad una.
Invece, comodamente sdraiato sul divano, rum alla mano e tuffi continui al cuore, sono proprio scoppiato, e sono scappate fuori quasi anelassero disperatamente alla libertà dell'aria.
Lacrime. Un sacco di lacrime.
Bando alle ciance, dunque.
Departures è un film meraviglioso.
E' Hereafter che incontra Kurosawa, la passione occidentale filtrata attraverso la leggerezza orientale.
E' l'incontro con i propri padri, e dunque con se stessi.
E' la descrizione sottovoce di un viaggio, quello che tutti compiamo e che porta nella stessa direzione, ma soprattutto, è un'opera enorme che mostra la morte come specchio dell'amore e della passione per la vita.
I gesti misurati e leggiadri di Daigo e del signor Sasaki nel preparare i defunti hanno il sapore di un rituale antico, che lascia perplessi al principio, sfiorando il grottesco, quasi ad indurci a disprezzare il loro lavoro - come accade alle persone che rifiutano di conoscerlo da vicino, forse per paura della morte stessa -, poi ci strizza l'occhio, fino a farci sorridere, come sempre Clint fece in Gran Torino prima di colpire a fondo, dunque ci conduce, senza mai alzare la voce, ad uno dei finali più emozionanti del Cinema recente, di quelli capaci di stupirmi come fece, a suo tempo, Le vite degli altri quando, quasi per caso, passò per la prima volta sui miei schermi.
E mentre Daigo osserva i salmoni risalire la corrente, mettendo tutta la loro energia per compiere l'ultimo, incredibile viaggio delle loro esistenze, e si interroga sul perchè lo facciano, viene da pensare che non può che essere così anche per noi, che, pur nella coscienza di dove si finirà, non riusciamo a fare altro che vivere: e il meglio che possiamo fare è vivere a fondo, raccogliendo il nostro sasso parlante e donandolo a chi ci seguirà, così come fece chi venne prima di noi.
Una sorta di testamento naturale, che probabilmente ognuno di noi si porta dentro.
Anni fa, leggendo Mind hunter - l'incredibile autobiografia di John Douglas, ex agente Fbi nonchè padre fondatore del profiling -, scoprii l'interessante posizione dell'autore che, riferendosi ad un suo collega e ai suoi problemi con la moglie per giungere ad illustrare la via per individuare un assassino senza avere una prova tangibile, dichiarò che "ognuno ha il suo sasso", facendo riferimento ad un caso in cui, durante l'interrogatorio di un sospettato, fu posta in bella mostra su un tavolo la pietra che lo stesso aveva utilizzato come arma del delitto, e lo stesso cedette.
Ognuno ha il suo sasso.
Soltanto che, in Departures, la morte non è sinonimo di violenza, quanto di amore.
E' il testamento di un padre di cui all'improvviso si ricorda il volto, proprio nel momento in cui lo stesso sta per scomparire per sempre: quello che resta - e di nuovo torno col pensiero alla gigantesca ultima opera eastwoodiana -, però, è quello che conta davvero.
Perchè se il momento peggiore di un funerale è vedere il proprio caro sparire dietro il coperchio della bara - ed è, almeno per quanto mi riguarda, l'unica immagine, o quasi, che resta di momenti come quelli -, è altrettanto vero che i piccoli gesti, il ricordo di quel viso, o di un momento, l'amore celato nel saluto portato quasi fosse il rispettoso omaggio di una buonanotte che è un arrivederci, rendono unico quello che portiamo dentro, e meravigliosamente nostro.
Eschilo, se non sbaglio, qualche secolo prima di Cristo scrisse che l'immortalità sta nel ricordo di chi ci ha amati.
Il signor Sasaki, vedovo da nove anni, si gusta il cibo che lo culla come un piacere quotidiano affermando che una coppia, prima o poi, è sempre divisa dalla morte, e che è un dolore immenso per chi resta.
Johnny Cash non resistette alla morte di June Carter, e la seguì dopo soltanto sei mesi.
Di mio nonno ricordo i film con John Wayne, il giorno in cui lasciò il sellino della mia bicicletta senza dirmelo ed imparai ad andare senza rotelle, e quello in cui, da solo con lui nella camera mortuaria dell'ospedale, infilai un biglietto con una poesia nel taschino della sua giacca. Non ricordo assolutamente cosa scrissi.
Non tutte le partenze sono uguali.
Alcune ci sorprendono terribilmente, altre sono un dolce abbandonarsi.
L'importante, però, è sempre il viaggio che abbiamo condiviso.

MrFord


"All our times have come
here but now they're gone
seasons don't fear the reaper
nor do the wind, the sun or the rain,
we can be like they are,
come on baby, don't fear the reaper."
Blue oyster cult - "Don't fear the reaper" -

25 commenti:

  1. Coincidenza incredibile vuole che l'abbia recuperato OGGI, ripeto OGGI per la videoteca insieme a PROSSIMA FERMATA: L'INFERNO e FISH TANK. Credo che entro un mesetto lo vedrò. Non leggo ancora il commento ma conoscendoti potrebbe essere uno di quei film che potresti affossare per la retorica (supposizione che ho conoscendo solo la trama).Io, malato di un certo tipo di cinema orientale, molto poetico ed emotivo, credo che ci sguazzerò. Ci sentiamo.

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  2. Che dire, dopo una recensione così... me lo segno!
    Grazie della dritta. Poi se non mi piace però vengo da cercarti... ;)

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  3. Mi viene in mente una sola parola per questo film: GRAZIA

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  4. Dae: ti stupirò, invece. L'ho trovato meraviglioso.

    Marziano: aspetto di sapere che ne pensi, dunque. Io credo che un film come questo non possa che essere apprezzato, in caso contrario sarò pronto a menar bottigliate! :)

    Julez: lo so, anche io.

    Sononera: concordo. Una delicatezza incredibile espressa ad ogni immagine. Bellissimo.

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  5. Bello! E a leggere la recensione in effetti viene voglia di rivederlo.

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  6. Ottimista, io l'ho visto ieri sera, e lo rivedrei oggi!

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  7. rece molto sentita
    si capisce chiaramente che ti è piaciuto :)

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  8. Cannibale, sono rimasto sorpreso.
    Pensavo di vedere un bel film, e mi sono ritrovato travolto dalle emozioni.
    Domani scatta l'acquisto in dvd.
    Davvero bellissimo.

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  9. qui non mi trovi daccordo, ma bensì daccordissimo! è davvero un gran bel film, son rimasto colpito anch'io nonostante partissi "prevenuto" dopo aver sentito numerosi pareri positivi degli amici.
    bella Tom

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  10. il dvd original marines ci sta di brutto!

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  11. Lorant, evidentemente è un film che colpisce soprattutto chi si pone un pò più "duro".
    Mi ha lasciato davvero sconvolto emotivamente, prima si è divertito a divertirmi, e poi mi ha colpito quando meno lo aspettavo.

    Ma bella Tom da dove arriva?!!?!?

    Dvd comprato oggi, fresco fresco.

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  12. ahah
    Bella Tom arriva dalla recente visione di A single man, ahah spero mi perdonerai per il lapsus..

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  13. Devo ancora vederlo, A single man.
    Molti me ne hanno parlato malissimo.
    A te come è sembrato?

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  14. diciamo che Tom Ford è meglio se continuasse con la sua carriera da stilista, il cinema è un'altra cosa.. bocciato in chiare lettere, spero di trovare il tempo per scriverci una bella distru-recensione.

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  15. Io ho amato a single man, mi sono comprato anche il dvd...

    Departures lo vidi al cinema tempo fa e, fu un'esperienza magnifica...

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  16. Ivan, sono curioso di vedere A single man proprio perchè conosco gente che l'ha adorato e altra che l'ha completamente detestato.
    Vedremo che succederà con il sottoscritto.

    Departures è davvero stato un'esperienza magnifica. Un film incredibile, mi ha sorpreso come da tempo non mi capitava.

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  17. maledizione, lo voglio rivedere! Scrissi un pezzo subito dopo… una armonia incredibile m'aveva attraversata! Già mi affascinavano e le partenze ma dopo questo ho perduto qualsiasi traccia di timore! essì… salutatemi con il fazzolettino nero con cranio e ossa, me ne andrò come son venuta, urlando! ;)

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  18. Petrolio, un film di una leggerezza incredibile, e anche se io, da attaccato cronico alla vita, il timore ce l'ho sempre, non posso che rimanere a bocca aperta di fronte a sequenze incredibili come la vestizione del padre del finale: impressionante!

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  19. Grande James, hai (quasi) mantenuto la stessa potenza emozionale del film.
    Film che tutti, magari da soli, magari di nascosto, dovrebbero vedere.
    Per affrontarla e non averne paura.

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  20. Dae, muchas gracias.
    Anche se la potenza è tutta quella arrivata dal film. Davvero enorme!

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  21. mi riprometto sempre di vedere questo film perché mi riguarda da vicino, per 5 anni ho lavorato alle pompe funebri e ora da diversi mesi lavoro appunto in obitorio e mi occupo della sistemazione delle salme, quindi come il protagonista, ero curioso di vedere sto film, tra l altro ne parlan tutti bene

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    1. A prescindere dal tuo lavoro - affascinante, non c'è che dire: tempo fa avevo valutato anche io la cosa -, questo film è toccante, profondo ed intenso. Recuperalo!

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    2. beh per farlo bisogna avere stomaco, a volte ci arrivano salme davvero mal messe, io personalmente ho lo stomaco di ferro, ma a qualcuno potrebbe risultare davvero difficile riuscire a fare questo tipo di lavoro.
      il film lo recupererò senz'altro ;-)

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    3. Immagino. Comunque il film è più incentrato sul rapporto padre/figlio che non sui "six feet under"! ;)

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