venerdì 21 gennaio 2011

Boogie nights

La trama (con parole mie): Siamo alla fine degli anni settanta. Eddie Adams, giovane cameriere di belle speranze, viene notato da Jack Horner, regista di film a luci rosse, e lanciato come nuova stella nel firmamento del porno. Per Eddie, ormai Dirk Diggler, sarà come realizzare un sogno e ritrovare una famiglia. Ma la strada per capire a cosa davvero appartenga sarà molto più ardua di quanto non sembri.

Altman non è un modello facile da seguire. 
Il rischio di apparire poco più di una pallida imitazione è sempre grande, di fronte ai Maestri.
Ma - e ormai, con il senno di poi, a noi è evidente - Paul Thomas Anderson non è fra quelli che si spaventano facilmente, e anzi, l'idea di una sfida così grande, probabilmente, lo stimola a rendere il meglio.
Nonostante l'ulteriore evoluzione sullo stesso tema del successivo Magnolia, o la perfezione stilistica de Il petroliere, continuo a considerare, infatti, visione dopo visione, Boogie nights come il miglior lavoro del regista: appassionato ed energico quanto scaltro e ricco di citazioni - la mia preferita resta quella di Omicidio a luci rosse, con una scena praticamente replicata -, originale quanto rispettoso delle sue fonti d'ispirazione, studiato a tavolino eppure estremamente spontaneo.
La storia di Eddie Adams/Dirk Diggler non è solo un omaggio ad un genere praticamente mai considerato da critica e pubblico cinematografico, nonchè uno dei più difficili da gestire, proprio nel suo rapporto con l'audience, in assoluto - in fondo, su un porno di un'ora e mezza, quanti sfiorano anche solo il pensiero di arrivare alla fine? -, ma anche e soprattutto una parabola legata al successo e al sogno americano, alla famiglia e alle disfunzioni che essa comporta e ripara, inevitabilmente.
Il tutto con riferimenti evidenti al succitato Altman, a Scorsese, DePalma e Tarantino, una colonna sonora da urlo, tecnica sopraffina - almeno un paio di piani sequenza memorabili - e la capacità di creare un rapporto con il pubblico giocato sull'approfondimento e l'affetto per i personaggi così come sulla tensione - sia essa drammatica, quasi surreale o giocata su temi che si potrebbero definire da commedia - che pare accumularsi giusto in tempo per esplodere nelle due grandi scene madri della pellicola.
E proprio alle suddette devo il grande amore che provo per questo film: il crescendo e l'incrocio della sparatoria nel negozio di donuts - omaggio più che dichiarato a Le iene -, il pestaggio di Dirk da parte della banda di omofobi e lo scontro tra Jack e Rollergirl e l'universitario spocchioso è degno del miglior Inarritu, ed anche di più, e rappresenta il punto più basso raggiunto dalla grande famiglia Horner, insieme allo sconforto da cocaina della stessa Rollergirl e della magnifica Maggie interpretata da una strepitosa Julienne Moore.
E dopo essersi immersi nelle loro storie che si incrociano, pare inevitabile provare un moto di partecipazione alle loro vicende così incredibilmente vicine a quella che è la nostra realtà quotidiana, nonostante il successo e i sogni di gloria: in fondo, pare suggerire Anderson, sono come tutti noi. 
E quando il sogno si spezza, o rischia di riportarci ad una sveglia troppo brusca, capiamo bene il sapore acido che lascia in bocca: quello del fallimento e della caduta, che prima o poi, nella vita, toccano chiunque, anche chi pareva destinato solo al successo.
E sul predestinato Dirk si gioca la straordinaria sequenza di Rahad e Cosmo - che solo questa sera, all'ennesima visione, ho scoperto indossare una t-shirt di Rick Springfield -, un momento esemplare di Cinema in grado di tenere sul filo anche chi, come il sottoscritto, sa già dove si andrà a finire, e riesce ad unire passione, una scrittura pressochè perfetta e l'integrazione tra colonna sonora ed evoluzione della trama fino a rasentare il metacinema.
Il tutto senza neppure contare che, se non avessi scoperto Boogie nights, ormai parecchi anni fa, ora non conoscerei il buon, vecchio, appena citato Rick Springfield, ormai uno dei cantautori rock made in Usa targati anni ottanta di assoluto culto in casa Ford.
La vicenda di Dirk, ed il suo legame con Jack Horner e Maggie, così come l'amicizia con Buck, Reed e Rollergirl, hanno il respiro delle grandi epopee di famiglia del Cinema, intelligentemente adattate a tutte le disfunzioni del nuovo millennio, che altro non sono se non una versione esplicitata di tutto ciò che era già presente, ma custodito gelosamente sotto il tappeto più elegante che si poteva trovare in casa.
Eppure, con tutti i loro problemi, i nostri trovano sempre la forza di tornare ad essere presenti l'uno per l'altro, dando senso all'intero mosaico e descrivendo il percorso ideale verso il vero successo: nelle battute di prova di Dirk di fronte alla sua immagine riflessa, prima del grande rientro sulle scene, c'è tutta la malinconia di Toro scatenato, ma vibra altrettanto prepotentemente la sensazione di una possibilità che solo chi ci ama è in grado di darci.
Che scuote le corde del cuore e mostra, finalmente, quello per cui Dirk è nato.
Il talento e la passione che permettono di realizzare i sogni.
E le persone che ci stanno accanto.


MrFord


"Jessie's got himself a girl
and I wanna make her mine."
Rick Springfield - "Jessie's girl" -


 

8 commenti:

  1. Eh la colonna sonora effettivamente è bellissima! Ma Anderson è Anderson, c'è poco da fare!

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  2. Che si può dire, se non concordo!?
    Lancio un appello: recuperate tutti le canzoni di Rick Springfield, un vero paladino degli anni ottanta!

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  3. Reynolds mitico! :D
    Hai visto Sydney? A me ancora manca.
    Dopo quello comunque Anderson ha fatto solo filmoni, uno dei migliori in circolazione.

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  4. Ottimista, Sidney manca anche a me.
    Concordo sulle capacità di Anderson, anche se, a mio parere, deve ancora liberare davvero tutte le sue potenzialità.
    Di sicuro non ha finito di stupirci.
    E grandissimo Reynolds!

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  5. quello che scrivi per questo film per me vale per magnolia. è il primo film che ho visto di anderson e mi è rimasto dentro, colonna sonora e pioggia di rane in primis.
    boogie nights bello, rollergirl mitica, ottimo rick springfield, però per me magnolia è comunque inarrivabile

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  6. Magnolia è una vita che non lo rivedo, ma penso che sia uno di quei film che, dopo un giorno o dopo anni, ha sempre da darti qualcosa di nuovo.
    Proprio come Boogie nights.
    Il resto lo sceglie il cuore.
    Se devo, però, scegliere un momento di Magnolia, pesco Tom Cruise e il suo charachter incredibile.
    Così potrai dire che è un altro personaggio mrfordiano. ;)

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  7. Questo film per me è un autentico cult movie, si dentro c'è tutto, il sogno americano, una famiglia sui generis, complimenti per la recensione, davvero molto bella, perchè rispecchia il senso reale del film :)

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  8. Arwen, muchas gracias!
    Da anni, ormai, è anche tra i miei cult personali: ricordo la prima volta che lo vidi, fu una vera e propria girandola di emozioni dalla "nascita" di Dirk Diggler alla fantastica scena con Alfred Molina. Bellissimo.

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