domenica 28 marzo 2010

The wrestler

La settimana più importante dell'anno per ogni fan di wrestling non poteva che essere inaugurata con il film che ha permesso ad Aronofsky di passare dalla categoria "regista pseudo intellettuale dalle pretese altissime e talento di una pippa da corsa" a quella, ben più lusinghiera, di "cazzo, questo è un film che poteva benissimo fare Clint Eastwood".
Poche palle, The wrestler è una di quelle pellicole che ti spaccano in due, ti sbattono a terra e senza darti tempo di riprenderti sono di nuovo su di te, facendoti sentire che si possono fingere (!?!?) o coreografare i colpi, ma mai e poi mai si potrà pensare che non esista la gravità.
La storia di Randy "The ram" Robinson, che non sto neppure a dire con quanta autobiografica passione è stato interpretato da uno straordinario Mickey Rourke, oltre ad una magnifica valenza in termini di riflessione umana sulla famiglia, il fallimento, la vecchiaia e la solitudine, è senza ombra di dubbio il film perfetto per ogni appassionato dello "sport entertainment" per eccellenza, e anche per i suoi detrattori.
Chi conosce (e ama) il wrestling, infatti, sa che il mondo dorato cui accede solo una ristrettissima manciata di atleti nasconde ombre scurissime, e tante piccole realtà che vedono giovani - e non solo - appassionati rischiare l'osso del collo solo per il "boato" di una folla alquanto esigua.
A queste si aggiungano l'isolamento umano, la dipendenza da antidolorifici e il doping, e si arriva all'agghiacciante risultato di un'aspettativa di vita media che, per tutti (o quasi) i grandi wrestlers degli anni '80 si attesta poco sotto i cinquant'anni. Eppure, il grande carrozzone di questo circo continua a girare, e i Ram ad entusiasmare un pubblico che sa che, davvero, "quello è l'unico posto in cui non si fanno del male".
D'altra parte, chi per wrestling intende soltanto una manciata di bulli palestrati in mutandoni sgargianti che fingono di prendersi a pugni si troverà di fronte una nuova visione di quella così finta disciplina all'interno della quale si pensa sia impossibile farsi del male.
Fidatevi, avendolo anche solo amatorialmente provato: imparare a cadere non è facile, così come pensare che ogni incontro con il tappeto, contraccolpo, pugno accompagnato non comportino effetti devastanti sul fisico. E stiamo parlando di tre orette in un capannone sperduto della Comasina a sbatacchiarsi in tranquillità su un ring, senza troppe pretese.
Ad ogni modo The wrestler non è solo un film incentrato sull'argomento specifico, ma anche il percorso di un loser in piena filosofia springsteeniana che pare poter arrivare in cima soltanto per cadere più rovinosamente, una piccola perla di tecnica cinematografica (e attenzione, me lo sta facendo dire l'ex Mr. Pippa Aronofsky) - straordinario il lavoro sul montaggio, e la scelta della macchina a spalla -, un'amarissima favola suburbana persa nelle "badlands" delle periferie.
E restano, oltre alla performance di Rourke, momenti di contagioso e spontaneo divertimento - la partita al Nintendo, la visita al negozio di vestiti, il servizio al bancone del centro commerciale - accanto a tuffi al cuore - il confronto con la figlia al parco giochi, il percorso dagli spogliatoi al bancone, accompagnato dal ricordo del boato della folla che scompare, il ritrovo con le leggende del ring che firmano autografi, l'affettatrice - capaci di segnare anche il bullo in mutandoni sgargianti più duro.
E il volo finale di Randy in lacrime, cuore matto e coscienza di tutti i suoi errori, delle solitudini e dell'amore, quello per e dal pubblico che pare eterno e quello tutto umano che si è lasciato sfuggire, è carico di tutta la forza che solo una vita vera e vissuta può dare, infinito e sofferto come solo quello di un "ariete scatenato" può essere.
Meno male che il wrestling doveva essere tutto finto.

"If you ever seen a one armed man than you've seen me."
MrFord

6 commenti:

  1. Qui è l'unico posto dove non mi faccio male.
    Qui sei tu.

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  4. Veramente eccezionale,sembra incredibile che sìa lo stesso regista di The fountain, e MIckey è enorme,qui.

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    1. Filmone totale, uno dei miei favoriti degli ultimi anni a prescindere dal fatto che io sia appassionato della disciplina.

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