lunedì 23 luglio 2012

L'amore dura tre anni

Regia: Frederic Beigbeder
Origine: Francia
Anno: 2011
Durata: 98'




La trama (con parole mie): Marc Marronier, giovane critico e giornalista, affronta il divorzio dopo tre anni di matrimonio autocommiserandosi, cercando conforto negli inseparabili amici Jean-Georges e Pierre, inseguendo Alice - moglie di un suo cugino conosciuta al funerale della nonna - e soprattutto decidendo di scrivere una sorta di manuale che narri della naturale implosione dell'amore, sentimento dalla scadenza ben precisa.
Travolto da un successo insperato, lo scrittore si troverà a doversi destreggiare tra le posizioni prese con la sua opera e la storia finalmente nata con la stessa Alice, che potrebbe essere quella giusta per sfatare tutte le sue misogine credenze: la risposta arriverà soltanto dopo numerose peripezie, e non è detto che sia quella che Marc si aspetta.





Credo sia ormai un dato di fatto che la Francia abbia vissuto - e stia vivendo - una delle sue migliori stagioni cinematografiche in assoluto a prescindere dai generi e dai gusti del pubblico: pellicole come The artist, Quasi amici, Polisse, Piccole bugie tra amici e Tomboy sono esempi lampanti dell'ottimo stato di salute della settima arte transalpina, dimostrazione di un fermento creativo che, al momento, qui nella Terra dei cachi possiamo solo sognarci: spinta da una discreta serie di opinioni positive è giunta dunque sugli schermi di casa Ford anche questo L'amore dura tre anni, commedia romantica dal sapore alleniano espressione di una volontà, da parte del regista, di trovare un punto d'incontro tra un genere decisamente popolare ed un approccio dal gusto più autoriale.
Il risultato è una pellicola carina ed assolutamente guardabile, eppure lontana sia dall'impatto dei titoli citati poco sopra sia da uno standard che vada oltre il dimenticabile: certo, strappa le sue risate e riesce ad essere coinvolgente nonostante l'antipatia inequivocabile del suo protagonista - sosia d'oltralpe di Fabio De Luigi -, porta in scena dinamiche che tutti noi ben conosciamo - soprattutto il pubblico maschile, rappresentato nel meglio e nel peggio con assoluta sincerità - e si rivela come un modo onesto di passare una serata di visioni leggere, eppure manca sia della verve volgare di una commedia trash che della raffinatezza dei dialoghi delle opere del vecchio Woody - un Maestro in questo campo - o di cult come Harry ti presento Sally.
Pare quasi che l'intento di porsi a metà strada abbia da più di un punto di vista limitato il risultato filnale, che, come se non bastasse, tolto qualche inserto in salsa Amelie - quanti danni ha fatto il lavoro più noto di Jeunet! - a dir poco irritante, ha poco da dire anche dal punto di vista tecnico: il tutto senza contare che, per essere una proposta "light", nonostante un minutaggio certo non impressionante, nel corso della seconda parte - culminata con una risoluzione forse troppo simile a quella delle più commerciali commedie romantiche - ho avvertito una punta di noia decisamente pericolosa, di quelle che, se fossi stato soltanto un pò più stanco, o prossimo al giorno di riposo, mi avrebbero visto steso sul divano con la bolla al naso ed il white russian lasciato a metà - piccola postilla alcolica: di recente ho cambiato formato del bicchiere nella preparazione del cocktail che da il nome al Saloon, e devo dire che la cosa ha decisamente giovato alla qualità del risultato finale -.
Insomma, il pur discreto entusiasmo mostrato dal mio antagonista Cannibale nella sua recensione con tanto di ponte ideale tra il finale del film di Beigbeder e quella meraviglia di Take shelter mi trova abbastanza in disaccordo, anche se occorre dire che le parti dedicate, più che al protagonista, all'amico Jean-Georges interpretato da Joey Starr - nel cast del succitato Polisse - risultano decisamente le più interessanti della sceneggiatura, specie considerata la scelta dello stesso sciupafemmine di accasarsi preferendo avere "le spalle coperte" da qualcuno che lo capisce in tutto e per tutto.
Una teoria interessante che risolve in maniera altrettanto interessante - ed inusuale - il problema dell'amore "a scadenza" teorizzato da Marc e delle incomprensioni tra i due sessi, che sicuramente avrebbe meritato uno spazio maggiore oltre alla cerimonia in chiusura: uno spreco di "carattere", dunque, per una proposta che manca proprio dello spessore necessario per compiere quel passo in avanti che l'avrebbe resa l'ennesima piccola perla dei nostri tanto detestati - almeno dal sottoscritto, e nonostante le ottime proposte in sala - cugini.


MrFord


"Love hurts
but sometimes it's a good hurt
and it feels like I'm alive.
Love sings
when it transcends the bad things
have a heart and try me
'cause without love I won't survive."
Incubus - "Love hurts" -


16 commenti:

  1. Onestamente guardando il trailer pensavo che si trattasse della commediola smielata all'italiana con protagonista magari Luca Argentero.
    E invece se mi dici che segue l'ottimo filone dei film francesi recentemente usciti, devo ricredermi.

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    1. Pesa, rispetto agli ottimi titoli sfornati in terra di Francia nell'ultimo anno è comunque molto inferiore, ma si guarda senza problemi, come spesso capita con i film distribuiti senza impegno in estate.

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  2. carino, ma inferiore agli standard della commedia francese che gradisco. Si vede senza sofferenza ma si dimentica subito. Tranne che per le gnocche che piovono incessanti sul protagonista. Quelle si che non si dimenticano tanto facilmente!

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    1. Bradipo, concordo. Si vede e si dimentica senza troppi patemi. Ma almeno non è così terribile come certe commedie proposte qui.
      E sicuramente le signorine sono degne di nota. ;)

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  3. Questo e' un genere in cui i francesi .sono assoluti maestri. Non ho visto il traile ma sulla carta, pensavo di non perderlo. Adesso sono un po' piu' incuriosita. Cerchero' di vederlo (senza fretta)

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    1. Sorella, non avere troppa fretta e conservalo per una di quelle serate senza troppo impegno.
      In quel caso ci starà alla grande.

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  4. Non rientrava nei miei piani, soprattutto perchè devo ancora vedere tutte le pellicole precedenti che citi all'inizio.
    Sinceramente mi pareva una simil commediola brizziana, ma a quanto pare merita una visione. Con calma e dopo aver visto almeno The Artist e Polisse.

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    1. Newmoon, è piacevole ma non imprescindibile.
      Dedicati senza dubbio prima a tutti gli altri che ho citato. ;)

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  5. a me non ha entusiasmato tantissimo. ho avuto come l'impressione che si voleva fare un film alternativo e ci sono riusciti. certo è guardabile senza troppe sofferenze, ma assolutamente lontano dagli standard dell'ultimo cinema francese.

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    1. Frank, concordo.
      Un lavoro piacevole, ma decisamente lontano dagli standard dell'ultimo anno di Cinema francese.
      Comunque, decisamente lontano - all'opposto - dai bassi livelli della nostra produzione. :)

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  6. visto che di solito sei un serioso e musone anti-commedia, mi sembra già un giudizio più positivo del previsto.. :)
    miracoli del cinema francese di quest'anno!

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    1. Ma se di solito mi diverto come un matto con i miei amici Kevin Smith e soci!?!? ;)
      Comunque, anche se il giudizio è discreto, certo non parliamo di un film memorabile!

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  7. come film per l'estate sembra perfetto, me lo segno :)

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    1. Direi di sì. Quest'anno, poi, sono un sostenitore ancora più forte di un'estate lasciata scorrere a ritmi - e film - poco impegnativi. :)

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  8. Beh, me lo guarderei anche io, e solo perché è francese. Certo però che con quella faccia il protagonista è inguardabile!

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    1. Elle, effettivamente il protagonista non è che sia propriamente un adone. ;)
      Comunque il film può essere piacevole, e in questo periodo di scarso impegno ci sta tutto.

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