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lunedì 25 febbraio 2019

White Russian's Bulletin - Oscars Edition



Edizione particolare per il Bulletin, che approfittando della Notte degli Oscar come ogni anno porta il Saloon alla più nota ed importante manifestazione cinematografica che si ricordi e conosca anche al di fuori di quella che è la cerchia più o meno ristretta degli amanti della settima arte.
Chi vincerà? Dalla parte di chi il vecchio cowboy si schiererà in quella che fino ad ora è una delle più criticate e discusse edizioni della kermesse di sempre? E soprattutto, l'Academy riuscirà ad indispettirmi come lo scorso anno con la vittoria del sopravvalutatissimo La forma dell'acqua?


Risultati immagini per oscars 2019


Partiamo dal Miglior Film, una delle categorie più discusse di questa Edizione 2019, con titoli che probabilmente in altre annate più ricche non si sarebbero neppure avvicinati a fare da spalla a pellicole davvero degne di nota: mi manca ancora La favorita, e nonostante tra gli altri abbia davvero apprezzato molto ROMA, che probabilmente vincerà - a meno che non sorprenda Bohemian Rhapsody -, mi piacerebbe che a trionfare fosse Green Book, che per molti sarà stato anche un film "da Oscar" ma che a conti fatti è una pellicola davvero in grado di toccare qualsiasi fetta di pubblico, che si fa voler bene e fa stare bene, interpretata davvero alla grande.
Come Migliore Attore facilmente Rami Malek, ottimo nel ruolo di Freddy Mercury, si porterà a casa la statuetta, anche se meriterebbero considerazione Christian Bale e Viggo Mortensen, strepitoso nel già citato Green Book e mio personale preferito.
Rispetto alla controparte femminile della Migliore Attrice, invece, nonostante i pronostici della vigilia puntino tutti sulla Close, penso l'Academy sorprenderà con Lady Gaga, mentre io propenderei per Melissa McCarthy, ma questa è un'altra storia.
Per quanto riguarda l'Attore non protagonista resto fedele a Green Book e a Mahershala Ali, ma ammetto che non mi dispiacerebbe neppure veder premiato Richard E. Grant. L'importante, e non me ne voglia da lebowskiano, è che non si porti a casa la statuetta Sam Elliot.
La categoria Attrice non protagonista si porta una bella fetta de La favorita in dote, dunque mi trova abbastanza impreparato: per quello che ho visto, punterei - come credo farà l'Academy - su Regina King, ottima in Se la strada potesse parlare.
Alfonso Cuaron vincerà facile la statuetta come Migliore regista, anche se non sfigurerebbero affatto Pawlikowski e Lee, per quella che forse è la cinquina più "tecnica" degli Oscar di quest'anno, decisamente lontani dalle migliori annate.
ROMA probabilmente scriverà il suo nome anche nella categoria della Migliore sceneggiatura originale, anche se, in questo caso, per me il riconoscimento dovrebbe andare a Vice, davvero notevole in questo senso.
Copia originale, invece, nonostante il curioso gioco di parole con il suo titolo, è il mio favorito per la statuetta della Migliore sceneggiatura non originale, categoria per la quale mi basta non vinca il sopravvalutatissimo A star is born.
La Fotografia vedrà il testa a testa tra ROMA e Cold War, con il primo favorito sul secondo, mentre il Montaggio - rientrato con la suddetta Fotografia tra i premi a furor di popolo - potrebbe premiare Bohemian Rhapsody, mentre anche in questo caso la mia preferenza sarebbe per Vice.
Production Design, Trucco e Costumi, invece, da premi tecnici, fungeranno da consolazione per pellicole inserite per motivi sociali e non cinematografici come Black Panther, mentre per quanto mi riguarda dovrebbero rispettivamente andare a ROMA, La favorita e Vice.
La Musica, purtroppo, rischia di veder vincere Il ritorno di Mary Poppins, quando invece preferirei che ad essere premiati fossero Blackkklansman o, ancora meglio, Se la strada potesse parlare.
Sulla Canzone, invece, pochi dubbi: trionferà Shallow, con tanto di live performance di Lady Gaga e Bradley Cooper.
Sonoro e Montaggio sonoro, lo spero, saranno tutti per Bohemian Rhapsody, anche se in questo caso potrebbero risultare outsiders insidiosi sia Black Panther che Il primo uomo.
Gli Effetti speciali dovrebbero veder premiato l'altro grande blockbuster Marvel, Infinity War, mentre l'Animazione confermerà il Globe a Spider Man: Un nuovo universo, che non ho ancora visto e dunque non posso ancora pensare di mettere sopra o sotto gli altri titoli.
Su Documentari e Corti non mi pronuncio se non per la speranza che Bao, bellissimo opener de Gli incredibili 2, possa celebrare la nottata con la statuetta.
Non resta ora che armarsi di alcool e vettovaglie di vario genere e buttarsi nella notte cinematograficamente più lunga dell'anno, sperando che le aspettative basse e le polemiche possano portare, contrariamente alle previsioni, ad un evento da ricordare.



MrFord

domenica 30 dicembre 2018

Ford Awards 2018 - I film (N°20-11)


L'ultima parte delle classifiche e dei Ford Awards è ovviamente quella dedicata ai migliori film dell'anno, quest'anno ridotta a causa di un numero limitato di visioni rispetto al solito, ad una qualità media decisamente più bassa e alla consacrazione delle piattaforme come Netflix, che fino all'ultimo mi hanno fatto meditare rispetto all'idea di considerare un'unica classifica dedicata ai film al posto di quelle separate tra distribuiti in sala e non. 
Alla fine sono rimasto fedele alla tradizione - anche perchè nel duemilaventi, per i dieci anni del Saloon, ho in mente qualcosa rispetto ai vincitori delle singole categorie -, e dunque ecco la prima delle due decine dedicate alle pellicole uscite in sala che hanno maggiormente colpito questo vecchio cowboy.


N°20: SEVEN SISTERS

Seven Sisters Poster

Spernacchiato spesso e volentieri, per me un ottimo intrattenimento, apre la classifica il lavoro di Tommy Wirkola, che già avevo apprezzato in passato, dal sapore vagamente blackmirroriano legato ad identità ed affermazione di se stessi: imperfetto, sicuramente non sarebbe entrato in una classifica di questo tipo qualche anno fa, o quantomeno sarebbe stato più in basso, ma i tempi cambiano e questo è quanto mi ha portato il duemiladiciotto. Che nel caso di Lunedì e delle sue sorelle, non è stato poi così male.


N°19: RED ZONE - 22 MIGLIA DI FUOCO

Red Zone - 22 miglia di fuoco Poster

Peter Berg è un altro fordiano ad honorem che, da americano a stelle e strisce tamarro al cento per cento, si affida spesso a prodotti che sono quanto di più lontano esista dal radicalchicchismo. Red Zone ne è il perfetto esempio: azione serrata, sparatorie, morti come se piovesse, patriottismo ed una serie di sequenze d'azione pazzesche - un plauso al mitico Iko Uwais, già protagonista di The Raid - che unite ad un paio di twist ben sviluppati hanno portato ad una delle sorprese più inaspettate della seconda parte dell'anno.


N°18: ANNIENTAMENTO

Annientamento Poster

Un cast pazzesco tutto al femminile, il regista dell'ottimo Ex Machina, tematiche profonde ed importanti: Annientamento poteva essere un supercult e invece è solo un buon film pronto a toccare corde intime presenti in ognuno di noi, ma avercene di "solo un buon film" come questo.
Esteticamente molto interessante, splendida la metafora che muove l'intera pellicola, ha forse il limite di essere troppo teoria e poca pratica, eppure mi è servito per riflettere su un periodo che mi ha visto a confronto con la malattia di mio padre.


N°17: L'ORA PIU' BUIA

L'ora più buia Poster

Ho sempre apprezzato i biopic storici ben realizzati, e la figura di Winston Churchill è per me una delle più sfaccettate ed interessanti del Novecento: grazie ad un'interpretazione pazzesca di Gary Oldman e ad una narrazione avvincente ho riscoperto il piacere di godermi i film di stampo classico, hollywoodiani e "da Oscar" da un lato ma sempre in grado di catturare dal primo all'ultimo fotogramma dall'altro. 


N°16: GLI INCREDIBILI 2

Gli Incredibili 2 Poster

Quattordici anni fa avevo amato Gli Incredibili, visto in un periodo della mia vita in cui non avrei mai immaginato, un giorno, di amarne anche il seguito visto con la mia Famiglia accanto, Fordini esaltati compresi: Brad Bird, mantenendo lo standard qualitativo come di consueto altissimo della Pixar, attualizza alcuni temi - il ruolo di Elastigirl -, si affida alle gag di Jack Jack - irresistibile - e consolida quella che era stata l'ossatura del primo film. La trama resta forse prevedibile, ma il risultato è senza dubbio una certezza.


N°15: AVENGERS - INFINITY WAR

Avengers: Infinity War Poster

I supereroi al Cinema avranno anche cominciato a stancare, ma il Cinematic Universe targato Marvel continua a presentare spettacoli d'intrattenimento di livello altissimo: a riscattarsi dal passo falso di Age of Ultron, gli Avengers tornano con il cupissimo Infinity War, che traghetta il pubblico in quello che dovrebbe essere il terzo blocco di uscite legate al progetto di questo universo e lo fa nel modo più drammatico possibile, portando in campo, tra l'altro, l'intero gruppo di personaggi protagonisti delle pellicole Marvel degli ultimi anni, dai Guardiani della galassia a Thor e Capitan America. 


N°14: DEADPOOL 2

Deadpool 2 Poster

Altro film, altro "supereroe". Certo, Deadpool non è un supereroe come gli altri.
Anzi, non lo è affatto. Ed è proprio questo il bello.
Si è perso l'effetto novità del primo capitolo, ma anche questo numero due è fracassone, sboccato, sfacciato, divertente e chi più ne ha, più ne metta. Senza contare il debutto "mortale" di X-Force.


N°13: LADY BIRD

Lady Bird Poster

Il titolo più indie e se vogliamo radical di questa prima decina porta la firma di Greta Gerwig ed è rappresentato dal volto di Saoirse Ronan, e come gli altri che l'hanno preceduto è tutto fuorchè un film perfetto. Eppure, nella sua imperfezione, rappresenta benissimo proprio l'imperfezione dell'adolescenza, uno dei periodi più assurdi, scombinati e caotici, nel bene o nel male, che ognuno di noi vive prima di diventare adulto. O quantomeno di provarci. 
La Lady Bird della Gerwig di sicuro ci prova.


N°12: BOHEMIAN RHAPSODY

Bohemian Rhapsody Poster

E se questo è l'anno delle imperfezioni, Bohemian Rhapsody rende benissimo l'idea: un film "pilotato", giocato in tutto e per tutto sulla grande prestazione di Rami Malek nel ruolo di Freddy Mercury e sulle canzoni dei Queen, retorico per certi versi e troppo pop per altri, eppure profondamente trascinante ed emozionante, che mi ha ricordato il periodo delle medie, quando vissi non solo la morte del frontman del gruppo inglese, ma anche una delle mie prime, vere passioni rock.
Ed il concerto al Live Aid, replicato praticamente alla perfezione, è da brividi.


N°11: FABRIZIO DE ANDRE' - PRINCIPE LIBERO

Fabrizio De André: Principe libero Poster

Potrebbe valere per questo film - che fino all'ultimo ho avuto dubbi rispetto a dove inserire, se tra i non distribuiti o qui - lo stesso discorso fatto per Bohemian Rhapsody: pilotato, imperfetto, incapace di mostrare al cento per cento le sfaccettature di un mito della Musica italiana e non solo come Fabrizio De Andrè, eppure in grado di trasmettere almeno in parte le emozioni che solo le sue canzoni sanno trasmettere, oltre ad evidenziare aspetti meno noti ma molto interessanti della vita del cantautore genovese - l'amicizia con Paolo Villaggio in particolare -.



lunedì 3 dicembre 2018

White Russian's Bulletin



Nonostante gli impegni lavorativi, la desertificata blogosfera e Red Dead Redemption 2 che mi cattura sempre di più, anche a questo giro di giostra sono riuscito a portare a casa qualche visione nel corso della settimana: titoli criticati, non perfetti, lontani dal poter essere considerati tra i migliori dell'anno, eppure a loro modo di carattere e ottimi da gustarsi per serate da divano e White Russian - ovviamente - lontani dal freddo ormai quasi invernale.


MrFord


RED ZONE - 22 MIGLIA DI FUOCO (Peter Berg, USA, 2018, 94')

Red Zone - 22 miglia di fuoco Poster


Peter Berg da queste parti è sempre ben accetto dai tempi di Friday Night Lights, e nonostante si tratti di uno dei registi action più americani - nel senso stelle, strisce e se metti piede nella mia proprietà ti pianto una palla in corpo - che si possano immaginare, è sempre riuscito a trasportare la tipica retorica bianca, rossa e blu in qualcosa di sanguigno e tosto.
Non è da meno il tanto vituperato - in patria - Mile 22, action di stampo orientale - in più occasioni mi ha ricordato The Raid - che vede un altro fordiano d'eccezione, Mark Wahlberg, capitanare una squadra di operativi paramilitari incaricati di accompagnare un prigioniero politico fino ad un recupero che pare distante anni luce nel tipico action survival che quasi ricorda un videogiocone sanguinoso.
Strepitosi i combattimenti, da quello con protagonista Lauren Cohan a tutti quelli che vedono al centro dell'azione Iko Uwais, già star di The Raid - per l'appunto -: e come se non bastassero botte, proiettili ed un ritmo incalzante, i twist continui del finale aggiungono pepe ad un titolo, a mio parere, sottovalutato ed incompreso. Roba tosta.



BOHEMIAN RHAPSODY (Bryan Singer, UK/USA, 2018, 134')

Bohemian Rhapsody Poster


Freddy Mercury e i Queen sono stati, ai tempi delle medie, una delle mie prime cotte musicali, con quel loro gusto kitsch e sopra le righe e pezzi che praticamente parevano nati per far parte di compilation e greatest hits vari: la storia di Mercury, legata a doppio filo all'AIDS e alle controversie sulla sua sessualità è da sempre materia di chiacchiere tra gli appassionati, e nonostante la critica illustre non veda la sua band come una delle più importanti del rock non ci sono dubbi rispetto al fatto che ne abbia fatto indubbiamente la Storia.
Il lungometraggio che ne racconta le gesta sul palco e non solo, firmato dal Bryan Singer de I soliti sospetti ed interpretato da un grandissimo Rami Malek, è a tratti troppo facile nel suo svolgimento, per certi versi clamorosamente hollywoodiano e pronto a fare leva nella seconda parte sul coinvolgimento emotivo ed ovviamente sui pezzi immortali scritti dalla band, eppure è, come Mile 22, pane e salame e di cuore anche nel mostrare quegli stessi limiti, esibiti al contrario orgogliosamente almeno quanto le modifiche "storiche" operate per alimentare la drammatizzazione del soggetto - come le tempistiche secondo le quali Freddy comunicò ai suoi tre compagni di aver contratto l'HIV -: in questo senso, probabilmente, sarebbe piaciuto ad un "eccessivo" come Mercury.
Ed il concerto del Live Aid replicato alla perfezione nel finale resta davvero da brividi.




MAKING A MURDERER - STAGIONE 1 (Netflix, USA, 2015)

Making a Murderer Poster


La Storia della Giustizia americana è senza dubbio ricca di casi eclatanti raccontati spesso e volentieri dal grande e dal piccolo schermo, da Hurricane a O. J. Simpson.
In questo caso a portare sullo schermo l'incredibile lavoro in termini di dedizione degli autori è ancora una volta Netflix, che qualche anno fa fece parlare di sé grazie a questa serie dedicata all'incredibile vicenda di Steven Avery, condannato a metà degli eighties per uno stupro che non ha commesso e scarcerato grazie alla prova del dna dopo diciotto anni, che, dopo due anni di libertà ed una causa milionaria intentata contro il dipartimento di polizia della sua regione viene accusato di un omicidio dai contorni orrorifici con il giovanissimo nipote in quello che pare, dall'esterno, essere un vero e proprio caso di "costruzione di reato".
Stilisticamente antispettacolare - le riprese furono tutte fatte seguendo i protagonisti delle vicende, senza alcun fronzolo -, agghiacciante da seguire se non altro come critica feroce al sistema di giudizio negli USA, non privo di domande da una parte o dall'altra della barricata lo si guardi - in questo caso ricorda lo splendido Capturing the Friedmans di Jarecki -, forse non avrà la potenza emotiva o visiva di altri titoli, ma senza dubbio tocca nel profondo e fa riflettere su quanto fallibile sia o possa essere l'Uomo.


giovedì 29 novembre 2018

Thursday's child






Nuova settimana di uscite e nuovo ospite d'eccezione per questa rubrica: Alessandro, autore dell'ottimo Zucchero sintattico, che fortunatamente interviene per raddrizzare i torti musicali che Cannibal cerca di perpetrare dando contro ai Queen, storica band nota in tutto il mondo, neanche fossero gli esponenti di un film action fordiano.
Come se tutto questo non fosse abbastanza, il buon Alessandro ha anche avuto l'ottima iniziativa di scrivere un'introduzione. Meglio di così!


MrFord


Alessandro: Ehi ciao! Ho appena scoperto, spulciando altri articoli di questa rubrica, che questa premessa non serve. Peccato, ero proprio convinto che gli ospiti che hanno scritto prima di me avessero fatto un’introduzione, un cappello, una prefazione per spiegare chi sono. Avrei detto che ho un blog da una decina d’anni, e che di solito parlo di altro, tipo tematiche LGBT+, biscotti e Beyoncé, ma che anche il cinema non mi dispiace. E avrei detto che è un onore essere qua, sulle pagine virtuali di Pensieri Cannibali, che seguo da tempo immemore e che mi ha fatto scoprire serie tv che mai avrei scovato altrimenti. Un caloroso saluto anche a Mr James Ford, avrei aggiunto infine, prima di passare al commento dei film in uscita. E invece niente: la premessa di questo articolo è tutta di Cannibal Kid. Che diva.


 
"Hey Katniss Kid, ma quel mostro là in fondo è proprio Ford!?"
Bohemian Rhapsody

"We are the champions, e Cannibal neanche per sbaglio."

Alessandro: Se non avete molto tempo per vedere questo film, potreste prendere in considerazione l’idea di recarvi in Malesia. Lì la pellicola è stata tagliata in tutti e ventiquattro i minuti in cui la storia fa riferimento alla sessualità di Freddy Mercury. Un’operazione simpaticissima che avrà l’unica conseguenza di rendere incomprensibile la trama a tutti gli spettatori malesi, i quali avranno tuttavia risparmiato una mezzoretta scarsa da utilizzare per scaricarsi online la versione integrale. Quella della censura malese è solo l’ultima delle polemiche che ruotano attorno a questo film, che viene annunciato da Brian May nel 2010. Otto anni (e cinque cambi di regia) dopo, abbiamo una data di uscita (il 29 novembre), un protagonista (il bravissimo Rami Malek di Mr. Robot) e, finalmente, un regista: Bryan Singer, quello dei Soliti Sospetti e X-Men. Sono abbastanza sicuro che, affrontando tematiche come l’omosessualità, la musica, l’HIV e la vita vera di Freddie Mercury, questo film farà molto discutere. Il mio consiglio: prima di criticarlo, andiamo a vederlo.
Cannibal Kid: Non sono mai stato un fan della musica dei Queen, quindi avrei preferito che in Italia arrivasse la versione della pellicola tagliata da tutte le loro canzoni, ahahah!
Ok, questa battuta non ha fatto ridere nessuno, perché a parte me tutto il mondo Ford compreso ama la musica dei Queen e la prende pure terribilmente sul serio. Pure troppo. A parte il piccolo dettaglio di non essere un loro fan, c'è però da dire che sono un grande appassionato di film biopic musicali, quindi darò un'occhiata e pure un ascolto (magari a volume ridotto) a questa pellicola. L'interpretazione di Rami Malek in particolare dovrebbe valere la pena.
Ford: i Queen sono stati uno dei miei primi amori musicali, e ricordo ancora piuttosto bene quando Freddy Mercury morì ed io approfittai per consolare quella che era la mia cotta dei tempi della seconda media, anche se purtroppo ai tempi ero ancora troppo timido per poter approfittare davvero dello sconforto della signorina in questione. Ad ogni modo, nonostante non abbia grandi aspettative, già so che non mi perderò il biopic di una delle icone più importanti del rock di tutti i tempi, per quanto possa dire Cannibal, che sta alla Musica quasi meno che al Cinema.


Il Grinch

"Buono questo White Russian, bravo Ford!"

Alessandro: Torna il personaggio che vuole rubare il Natale a noi che vogliamo soltanto andare in ferie. Diciotto anni dopo l’ultimo adattamento, il Grinch è di nuovo nelle sale, con Yarrow Cheney e Scott Mosier alla regia al posto di Ron Howard, e Benedict Cumberbatch al posto di Jim Carrey (Alessandro Gassmann nella versione italiana). Per chi dice di odiare il Natale (è una fase, ma passa, tranquilli) c’è un’ottima scusa per andare al cinema e farsi un selfie accanto alla locandina.
Cannibal Kid: Piacere Alessandro, io sono il Grinch della blogosfera e odio il Natale. E no, non mi è ancora passata. C'è poi da dire che odio pure i film sul Natale, persino quelli con personaggi che fanno finta di odiare il Natale ma che poi finiscono per diventare vittime del fascino di regali, decorazioni, buoni sentimenti e volemose bene tipicamente fordiani. A parte Nightmare Before Christmas, io giro al largo da tutto ciò aspettando che questo spaventoso clima, sia invernale che natalizio, venga spazzato via. Possibilmente da un ciclone tropicale.
Ford: io a Natale mi diverto sempre, tra mangiate e bevute e tutti insieme appassionatamente, ma il Grinch non mi ha mai fatto impazzire, a prescindere dalla sua incarnazione. Per me la pellicola delle Feste resta Una poltrona per due, e anche quest'anno resterò fedele alla tradizione.

Se son rose

"Ma sei sicura di voler uscire con Cannibal? Quello è uno stalker di prima categoria!"

Alessandro: Faccio coming out: sono toscano e non sopporto Leonardo Pieraccioni. Ebbene sì. So che fuori dalla mia regione gira la voce secondo cui tutti i toscani amino alla follia Benigni, Pieraccioni e Renzi, ma non è così. Vi dirò di più: siamo in molti a trasgredire a questo luogo comune. In particolare, io sono Pieraccionofobo: credo non mi piaccia niente di quello che ha fatto, forse solo il Ciclone, ma solo perché l’ho visto da piccolo e non me lo ricordo.
Cannibal Kid: Faccio coming out: sono un blogger di cinema e non sopporto Mr. James Ford. So che c'è questo luogo comune che tutti noi blogger cinematografici ci amiamo e ci supportiamo a vicenda, invece no. Io boicotto White Russian fin dal maledetto giorno in cui ci sono finito sopra per sbaglio. Quel bischero di Pieraccioni invece non lo boicotto perché il suo film d'esordio, il brillante I laureati, mi era piaciuto e poi da allora in poi i suoi lavori si sono fatti talmente inconsistenti che si boicottano da soli.
Ford: faccio coming out: non ho mai sopportato Pieraccioni, ancora meno il suo amichetto Ceccherini e ancora meno Cannibal Kid. Ovviamente boicotterò questo film molto felicemente.




Ride

"Ma che succede?" "Ho scoperto di essere più vecchio di Ford. E non pensavo fosse possibile."

Alessandro: Ho letto molto sul primo lungometraggio da regista di Mastandrea, che adoro come attore e adoro come personaggio televisivo, quindi spero di amarlo anche da regista. Ho letto che parla di una donna a cui muore il marito sul lavoro, e non riesce a piangere, come vorrebbero tutti. Ho letto che hanno allagato una stanza per creare una tempesta all’interno di una casa. Ho letto che la signora del piano di sotto si è risentita, e non poco. Il pallino di Mastandrea per le morti sul lavoro non è nuovo: già qualche anno fa aveva girato un corto, Trevirgolaottantasette, con Elio Germano, sempre sullo stesso tema. Stavolta pare però che ci sia un’inversione del punto di vista: la storia che viene raccontata non è quella della vittima, ma quella della sua compagna (interpretata da Chiara Martegiani), quella, cioè, di chi resta in vita. Ed è proprio “a chi resta” che il film è dedicato.
Cannibal Kid: Pure io adoro Mastandrea come attore. Non che lo consideri un fenomeno della recitazione, però quasi tutti i film (e pure le serie TV, si veda l'ottima e sottovalutata La linea verticale) in cui compare sono ben al di sopra del resto delle produzioni italiane. E pure internazionali, diciamolo. Nonostante il tema affrontato rischi di essere più pesante di un post qualunque di James Ford che annega nei ricordi del suo passato, sono sicuro che la corsa su questo Ride varrà la pena di essere affrontata. Anche solo per scoprire un valido nuovo regista, o per realizzare che è meglio se Vastandrea faccia unicamente l'attore e basta.
Ford: Mastandrea mi piace, è un tipo tra l'outsider e la sorpresa. E questo film, che tratta una tematica importante, potrebbe essere uno dei più interessanti della settimana. Senza considerare che il trailer mi ha alquanto sfiziato.


Un giorno all'improvviso

"Ma questa applicazione è una bomba! E' roba da giovani come Alessandro o Cannibal Kid." "Ma Cannibal Kid non è giovane per niente!"

Alessandro: A me Anna Foglietta piace proprio e trovo che sia un’attrice bravissima. Diciamo che questo suo Un giorno all’improvviso non è esattamente il mio genere (una madre single, dolce e problematica si prende cura e si fa prendere cura dal figlio diciassettenne che sogna di diventare un calciatore professionista) ma piuttosto che andare a vedere il film di Pieraccioni sono disposto a fare un’eccezione. Il regista si chiama Ciro D’Emilio che qui dirige il suo primo lungometraggio, in maniera sicuramente migliore di come avrebbe fatto Pieraccioni.
Cannibal Kid: Applausi ad Alessandro e al suo odio viscerale nei confronti di Pieraccioni. Ricorda me i primi tempi in cui mi sono imbattuto in Ford e non facevo altro che criticarlo. A pensarci bene, non ho ancora smesso di farlo. Quindi tranquillo Alessandro, è una fase che non passa.
Anche a me inoltre Anna Foglietta piace, ma non abbastanza da vedermi un film sull'amore genitoriale che pare perfetto per quell'eterno candidato al titolo di “father of the year” di Ford.

Ford: il Cinema italiano, e Cannibal in questi anni l'ha imparato bene soprattutto in questa rubrica, dai tempi d'oro di Fellini e soci non rientra nelle mie priorità a meno di casi eccezionali. Nonostante la trama piuttosto fordiana, questo film non mi pare appartenga a quei casi. Cannibal, invece, resta un caso umano.

Tre volti

"E così il White Russian è arrivato anche in Iran: tra non molto arriverà anche a Casale Monferrato!"

Alessandro: Abbandonata la gialla autovettura del precedente Taxi Teheran, Jafar Panahi si mette al volante di un fuoristrada 4x4 e continua a macinare chilometri e pellicola. Anche se non potrebbe, perché una sentenza gli impedisce di viaggiare, rilasciare interviste, scrivere, produrre e dirigere film. Questo Tre volti è probabilmente il titolo più interessante della settimana cinematografica, sia per tutto il contorno di cui abbiamo appena dato qualche accenno, sia per la trama che si intreccia profondamente con gli elementi culturali della società iraniana.
Cannibal Kid: Di Jafar Panahi non ho ancora guardato alcun lavoro e sono curioso di farlo. Per vedere se di lui si parla solo per via del boicottaggio subito, o perché il suo cinema merita per davvero. Quando sono in vena di farmi una sana serata da radical-chic in stile fordiano, dai che vado di bel film impegnato iraniano.
Ford: Panahi è un grandissimo, e i suoi film sempre interessanti e profondi. Questo Tre volti potrebbe essere la sorpresa cinematografica della settimana, e forse una di quelle del mese. Alla facciazza dei finti radical come il Cucciolo Eroico.


giovedì 28 giugno 2018

Thursday's child



A fare da "intervallo" per gli excursus Mondiali del Saloon torna la consueta, inossidabile, sempre ricca di ospiti rubrica del giovedì dedicata alle uscite in sala, nonostante in questo periodo da queste parti si veda davvero poco Cinema.
Ecco dunque, per l'occasione, accanto ad alcuni titoli potenzialmente interessanti, a questo vecchio cowboy e a Cannibal Kid, il buon Pietro Saba.

Introduzione di Pietro: E' inusuale per me presentare i film in uscita, dato che al cinema non vado mai, e non perché sono tirchio. Tuttavia ogni settimana vedo sempre quali film escono, dopotutto è utile segnarmi subito quali film vedere e quali no, e quali quindi segnarmi sulla lista, che comunque credo non finirà mai. In ogni caso mi sono cimentato in questa "sfida" con grande piacere, d'altronde non capita tutti i giorni di far parte di questa memorabile rubrica. Rubrica che questa settimana contiene non solo pochi film, ma soprattutto alcune interessanti proposte, quali? Vediamole insieme.


"Ricordami di non invitare più quei tre bloggers come animatori: fanno davvero schifo."

IL SACRIFICIO DEL CERVO SACRO

"Ho guardato un radical film consigliato da Radical Kid. E mi è salita la depressione."

Pietro: Dopo l'aragosta il cervo, Yorgos Lanthimos sembra avere una predilezione per gli animali e la metafora, il prossimo sarà forse un uccello che sogna mica di volare? Comunque questo thriller dagli echi Kubrickiani pare promettere bene e dopo il successo (di critica e pubblico) di The Lobster, film che mi piacque parecchio, la strada sembra nuovamente ben avviata, anche grazie ad un sempre più redivivo Colin Farrell.
Cannibal Kid: Spero che il prossimo animale che porterà sullo schermo Lanthimos non sia quel gorillone di Ford. Anche se potrebbe uscirne il lavoro più inquietante della sua carriera, e sì che ce ne va. Inquietante è anche la distribuzione italiana, che sarebbe meglio chiamare distruzione, visto che far uscire nei cinema adesso una notevole pellicola che molti (come me) hanno già visto mesi fa in rete è un vero autogol. Come quelli che fa il mio blogger nemico James Ford ogni volta che parla di cinema. O di qualunque argomento, Messi a parte.
Ford: Lanthimos è senza dubbio un grande regista. Ma anche uno che potrei detestare forte, sulla scia di Lars Von Trier. Ricordo benissimo quanto odiai Dogtooth, un colpo di genio che avrei volentieri preso a bottigliate. E ricordo anche la recensione decisamente buona di Cannibal di questo Cervo. Quindi parto con la guardia alta, ma consapevole del fatto che, quantomeno, avrò di fronte un film pronto a far parlare di sè ne bene e nel male. Un film con del carattere. Mica come Messi.

TULLY

"Nascondiamoci: non vogliamo vedere anche noi il film consigliato da Cannibal che ha steso nostra madre."

Pietro: A parte la trama banale di emancipazione non ci sono dubbi che questa commedia sulla maternità certamente vedrò, perché basta la presenza di Charlize Theron e Mackenzie Davis, a farmi propendere per un sì, lo voglio.
Cannibal Kid: Per una volta a sorpresa non sono io a fare quello infoiato delle protagoniste femminili, visto che Charlize Theron, per quanto sia una bellissima donna e non lo metto certo in dubbio, non è mai stata una delle mie preferite in assoluto, mentre l'ottima Mackenzie Davis della serie Halt and Catch Fire mi piace più a livello recitativo che fisico. Ad attirarmi di questo Tully sono invece più che altro regista + sceneggiatrice: Jason Reitman e Diablo Cody, già autori di due miei due cult movies come Juno e Young Adult.
Ford: Reitman e Diablo Cody, in passato, raramente mi hanno deluso, al contrario di Cannibal, e dunque penso che un film di questo genere possa soprendermi in positivo, e magari, purtroppo, mettermi ancora una volta d'accordo con il mio rivale, forse mai come in questo periodo sulla mia stessa linea d'onda.

FAVOLA

"Con questo vestito farò più scena di Katniss Kid!"

Pietro: Più che favola, incubo. Perché il film, a metà tra Mrs. Doubtfire e il video della canzone I Want To Break Free, sembra uscito da un trip sotto acidi, probabilmente scaduti. Va bene il tema dell'identità di genere, ma così no.
Cannibal Kid: Considerando che a me le favole non sono mai piaciute, al contrario del cenerentolo disneyano Ford, non posso che sottoscrivere le parole di Pietro. Chissà però che Filippo Timi in versione femminile non possa sorprendere, anche se dal trailer sembra avere meno femminilità di Maria de Filippi...
Ford: se questa è una favola, allora mi aspetto un horror con le contropalle la prossima settimana.

PAPILLON

"Ma chi ti ha consigliato il tatuatore!? Ford!?"

Pietro: Posso capire alcuni sequel, altrettanti reboot e certi adattamenti di film cult, ma addirittura il remake di un quasi capolavoro proprio no! Perché anche se in verità il cast sembrerebbe perfetto per l'occasione, esso sembra poca cosa di fronte a qualcosa di ormai prevedibile ed abusato, ovvero la fuga, nella cinematografia moderna. Tuttavia un'occasione potrebbe meritarsela, anche se io non spenderei neanche un euro per vederlo.
Cannibal Kid: Sinceramente non ho mai visto il film originale del 1973. Un po' perché sul cinema anni '70 ammetto di avere numerose lacune, e un po' perché mi sembra uno di quei film con Steve McQueen buoni più che altro per Ford e Vasco Rossi. Credo quindi che potrei recuperare prima questo remake, grazie al cast telefilmico capitanato da Charlie Hunnam (Sons of Anarchy) e Rami Malek (Mr. Robot).
Ford: già è sconvolgente la mancanza di idee che negli ultimi anni pare aver colpito Hollywood, ma rischiare di vituperare la memoria di un cultissimo sfruttando due volti noti - uno dei quali tra i miei preferiti - della realtà delle serie tv è davvero bieco. Alla vista del trailer mi si sono contorte le budella neanche fossi stato di fronte ad una qualsiasi delle proposte teen di Cannibal.

L'INCREDIBILE VIAGGIO DEL FACHIRO

"Pietro, parti immediatamente prima che a Ford venga in mente di darmi un passaggio." "Certo, Katniss."

Pietro: Il regista della spassosa commedia Starbuck: 533 figli e non saperlo, ma anche del suo inutile remake con Vince Vaughn, ci riprova con una avventurosa commedia, adattamento del romanzo omonimo senza però la dicitura "che restò chiuso in un armadio Ikea", alquanto scanzonata e sicuramente divertente, e quindi certamente vedrò, anche perché c'è parecchia gnocca.
Cannibal Kid: L'unica cosa incredibile mi pare quella di aver trovato questa settimana un ospite ancora più arrapato di me. :)
Il fatto che sia una produzione francese la rende più appetitosa e chic rispetto alle solite commediole made in Usa, ma non so se ciò è sufficiente per farmi compiere un viaggio insieme al fachiro. Certo, sempre meglio di un viaggio con Ford che ogni due secondi si fa un selfie per postarlo subito su Instagram manco fosse Chiara Ferragni.
Ford: questo viaggio insieme al fachiro mi ispira ben poco, soprattutto in un periodo in cui sono ben poco ispirato e, quando non combatto il sonno, finisco a guardare le partite del Mondiale. Ma forse è meglio così, piuttosto che incappare in potenziali cannibalate.

HURRICANE - ALLERTA URAGANO

"Avendo adottato lo stile di Ford nell'abbigliamento, non ho nulla da temere da nessun uragano."

Pietro: Non ho visto Geostorm, ma se anche se per metà assomiglia a Into the storm, proprio non ci tengo a vedere, anche perché il cast mi dice niente e nonostante il suo lato heist movie, il tutto m'ispira poco.
Cannibal Kid: Se c'è qualcosa che non sopporto, Ford, Messi e Salvini a parte, sono i disaster movie. Quelli sugli uragani in particolare vorrei che venissero spazzati via da questo mondo.
Ford: nonostante possa apparire una tamarrata fordiana, c'è un limite perfino a quello che io posso sopportare. E l'allerta stronzata, qui, è suonata forte.

ACTION POINT

"Portami a bordo anche quei tre sciroccati di bloggers!? Neanche morto! Quelli sono più pazzi della ciurma di Jackass!"

Pietro: A dispetto del nome e come dovreste aver capito è tornato Jackass, è tornato Johnny Knoxville, è tornato il divertimento sfrenato e le risate a crepapelle, sono tornati gli scherzi più assurdi nel parco divertimenti più pericoloso del mondo. E non so voi, ma io un giro me lo faccio lo stesso.
Cannibal Kid: Nonostante sia stato uno dei programmi più cazzari e idioti di sempre, e dunque in teoria avesse tutte le carte in regola per piacermi, non sono mai stato un fan di Jackass, né tantomeno di Johnny Knoxville. Questo nuovo film poi mi sembra arrivato fuori tempo massimo persino per le sue groupie come Pietro e probabilmente Ford. Non sono nemmeno un patito di luna park, quindi un giro me lo faccio sì, ma al largo.
Ford: ho adorato Jackass e Johnny Knoxville è un fordiano ad honorem, quindi mi sa tanto che una chance la darò, anche se purtroppo non credo si rivelerà la sorpresa della settimana. Con grande gioia di Peppa Kid.

LA GUERRA DEL MAIALE

"Se ci sono il Cucciolo Eroico e Ford lo Scimmione, non vedo perchè non potrei essere io il prossimo ospite della rubrica!"

Pietro: Il regista David Maria Putorti sarà forse amico di Yorgos Lanthimos? perché anche qui gli animali e la metafora la fanno da padrone, anche se la suddetta è meno sottile di quanto si possa pensare, giacché il film (che esce 6 anni dopo e che sorprendentemente è un film italiano) parla proprio di noi uomini, che anche da vecchi non cambiamo mai. Vero colleghi?
Cannibal Kid: 6 anni di ritardo? Abbiamo un nuovo record, o forse Ford è riuscito a fare di peggio nel recuperare qualche serie TV?
Ford: film italiano, sei anni di ritardo, uscita estiva. Questa roba puzza di carne avariata lontano un miglio. Preferisco optare per una bella grigliata estiva con tanta birra.

Discorso finale di Pietro: Che dire, mi sono davvero divertito, è stata quasi come un'esperienza, un'esperienza davvero interessante, per cui ringrazio entrambi per avermi dato questa gradita possibilità. Ciao!

lunedì 18 aprile 2016

Mr. Robot - Stagione 1

Produzione: USA Network
Origine: USA
Anno: 2015
Episodi: 10







La trama (con parole mie): un giovane ingegnere informatico, Elliot Alderson, solitario e disadattato, dipendente dalla morfina e lontano anni luce dal mondo e dalla vita normale dei suoi coetanei, è contattato da Mr. Robot, misterioso leader di una cellula rivoluzionaria che progetta di ribaltare il sistema dominato da banche, gruppi finanziari e multinazionali attraverso le moderne armi dell'hacking e della lotta "virtuale".
Superati i conflitti ed i dubbi iniziali, Elliot decide di entrare a far parte del gruppo e dare sostegno alla lotta di Mr. Robot grazie al suo talento ed al genio che lo contraddistinguono: ma la strada verso un nuovo giorno ed un nuovo mondo è lunga e certo non priva di ostacoli e momenti di difficoltà, siano esse dovute ai disequilibri di Elliot o ai pilastri di una società già saldamente formata proprio da quelli che sono - o sono destinati a diventare - gli antagonisti per eccellenza dell'hacker.











Fin dai tempi dell'apertura del Saloon, è capitato più di una volta di trovarmi di fronte a prodotti non solo ben accolti, ma in alcuni casi addirittura osannati dalle recensioni nella blogosfera e non, giunti su questi schermi spinti da un hype molto alto e rivelatisi delusioni cocenti: da The tree of life a It follows, passando per Innkeepers, alcuni piccoli e grandi cult figli della settima arte non hanno decisamente passato un buon quarto d'ora, dalle parti del sottoscritto, ma a memoria non ricordo una situazione analoga vissuta rispetto alle serie televisive.
Certo, ci sono stati titoli abbandonati senza alcun rimpianto - mi viene in mente lo sciapissimo Person of interest -, o altri finiti solo per dovere come Flashforward, ma a mia memoria non avevo mai provato una delusione ed uno sconvolgimento rispetto al successo riscontrato come per Mr. Robot, con ogni probabilità il serial più sopravvalutato - considerati l'insieme, le potenzialità e le ambizioni del prodotto - delle ultime stagioni: a prescindere dagli argomenti molto nerd e molto finto alternativi da pseudo rivoluzionari intellettualoidi che poco intrigano ed attraggono gli occupanti di casa Ford - non ricordo di una serie pronta a vantare il poco invidiabile record di avermi abbattuto con il sonno nel corso della visione di ognuno dei primi tre episodi tre -, ho trovato in Mr. Robot una mancanza di empatia dei protagonisti con il pubblico - un charachter come Elliot da queste parti si prenderebbe schiaffi in faccia e calci in culo dalla mattina alla sera -, una latitanza pressochè totale di ritmo - tre quarti d'ora che paiono quattro ore e mezza, una noia che mi ha fatto rivalutare in termini di scorrevolezza anche i più pesanti tra i miei cari mattonazzi russi -, un'atmosfera da fuori tempo massimo che grida anni novanta ad ogni piè sospinto ed una perenne sensazione da "vorrei ma non posso e me la meno pure" che ha reso davvero insostenibile la visione anche a fronte di alcune buone idee di fondo o delle sequenze più affascinanti.
Penso che quella di decidere di interrompere il rapporto dei Ford con Mr. Robot sia stata una delle decisioni meno sofferte rispetto al piccolo schermo di sempre, considerati poi i ritardi leggendari accumulati con le nuove proposte da sempre caratteristica del sottoscritto e la curiosità rispetto a prodotti certamente più vicini ai miei gusti di questo polpettone cybernerd incasinato e poco coinvolgente del quale non sentivo davvero la necessità: un peccato per il pur talentuoso Rami Malek - che preferisco ricordare come uno dei protagonisti del videogioco Until dawn, quello sì, davvero un supercult - e per l'idea di considerare la rivoluzione in rete come la nuova frontiera di tutte quelle che, nei decenni scorsi, sono state combattute per la strada o nella giungla, armati di megafoni o di fucili, con le azioni o con le parole.
Ma sinceramente, davvero poca carne al fuoco per permettermi di riconsiderare la decisione definitiva.
Mr. Robot è la delusione non solo dell'anno, ma del decennio, anche e soprattutto considerando il taglio dato alla serie, i premi raccolti - a posteriori, per quanto mi riguarda assolutamente da fantascienza - e l'enorme carico di aspettative dei suoi numerosi fan hardcore e degli autori stessi, che non possono certo negare di aver messo una certa presunzione nella loro creatura mascherandola - neppure troppo bene - da "rivincita dei nerd" assolutamente poco credibile, un pò come quei compagni di scuola pronti a piagnucolare alla fine di ogni compito in classe dandosi per spacciati salvo poi finire per essere sempre e puntualmente tra i quattro o cinque con i voti più alti.
Ora, non so se sia stato un problema di incompatibilità o di un punto di vista diverso da quello di tutti i radical e gli alternativi e i nerd pronti a sbavare drietro al signorino dal flusso di coscienza facile e sballato Elliot, ma sinceramente, avendo passato gli anni della scuola da un pezzo, ho finito per avere una riserva di pazienza molto più scarsa a fronte di chi piagnucola per portarsi a casa, alla fine, la sua brava medaglietta di primo della classe.
Vaffanculo, secchioncelli.
Vaffanculo, Elliot.
Vaffanculo, Mr. Robot.
Il Sistema non mi piace.
Ma non mi piace neppure il tuo sistema.





MrFord





"That's it, sir
you're leaving
the crackle of pigskin
the dust and the screaming
the yuppies networking
the panic, the vomit
the panic, the vomit
god loves his children, god loves his children, yeah!"
Radiohead - "Paranoid android" -





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