Regia: Woody Allen
Origine: Usa
Anno: 2011
Durata: 94'
La trama (con parole mie): Gil è uno sceneggiatore di successo che vorrebbe intraprendere la carriera di scrittore, affascinato da Parigi e dall'idea che l'età dell'oro si celi dietro il grande fermento degli anni venti della Ville Lumiere: in viaggio con la promessa sposa Inez ed in aperto conflitto con i ricchi e repubblicani genitori della futura consorte, l'uomo si ritrova, passeggiando per le strade della capitale francese, inghiottito da una sorta di macchina del tempo in grado di riportarlo ai tempi in cui i suoi miti letterari sognavano a loro volta il futuro rimpiangendo il passato.
L'aspirante romanziere avrà modo di scoprire se stesso, di innamorarsi e capire che, per poter vivere appieno, occorre lasciarsi il passato alle spalle.
Finalmente è successo.
In un annata come questa, che ha segnato sul calendario di casa Ford le delusioni di mostri sacri quali Malick, Polanski e Cronenberg, Woody Allen torna a splendere con un film degno della migliore tradizione, certamente non all'altezza delle sue pietre miliari eppure clamorosamente coinvolgente, leggero e profondo, mosso completamente dal cuore e dalla passione per una città splendida - Parigi, nonostante i suoi insopportabili abitanti -, per le donne e l'arte come espressione della passione stessa dell'Uomo.
Il viaggio di Gil - un incompreso ed affascinante perdente nel pieno stile dell'Allen attore di Provaci ancora Sam - alla scoperta dei suoi miti artistici, da Hemingway a Fitzgerald, da Picasso a Dalì - bravissimo Adrien Brody, in una prova di pochi minuti, eppure maiuscola -, da Bunuel a Gaugin, e della Parigi by night, lontano dalle pretese da borghesi arricchiti di Inez e famiglia e dell'assolutamente irritante Paul - perfettamente in parte Michael Sheen, in un ruolo che ha stimolato le mie più devastanti bottigliate -, alla ricerca di qualcosa che pare ben più importante dell'ispirazione per un libro, assume il valore di una riflessione sulla vita e sul tempo che corre e ci sfugge del regista, che con la saggezza dei grandi vecchi ricorda all'audience quanto sia curioso il fatto che l'età dell'oro ci paia sempre figlia di un momento distante da quello in cui ci troviamo, quasi non riuscissimo a vivere a fondo il presente e quello di cui abbiamo senza dubbio le capacità - ma spesso non il coraggio - di fare per goderne davvero.
Un riscatto, quello del buon Gil - discreto Owen Wilson, che forse gioca un pò troppo a fare il Woody - che è una scoperta, un'incarnazione della voglia di mettersi in gioco e del pizzico di follia necessario per crederci e finire per farlo, pur quando spinti da decisi e tosti elementi esterni - il suddetto Hemingway ed una meravigliosa Edith Stein - e pur essendo sempre consci dei propri limiti - l'esilarante sequenza degli orecchini e del rientro di Inez e famiglia in albergo -.
In questi giorni ho letto spesso e volentieri in giro di paragoni tra quest'ultima - o quasi, dato che l'episodio romano pare già in post produzione - opera di Allen ed il meraviglioso La rosa purpurea del Cairo, uno dei miei titoli preferiti della sua filmografia: le due pellicole sono distanti per trama, potenza, rivoluzionarietà, tempo, eppure clamorosamente simili nelle intenzioni e nella genuinità.
Da troppo mancava sugli schermi - e all'opera del buon vecchio Allen - un personaggio azzeccato come Gil, comprimario per natura eppure a suo modo dirompente protagonista, esploratore del tempo, dello spazio e dell'arte - da urlo il suggerimento a Bunuel con l'imbeccata per il "futuro" Capolavoro Il fascino discreto della borghesia - guidato da un amore smisurato per la bellezza, neanche si trattasse di un romantico fatto e finito - non per niente Inez osteggia le velleità artistiche del suo futuro sposo dichiarando quanto sia stato clamoroso il fallimento del romanticismo stesso - alla ricerca dell'illuminazione in grado di cambiarne l'esistenza: e che sia un romanzo, una città dove decidere di fermarsi, la donna che pareva della vita e quella che non lo era o l'ultimo, e forse decisivo, degli incontri casuali pronto a sconvolgerci l'esistenza con una passeggiata sotto la pioggia, poco importa.
Perchè sono il cuore ed il coraggio di seguirlo che fanno la differenza.
In fondo, anche Hemingway lo ricorda a Gil: se sei davvero innamorato, nel momento in cui stai facendo l'amore ti parrà di non avere neppure paura della morte.
Con Midnight in Paris, sia un momento o una seconda giovinezza, ho come l'impressione che la stessa cosa sia accaduta al suo regista ormai non proprio più di primo pelo.
E se così fosse, buon per lui.
E anche per noi.
Bentornato al Cinema, Woody.
MrFord
"On the Champs-Elysees
whether the sun is shining, it's raining,
whether the sun is shining, it's raining,
it's midday or midnight
everything can happen to you
everything can happen to you
on the Champs-Elysees."
NOFX - "Champs Elysees" (English version) -
Film dell'anno per il sottoscritto e un'altra dimostrazione che i film di Allen sono migliori quando si limita a fare il regista. Un bellissimo atto d'amore per Parigi che condivido appieno, e meno male che i parigini si vedono poco. ;o)
RispondiEliminaquesto vorrei proprio vederlo, perché, anche se non sono un appassionato di Woody, già dal trailer mi dava l'idea di qualcosa di simile a quello che hai descritto tu; penso proprio che potrebbe piacermi.
RispondiEliminaVisto venerdì, e devo dire che la rubrica con il Cannibale è stata veramente efficace per la scelta del film :)
RispondiEliminaGran film, veramente.
Visto sabato sera, bellissimo. Adorabile, romantico, splendente.
RispondiEliminaHarmonica, l'ho trovato anche io davvero efficace, forse il miglior Allen dai tempi di Match point.
RispondiEliminaSperiamo continui così!
Bert, questo è davvero consigliatissimo. E' leggero, divertente, profondo e delicato. Un vero colpo d'artista.
Pesa, gran film davvero. E' addirittura riuscito a mettere d'accordo me e il Cannibale, e non succede spesso!
Newmoon, concordo in pieno. Davvero un ottimo film.
Da vedere, da vedere; me lo segno, così mi autoconvinco sempre di più e non me lo scordo. :)
RispondiEliminaP.S.: Il tuo giovane Padawan latita parecchio ultimamente (parecchi impegni, soprattutto musicali, alla grande! :D), ma ti è sempre devotissimo, non temere. ;)
Buona giornata.
sì, siamo d'accordo su questo film.
RispondiEliminaperò tanto per darti comunque contro, adrien brody non mi è sembrato certo così esaltante, troppo macchiettistico, sebbene sia un po' meno peggio del suo solito.
owen wilson invece mi ha convinto in un'interpretazione perfettamente alleniana
Anche io cito La rosa purpurea del Cairo tra i miei preferito. Comunque Ford, mi dispiace, ma anche se siamo in periodo natalizio ti devo dare due bottigliate (se vuoi di champagne): una è perché la trama del film di Bunuel è quella di L'angelo sterminatore, mentre la seconda è perché avresti potuto evitare l'errore leggendo la mia recensione!
RispondiEliminavado leggermente contro corrente: non vedevo l'ora che finisse! Questione di non so che, ma probabilmente legata al fatto che non riesco più a digerirlo Allen. Sono rimasta indietro nel tempo personalmente, a 'io e annie'. 'Faust' prima di questo, lo ammetto, non ci voleva. Ho sbagliato nella successione delle visioni. Il primo è stato senz'altro una 'visione'!
RispondiEliminaSalvo solo la locandina. :)
Vince, so che il giovane Padawan c'è sempre, non temere. ;)
RispondiEliminaQuesto recuperalo, e ricordati che abbiamo sempre un post in ballo!
Cannibale, secondo me invece Brody è stato bravissimo soprattutto per il lavoro sull'accento, assolutamente perfetto nel riproporre la pronuncia inglese - e francese - di un "latino". Ma comunque mi godo questo periodo di quasi "pace". ;)
Petrolio, forse Sokurov ti ha stregata troppo, ma del resto è di un altro pianeta. :)
Per il resto, peccato, perchè credo che questo sia uno dei migliori film degli ultimi dieci anni di Allen.
Intanto, aspetto di vedere il Faust e scoprire qualche visione anche io!
Perso, non so perchè non compare il tuo commento, ma ricambio le bottigliate perchè in realtà ne L'angelo sterminatore la folla presente ad una funzione religiosa non riesce ad abbandonare la chiesa. Un'idea che Bunuel ha sfruttato poi nel Fascino discreto con i protagonisti che non riescono a portare a termine il loro pranzo "da borghesi per bene". Diciamo che l'interpretazione del suggerimento di Gil potrebbe prendere entrambe le strade, oppure si potrebbe chiedere al vecchio Woody. ;)
è vero che Woody è tornato a splendere, il suo film mi ha regalato un'ora e mezza di pura felicità e vedo che non sono la sola!
RispondiEliminaNel ricco cast degli anni '20 mi è piaciuta soprattutto Gertrude Stein/Kathy Bates e la coppia Fitzgerald, avrei voluto conscerli anch'io :)
Secondo me,il caro vecchio woody, s'è fatto solo più furbetto.. ma quest'ottimismo, da dove l'ha tirato fuori? cmq, film gradevole, meglio degli ultimi decisamente! io l'ho massacrato un pochetto di puù nella mia recensione, ma su tante cose mi trovi d'accordo con te, caro Ford!
RispondiEliminaSpero davvero di andarlo a vedere in settimana, con questa bella recensione mi viene ancor più voglia.
RispondiEliminaE persare che ero scettica all'inizio, ma non ho ancora trovato un giudizio negativo.
Bella anche la canzone finale che hai messo, anche se io conoscevo la versione francese, quella che fanno sentire in Un treno per il Darjeeling!
Margherita, concordo in pieno.
RispondiEliminaIo, però, prima dei Fitzgerald, avrei volentieri conosciuto Hemingway, se non altro per una bevuta epocale! ;)
Stargirl, ho letto la tua recensione, e non mi pare che tu l'abbia massacrato poi tanto. ;)
Comunque, furbetto o no, è certo che questo sia il miglior Allen dai tempi del tuo adorato Match point!
Babol, secondo me questo va visto senza troppi patemi: è davvero una bella sorpresa!
La canzone è una bomba, una delle mie preferite dei NOFX, a prescindere dalla versione! :)
Ma c'è Simpatia-Carla Bruni, vero?
RispondiEliminaNo perchè allora passo.
O fa solo una particina-ina-ina?
No perchè allora potrei guardarlo.
Cmq ne leggo bene ovunque.
Fratello, purtroppo Simpatia c'è, ma ti assicuro che ha una parte assolutamente trascurabile.
RispondiEliminaRecuperalo, secondo me ne vale la pena.
Mm.. Io mi ricordavo che gli parla di gente che non riesce a uscire da una stanza dopo una cena e in quest'occasione i commensali si riveleranno x le bestie che sono.. Cmq presto lo vedró al cinema e poi ne riparliamo!;)
RispondiEliminaPerso, la cena infinita è descritta ne Il fascino discreto della borghesia, la chiesa che imprigiona i "fedeli" ne L'angelo sterminatore.
RispondiEliminaIo li riguarderei entrambi, si tratta in ogni caso di Capolavori! :)
Un Woody in formissima! Da vedere e rivedere! http://onestoespietato.wordpress.com/2011/11/30/tff-2011-midnight-in-paris-la-recensione/ :D
RispondiEliminaSemplice ma fantastico. E' il Woody Allen vecchia maniera. Sostiuisce se stesso, ormai vecchio come attore/personaggio, con un Owen Wilson che davvero ricorda il giovane Allen attore.
RispondiEliminaMIDNIGHT IN PARIS
Spietato - con il saloon mi pare più adatto! -, benvenuto da queste parti, prima di tutto.
RispondiEliminaComunque, concordo in pieno.
Vengo a leggere anche dalle tue parti!
Amos, siamo perfettamente d'accordo, sia per il film che per Owen Wilson, anche se, a mio parere, Hemingway e Dalì lo oscurano un pò!
io posso dire che non uscivo da una sala cinematografica con un bel sorriso stampato sulla faccia da un bel po'! E' vero cinema, che ti fa ridere, sognare, riflettere non necessariamente in questo ordine.
RispondiEliminaCrespa, concordo in pieno.
RispondiEliminaUn Woody ritrovatissimo ed ispirato!