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giovedì 8 novembre 2018

Thursday's child finally in the right time






Per la prima volta dopo settimane, incredibilmente, riesco a pubblicare il post legato alla rubrica delle uscite in orario. Già questo potrebbe essere un grande avvenimento. Un altro potrebbe essere l'abbandono della blogosfera e del Cinema da parte del mio rivale Cannibal Kid, ma purtroppo pare essere intenzionato a rimanere da queste parti ancora. Fortunatamente - più o meno - questa settimana a fare da cuscinetto giunge addirittura un suo contatto diretto, Federico Vascotto, pronto a commentare con noi quello che ci attende in sala nel weekend imminente.


"Non guardare, cara: c'è Cannibal Kid."

Notti magiche

"Cannibal, mi meraviglio di te! Perfino io, il vecchio professor Ford, ho smesso di usare il cartaceo!"

Federico: Innanzitutto permettemi di dire quale onore sia essere stato invitato in queste pagine virtuali... comincerò col ringraziare Cannibal Kid... dalla regia mi dicono che abbiamo i minuti contati come alle premiazioni degli Oscar, quindi come direbbe Carlo Cracco “Veloce!”
Virzì fa un film su tre sceneggiatori spiantati che vorrebbero realizzare il proprio sogno artistico, il tutto sullo sfondo dei mondiali di calcio Italia '90. Paolino a me emoziona sempre coi suoi film, la scrittura in simbiosi con la Archibugi ne La Pazza Gioia mi era piaciuta, il poster sembra “Ovosodo” quasi ad omaggiare i suoi esordi nel cinema... tutto mi fa ben sperare, ma il rischio porcata è dietro l'angolo dati i rimaneggiamenti di sceneggiatore e produzioni subiti. Il risultato saranno notti magiche o notti tragicamente inguardabili?
Cannibal Kid: A mia volta faccio che ringraziare Federico per aver accettato l'ospitata e poi la finisco qui, perché se no Ford si ingelosisce, ahahah!
Pure io ho un buon rapporto con Paolo Virzì, a parte la tremenda recente incursione in terra americana, con Ella & John, uno di quei film sulla senilità buoni giusto per i nonnetti ultracentenari come Mr. Ford. In questo caso però, oltre al ritorno in Italia, si respira pure aria di ritorno ai suoi primi lavori e agli anni '90, il decennio più amato da me e più odiato dal mio rivale, quindi io sto già cantando come un pazzo: “Notti magicheee, inseguendo un Ford!”.
Ford: come purtroppo il mio rivale ed il suo compagno di merende Federico che non mi ha neppure ringraziato e verrà bottigliato, anch'io ho sempre avuto un buon rapporto con Virzì, e considerato che il Mondiale del '90 lo ricordo molto bene, spero che questo film mi faccia rivivere quelle emozioni e atmosfere, e si riveli un gioiellino come Ovosodo o La prima cosa bella. In quel caso, sarei perfino disposto a sotterrare per il momento l'ascia di guerra con Peppa Kid.

Tutti lo sanno

L'espressione di chi sale in macchina con Ford.

Federico: Ha aperto Cannes 2018, è diretto dal Premio Oscar iraniano Asghar Farhadi e ha come protagonisti la coppia anche nella vita Javier Bardem e Penelope Cruz. Tutti elementi per renderlo un film d'elite e di conseguenza di nicchia e per una ristretta cerchia di appassionati. O forse no? Io ancora non ho deciso.
Cannibal Kid: Sono un radical-chic, tutti lo sanno. Quindi attendo con grande curiosità questa pellicola, che tra l'altro tratta pure uno dei miei argomenti preferiti, quello del ritorno a casa, di recente proposto pure nel pregevole Disobedience. Stranamente poi l'iraniano Asghar Farhadi è un regista che piace pure a Ford... Stranamente mica tanto, visto che lui è il vero re dei radical-chic, tutti lo sanno anche questo.
Ford: Fahradi mi è sempre piaciuto, e di norma è garanzia di grande qualità. In questo caso, però, i protagonisti e la produzione più "globale" non mi fanno sperare bene come in altre occasioni. Spero di essere smentito, ovviamente. Non può essere smentita, invece, la posizione di radical chic di Cannibal.


La scuola serale

"Continua così e sarai costretto a ripetere l'anno accanto a quei tre presunti esperti cinefili!"

Federico: Commedia all black su un gruppo di adulti costretti a frequentare le scuole serali per ottenere un diploma. A parte che Immaturi e mille altre storie hanno già proposto questo soggetto, non è che se lo condiamo di spirito black siamo fedeli ai tempi che corrono. Siamo solo dimenticabili tra le fila delle fin troppe commedie che si realizzano oggi, in Italia come all'estero.
Cannibal Kid: La scuola serale saprà sì di minchiatina tardo-adolescenziale in stile Immaturi, e quindi già solo per questo è il tipo di commedia che fa al caso mio e che fa irritare Ford. Se a ciò aggiungiamo che la protagonista femminile è Tiffany Haddish, idola dalla comicità esplosiva del recente Il viaggio delle ragazze, potrei aver trovato uno dei miei titoli guilty pleasure dell'anno!



Ford: in questo periodo, e il Bulletin lo dimostra, sto seguendo il Cinema davvero poco, e la mia lista di arretrati si ingigantisce sempre di più. Inutile dire che non faccio certo sforzi a scartare questa commediola apparentemente inutile, un po' come a non considerare le scelte assurde del sempre assurdo Cucciolo Eroico.

Senza lasciare traccia

"Hai visto quanto si sta bene a passare un bel weekend fordiano?" "Vuoi scherzare, papà? Io sono una giovane cannibale!"

Federico: Un thriller che potrebbe essere innovativo così come piatto e noioso. Ma mi sento di dare fiducia al cast semi-sconosciuto e allo sguardo femminile della regista perché potrebbe essere uno di quei film che stupisce e sorprende e si ricava un posticino fra le piccole perle che ancora il grande schermo sa regalare.
Cannibal Kid: Speravo proprio fosse “uno di quei film che stupisce e sorprende e si ricava un posticino fra le piccole perle che ancora il grande schermo sa regalare” [Federico Vascotto cit.]. E invece l'ho già visto, spinto dal fatto che fosse il nuovo lavoro della regista dello splendido Un gelido inverno, Debra Granik, e purtroppo devo dire che personalmente è una visione che è proceduta un po' noiosetta e alla fine si è chiusa... senza lasciare traccia. Nomen omen.
Ford: Un gelido inverno, qualche anno fa, non solo aveva avuto il merito di lanciare Jennifer Lawrence, ma si era rivelata una di quelle visioni in grado di stupire, o una "piccola perla" per citare anche io Federico. Non l'ho ancora visto, ma sinceramente spero di non trovarmi per nulla d'accordo con Cannibal.


Hunter Killer - Caccia negli abissi

"Ford è alla guida del sottomarino? Tutti ai moduli di salvataggio!"

Federico: Un Caccia a ottobre rosso dei giorni nostri, una Guerra Fredda che potrebbe causare la Terza Guerra Mondiale, protagonisti l'oramai fedele al genere Gerard Butler e il trasformista Gary Oldman, al centro un sottomarino in un thriller che promette di essere claustrofobico. Ci sentiremo sul filo dell'alta tensione oppure moriremo asfissiati per la noia? Temo che sarà più la seconda.
Cannibal Kid: Ford probabilmente si sentirà sul filo dell'alta tensione, e pianterà pure qualche gridolino da groupie alla vista di Gerard Butler. Io di certo sprofonderò giù nei più profondi abissi della noia.
Ford: ho visto il trailer sperando di trovarmi di fronte un bell'action fordiano old school. Mi è parso, purtroppo, solo una gran baracconata. Neanche fossi il più radical dei Cannibal.

Overlord

"La caccia al Cucciolo Eroico è davvero un gran bello sport."

Federico: J.J.Abrams produce un film. Molti oramai lo odiano e quindi al solo nome divengono istintivamente detrattori. Io tutto il contrario. Seconda Guerra Mondiale. Sicuramente misteri, colpi di scena e giochi con l'attenzione dello spettatore. Nel cast c'è pure Iain De Castecker, ovvero l'adorabile Fitz di Agents of S.H.I.E.L.D. Già così sono curioso di vederlo... se poi Felicity... ehm Keri Russell fa un cameo a sorpresa ciliegina sulla torta!
Cannibal Kid: J.J. Abrams di cose ne produce parecchie. Qualche serie porcatona, o semplicemente evitabile, nel suo curriculum la “vanta” anche. In linea di massima comunque sono più le sue cose che mi piacciono di quelle che mi fanno schifo come un film consigliato da Ford, quindi una possibilità a questo Overlord la potrei anche dare e potrei pure restare positivamente sorpreso.

Ford: ad Abrams sarò per sempre grato per Lost, e continuo a pensare che il vecchio J. J. sia tuttora ancora troppo sottovalutato. Una visione ci potrebbe stare, senza però fare conto su aspettative troppo alte. La delusione, del resto, è sempre dietro l'angolo. O di fronte a noi, se si tratta dell'opinione di un certo Marco Goi.


Il ragazzo più felice del mondo

Cannibal, Ford e Federico nel corso della realizzazione di questa puntata della rubrica.

Federico: Questo film l'ho visto a Venezia e, per quanto un po' ripetitivo e ridondante sul meta-cinema che racconta, è dolcissimo e con un gran bel messaggio di fondo, ovvero quello dello storytelling con cui a GIPI piace giocare anche nei suoi fumetti. Se siete nerd lo adorerete, ma in ogni caso non potrà non strapparvi un pizzico di incredibile scioglievolezza... altrimenti vuol dire che siete pronti per far compagnia alla Regina di Ghiaccio!
Cannibal Kid: Regina di Ghiaccio è il mio secondo nome... intendevo dire: Re di Ghiaccio. Re. Gipi personalmente non lo conosco come fumettista. In compenso avevo visto il suo film d'esordio, L'ultimo terrestre, e mi era decisamente piaciuto. Al punto che si era conquistato un posticino persino nella mia Top 40 dei migliori film del 2011 (http://www.pensiericannibali.com/2012/01/oscar-cannibali-2011.html). Se questa sua opera seconda non è troppo melensa, ruffiana e quindi fordiana, potrebbe conquistarmi di nuovo.
Ford: conosco Gipi solo di fama e non ho ancora visto il suo primo film, ma di certo posso dire che, nel caso di delusione, potrei derubare Katniss Kid dello scettro di regina di ghiaccio e scagliare la furia delle mie bottigliate sull'ennesimo film d'autore ruffiano. Ovviamente, spero di sbagliare. Al contrario del mio rivale, che convinto dal suo ego pensa di non essere avvezzo all'errore. Ahahahahahaha!

martedì 7 febbraio 2017

Hell or high water (David Mackenzie, USA, 2016, 102')




Fin da bambino, complici la formazione Western con mio nonno, i cult degli anni ottanta ed i Fumetti, ho sempre sognato, con tutti i loro pregi e difetti, gli USA, che in qualche modo sono stati una sorta di patria adottiva del sottoscritto nonostante, negli anni, mi sia poi legato ad altri luoghi visitati ed amati: quando, crescendo, scoprii poi un certo Cinema "di rottura" che da Michael Cimino correva fino a Friedkin ed in parte a Eastwood, passando per Peckinpah, trovai senza ombra di dubbio la mia dimensione rispetto alla settima arte a stelle e strisce.
E quando la Frontiera - come concetto - del vecchio West si fondeva a problematiche attuali e toccava dritto al cuore, la strada per diventare un riferimento per questo vecchio cowboy era chiara e tracciata: da Un mondo perfetto a Verso il sole, senza dimenticare Punto Zero e L'ultimo buscadero, c'è una vera e propria "antologia" di pellicole dedicate ai losers ed agli outsiders degli sconfinati territori che furono teatro degli scontri tra cowboys e indiani, e senza ombra di dubbio Hell or high water, ad Anni Zero già belli che rodati, entra prepotentemente a far parte della categoria.
David MacKenzie, inglese che pare nato nel Wyoming, già da queste parti amato per Starred up, entra sfondando la porta a far parte di un circolo ristrettissimo di registi che qui al Saloon hanno almeno un giro gratis di diritto portando in scena una vicenda che ricorda i vecchi tempi delle rapine alle diligenze pur descrivendo con piglio assolutamente attuale il dramma della provincia americana straziata dai pignoramenti e dalla crisi, messa in ginocchio dalle banche e dai fondi d'investimento e pronta a combattere anche ben al di fuori della Legge per potersi rimettere in piedi.
L'impresa e la fuga dei due fratelli Howard, Tanner e Toby, pronti a rischiare tutto, vita compresa, per salvare dalle ipoteche il ranch che fu della madre ed assicurare un futuro ai figli di Toby, dalle filiali di banca più piccole di un appartamento alla sfida con i Ranger del Texas e gli agguerriti abitanti delle cittadine locali, pronta a passare dal sangue alle fughe disperate ai casinò che paiono crocevia di disillusi ed anime perdute, fino a momenti lirici di tenerezza - la lotta tra i due fratelli con l'infinito della prateria di fronte - e violenza - il confronto con i due giovani bulli al distributore di benzina -, è una delle poesie di strada made in USA più intense e straordinariamente belle delle ultime stagioni, ritmata da una colonna sonora pazzesca firmata anche da Nick Cave e chiusa da un pezzo che è una scoperta, oltre a calzare come un guanto l'intera pellicola, Outlaw state of mind di Chris Stapleton, mio nuovo idolo country.
Perfette anche le scelte del cast, dal sempre valido Ben Foster ad un ottimo Chris Pine, senza contare un mitico Jeff Bridges che con il suo Marcus Hamilton pare mescolare i tempi di True Grit con il Clint del già citato Un mondo perfetto: tutto, insomma, perfetto per regalare un nuovo classico a tutti quelli, come me, innamorati della Frontiera, delle ballate di Neil Young e Bruce Springsteen, dei fuorilegge che finiscono per diventare tali perchè non hanno altra scelta, se non quella di soccombere, e che fanno tornare con la mente ai tempi di Frank e Jesse James.
Nessuno esce vincitore, nessuno esce pulito.
Eppure qualcosa di buono, forse, è stato fatto, anche se a prezzo altissimo.
E in quello scambio tra Toby ed Hamilton pare mettersi in rilievo come una cicatrice che pulsa, o l'ammonimento di William Munny all'indirizzo di Kid ne Gli spietati: "E' una cosa grossa, uccidere un uomo. Gli togli tutto quello che ha, e tutto quello che sperava di avere.".
Toby ed Hamilton lo sanno bene.
E dovranno conviverci per una vita.
L'unico modo per sopravvivere a questo, sarà pensare di averlo fatto per qualcosa di più grande.




MrFord




 

venerdì 1 aprile 2016

The program

Regia: Stephen Frears
Origine: UK, Francia
Anno: 2015
Durata: 103'







La trama (con parole mie): David Walsh, giornalista sportivo del Sunday Times che intervistò Armstrong ai tempi dei suoi esordi e si convinse del suo talento, nel corso del primo Tour vinto dal ciclista americano tornato alle corse dopo la battaglia vinta contro il cancro comincia a coltivare il sospetto che, dietro l'incredibile successo di quello che è destinato a diventare uno degli sportivi più famosi e rispettati al mondo in realtà si celi l'utilizzo di sostanze illecite.
Inizia così per Walsh una sorta di sotterranea battaglia con Armstrong fatta di supposizioni, articoli, sospetti e lotte legali, che pare definitivamente perduta nel momento in cui viene effettivamente riconosciuto il fatto che il vincitore di sette Tour non sia mai risultato positivo ad un controllo ed imposto un risarcimento da parte del Sunday Times ed il ritiro dello stesso Armstrong.
Al ritorno alle competizioni di quest'ultimo nel duemilanove, però, la partita si riapre.







Considerati lo stretto contatto del sottoscritto con il ciclismo - che assocerò per sempre alla figura di mio padre -, la visione del documentario The Armstrong lie e l'opinione comune, avevo davvero molta paura di affrontare in maniera equilibrata la visione di The program: il rischio, infatti, che fosse un film con un'unica direzione pronto a ritrarre il ciclista texano come una sorta di diavolo in Terra, considerato il fatto che è stato tratto dal libro inchiesta realizzato da uno dei primi e suoi più grandi detrattori - il David Walsh che è anche narratore della vicenda -, era piuttosto alto, così come probabile, in quel caso, sarebbe stata l'ipotesi delle bottigliate.
Stephen Frears, invece, pur non realizzando il film sportivo del secolo, porta sullo schermo un prodotto solido ed in grado di raccontare la vicenda che ha visto trionfare prima e dunque cadere rovinosamente uno degli sportivi più idolatrati ed idealizzati di sempre, Lance Armstrong, senza per questo indulgere nella faziosità da un lato o nella retorica dall'altro: il campione texano è riportato fedelmente per quello che è - un drogato di vittorie e di potere, a prescindere dall'assunzione di farmaci proibiti, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per difendere la sua posizione ed il suo status, ma anche un lottatore estremo, in grado di fronteggiare il cancro ed uno scadalo che avrebbe seppellito molti altri ed uscirne tutto sommato indenne -, interpretato benissimo dal sempre troppo sottovalutato Ben Foster pronto a capitanare un cast ben assortito ed in parte, dall'ottimo Guillame Canet nel ruolo del medico italiano Michele Ferrari, per anni preparatore di Armstrong e del suo team a Jesse Plemons, quasi irriconoscibile rispetto alla seconda stagione di Fargo nel ruolo della "nemesi" di Armstrong Floyd Landis, tra i responsabili, con le loro testimonianze, della revoca delle vittorie al Tour dell'ex iridato statunitense.
Di fatto, Frears e gli autori riescono nell'intento di mostrare senza perdere troppo l'equilibrio i lati umani - in senso sia positivo che negativo - del loro protagonista e degli uomini che attorno a lui hanno ruotato in quegli anni, sfruttando l'onda del suo successo o, in alternativa, la mano pesante di un certo suo dispotismo - ottima la scelta di riportare fedelmente il faccia a faccia in corsa tra Armstrong e Simeoni, concluso con la quasi inquietante espressione dello stesso Armstrong che a favore di camera fece il gesto di chiudersi la bocca con una cerniera -: con questo The program, pur se in misura minore rispetto al già citato The Armstrong lie, è interessante notare come, a prescindere dalle colpe dell'egotico Lance, in conclusione risulti essere più forte la critica ad un sistema - quello del ciclismo - da sempre probabilmente segnato dalla questione doping che, di fatto, fino a quando continuerà a funzionare basandosi sulla spettacolarizzazione sempre maggiore dei grandi giri ed alla durezza di alcune competizioni - come il Tour -, difficilmente riuscirà a cambiare davvero strada, Armstrong squalificato a vita oppure no.
Senza dubbio, comunque, quella dell'ex sette volte trionfatore degli Champs Elysees è una vicenda clamorosamente cinematografica e vissuta al massimo dal suo protagonista: da giovane promessa pronta a gettarsi nel doping pur di colmare il gap con gli avversari che già ne facevano uso a vittima di un cancro terminale sconfitto quasi a sorpresa, dal ritorno in bicicletta ai trionfi al Tour, che mai nessuno aveva dominato in quel modo netto e perentorio, dal ritiro al secondo ritorno, dettato dall'ingordigia e dalla voglia di primeggiare sempre e comunque, che gli costò tutto quello che aveva costruito, fino alla confessione in diretta tv da Ophra - curioso, in questo senso, che con il documentario Alex Gibney decise di aprire il film proprio con l'appena citato faccia a faccia, mentre Frears sceglie, al contrario, di chiudere il suo lavoro con lo stesso passaggio - .
Probabilmente molti, nel mondo dello sport - anzi, forse quasi tutti - potranno solo sognare, nel corso di un'intera carriera, una serie di vittorie così clamorose ed una sconfitta senza appelli e su tutta la linea, eclatante quanto l'insieme di tutti i trionfi: ma del resto, doping o no, i migliori, i sopra le righe, quelli destinati a lasciare un segno, finiscono per lasciarlo.
Sempre e comunque.





MrFord





"You are the one that's creeping,
you are the one that's cheating,
but if your heart is beating,
bring it on, bring it to me."
John Newman - "Cheating" - 




giovedì 8 ottobre 2015

Thursday's child

La trama (con parole mie): l'autunno è ormai iniziato, e la stagione cinematografica, in vista delle classificone che fioccheranno nella parte finale dell'anno, cerca di sparare le ultime cartucce che potrebbero sorprendere pubblico e critica.
Non è detto che saranno tutti tentativi destinati ad andare a buon fine, ma è sempre meglio provare, che rimanere seduti ad attendere il film dell'anno come se fosse Godot.
Quello che, purtroppo, invece è sempre puntuale, è il mio bislacco socio, Cannibal Kid, che continua ad infestare il Saloon e la blogosfera tutta con la sua pusillanime presenza.


"Certo che ne scrive, di stronzate, quel Cannibal Kid!"

Hotel Transylvania 2


"E così questo è Peppa Kid!? Me lo mangio in un boccone, parola di Ford!"
Cannibal dice: I miei nipotini saranno in prima fila per vedere questo atteso (?) sequel di Hotel Transylvania, filmetto che era anche quasi carino, ma io sinceramente non sentivo un gran bisogno di un secondo episodio. Al contrario del piccolo James Ford, che starà tra i bimbi in prima fila.
Ford dice: il primo Hotel Transylvania, nonostante le aspettative basse, mi sorprese in positivo. Di questo sequel non sentivo gran bisogno, un po' come del mio scomodo rivale, e l'impressione è quella di uno di quei titoli d'animazione che si esauriscono con il trailer.
Speriamo di venire contraddetti per la seconda volta.


Speriamo di venire contraddetti per la seconda volta.

Black Mass - L'ultimo gangster


"Ti prego, Cannibal, ritirati ufficialmente come critico cinematografico."
Cannibal dice: Pare che con questo film Johnny Depp sia tornato a essere un attore. Un attore vero, intendo. Dopo gli ultimi mortificanti e sconcertanti ruoli da lui interpretati, qualche dubbio io continuo ad averlo ma, ripensando al suo glorioso passato, sono certo che abbia se non altro saputo fare di meglio rispetto a Mortdecai o Transcendence o Into the Woods. Al di là della relativa curiosità che posso avere di vedere Depp in versione pelata, il film comunque non mi ispira un granché. Mi sembra una roba gangster vecchio stile trita e ritrita, dunque una visione fordiana perfetta.
Ford dice: la fiducia del sottoscritto in Johnny Depp è ormai ai minimi storici, neanche si trattasse di Cannibal Kid. Questo film, però, pare essere stato accolto piuttosto bene, e dunque, considerata la materia molto fordiana, penso proprio avrà una chance da queste parti, nella speranza che non si riveli l'ennesimo buco nell'acqua di un attore che ormai pare la copia non troppo bella di De Niro.



Poli opposti

"Ahahahah! Piuttosto che uscire con Cannibal o Ford, mi affogo!"
Cannibal dice: Romcom all'italiana con protagonisti il prezzemolino del nostro cinema Luca Argentero, lanciato dal Grande Fratello - ma chi glielo rinfaccia più? - e Sarah Felberbaum, che è una tipa famosa per... boh, non so sinceramente per cosa. Negli ultimi mesi i film tricolore ai botteghini non è che stiano facendo sfracelli e questo potrebbe essere uno dei pochi successi commerciali italiani dell'anno. Qui nella blogosfera è però meglio concentrarsi su due altri poli opposti: me e Ford.
Ford dice: da mesi - se non da anni - il mio rapporto con il Cinema italiano è perfino peggiore di quello con Peppa Kid. Le proposte tricolori che continuano ad affacciarsi in sala sono tendenzialmente roba evitabile come questa commediola che non lascia presagire nulla di buono, e che salterò senza ritegno o rimorso alcuni.



Life

"Robert, mettiti alla guida e partiamo prima che torni Ford e si metta al volante lui!"
Cannibal dice: Film incognita della settimana e forse dell'anno. Il regista Anton Corbijn ha saputo passare dallo splendido Control all'orripilante The American, per arrivare al noiosetto La spia - A Most Wanted Man, quindi è parecchio imprevedibile. Nel cast c'è il promettente Dane DeHane accanto agli spromettenti (passatemi il termine) Robert Pattinson e Alessandra Mastronardi (ma che davero?). Nel film si parla di James Dean e quando si affronta il tema personaggi mitici si rischia sempre di fare qualche scivolone. Life potrebbe quindi essere un filmone, così come una notevole vaccata. Unica garanzia: non fidatevi della recensione di WhiteRussian, se mai la farà.
Ford dice: James Dean è stato senza dubbio una Leggenda del Cinema, anche se per quanto mi riguarda e come sempre nei casi di morte prematura il dubbio rispetto a quello che sarebbe diventato resta. Chissà, se non ci fosse stato quello schianto in macchina, magari ora saremmo qui a criticarlo come un Johnny Depp o un Cannibale qualsiasi.
Ad ogni modo, questo film mi sa di sòla a un miglio di distanza.



The Program

"Cannibal, se vai da quella parte, arrivi dritto a quel paese."
Cannibal dice: Altra grandissima incognita della settimana. Il film sul dopat... ehm, controverso ciclista Lance Armstrong potrebbe essere non solo e non tanto un biopic, ma anche un thriller piuttosto avvincente. Nella parte del protagonista c'è Ben Foster, attore finora sottovalutato e che qui potrebbe avere il ruolo della svolta. Un consiglio: prima di leggere la recensione che farà Ford, dopatevi pure. Per una volta è concesso.
Ford dice: probabilmente, il mio film della settimana. Sono molto curioso di vedere all'opera non solo Ben Foster, attore fin troppo sottovalutato, ma anche di veder raccontata la storia di Lance Armstrong, uno dei corridori più vincenti della Storia del Ciclismo privato di tutto nonostante, di fatto, abbia fatto quello che tanti hanno fatto prima e dopo di lui. Il tanto celebrato - almeno in Italia - Pantani compreso.
Confido che possa regalarmi materia interessante per un post magari legato al documentario ispirato proprio alle "gesta" di Armstrong.



Reversal - La fuga è solo l'inizio

"Certo che casa Ford è proprio inquietante!"
Cannibal dice: Nella miriade di horror che arrivano nelle nostre sale, e che in genere non sono i film più interessanti di questo genere, Reversal potrebbe meritare una possibilità. Sarà che il tema della fuga mi piace. Soprattutto la fuga da Ford.
Ford dice: proprio in questi giorni mi è capitato di incrociare il trailer in tv con Julez, che ha dichiarato: "Questo lo voglio vedere, pare una di quelle stronzate che piacciono tanto a me". Per una volta, non sono io la pecora nera della famiglia.



Janis

"Qualcuno accompagni per favore Peppa Kid fuori dall'arena."
Cannibal dice: E dopo James Dean, un altro mito dei tempi in cui Mr. James Ford era un giovanotto. La voce di Janis Joplin devo dire che non mi ha mai entusiasmato molto, però sapere che nella versione italiana sarà doppiata da Gianna Nannini rende d'obbligo una cosa: la visione in lingua originale.
Ford dice: tralasciando ogni commento rispetto alla scandalosa decisione del doppiaggio, resto dubbioso a proposito del biopic legato alla figura della mitica Janis Joplin, così come lo fui - a torto o a ragione, ancora devo scoprirlo - rispetto a quello dedicato a Jimi Hendrix.
Staremo a vedere.



La vita è facile ad occhi chiusi

"Ho deciso, partiamo senza aspettare quei due blogger: anche perchè Ford alla guida proprio non ce lo voglio!"
Cannibal dice: Settimana dedicata ai miti. No, non sto parlando di me. Oltre a James Dean e a Janis Joplin, arriva nei cinema italiani anche questo film spagnolo su un tizio che vuole incontrare John Lennon. Un on the road movie ambientato negli anni '60 che non promette di essere affatto male. Oltre a consigliarvi di dargli una possibilità, ho un altro prezioso consiglio per voi: non andate su WhiteRussian ma, se proprio vi capita di finirci, visitatelo a occhi chiusi.
Ford dice: non una visione da affrontare ad occhi chiusi, ma neppure qualcosa da buttare, almeno potenzialmente.
Quello che, invece, potete tranquillamente destinare alla raccolta del secco, è la miriade di pareri improbabili che fornisce il mio rivale Cannibal Kid ogni giorno su Pensieri Cannibali.



Viva la sposa

"Ammazza, ormai bevo quasi quanto Ford. Se continuo così, finirò ridotto come Cannibal."
Cannibal dice: Ecco il nuovo film di e con Ascanio Celestini...
Confesso di non aver mai visto nessun suo lavoro e di non sapere nulla su di lui e sul suo stile. Potrebbe anche piacermi, eh, però così a pelle mi ispira tanta simpatia quanta Mr. Ford. Quindi proprio tanta.
Ford dice: Celestini è sempre stato molto stimato e celebrato. Eppure ho sempre avuto l'impressione che fosse un radical chic mascherato da proletario. Dunque, per il momento, salto.



Much Loved

"Hey, non è niente male questo White Russian consigliato da quel Ford!"
Cannibal dice: Dal Marocco arriva questo film sulla prostituzione che, a meno che non scada nel facile moralismo fordiano, potrebbe anche essere interessante. Potrebbe. Così come Ford potrebbe essere un grande eroe, se solo ci facesse il favore di chiudere WhiteRussian.
Ford dice: film potenzialmente interessante, che, comunque, non credo potrà essere much loved di tanti altri prodotti "etnici" alternativi o pseudo tali. E con pseudo tali mi riferisco, ovviamente, al mio antagonista.



Film bonus

Nausicaä della valle del vento

Un'immagine esclusiva del mostro Ford e Katniss Kid.

Cannibal dice: Con appena quei 21 anni di ritardo, è arrivato nelle sale italiane questo film del maestro Hayao Miyazaki del 1984. E, giusto per restare sulla stessa lunghezza d'onda della distribuzione nostrana, anche io e Ford ve lo proponiamo nella nostra rubrica in ritardo, visto che è stato programmato nei cinema solo il 5, 6 e 7 ottobre e quindi ormai ciao, se ve lo siete persi mi sa che dovrete aspettare altri 21 anni.
Altrimenti c'è la rete...


Ford dice: la distribuzione italiana continua la sua sfida all'insanità mentale del Cannibale, proponendo uno dei titoli più significativi dello Studio Ghibli a più di vent'anni dalla sua uscita. Niente male, bravi, bis.


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