mercoledì 26 luglio 2017

Criminal Minds - Stagione 12 (CBS, USA, 2016/2017)




Come per Grey's Anatomy, Criminal Minds ha da sempre un significato molto estivo per gli occupanti di casa Ford, oltre ad essere un guilty pleasure consolidato fin dai tempi in cui io e Julez eravamo solo una giovane coppia da poco trasferita nella nuova casa: ai tempi, e per almeno quattro o cinque stagioni, il serial dedicato ai profiler del BAU si era dimostrato un'alternativa molto più valida dei banali CSI e compagnia, risultando, a tratti, addirittura quasi spaventoso.
Con il tempo, però, e nonostante alcune buone idee ed i cambi di cast in questi casi quasi doverosi, il serial aveva segnato il passo giungendo a questa dodicesima stagione senza stimolare più l'aspettativa dei bei tempi qui al Saloon, quanto più che altro il bene che si finisce per volere ad un vecchio amico pur non avendo più molto da dirsi: e potrei affermare che lo stato d'animo avrebbe potuto essere questo ancora una volta, se non fosse stato per la manciata di episodi conclusiva in grado di mescolare le carte e tenere il fiato dell'audience sospeso incentrando l'azione su Spencer - uno dei charachters più interessanti, nonchè della prima ora -, su una vendetta incrociata ed una possibile trappola all'indirizzo del team aperta in vista della già confermata annata numero tredici.
Un buon modo, questo, per recuperare un altro passaggio certo non memorabile, all'interno del quale - forse anche a causa del "sovraffollamento" della squadra - nessun personaggio ha avuto un vero sviluppo o un'evoluzione - Spencer escluso, ovviamente -, mentre i due nuovi inserimenti hanno funzionato a corrente alternata - in questo caso, molto più efficace il "nuovo Morgan" Alvarez che non "l'intellettuale" Walker, troppo insipido per entrare davvero nel cuore degli spettatori -.
Per il resto tutto è proseguito nella "normalità", con episodi che ricollegati alla trama partita nel corso della stagione undici con la fuga di alcuni serial killer da un carcere di massima sicurezza - in particolare Mister Graffio, ormai nemesi della squadra - ed altri autoconclusivi e pronti ad esplorare, pur se in modo non particolarmente incisivo, gli abissi della mente umana e le possibilità purtroppo infinite che la psicopatia ha di manifestarsi e provocare dolore nel mondo.
La speranza, considerata la parte conclusiva della stagione, è che con il prossimo anno la squadra del BAU torni ai livelli che l'avevano nettamente separata dalle numerose proposte decisamente televisive - e non in senso buono - di qualche anno fa dello stesso genere, per rinnovare non solo l'affetto, ma anche l'interesse dei fan di vecchia data come i Ford e, perchè no, anche qualcuno di nuova.




MrFord



 

6 commenti:

  1. Una stagione con più cambi di giocatori che una partita di basket, la trama dedicata a Spencer non era malissimo, se non altro si sono giocati un episodio con la bravissima Aubrey Plaza. Per gli altri un continuo cambio di cast, ad un certo punto, ho temuto di vedere strizzata dentro un anti proiettile a fare qualche irruzione pure Garcia ;-) Cheers

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    1. Ahah già, una stagione da continui "cambi di gioco", ma comunque un serial che guardo sempre con affetto. :)

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  2. per me è stata una buona stagione, probabilmente perché la mia passione per Reed è stata molto assecondata dalla sua "condizione", ed alla fine, il filone Graffio è stato particolarmente stimolante

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    1. Sul finale si sono molto ripresi, anche se il thrilling delle prime stagioni ormai è totalmente assente.

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  3. Ormai 'sta serie ha più stagioni di Beautiful.
    E forse pure più di General Hospital, che ha iniziato le sue trasmissioni quando tu Ford eri ancora un giovanotto di belle speranze... ;)

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