Cambiare prospettiva, spesso e volentieri, significa affrontare rotture di palle non indifferenti e fatica doppia rispetto a quanto la vita ci riservi in una rodata quotidianità.
Personalmente, mi piace crogiolarmi nei miei rituali, dall'allenamento alla bevuta, dalla visione del film o della serie televisiva ai momenti dedicati ai Fordini, e via discorrendo: l'unico cambiamento che ho finito per accettare da subito di buon grado è stato quello che mi ha visto da casalingo in questi ultimi mesi, in attesa di scoprire quale sarà il prossimo passo, e se verrà compiuto qui o da un'altra parte del mondo.
Senza dubbio, cambiare porterà sconvolgimenti che almeno in principio non saranno facili da gestire, e per esperienza so che potrebbero costare qualche incazzatura, o pensiero che, forse, decidere di stare fermi è la scelta più goduriosa che si possa fare: peccato che, rituali a parte, io non sia affatto una persona in grado di attendere che il cadavere del nemico passi lungo il fiume, e dunque mi toccherà allargare le spalle e prepararmi a quello che sarà il futuro mettendo in conto anche e soprattutto i colpi bassi.
Aspettando il re - o, come al solito molto più indicato, A hologram for the king - è legato a doppio filo proprio a queste tematiche, e nonostante non avessi aspettative particolarmente alte - anzi, direi il contrario -, il regista fosse il sopravvalutato Tom Tykwer - che, a parte la co-regia di Cloud Atlas, non mi ha mai particolarmente impressionato - ed il protagonista Tom Hanks, che per quanto non riesca a starmi antipatico trovo allo stesso modo quasi sempre un pò troppo simile a se stesso, devo ammettermi di essere passato attraverso la visione con una sensazione di piacere simile a quella che si prova, finito un allenamento, a tornare a casa, farsi una doccia e schiaffarsi sul divano, consci di aver dato quello che si doveva dare e pronti al relax.
Pur non avendo letto il romanzo di Dave Eggers - che mi sta cordialmente sul cazzo - dal quale è stato tratto, e non considerandolo certo perfetto, ho trovato Aspettando il re una sorta di fratello maggiore e più fine dello scombinato - e comunque divertente, a conti fatti - Rock the Kasbah con Bill Murray protagonista, un'altra storia di rilancio e scommessa su se stessi legata ad un main charachter che, almeno sulla carta, dovrebbe essere ormai nella fase "calante" della sua avventura.
Ed il bello, a conti fatti, come per i cambiamenti, è proprio questo.
Nella vita non c'è una fase calante.
Certo, invecchiamo, ci sformiamo, ci ammaliamo e moriamo, ma questo non deve precludere la volontà e la voglia di fare fronte alle sfide, al desiderio di vivere, di scoprire che nostra figlia ci chiama per piacere e non per bisogno - "Vuol dire che sei bravo" - e che anche in mezzo ad un deserto la possibilità di trovare un'oasi c'è sempre.
In questo senso e da questa prospettiva il lavoro di Tykwer regala quella sensazione di seconda chance perfetta per la primavera - anche se ormai siamo in estate -, ed il pensiero che, in fondo, nonostante la paura, le limitazioni, l'ignoranza ed un sacco di stronzi il mondo resti ancora un luogo da scoprire, in cui bastano pochi accorgimenti - come un costume da uomo su una donna - per aggirare le assurdità ed esplorare la parte più bella e viva di qualsiasi cosa.
Cambiare prospettiva, spesso e volentieri, significa affrontare rotture di palle non indifferenti e fatica doppia rispetto a quanto la vita ci riservi in una rodata quotidianità.
Ma non è detto che proprio quelle rotture di palle non possano, un giorno, farci svegliare come uomini e donne arricchiti di qualcosa che vada oltre i concetti di carriera, doveri, incombenze: il cambiamento di prospettiva, nel bene o nel male, va preso come un'opportunità.
E le opportunità restano la scossa che rende più vivi anche i più vivi.
In barba agli ologrammi.
MrFord
Reduce dall'orribile The Circle, non so se Tom Hanks voglio rivederlo tanto presto... Però metto in lista, di film decenti non ne sto vedendo neanche uno. :)
RispondiEliminaThe Circle non l'ho visto, ma mi pare di non essermi perso nulla. ;)
EliminaAd ogni modo, in questo periodo film decenti se ne vedono pochi, purtroppo. Questo, rispetto alle aspettative molto basse, mi è parso guardabile.
Come primo cambiamento, Ford, ti consiglio di cambiare...
RispondiEliminablog. :D
La header no, per una volta va bene. Però il titolo White Russian è ora di mandarlo in pensione, no?
Il film, tra Tom Hanks e Tykwer, non mi ispira granché. Anzi sì, mi ispira una bella stroncatura. :)
Effettivamente il film dei due Tom potrebbe essere una buona kriptonite per te. Guardalo subito! ;)
Elimina