venerdì 2 giugno 2017

Amore e inganni - Love&Friendship (Whit Stillman, Irlanda/Francia/Olanda, 2016, 90')




Nel corso delle mie stagioni da cinefilo radical, i film in costume hanno rappresentato una buona fetta di visioni che, in alcuni casi, ha portato qui al Saloon titoli degni di essere chiamati Capolavori - Barry Lyndon e L'età dell'innocenza su tutti -, così come in tempi meno sospetti più recenti produzioni come A royal affair hanno conquistato il favore di questo vecchio cowboy nonostante un'ambientazione non più così favorevole al sottoscritto.
Amore e inganni - adattamento dell'originale Love&Friendship -, tratto da un lavoro della celebre Jane Austen ed incentrato sugli intrighi orditi in società dalla machiavellica Lady Susan Vernon, rimasto ad attendere la visione per diversi mesi a causa di numerosi dubbi sul suo effettivo valore, purtroppo ha rispettato le aspettative non rosee, di fatto rimanendo ben lontano dalla qualità dei titoli sopra citati: nonostante, infatti, alcune critiche molto esaltate - forse qualche radical ha abusato a mia insaputa di white russian - ed un main charachter dalle potenzialità incredibili - e ben reso da Kate Beckinsale, devo ammettere -, il lavoro di Whit Stillman risulta noioso come un the delle cinque con un gruppo di zitellone senza ritegno, troppo tagliato con l'accetta nello script - alcuni passaggi della seconda parte sono quantomeno frettolosi, tanto da avermi fatto pensare ad alcune sforbiciate selvagge in post produzione - e poco incisivo nella regia e nel ritmo - un'ora e mezza che paiono quattro, roba da sognarsi una bella sbronza con tanto di sonno ristoratore che faccia dimenticare il tutto -, cui non riescono a porre rimedio neppure gli incredibili stratagemmi messi in atto dalla protagonista, talmente odiosa ed intrigante da apparire, a conti fatti, irresistibile rispetto agli scialbi nobili dei quali, di fatto, continua in un modo o nell'altro a farsi beffe.
Un vero peccato, da questo punto di vista, perchè Lady Susan Vernon avrebbe meritato un destino cinematografico decisamente migliore di quello riservatole da Stillman - del resto, io non sono un suo grande fan, avendo considerato The last days of disco poco più di un filmetto e Damsels in distress una vera schifezza -, che avrebbe potuto portarla nell'Olimpo dei "villain" di questi ultimi anni di settima arte e darle una visibilità maggiore presso il grande pubblico, sia dalla parte maschile che femminile in termini di possibilità di imparare come si muove davvero un predatore che conosce i sentimenti ed i loro tranelli all'interno non solo della società, ma anche e soprattutto del cuore delle persone.
L'unico merito che mi sento di assegnare a questo film è quello di avermi invogliato a recuperare il lavoro originale della Austen e scoprire quanto più possibile a proposito di Lady Vernon, che in qualche modo, minuto dopo minuto, seduzione dopo seduzione, intrigo dopo intrigo, pare decisamente ed inesorabilmente aver conquistato anche me.




MrFord




 

6 commenti:

  1. Penso che Jane Austen sia una delle autrici più insopportabili di sempre. Mettici pure Stillman, che non piace neanche a me. Certo, la Beckinsale e il personaggio intrigante potrebbero tentarmi...

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    1. Il personaggio merita assolutamente.
      Peccato per Stillman e il film. ;)

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  2. Io invece sono un fan del grande Whit Stillman, ma mi sembra che qui del suo stile ci sia poco e ci sia troppa Jane Austen. Quindi bottigliate a lei e non a lui. :)

    Comunque non posso giudicare in pieno, visto che ho abbandonato la visione in preda alla noia dopo manco mezz'ora. "Noioso come un the delle cinque con un gruppo di zitellone senza ritegno" mi sembra quindi la definizione perfetta. :D

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    1. Sono sconvolto dallo scoprirti così d'accordo con me. E credimi, avrei voluto abbandonare la visione anch'io. ;)

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  3. Non così malvagio, per me, ma decisamente dimenticabile, che forse è anche peggio.

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    1. Senza dubbio peggio.
      E oltre che dimenticabile, nonostante la protagonista, una vera palla.

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