lunedì 28 luglio 2014

Smetto quando voglio

Regia: Sidney Sibilla
Origine: Italia
Anno: 2014
Durata:
100'




La trama (con parole mie): Pietro, ricercatore laureato e genio della neurobiologia, fatica a trovare un impiego fisso all'interno dell'Università, così come i suoi vecchi amici Alberto – chimico divenuto lavapiatti -, Mattia e Giorgio – latinisti benzinai -, Bartolomeo – dall'economia dinamica al poker con zingari circensi -, Andrea – antropologo alla ricerca di un posto in uno sfasciacarrozze – e Arturo, impiegato presso il Comune di Roma come sovrintendente nei cantieri ove vengono rinvenuti reperti
storici, archeologo. 
Illuminato casualmente da una notte passata ad inseguire uno studente cui da ripetizioni, l'uomo viene travolto dall'idea di sintetizzare una droga basata su una molecola non inclusa nelle liste del Ministero e dunque sulla carta legale e buttarsi nella vendita al dettaglio nelle discoteche.
Il successo arriva, così come i soldi: ma per la banda di produttori e spacciatori improvvisati i guai diventeranno più ingestibili della normale situazione di precarietà.






Nel corso degli ultimi mesi – per essere generosi - l'Italia ha attraversato una crisi cinematografica tra le più terribili della sua Storia, evidente specchio della desolante situazione culturale e lavorativa che ci troviamo tutti costretti ad affrontare ogni giorno, con un occhio oltre confine ed un altro ai conti di fine mese.
Una delle sorprese più interessanti in sala è stato proprio questo Smetto quando voglio, commedia d'azione che richiama piccoli cult come Santa Maradona celebrato qui nella blogosfera e dalla critica più canonica: senza dubbio, quando il pensiero corre alle proposte giunte dalla Terra dei cachi nel passato recente, l'esperimento di Sidney Sibilla è senza dubbio riuscito, fresco e divertente, dal taglio
americano condito da una strizzata d'occhio non indifferente al Capolavoro Breaking Bad, una tra le opere più importanti mai prodotte per il piccolo schermo.
Eppure l'impressione che ho avuto seguendo le tragicomiche vicende di questo gruppo di geniacci improvvisatisi produttori e spacciatori è stata quella di un'opera in grado di far gridare al quasi miracolo principalmente per la pochezza delle alternative, più che per il suo effettivo valore: non che non me la sia goduta, o che non abbia trovato assolutamente perfette alcune sue sequenze – la rapina alla farmacia è un pezzo da antologia -, o non si percepisca tutta l'inquietudine che tocca tutti noi allo stato attuale delle cose – laureati o no, poco cambia -, ma da qui a considerare Smetto quando
voglio un fulmine a ciel sereno devono passare diversi bicchieri di robusti cocktails.
In particolare, è lo script a mostrare il fianco ad una certa facilità di fondo nell'evoluzione della trama, condita perfino di qualche eccesso che poteva essere risparmiato – il fatto che perfino il temuto gangster Murena sia un laureato reinventatosi criminale equivale a tirare un po' troppo la corda, ad esempio -, e che non rende giustizia fino in fondo alla riflessione assolutamente vera ed allarmante a
proposito dello scarso impiego delle risorse dei nostri studenti e ricercatori, che spesso e volentieri, più che finire a produrre nuove droghe, fuggono all'estero cercando lidi più sicuri, remunerativi ed organizzati.
Lo stesso rapporto tra Pietro e la sua fidanzata – una come di consueto cagna maledetta Valeria Solarino – scricchiola in più di un passaggio – come il cambio di atteggiamento della conclusione, con il passaggio dall'ostilità in tutto e per tutto rispetto alla nuova attività del compagno al sostegno di una nuova condizione ed occupazione all'interno del mondo del crimine, pur se in una misura diversa, dello stesso -, confermando il fatto che lo script non fosse la priorità del regista, più impegnato a fondere un'estetica moderna e giovane ad un piglio a metà tra il già citato Santa Maradona e i primi lavori di Aldo, Giovanni e Giacomo.
Non voglio, comunque, che questo post diventi un tiro al bersaglio contro questo film, che mi ha coinvolto – sia parlando di divertimento, sia di riflessioni sulla condizione attuale in termini di lavoro e precarietà soprattutto di Julez – ed intrattenuto decisamente bene, e se paragonato alla media della produzione tricolore attuale risulta senza dubbio superiore – fatta eccezione per La grande bellezza e lo “straniero” Still life, per trovare qualcosa di un livello superiore dovrei tornare con la memoria a La migliore offerta -: c'è da sperare dunque che la musica cambi, per noi e soprattutto per i nostri figli, in Italia, perchè le alternative che non riguardino una carriera – destinata facilmente a finire male – nel crimine cominciano ad essere davvero poche.




MrFord




"I won't pay, I won't pay ya, no way
now why don't you get a job"
say no way, say no way ya, no way
now why don't you get a job."
The Offspring - "Why don't you get a job?"




29 commenti:

  1. a me ha divertito parecchio e sinceramente mi pare che abbia descritto bene una certa realtà italiana...poi certo brilla anche per mancanza di alternative...

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    1. Ha divertito anche me, ma pensare che sia una cosa sorprendente mi pare davvero troppo!

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  2. una come di consueto cagna maledetta Valeria Solarino?!? no, posto che in questo film anch'io l'ho trovata fuori parte, stavolta l'hai sparata più grossa del cannibale... :D

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    1. più grossa delle mie no.
      anche perché pure per me la solarino è cagna :)

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    2. Dantès, dai, la Solarino lavora sappiamo bene principalmente perchè: si capiva già ai tempi di Fame Chimica! ;)

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    3. no, su questo non saremo mai d'accordo

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    4. Dantès, stavolta non ho detto nulla perché sapevo che ci avresti pensato tu... :)

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    5. Ma quale interpretazione avrà mai regalato la Solarino per farvela difendere a spada tratta!? ;)

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    6. Difendere a spada tratta è una parola grossa, diciamo che nella categoria attrici italiane è molto meno cagna maledetta di tante altre sue colleghe. (A me nello specifico era piaciuta in Viola di mare e in la signorina Effe)
      :)

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    7. Meglio di tante sue colleghe senza dubbio, anche se il nostrano panorama delle attrici non è messo tanto meglio di quello cinematografico! ;)

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  3. nooo, buuu
    questo è un grandissimo film!
    e finalmente non ci trova d'accordo.
    d'altra parte figurati se un serioso come te riesce a godersi una pellicola frizzante come questa senza rompere le balle... :D

    d'altra parte a te è piaciuta quella cagatina di la migliore offerta...

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    1. Grandissimo film mi pare davvero troppo anche per te: è un filmetto divertente e piacevole che fa riflettere sulla condizione italiana attuale, ma se fosse uscito in annate migliori per il nostro Cinema ce ne saremmo accorti a malapena. ;)

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  4. commedia amara
    mi ha ricordato I MOSTRI (1963) nel descrivere in modo grottesco una realtà tutt'altro che allegra
    la differenza? allora c'erano Gassman e Tognazzi...

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    1. Ottima associazione, in effetti: certo, poi, Gassman e Tognazzi erano di un altro pianeta!

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  5. l'avevo vista in prima assoluta all'UCI cinemas, grazie al fatto di avere la tessera punti. carino, ma non mi era sembrato un capolavoro. la critica invece l'ha incensato. un pò troppo mi pare

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    1. Assolutamente d'accordo. Niente più di carino. Probabile, dato il deserto attorno, che sia stato accolto come qualcosa in più di quello che è.

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  6. Il dubbio che la sua qualità superiore fosse relativa alla pochezza del resto del cinema nostrano era venuta anche a me, ma mi sono risposta in modo opposto al tuo perchè -Solarino a parte- il film ha saputo divertirmi e farmi pensare davvero tanto. E poi finalmente a livello di regia c'è una frizzantezza e un guizzo moderni e degni di nota!

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    1. Anch'io mi sono divertito, ma incensarlo come fosse un piccolo cult mi è parso davvero troppo.

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  7. Lo spunto di partenza non è male e credo che gli darò una chance. La Solarino è cagna, ma è talmente bella che secondo me la perdonano (mi rendo conto che tutto questo è molto maschilista, ma che volete fa?)...

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    1. Gae, tranquillo.
      Il motivo percui lavora tanto è proprio quello. ;)

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  8. Ingeneroso..la Solarino è insipida, ma il resto mi ha divertito parecchio, commedia amarognola, che ha il pregio comunque di uscire dai consueti schemi buonisti italioti di cui francamente non se ne può davvero più.

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    1. Senza dubbio divertente e attuale, ma sicuramente non il piccolo cult che hanno voluto spacciare.
      E non mi è parso neppure così "cattivo".

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  9. confesso che ero parecchio prevenuta nei confronti del film, forse proprio perchè ne avevo letto manco fosse una specie di piccolo miracolo, per non parlare di Edoardo Leo diventato una specie di "icona" e interprete del disagio da "precariato intellettuale, con le sue ospitate in vari talk show.
    invece, leggendo la recensione di Ford e i commenti temo che potrei vacillare nell'intento di boicottaggio, e cedere ala curiosità di vederlo :)

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    1. Come visione easy ci sta tutta, io me lo sono goduto.
      Solo non aspettarti una specie di filmone. ;)

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  10. Avevo letto in giro pure io che era molto divertente, potrei dargli una chance da come ne hai parlato mi hai quasi convinto

    È uscito il trailer di mad max con tom hardy, voglio essere ibernato e svegliato il giorno che esce

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    1. Divertente di sicuro, ma di certo non il film italiano dell'anno. ;)

      Anch'io non vedo l'ora del nuovo Max!

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  11. Ero partito basso...
    Di fondo mi è piaciuto.

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    1. Anche a me. Semplicemente non è il miracolo italiano che dicono. ;)

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