martedì 19 novembre 2013

I vitelloni

Regia: Federico Fellini
Origine: Italia
Anno:
1953
Durata: 107'




La trama (con parole mie): cinque amici all'alba della loro età adulta, in bilico tra sogni e responsabilità, nel cuore di una cittadina italiana all'inizio del boom. Dal matrimonio che porta Fausto, il leader spirituale dei "vitelloni" alla nuova condizione di padre di famiglia e lavoratore alle vicende artistiche di Leopoldo, l'intellettuale del gruppo, passando per le turbolenze dell'incorreggibile Alberto, diviso tra l'amore per la bella vita e quello per la madre, e lo sguardo perso all'orizzonte di Moraldo, il più giovane del gruppo.
Una fotografia di un'epoca ma soprattutto un film generazionale, il ritratto della giovinezza sempre pronta alle "zingarate" di colpo trovatasi di fronte il non sempre tenero sguardo della crescita.





La mitologia di Federico Fellini, fatta di neoralismo e sogno mescolati abilmente in un cocktail che è stato, è e sarà parte della Storia d'Italia, ancora prima di quanto il mondo imparò ad ammirare con La dolce vita, 8 e 1/2 o Amarcord passò attraverso le strade deserte della notte che accoglieva quasi maternamente i vitelloni, gruppo di ragazzi alle porte della loro esistenza da adulti dediti a succhiare tutto il midollo della vita progenitori delle allora future generazioni degli Amici miei.
Federico Fellini, ai tempi al suo terzo lungometraggio e all'inizio del percorso che l'avrebbe portato a stupire le platee del mondo intero, delinea l'universo che lui stesso si trovava ad affrontare ai tempi, poco più che trentenne, mescolando i suoi tratti con quelli dei protagonisti della pellicola, dall'amore per le donne e l'egoismo di Fausto alla passione incontrollata per la scrittura e l'arte di Leopoldo, dalla voglia di andare oltre i confini della sua Romagna di Moraldo alla teatralità in bilico tra la malinconia e l'allegria sfrenata di Alberto.
Proprio al personaggio che prende il nome dal suo interprete, l'indimenticato Alberto Sordi, sono legate le sequenze più note de I vitelloni, dal famoso gesto dell'ombrello indirizzato ai lavoratori alla meravigliosa sequenza del Carnevale, in grado di sottolineare il gusto per il farsesco e la dualità di comico e tragico che si ritroverà in quasi tutta l'opera felliniana successiva, dal Casanova al Satyricon, dai Clowns alla realtà profonda de Le notti di Cabiria: passaggi semplici eppure di potenza che allora il Cinema poteva soltanto immaginare, scanditi da un ritmo soltanto apparentemente placido come le giornate di quei ragazzi pieni di speranze e di sogni alle prese con un mondo per il quale non sempre potevano definirsi pronti.
In questo senso la figura di Fausto, il più carismatico ma allo stesso tempo il più negativo tra i personaggi principali, assume una grande importanza sia rispetto a quello che, di fatto, era il ruolo dell'uomo a quei tempi - sempre che non lo sia ancora oggi -, sia nell'equilibrio della pellicola tra sacro e profano, poesia e panesalamismo, testa e cuore: i suoi confronti con il padre e lo splendido passaggio che chiude la sua storia - almeno quella che viene narrata - sono da antologia almeno quanto la figura del suo datore di lavoro, pronto a fare da mentore - o quasi - al giovane bugiardo che per poco non gli costa il matrimonio.
Più che una generazione, quella dei vitelloni è una tappa che ogni uomo tocca nel corso del suo personale viaggio attraverso il Tempo e la vita, e più che un film generazionale I vitelloni è un affettuoso ritratto ed un omaggio alla giovinezza che, per quanto possa essere preservata dallo spirito, è destinata, prima o poi, ad essere lasciata alle spalle almeno quanto la casa che finiamo per abbandonare, spinti dalla curiosità, dalla paura e dal desiderio di confrontarci con il mondo esterno, il grande caos che attende ognuno una volta libero dall'abbraccio di chi lo ha protetto per tutta una vita.
Un film che è un pezzo di tutti noi, almeno quanto il Cinema di Fellini è parte integrante delle fondamenta della settima arte, con quel suo piglio teatrale pronto a barcollare, ebbro di vita, danzando tra il dolore e la passione.


MrFord


 "E poi ci troveremo come le star
a bere del whisky al Roxy Bar
oppure non c'incontreremo mai
ognuno a rincorrere i suoi guai
ognuno col suo viaggio
ognuno diverso
e ognuno in fondo perso
dentro i cazzi suoi." 
Vasco Rossi - "Voglio una vita spericolata" - 




14 commenti:

  1. Rivisto a casa di mammà tempo fa!
    bello e malinconico, e c'era anche il fratello del regista che fa uno dei vitelloni! :-)
    Che ci scappa anche Lo sceicco bianco, uno dei miei preferiti?

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    1. Niente Sceicco, per questa volta, dato che farò solo una tre giorni per Fellini, ma in futuro, chissà! ;)

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  2. Bellissimo, nient'altro da aggiungere, sono molto affezzionata al personaggio Alberto interpretato da Alberto Sordi, l'unico vero buono dei personaggi :)

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    1. Il personaggio di Alberto è sfaccettato e davvero interessante, in bilico tra l'allegria e la malinconia: dici bene!

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  3. questa settimana la dedichi interamente a Fellini? I vitelloni secondo me se non è il suo film migliore, poco ci manca...

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    1. No, arrivo soltanto fino a domani, con il Maestro. Ma in futuro recupererò.
      Comunque posso capire: da I vitelloni è partito praticamente tutto il suo Cinema.

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  4. Tu pensa, lo vidi per la prima volta in seconda media, e già allora mi piacque moltissimo XD

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    1. Io lo vidi decisamente più tardi, ma l'effetto fu lo stesso: del resto, quando c'è il grande Cinema, c'è poco da girarci intorno! :)

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  5. Uno dei film più importanti della mia vita, qualcosa di troppo grande per essere commentata... bellissimo.

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    1. Bellissimo davvero. Un film che forma sempre e comunque, ad ogni visione.

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  6. un film straordinario che a suo tempo ho adorato.. credo sia proprio ora di rivederlo, e grazie a te ora ho una voglia pazza di spararmelo al più presto!

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