martedì 10 agosto 2010
Uragano
Ogni volta che approccio un film di John Ford mi sento come se stessi tornando bambino, per andare a trovare mio nonno e gustarmelo con lui, sdraiato sul divano con la merenda, tic tac alla menta e il pupazzo dell'Uomo ragno.
Sono passati secoli, ormai.
Eppure quei film continuano a farmi l'effetto della ratatouille su Ego.
Anche quando si tratta, come in questo caso, di pellicole che - non essendo western o non avendo John Wayne come protagonista - non facevano parte della videoteca del papà di mia madre, e quindi, in qualche modo, risultano essere quasi "novità", anche se targate millenovecentotrentasette.
Uragano ha tutta l'aria di un film di commissione, per Ford - non sarà mica un caso, se condividiamo "il cognome" -, ancora non completamente libero dalle politiche dei grandi Studios e, soprattutto, non un nome affermato come sarà dagli anni quaranta in poi: eppure, oltre alla perizia con la quale è girato, appaiono evidenti tutti i temi che caratterizzeranno la produzione di questo Maestro del cinema statunitense e non solo, dall'importanza della famiglia al senso dell'onore, dalla difesa delle origini al riscatto sociale passato attraverso le imprese del singolo, per giungere al mio caro aneddoto sul confronto fra realtà e leggenda, che oltre al West, pare funzionare anche rispetto ai Mari del Sud.
Perchè nella vicenda di Terangi c'è tutta la carica magica che, vent'anni dopo, porterà a L'uomo che uccise Liberty Valance: ovvero la capacità, sulla frontiera - e non importa che sia il selvaggio West o un'isola che fa capo a Tahiti -, di riuscire in una qualche impresa capace di oscurare la realtà e rendere possibile l'impossibile.
Lo stesso ritratto degli indigeni del luogo, più volte paragonati agli uccelli, liberi da legami e in grado di volare in ogni dove, e in ogni momento, appare profondamente legato alla cultura del "mito" figlia di tutto il cinema di Ford, contrapposta ad una realtà che è anche formazione culturale del regista incarnata alla perfezione da DeLaage, che soffocherà le sue emozioni per il rispetto della legge fino alla fine, quando l'uragano avrà spazzato ogni dubbio che il governatore francese poteva avere sulla vera natura di Terangi.
Ford non prende posizione rispetto ai due "antagonisti", se non, bonariamente, grazie all'apporto del personaggio di Kersaint e di Padre Paul - esempio di quello che dovrebbe essere un rappresentante della Chiesa vero e proprio, in barba a tutto il finto buonismo della stessa partito da molto prima rispetto a questo film e proseguito, purtroppo, fino ai giorni nostri -.
Proprio attorno a Padre Paul e DeLaage ruota il dialogo più profondo di Uragano, legato all'evasione di Terangi - incarcerato per aver colpito un politico di spicco razzista ed arrogante e divenuto un detenuto dedito ai tentativi di fuga - e alla morte accidentale di una guardia che cercava di fermarlo: il prete, di fronte al governatore, afferma di aver visto l'innocenza nel cuore del fuggiasco - pur effettivamente responsabile, anche se "involontario", della morte della guardia -, l'innocenza di un uomo che cercava di tornare alla sua casa, e che sarà qualcun'altro a giudicarlo per la decisione di averlo aiutato.
Un confronto più che attuale che esplode tutta la potenza di quello che sarà il John Ford di Furore, appena prima di lasciare il campo ai prodigiosi effetti speciali per la catastrofica sequenza della tempesta che si abbatte sull'isola, da brividi anche a quasi ottant'anni di distanza.
Sicuramente, visto rispetto ai suoi successivi capolavori, questo potrà sembrare un film troppo accademico, per un mostro sacro come Ford, eppure, ad ogni fotogramma, dalla calma dei mari del Sud e del matrimonio di Terangi e Marama alla furia degli elementi, dai dialoghi profondi alla sequenza indimenticabile che in pochi minuti racconta anni di tentativi d'evasione del protagonista, quest'opera nasconde tutto il fascino irresistibile che solo i grandi classici possono avere, e sulla scia del Tabù di Murnau e Flaherty - che non raggiunge, ma al quale si accoda più che dignitosamente - regala al pubblico una storia d'amore ed avventura dalla morale solidissima resa spettacolare dal confronto fra Uomo e Natura.
Solo i grandi invecchiano così.
MrFord
"My body is burning,
it starts to shout,
desire is coming,
it breaks it loud."
Scorpions - "Rock you like a hurricane"
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Che noia questi film barbosi...
RispondiEliminaMolto meglio la nostra cena di ieri a base di True Blood e Grey's Anatomy!
Io sono sicuro che un film come Uragano ti piacerebbe, oltretutto non è barboso per niente!
RispondiEliminaAd ogni modo, sì, veramente una bella cena.
Stasera di nuovo. E poi di nuovo.
Un'analisi del film molto interessante e di numerosi spunti di riflessione. Ford è un autore che ho un po' trascurato (anch'io vedevo questi film secoli fa) ma indubbiamente merita di essere visto e studiato. Un ottimo blog, complimenti!
RispondiEliminaGrazie dei complimenti!
RispondiEliminaFord è, oltre a un bel ricordo, uno dei grandi maestri del Cinema americano - e non solo -, e continuo a pensare che i suoi film abbiano il potere di colpire anche chi di Cinema, sostanzialmente, se ne frega.
Quando vuoi passa, lo scambio di opinioni è sempre uno spunto costruttivo!