mercoledì 19 maggio 2010

Shutter island

Alla fine, anche io ho dovuto capitolare.
Dopo anni passati a difendere Scorsese con i suoi fan della prima ora, affermando con forza che Gangs of New York era un ottimo prodotto, che The departed non era il capolavoro che avrebbe dovuto dare al buon Martin l'Oscar tanto agognato ma era solido e durissimo, che The aviator, il più bistrattato, era un affresco ribollente di passione per il Cinema, nonchè un grandissimo film, anche io devo chinare il capo.
Perchè Shutter island, che pure è un ottimo thriller dall'impeccabile - o quasi - confezione e dalla trama avvincente, rispetto a Scorsese - quello di Taxi driver, Fuori orario, Toro scatenato e L'età dell'innocenza, per intenderci - non riesce ad essere niente più di una confezione ben laccata.
Certo, non annoia e avvince, e ha il merito di portare ad un finale assolutamente ottimo, arricchito da una di quelle battute che rendono concreto il piacere del Cinema: "E' preferibile morire da uomo per bene o vivere da mostro?"
Un dilemma morale che induce a riflettere non solo il protagonista della pellicola - un ottimo Di Caprio, anche se, forse, un pò troppo simile al suo stile tormentato -, ma anche lo spettatore: per non svelare troppo della trama e del suo svolgimento - per quanto farraginoso a tratti, e messo alla prova a mio parere da una sceneggiatura per nulla all'altezza del buon vecchio Marty - dirò soltanto che la questione riguarda la capacità di sopportare una colpa ed un tormento giustificati, eppure assolutamente enormi per un "solo" essere umano.
Di nuovo il Male, dunque, a farla da padrone, richiamo quasi univoco per le pellicole che vi ho propinato in questi ultimi post.
Da un certo punto di vista, per poter godere appieno di Shutter island, questo dovrebbe essere il punto focale della vostra attenzione: il Male.
Perchè se dalla fiction vera e propria l'attenzione si sposta sul regista, allora tutto va a sfracellarsi quasi finiste giù dritti da una delle scogliere dell'isola/manicomio.
Insomma, Martin, quando torniamo tutti insieme "Al di là della vita"?
Una domanda, poi, mi turba più di ogni altra: Thelma Shoonmaker, montatrice fedelissima di Scorsese, la migliore al mondo nella sua professione, comincia a patire l'età?
Perchè, in tutta onestà, non ho proprio capito se il suo approccio a questa pellicola è stato disattento o volutamente imperfetto.
Chissà: forse si è persa anche lei nei labirinti che passano tra la mente e la confezione.
Io resto fiducioso.
Tornate presto, Marty e Thelma.
Noi vi aspettiamo a braccia aperte.

"I search an answer,
so free, free to be,
I'm not another liar,
I just want to be myself... Myself."
MrFord

3 commenti:

  1. I matti non hanno il cuore o se ce l'hanno è sprecato, è una caverna tutta nera.
    I matti ancora lì a pensare a un treno mai arrivato e a una moglie portata via da chissà quale bufera.

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  2. A me è piaciuto davvero molto,forse proprio perchè meno "Scorsesiano" di altri...e Di Caprio tormentato secondo me è super!

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    Risposte
    1. Interessante, ma gli manca, secondo me, una scintilla.
      Di Caprio sempre super, a prescindere dal ruolo! ;)

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