mercoledì 19 giugno 2013

House at the end of the street

 
Regia: Mark Tonderai
Origine: USA
Anno: 2012
Durata: 101'




La trama (con parole mie): Sarah e sua figlia Elissa si sono appena trasferite da Chicago in una cittadina nel cuore della campagna, in una grande casa all'interno di una riserva naturale che le due si possono permettere soltanto in quanto confinante con la proprietà di una famiglia che quattro anni prima è stata al centro di una terribile tragedia: mentre il figlio maggiore, infatti, si trovava da una vecchia zia, i genitori furono massacrati nel cuore della notte dalla figlia minore Carrie Anne, scomparsa nei boschi a seguito del delitto.
Ryan, questo il nome del ragazzo, è dunque tornato a vivere nella casa dei suoi cari con l'intenzione di ristrutturarla e venderla: Elissa si trova da subito molto più vicina a lui che non agli altri ragazzi del posto, nonostante la madre non sia felice della possibile nascita di un legame sentimentale tra i due.
Quando, effettivamente, la situazione si evolve, Elissa si troverà a doversi confrontare con tutti i segreti che Ryan nasconde.





Lo ammetto, mi è davvero dispiaciuto scoprire che il soggetto alla base di questo film fosse firmato da Jonathan Mostow, che nonostante le porcate disseminate nel corso della sua carriera soprattutto recente - vedasi Terminator 3 - conserva un posto speciale nel cuore del sottoscritto dai tempi di Breakdown - La trappola, thriller ad orologeria che rispolverò qualche anno fa il mito eighties Kurt Russell.
Ed ancora di più che ne fossero protagoniste la mitica Elizabeth Shue - che riesce oggi ad avere le sue carte da giocare, forse più che ai tempi del primo Karate Kid - e l'ancor più mitica Jennifer Lawrence, fresca di Oscar per il bellissimo Il lato positivo nonchè protetta fordiana dai tempi del magnifico Winter's bone.
Questo principalmente perchè tutto quello che poteva essere fatto per rendere House at the end of the street un filmetto dalle atmosfere teen praticamente ininfluente rispetto alla vita dello spettatore medio è stato fatto, sprecando un'occasione che, seppur certo non degna di essere concretizzata in una pietra miliare, avrebbe perlomeno potuto portare a casa una figura discreta.
Invece il lavoro di Mark Tonderai ha tutti i limiti - e sono molti - di una pellicola senz'anima e spina dorsale girata secondo le mode del momento e che neppure una grande interprete può essere in grado di risollevare dal suo destino fatto di assoluta mediocrità - specie se affiancata da un protagonista scialbo, inespressivo ed assolutamente inutile -: partita come un horror in pieno Del Toro style fin dall'incipit e dai telefonatissimi titoli di testa, la pellicola finisce per indugiare fin troppo su una sequela di scene sostanzialmente inutili legate al difficile inserimento di Elissa nella nuova realtà scolastica - lei che è figlia di una rockstar, riflessiva e ben conscia del talento che il padre pare averle trasmesso - ed al complicato rapporto della ragazza con la madre Sarah - che ha il suo culmine nella pessima sequenza della cena cui viene invitato il misterioso vicino Ryan, oggetto della discordia tra le due donne - per poi virare improvvisamente sul thriller, lasciando spazio ad un crescendo finale molto poco credibile ma a suo modo quasi funzionale.
Ed è qui che viene a galla un altro pesante limite del lavoro di Tonderai: al contrario di molti esponenti del genere - specie se parliamo di horror -, infatti, la logica dello script non viene tradita da qualche escamotage di infimo livello, e le spiegazioni rispetto ai terribili eventi che coinvolgono Ryan e la sua famiglia prima e Sarah ed Elissa poi funzionano, regalando perfino un paio di twist almeno sulla carta niente male, eppure il risultato - parlando di messa in scena e ritmo, tensione e carica emotiva diretta allo spettatore - è decisamente scarsino, ed il fatto di trovarsi di fronte ad una visione assolutamente trascurabile batte perfino l'attrattiva della Lawrence, che passa generosamente in canotta tutta la parte conclusiva del film distraendo  l'audience - almeno nella sua parte maschile - quanto basta per non decidere di optare per un bel sonno conciliante che rigeneri dalle fatiche di una qualsiasi settimana di lavoro.
Certo, non si tratta di uno di quei titoli da bottigliate selvagge ed incazzatura incontrollabile, quanto più di un prodotto sostanzialmente inutile che in altre mani avrebbe potuto al contrario sorprendere in positivo, di conseguenza non particolarmente dannoso: ma come di consueto resta l'interrogativo rispetto all'utilità che hanno alcuni film se non quella di riempire il già decisamente gonfio portafoglio dei produttori.


MrFord


"Purify the colours, purify my mind.
purify the colours, purify my mind,
and spread the ashes of the colours
over this heart of mine!"
The Arcade fire - "Neighborhood #1"-


26 commenti:

  1. Ora mi chiedo, ma per quale motivo oscuro e recondito non hai nominato l'unico titolo decente del ruolino di Elisabeth, ossia Via da Las Vegas???

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    1. Il motivo recondito è che, nonostante la sua fama, non ho ancora mai visto Via da Las Vegas! ;)

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    2. NUOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!
      Recupero T A S S A T I V O ed I M M E DI A T O!!!!!!!! Pensa che c'è persino un Nicolas Cage in spolvero eccezionale.
      E poi, vista la tematica... ;)

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    3. Vedrò di recuperarlo solo ed esclusivamente per te! :)

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  2. neanche una bottigliata con una bottiglia del crodino?

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    1. Viene un pò scomoda la bottiglia di Crodino, no!? Se proprio devo colpire, meglio una roba tipo Jack Daniels! ;)

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    2. con quegli spigoli fa male povera Jennifer! ;)

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    3. Mica a Jennifer, tutti gli spigoli dritti in testa al regista! :)

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  3. Non so se ne eri al corrente ma il protagonista maschio è il fratello figo di Norman in Bates Motel, l'ho riconosciuto poi perché quando vidi House at the end of the street con i sottotitoli non mi ero ancora appassionata alle prime (solo quelle) puntate di Bates Motel.
    Ma tornando al film non si può negare che sia un filmetto confezionato, con tanto di trailer "canottiera sudata" tanto per attirare qualche maschietto e non fraintendermi io amo alla follia la Lawrence, ma tutti gli attori fanno degli errori di percorso e io spero che rimedi a questo filmetto con un filmone, e scommetto che lo farà! ;)

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    1. Barbara, non sapevo nulla del protagonista maschile: anche perchè davanti alla Lawrence sudata in canotta il resto del cast è sparito! ;)

      Comunque la nostra protetta aveva toppato - e topperà ancora - con Hunger Games!

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  4. per l'occasione, avresti però potuto tirare fuori i mitologici 5 bicchieri come voto a jennifer lawrence :D

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  5. Come dici in chiusura non si tratta di un film da bottigliate selvagge, infatti io l' ho salvato regalandogli una sufficienza :)

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  6. Leggendo te ed il Cannibale pare che siate d'accordo su di una cosa: la Lawrence in canotta è stata l'unica idea azzeccata dal regista ;)

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    1. Gae, dici proprio bene. L'idea migliore che potesse avere nella carriera! :)

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  7. Apro un e-commerce di canotte usate dalla Lawrence. Ci faccio i miliardi :)

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    1. Mi sa proprio di sì, Eddy. Considera me e Peppa Kid come soci! :)

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  8. Niente, allora passo anche questo o al limite lo recupero per una serata da salvare,almeno una visione senza pretese la merita?
    Peccato ci speravo nella bombetta....

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    1. Le uniche due bombette, Fratello, stanno nella canotta della Lawrence! ;)

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  9. qui sinceramente aspettavo una tempesta di bottigliate ma le signore non si sfiorano neanche con le bottiglie...

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    1. Più che altro, il film non se le merita: è assolutamente dimenticabile e particolarmente inutile! ;)

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  10. Ti dirò, il twist legato al protagonista maschile in parte mi aveva semi-stupito, ma tutto il reso scema nel ridicolo e nel già-visto. Poi la scena finale che scopiazza "Psycho" di Hitch mi ha fatto venire il latte alle ginocchia...

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    1. Film assolutamente inutile, infatti: a me, più che il twist, ha colpito la canotta della Lawrence! ;)

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    2. Ma finché non se la toglie, sinceramente... poi vuoi mettere con la dirompenza della Biel nel remake di "Non aprite quella porta"? XD

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    3. Ti dirò, voglio mettere eccome! A livello attoriale così come fisico, per me non c'è paragone: vince la Lawrence a mani basse! ;)

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