Regia: Tim Burton
Origine: Usa
Anno: 2012
Durata: 113'
La trama (con parole mie): Barnabas Collins, immigrato con la famiglia negli Stati Uniti dall'Inghilterra nel pieno del settecento, inizia un burrascoso rapporto d'amore non ricambiato con la strega Angelique, che lo maledice provocando la morte dell'amata del giovane infierendo ulteriormente trasformandolo in vampiro e rinchiudendolo in una cassa solo con il suo dolore e la sete di sangue e vendetta.
Quasi duecento anni dopo, all'inizio dei mitici seventies, Barnabas viene liberato da un gruppo di operai: tornato alla vita, e venuto a sapere che Angelique è ancora l'eminenza grigia dietro gli affari della città che i suoi genitori fondarono, il vampiro decide che è giunto il momento di prendersi cura dei suoi "futuri" parenti ed assaporare la rivincita sognata per così tanto tempo.
Ma la strada perchè tutto possa finalmente compiersi è lunga, e non priva di difficoltà.
A volte capita anche ai migliori di commettere un errore in grado di cancellare come se niente fosse anni e anni di successi: è accaduto al mio adorato Roberto Baggio nella finale dei Mondiali del 1994 con quel rigore mai dimenticato, a Terrence Malick con quella ciucciata gigante di The tree of life, a Don Winslow con l'ultimo Le belve e anche a Tim Burton, con l'agghiacciante Alice in wonderland.
Certo, tra gli scivoloni appena elencati quello del regista di magie come Edward mani di forbice o Big Fish è decisamente il più grave, tanto da rendere difficile credere che lo stesso possa essersi davvero ripreso: onestamente, e in onore del passato, ho cercato di approcciare Dark shadows con il minor numero di pregiudizi possibile - complice un trailer che mi aveva tutto sommato sorpreso in positivo, nonostante la consueta dose di timburtonite deppiana condita con la presenza da me faticosamente digerita di Helena Bonham Carter -, nella speranza di godermelo non come fosse un tentativo dell'autore di tornare alla ribalta ma come se fossimo ancora nel pieno degli anni novanta, ed il vecchio Tim potesse pensare di essere il regista di culto numero uno di quasi una generazione.
Purtroppo neanche le mie migliori disposizioni mentali sono servite per salvare Dark shadows da un destino di scialba mediocrità reso giusto leggermente più intrigante dalla presenza di Eva Green, che continua ad avere argomenti decisamente interessanti da proporre all'audience: la sequenza del sesso con Barnabas, quasi una parodia estremizzata della luna di miele vista in Twilight, resta uno degli episodi meglio riusciti di un film che passa e scivola via quasi fosse la più superflua delle visioni.
Una cosa che potrebbe suonare normale per un regista senza pretese, ma che per Burton ha il sapore amaro di una sconfitta, soprattutto se si considera che l'intera operazione pare un divertissement ad uso e consumo dei suoi protagonisti ed autori, quasi il triangolo Tim-Johnny-Helena, dopo aver visionato la serie da cui è stato tratto questo lavoro in una sera di noia alcoolica avesse deciso di trasformare il tutto in un giochino sul quale costruire il consueto circo di soldi e pubblicità come la migliore delle famiglie felici.
Ed è proprio la famiglia, il perno delle avventure di Barnabas - personaggio, peraltro, anche piuttosto divertente -: quella ormai perduta, quella in qualche modo rappresentata da Angelique e quella dei parenti acquisiti, una squadra di dissociati molto male assortiti.
Peccato che la sceneggiatura sia decisamente poco approfondita, sbrigativa e slegata, alcuni personaggi si perdano per strada - la Hoffman della Bonham Carter - ed altri decisamente promettenti siano letteralmente abbandonati a se stessi - la Carolyn della bravissima Chloe Grace Moretz di Kickass e Hugo Cabret -: proprio in fase di scrittura, in effetti, il film mostra il suo lato peggiore, presentandosi di fatto come un qualsiasi film Dreamworks tutto scenette e poca sostanza, alternando idee divertenti - l'assonanza McDonald's/Mefistofele ed il linguaggio forbito di Barnabas a colloquio con il gruppo hippy - a lunghi momenti di stanca in cui finiscono tutti per apparire come macchiette prive di spessore.
Peccato davvero, perchè tornando indietro nel tempo e ripensando alle numerose perle regalate da Burton in passato - Ed Wood, Mars attacks!, Beetlejuice - suona davvero un pò triste pensare di doversi rifugiare in un paio di gag che funzionano e sul fascino di un'attrice - anche se, occorre ammetterlo, Michelle Pfeiffer ancora si difende nonostante abbia di fronte la già citata Eva Green - e su una sorta di finto alternativismo fuori dagli schemi per poter portare a casa un film che possa - e neppure troppo - funzionare, ignorando charachters che un tempo avrebbero fatto la fortuna - e la gioia - dell'autore di Frankensweenie e dei suoi sostenitori come quello di David Collins, lasciato ai margini per concedere spazio ad inutili esibizioni di effetti, atmosfere e movimenti di macchina.
Probabilmente Burton comincia a soffrire della stessa mancanza di ispirazione di Allen e Scorsese, eppure, tentato dal successo commerciale, insiste nel non riuscire a concepire che una pausa di riflessione e, perchè no, depurazione, potrebbe essere utile perchè possa tornare sul grande schermo senza essere necessariamente il Burton che il pubblico si aspetterebbe, e chissà, arrivare a sorprenderlo con qualcosa di dirompente come Big Fish, ad oggi a mio parere il suo lavoro più grande ed universale.
L'unica consolazione è data dal fatto che, da queste parti, cominciavano a mancare vittime illustri da sacrificare sul sacro bancone delle bottigliate: che, peraltro, per questo pallido tentativo di ripresa, il buon Tim neanche merita.
Ma, nel dubbio, mi tengo pronto: chissà che la prossima sia la volta buona.
Certo, tra gli scivoloni appena elencati quello del regista di magie come Edward mani di forbice o Big Fish è decisamente il più grave, tanto da rendere difficile credere che lo stesso possa essersi davvero ripreso: onestamente, e in onore del passato, ho cercato di approcciare Dark shadows con il minor numero di pregiudizi possibile - complice un trailer che mi aveva tutto sommato sorpreso in positivo, nonostante la consueta dose di timburtonite deppiana condita con la presenza da me faticosamente digerita di Helena Bonham Carter -, nella speranza di godermelo non come fosse un tentativo dell'autore di tornare alla ribalta ma come se fossimo ancora nel pieno degli anni novanta, ed il vecchio Tim potesse pensare di essere il regista di culto numero uno di quasi una generazione.
Purtroppo neanche le mie migliori disposizioni mentali sono servite per salvare Dark shadows da un destino di scialba mediocrità reso giusto leggermente più intrigante dalla presenza di Eva Green, che continua ad avere argomenti decisamente interessanti da proporre all'audience: la sequenza del sesso con Barnabas, quasi una parodia estremizzata della luna di miele vista in Twilight, resta uno degli episodi meglio riusciti di un film che passa e scivola via quasi fosse la più superflua delle visioni.
Una cosa che potrebbe suonare normale per un regista senza pretese, ma che per Burton ha il sapore amaro di una sconfitta, soprattutto se si considera che l'intera operazione pare un divertissement ad uso e consumo dei suoi protagonisti ed autori, quasi il triangolo Tim-Johnny-Helena, dopo aver visionato la serie da cui è stato tratto questo lavoro in una sera di noia alcoolica avesse deciso di trasformare il tutto in un giochino sul quale costruire il consueto circo di soldi e pubblicità come la migliore delle famiglie felici.
Ed è proprio la famiglia, il perno delle avventure di Barnabas - personaggio, peraltro, anche piuttosto divertente -: quella ormai perduta, quella in qualche modo rappresentata da Angelique e quella dei parenti acquisiti, una squadra di dissociati molto male assortiti.
Peccato che la sceneggiatura sia decisamente poco approfondita, sbrigativa e slegata, alcuni personaggi si perdano per strada - la Hoffman della Bonham Carter - ed altri decisamente promettenti siano letteralmente abbandonati a se stessi - la Carolyn della bravissima Chloe Grace Moretz di Kickass e Hugo Cabret -: proprio in fase di scrittura, in effetti, il film mostra il suo lato peggiore, presentandosi di fatto come un qualsiasi film Dreamworks tutto scenette e poca sostanza, alternando idee divertenti - l'assonanza McDonald's/Mefistofele ed il linguaggio forbito di Barnabas a colloquio con il gruppo hippy - a lunghi momenti di stanca in cui finiscono tutti per apparire come macchiette prive di spessore.
Peccato davvero, perchè tornando indietro nel tempo e ripensando alle numerose perle regalate da Burton in passato - Ed Wood, Mars attacks!, Beetlejuice - suona davvero un pò triste pensare di doversi rifugiare in un paio di gag che funzionano e sul fascino di un'attrice - anche se, occorre ammetterlo, Michelle Pfeiffer ancora si difende nonostante abbia di fronte la già citata Eva Green - e su una sorta di finto alternativismo fuori dagli schemi per poter portare a casa un film che possa - e neppure troppo - funzionare, ignorando charachters che un tempo avrebbero fatto la fortuna - e la gioia - dell'autore di Frankensweenie e dei suoi sostenitori come quello di David Collins, lasciato ai margini per concedere spazio ad inutili esibizioni di effetti, atmosfere e movimenti di macchina.
Probabilmente Burton comincia a soffrire della stessa mancanza di ispirazione di Allen e Scorsese, eppure, tentato dal successo commerciale, insiste nel non riuscire a concepire che una pausa di riflessione e, perchè no, depurazione, potrebbe essere utile perchè possa tornare sul grande schermo senza essere necessariamente il Burton che il pubblico si aspetterebbe, e chissà, arrivare a sorprenderlo con qualcosa di dirompente come Big Fish, ad oggi a mio parere il suo lavoro più grande ed universale.
L'unica consolazione è data dal fatto che, da queste parti, cominciavano a mancare vittime illustri da sacrificare sul sacro bancone delle bottigliate: che, peraltro, per questo pallido tentativo di ripresa, il buon Tim neanche merita.
Ma, nel dubbio, mi tengo pronto: chissà che la prossima sia la volta buona.
MrFord
"No more Mister Nice Guy
no more Mister Clean
no more Mister Nice Guy
they say he's sick, he's obscene
I got no friends 'cause they read the papers
they can't be seen with me
and I'm feelin' real shot down
and I'm gettin' mean."
no more Mister Clean
no more Mister Nice Guy
they say he's sick, he's obscene
I got no friends 'cause they read the papers
they can't be seen with me
and I'm feelin' real shot down
and I'm gettin' mean."
Alice Cooper - "No more Mr. Nice Guy" -
Il paziente sembra davvero irrecuperabile!
RispondiEliminaComincio ad avere anche io questo timore, purtroppo.
EliminaTi dirò a me non è sembrato malaccio (forse perché avevo ancora in mente Alice) ma non lo considero per niente ai livelli di Edward mani di forbici per dire o anche di Big Fish per citare un suo film più recente.
RispondiEliminaEcco il link del post che ho dedicato al film se vuoi venire a vederlo: http://www.almacattleya.blogspot.it/2012/05/dark-shadows.html
Alma, rispetto ad Alice è praticamente un filmone, ma siamo davvero lontanissimi dal vero Burton.
EliminaVerrò a leggere dalle tue parti.
Allora, Baggio, nonostante USA 94 - la prima delusione calcistica che ricordo della mia vita - non potrà mai scendere dal piedistallo su cui sta.
RispondiEliminaPassando al film: quindi le nostre paure si son confermate almeno in parte? Accidenti, che tristezza, ma dopo quell'immensa schifezza di Alice in Wonderland era abbastanza prevedibile.
Vorrei però sapere una cosa, che nella recensione non hai approfondito: Johnny Depp, come è stato? Nel senso, è rimasto il Capitano Jack Sparrow oppure è finalmente riuscito ad abbandonare quell'ormai noioso personaggio che si porta dietro da anni?
p.s. The Tree of Life è un capolavoro di proporzioni epiche.
Baggio è sempre il numero uno anche nel mio cuore. :)
EliminaPer quanto riguarda il film, questo è meglio di Alice, ma davvero poca cosa rispetto al Burton che conoscevamo.
Johnny Depp, purtroppo, è sempre lo stesso.
P.S. The tree of life è una pippa di proporzioni epiche! :)
conoscendoti, mi aspettavo proprio le bottigliate selvagge, infatti quando ho visto che lo recensivi, già mi ero predisposta a un giudizio severo, questa tua valutazione mi fa sperare in una timida ripresa del buon Tim, a breve lo vedrò anche io :)
RispondiEliminaArwen, la ripresa è timidissima.
EliminaLe bottigliate non sono arrivate semplicemente perchè non mi ha fatto incazzare come Alice, ed è stata una visione assolutamente ininfluente.
si lo credo, oggi lo vedrò anche io, vedremo se ne vale la pena o meno, comunque da Tim mi aspetto ora grandi cose, non può continuare a girare film in questo modo :)
EliminaArwen, lo so. Anche io spero che Burton torni ai suoi veri livelli.
EliminaNel frattempo, dobbiamo continuare a sorbirci questa robetta.
già, cmq tutti i più grandi autori hanno momenti di crisi artistica, si riprenderà, ne sono sicura :)
EliminaSperiamo, perchè se continua così sarà peggio per lui, e per noi! :)
Eliminagran delusione...Tim non riesce proprio a guarire da sè stesso, ormai il triangolo con Depp e la Bohnam Carter lo ha Tim-Burtonizzato nella mente!;( credo che forse sarebbe ora di rompere questo benedetto sodalizio
RispondiEliminabattute divertenti ma trama zero e psicologia dei personaggi zero(tranne Eva Green che è magnifica e per quale ho spudoratamente tifato fino alla fine!)...guardando la scena di sesso fra Barnabas e Angelique ho provato la stessa repulsione sentita davanti alla DELIRANZA di Alice, orrore!
Curioso che il capolavoro di Burton rimanga per l'appunto big fish, il meno Burtoniano della sua filmografia!:)
Alessia, concordo assolutamente rispetto a Big Fish, il film più grande del fu Burton, ora definitivamente perso in se stesso.
EliminaA me la scena di sesso non è così dispiaciuta, mentre la Deliranza è stato uno dei momenti più bassi degli ultimi anni di Cinema.
Totalmente in sintoni col padrone di casa:sicuramente un passo in avanti rispetto a quel troiaio(chiamiamo le cose col loro nome) di Alice in Wonderland. Ma da qui a dire che Tim Burton è tornato ce ne passa. Qualche buona trovata affondata in un mare di chiacchiere( ridurre 1225 episodi di soap in due ore di film non deve essere stato affatto facile). Eva Green for ever!
RispondiEliminami sono perso una a in sintonia..la prossima volta me la compro...
EliminaEva Green forever, Bradipo. Sottoscrivo in pieno.
EliminaIl resto è assolutamente dimenticabile.
Guarda, uscito dal cinema ho pensato più o meno la stessa cosa: "meglio di quell'obbrobrio di Alice in Wonderland (difficilmente superabile in bruttezza) ma non è lui, non brilla. Godibile ma successivamente dimenticabile".
RispondiEliminaEva Green fantastica, i costumi e l'ambientazione molto curate, oserei dire perfette, come al solito. Come scrivi tu, è nella scrittura che pecca di qualcosa. Sìsì, ho deciso, ripeto: godibile ma successivamente dimenticabile.
Ale, siamo più o meno in linea, anche se io non lo considero neppure godibile. Diciamo dimenticabile. ;)
EliminaConcordo con te e con tutti i commentatori precedenti: il film si guarda, magari si sorride per un paio di battute, però so benissimo che non me lo rivedrò mai. A parte tutti i difetti, i personaggi buttati a caso (a parte Depp e la Green, caratterizzazione zero), il finale è stata la botta che non sono riuscita a reggere, ha proprio buttato alle ortiche le cose piacevoli che potevano esserci state fino a quel momento.
RispondiEliminaJoy, concordo. Personaggi sprecati, sceneggiatura pessima, brutto finale.
EliminaAnche io mi accodo: non lo rivedrò di certo.
non è decisamente il tim burton che amo però, è sempre tim burton!e il cast, per me, è eccezionale.
RispondiEliminaLaura, Tim Burton ormai è un pò la brutta copia di se stesso, purtroppo, un pò come Depp.
EliminaPer me del cast si salva solo Eva Green, il resto è ordinaria amministrazione.
Tutto sommato l'ho trovato un film piacevole e guardabile, io una sufficienza l'ho data a questo film:)
RispondiEliminaNon so se arriverei a dargli un sei politico.
EliminaPer me sta più sul cinque/cinque e mezzo e rimandato a settembre. ;)
Devo ancora vederlo, ma sto leggendo troppa roba che mi farà accostare al film in modo sbagliato. Aspetterò un po'.
RispondiEliminaFai bene, Rossana.
EliminaAnche se, di sicuro, non si tratta di uno di quei titoli da correre a vedere! :)
se the tree of life, solo la palma d'oro del miglior cannes degli ultimi anni, è un errore, ben vengano gli errori!
RispondiEliminae il film migliore e più rappresentativo della poetica di burton comunque è e resterà sempre edward mani di forbice, non il pur pregevole big fish...
La giuria del miglior Cannes degli ultimi anni era presieduta dal bollitissimo De Niro, e questo è già tutto dire. ;)
EliminaThe tree of life è e resterà una pippa mai vista! :)
Per quanto riguarda Burton, invece, Edward resta di certo il suo film più rappresentativo, ma Big Fish è inequivocabilmente il migliore!
Se non fosse stato per la sceneggiatura scritta al 60% coi piedi e per i personaggi "a scomparsa" sarebbe stato un piccolo capolavoro.
RispondiEliminaPeccato!
Babol, non so se riuscirei a pensarlo come ad un piccolo lavoro, ma di sicuro la sceneggiatura è scritta con i piedi! ;)
EliminaMi aspettavo di trovare le tue bottigliate, mi hai deluso...ahahahah! Scherzo! Però è vero che mi aspettavo le tue bottigliate :D
RispondiEliminaAncora non ho avuto modo di gustarmelo, ma ci vado cauta e preparata.
Vai cautissima. Il film è molto deludente.
EliminaLe bottigliate, in questo senso, erano davvero troppo spreco.
In fondo, è una visione quasi inutile.
Mamma mia, dopo Livide (non penso che vedrò mai film peggio scritto)Dark Shadows è il film cosiddetto d'autore più idiota che mi sia dovuto sorbire. Insostenibile, bambinesco e goffissimo. Fossi stato in te gli avrei dato un voto ancora più basso (cosa che, in effetti, ho già fatto nella mia recensione).
RispondiEliminaRumple, Livide non l'ho ancora visto, ma ti saprò dire.
EliminaRispetto a questo, secondo me è stato salvato dal precedente di Alice, quello sì davvero orripilante.
In confronto, Dark Shadows sembra quasi un film decente! ;)
io mi sono divertita tanto, Barnabas è una nuova icona del cinema di Burton per me!
RispondiEliminaMargherita, dopo Hugo Cabret vuoi qualche altra bottigliata!?!? ;)
EliminaNon puoi dirmi una cosa del genere di Barnabas, che pure è simpatico, ma assolutamente lontano dagli standard burtoniani! :)
Posto che la poesia di Edward mani di forbice, Burton non sa piu' dove scovarla io gli riconoscerei almeno un paio di meriti.
RispondiEliminaPrimo quello di distrarre Depp dai panni (ormai bolliti) di Jack Sparrow e il secondo di avere ( questo anche nella orridalice) una ottima fotografia.....
d' altra parte, Bro se non lo.hai preso a bottigliate, proprio cosi' pattume non sara'...o no?
Irriverent, sulla fotografia ci può stare, così come per quanto riguarda la confezione in genere.
EliminaMa il resto - Depp incluso - è al limite dell'imbarazzo, salvato solo, come dicevo, dal precedente di Alice.
Burton è davvero sulla via della perdizione.
Anche se è di Burton non penso che lo guarderò mai, così a naso mi sembra una cagata pazzesca.
RispondiEliminaChe cazzo gli è preso al povero Tim?
Fratello, non ti perdi niente, onestamente.
RispondiEliminaCredo che il buon Tim si sia bollito il cervello dopo Big Fish: forse aver tirato fuori il suo film migliore gli ha fatto male! :)
Tu come stai?
Cerco di sopravvivere a iva, scadenze, detrazioni e fatture.
RispondiEliminaSoccomberò....
;)
Fratello, tieni duro.
EliminaIn fondo si deve sempre resistere! :)