Regia: Josh Trank
Origine: Usa
Anno: 2012
Durata: 84'
La trama (con parole mie): Andrew, Matt e Steve sono tre liceali dai destini apparentemente molto diversi. Il primo è un ragazzo timido e chiuso, un weird guy dalla madre morente ed il padre ex pompiere violento e alcolizzato, il secondo il cugino cool del primo, sempre pronto a spronare il brutto anatroccolo della famiglia a tirarsi fuori dal guscio anche per farsi bello.
Il terzo, invece, è il tipico vincente: candidato rappresentante d'istituto, sportivo, di successo a scuola e con le ragazze.
Quando, nel corso di un rave, una misteriosa scoperta regala loro dei superpoteri legati alla telecinesi, i ragazzi divengono inseparabili, e si esercitano documentando il tutto su videocamera affinando sempre più le loro abilità, passando dall'assemblare comunissimi Lego per arrivare a volare e progettare di viaggiare in tutto il mondo.
Ma "da un grande potere derivano grandi responsabilità", e sarà proprio questo l'inizio del disastro.
Sono passati ormai dieci anni tondi tondi dall'esordio cinematografico dello strabiliante primo Spider Man firmato Sam Raimi, quello che fu la pietra angolare di una vera e propria rivoluzione nell'ambito dei film di supereroi: dall'esplosione della Marvel culminata con il recente Avengers ai celebratissimi Batman targati Christopher Nolan, il genere ha originato un vero e proprio boom in grado di portare alla realizzazione di pellicole "contro" come Kickass e Super e molti titoli decisamente poco degni anche e soprattutto di una distribuzione su larga scala.
Anche il piccolo schermo ha reso omaggio al concetto di supereroe, dalla meteora Heroes al mitico - almeno per le prime due stagioni - Misfits, cercando nel suo piccolo di innovare una tradizione che rischiava di divenire stantìa e poco stimolante per autori e spettatori.
E' proprio da quest'ultimo che prende spunto Josh Trank - giovanissimo regista da tenere d'occhio, classe 1985 - per questo suo Chronicle, che pare mescolare le idee della corrente alternativa della sci-fi in stile District 9 con l'irriverenza di Nathan e soci: partendo dall'idea del finto documentario - tutto è girato con la camera a spalla come fosse una ripresa amatoriale, in bilico tra il fastidio che questo approccio può provocare nello spettatore ed idee metacinematografiche notevoli come il dialogo tra Andrew e la madre in cui il ragazzo risponde alla domanda "Chi ci sta guardando?" con "Milioni di persone in tutto il mondo, mamma": geniale - il regista ci porta a riflettere sull'annosa questione del "da grandi poteri derivano grandi responsabilità" che fece la fortuna proprio dei personaggi Marvel - i cosiddetti "supereroi con superproblemi" - mostrando l'effetto che l'essere di fatto superuomini può avere su tre adolescenti diversi tra loro, legati proprio dal potere acquisito da un'amicizia tanto stretta quanto potenzialmente rischiosa.
Interessante, in questo senso, vedere la nuova condizione dei tre giovani influenzarli ribaltando di fatto quelli che sono i loro ruoli all'interno della spesso crudele società dell'high school portando Andrew ad una progressiva esplosione dovuta alla rabbia accumulata in anni di soprusi vissuti tra le mura domestiche e quelle della scuola, più forte anche della meraviglia per le abilità acquisite e della vicinanza di Matt e Steve, il primo più attento a contenere e responsabilizzare gli altri due ed il secondo stregato dall'aspetto ludico dei suoi poteri - tutti e tre gli interpreti, giusto per non farsi mancare nulla, funzionano e anche bene -.
Se, però, da un lato la sceneggiatura non brilla per originalità spiccata - fin dal principio abbiamo chiara l'escalation che minerà la solidità del gruppo - e specialmente nella seconda parte tende a perdersi almeno in parte e la regia spesso appare confusionaria - non tutti sono in grado di realizzare cose pregevoli con lo stile da mal di mare del mockumentary -, il comparto tecnico è davvero notevole, dalla messa in scena - il production designer, del resto, è Stephen Altman, figlio del grande Robert - agli effetti, assolutamente prodigiosi sia nella resa dei poteri dei ragazzi sia sulle conseguenze degli stessi rispetto all'ambiente circostante.
La cosa più interessante, però, è e resta la riflessione che l'intera pellicola stimola nello spettatore, quasi ci trovassimo di fronte ad una versione più matura - nonostante l'età dei protagonisti - e decisamente meno sguaiata e tamarra di Hancock, in cui personaggi con talenti ed abilità straordinarie trovano in loro stessi i nemici peggiori che potrebbero esistere, schiacciati dalla consapevolezza di essere arrivati - come riflette lo stesso Andrew - ad un nuovo stadio evolutivo.
Come se non bastasse, la sensazione di vuoto di cui si parla dai tempi della famigerata generazione x pare trovare terreno fertile in questi figli del nuovo millennio soffocati dal concetto di reality e da social network sempre più "in presa diretta", senza avere un indirizzo preciso sul quale puntare le proprie giocate, se non la fuga - il filo conduttore del viaggio fino ai confini del mondo da loro conosciuto, il Tibet, in cui monaci imparano a governare se stessi grazie alla meditazione e alla ricerca della pace interiore -.
Niente di nuovo sotto il sole, eppure un niente di nuovo che ribolle energia e voglia di spaccare tutto, quasi il regista volesse ricordarci quello che si prova quando ci si affaccia sulla vita da adulti - con tutti i suoi pro e contro - e si crede di poter controllare tutto: il fatto è che non esiste alcun potere in grado di permetterci di controllare davvero soprattutto noi stessi.
E Andrew, Matt e Steve, con i loro scherzi ed i loro voli a perdifiato, sono i primi a (non) saperlo.
Come tutti i ragazzi della loro età.
Anche il piccolo schermo ha reso omaggio al concetto di supereroe, dalla meteora Heroes al mitico - almeno per le prime due stagioni - Misfits, cercando nel suo piccolo di innovare una tradizione che rischiava di divenire stantìa e poco stimolante per autori e spettatori.
E' proprio da quest'ultimo che prende spunto Josh Trank - giovanissimo regista da tenere d'occhio, classe 1985 - per questo suo Chronicle, che pare mescolare le idee della corrente alternativa della sci-fi in stile District 9 con l'irriverenza di Nathan e soci: partendo dall'idea del finto documentario - tutto è girato con la camera a spalla come fosse una ripresa amatoriale, in bilico tra il fastidio che questo approccio può provocare nello spettatore ed idee metacinematografiche notevoli come il dialogo tra Andrew e la madre in cui il ragazzo risponde alla domanda "Chi ci sta guardando?" con "Milioni di persone in tutto il mondo, mamma": geniale - il regista ci porta a riflettere sull'annosa questione del "da grandi poteri derivano grandi responsabilità" che fece la fortuna proprio dei personaggi Marvel - i cosiddetti "supereroi con superproblemi" - mostrando l'effetto che l'essere di fatto superuomini può avere su tre adolescenti diversi tra loro, legati proprio dal potere acquisito da un'amicizia tanto stretta quanto potenzialmente rischiosa.
Interessante, in questo senso, vedere la nuova condizione dei tre giovani influenzarli ribaltando di fatto quelli che sono i loro ruoli all'interno della spesso crudele società dell'high school portando Andrew ad una progressiva esplosione dovuta alla rabbia accumulata in anni di soprusi vissuti tra le mura domestiche e quelle della scuola, più forte anche della meraviglia per le abilità acquisite e della vicinanza di Matt e Steve, il primo più attento a contenere e responsabilizzare gli altri due ed il secondo stregato dall'aspetto ludico dei suoi poteri - tutti e tre gli interpreti, giusto per non farsi mancare nulla, funzionano e anche bene -.
Se, però, da un lato la sceneggiatura non brilla per originalità spiccata - fin dal principio abbiamo chiara l'escalation che minerà la solidità del gruppo - e specialmente nella seconda parte tende a perdersi almeno in parte e la regia spesso appare confusionaria - non tutti sono in grado di realizzare cose pregevoli con lo stile da mal di mare del mockumentary -, il comparto tecnico è davvero notevole, dalla messa in scena - il production designer, del resto, è Stephen Altman, figlio del grande Robert - agli effetti, assolutamente prodigiosi sia nella resa dei poteri dei ragazzi sia sulle conseguenze degli stessi rispetto all'ambiente circostante.
La cosa più interessante, però, è e resta la riflessione che l'intera pellicola stimola nello spettatore, quasi ci trovassimo di fronte ad una versione più matura - nonostante l'età dei protagonisti - e decisamente meno sguaiata e tamarra di Hancock, in cui personaggi con talenti ed abilità straordinarie trovano in loro stessi i nemici peggiori che potrebbero esistere, schiacciati dalla consapevolezza di essere arrivati - come riflette lo stesso Andrew - ad un nuovo stadio evolutivo.
Come se non bastasse, la sensazione di vuoto di cui si parla dai tempi della famigerata generazione x pare trovare terreno fertile in questi figli del nuovo millennio soffocati dal concetto di reality e da social network sempre più "in presa diretta", senza avere un indirizzo preciso sul quale puntare le proprie giocate, se non la fuga - il filo conduttore del viaggio fino ai confini del mondo da loro conosciuto, il Tibet, in cui monaci imparano a governare se stessi grazie alla meditazione e alla ricerca della pace interiore -.
Niente di nuovo sotto il sole, eppure un niente di nuovo che ribolle energia e voglia di spaccare tutto, quasi il regista volesse ricordarci quello che si prova quando ci si affaccia sulla vita da adulti - con tutti i suoi pro e contro - e si crede di poter controllare tutto: il fatto è che non esiste alcun potere in grado di permetterci di controllare davvero soprattutto noi stessi.
E Andrew, Matt e Steve, con i loro scherzi ed i loro voli a perdifiato, sono i primi a (non) saperlo.
Come tutti i ragazzi della loro età.
MrFord
"The faster we're falling,
we're stopping and stalling.
we're running in circles again
just as things were looking up
you said it wasn't good enough.
but still we're trying one more time."
we're stopping and stalling.
we're running in circles again
just as things were looking up
you said it wasn't good enough.
but still we're trying one more time."
Sum 41 - "In too deep" -
Cacchio no lo voglio vedere e speravo in 3 bei bicchierini xD verificherò il prima possibile
RispondiEliminaPio, il prodotto è molto interessante, diciamo che il voto è commisurato al fatto che il regista è giovane, e se non si brucia potrà fare sicuramente di meglio! :)
EliminaD'accordissimo su tutto. Come sempre una lucida analisi!!!
RispondiEliminaMuchas gracias, Rossana!
EliminaSpunti originali e idee interessanti con qualche caduta e ingenuità, comunque un regista da tenere d'occhio. Le scene finali richiamano Akira.
RispondiEliminaLucien, concordo su tutto, anche rispetto al paragone con Akira, che non ho citato nel post ma che resta perfetto.
EliminaSperiamo che il ragazzo migliori e non si perda come tante altre promesse (o presunte tali).
E' vero, il paragone con Akira è proprio calzante!
EliminaIaia, verissimo. Ora come ora non so perchè non mi è venuto di parlarne nel post.
EliminaBello bello, e sì, la parte finale è chiaramente ripresa da Akira, ma comunque un film gustoso e piacevole, che per una volta tanto si stacca dei cliché supereroistici. :)
RispondiEliminaSimone, stranamente questa volta siamo d'accordo, anche se trovo che con il finale abbiano sprecato qualcosa dell'ottima prima parte.
EliminaAd ogni modo, una visione sicuramente interessante.
No no, infatti, è simile al film di Otomo per come si svolge, ma resta una gran figata, con una sua drammaticità molto sentita. :)
EliminaIncredibile: sono d'accordissimo con te una seconda volta.
EliminaSta evidentemente per succedere qualcosa di grosso. ;)
Zero voglia di vederlo, non so perchè.
RispondiEliminaPerò con questa rece un po' di voglia me lìhai messa. Vedrò di recuperarlo!
;)
Fratello, recuperalo, perchè una visione la vale, vedrai.
EliminaInvece ieri ho visto Ip man, e devo dire che mi sono divertito. Non male. :)
Sono contento che ti sia piaciuto, magari è un pelo paraculo e buonista, ma i combattimenti sono fatti davvero bene e quando Ip si scontra con 10 avversari contemporaneamente è una goduria!
EliminaPeccato davvero per la retorica finale, perchè altrimenti sarebbe stato un supercult: il combattimento contro dieci è una bomba! :)
EliminaLa mia Belva guardava una serie tv che si intitola H2O. Tre ragazze che si trasformano in sirene ( dotate ognuna di un particolare superpotere). Fin dalla prima visione del trailer di Chronicle ho pensato ad H2O....ecco uno dei perche` non lo vedro'. Dai Fantastici Quattro alle sirene fino agli sfigati con superpoteri e' tutto deja vu. Non credo non se ne possa fare una questione di eta': a me questo regista non dice niente di nuovo
RispondiEliminaIrriverent, niente di nuovo, è vero.
EliminaMa un niente di nuovo interessante.
E gli effetti valgono da soli la visione. Rivalutalo! :)
My Young Bro, se dovessi scegliere cosa vedere dalla passione che metti nelle tue recensioni, mi sarei sciroppata anche tutti i Rocky e i Rambo.....e per gradire anche un po' di wtestling, tanto per gradire ;-)
EliminaSorellona, ti ringrazio per l'apprezzamento alla passione che metto, in fondo se non avessi quella mi mancherebbe molto della mia vita: comunque, non dirmi che non ti sei vista almeno una volta i Rocky!
EliminaScattano le bottigliate - o una maratona di wrestling - per punizione! :)
Sembra un filmino degno di essere visto. Mi piace l'idea che ci sta dietro. Lo annoto.
RispondiEliminaGae, segnalo. Sicuramente data la penuria avuta ultimamente, risulta una visione almeno godibile.
Eliminasì, film carino, però rispetto ad esempio ai misfits si prende troppo sul serio. un po' come ford rispetto a cannibal kid... :D
RispondiEliminaPensavo fosse Cannibal Kid a prendersi SEMPRE troppo sul serio, con l'ego che si ritrova! Ahahahahahahah! ;)
EliminaOdio il genere "finto-documentario" già dai tempi di The Blair Witch Project. Per non parlare di quell'altra fesseria immensa con gli alieni.
RispondiEliminaQuando ho visto il trailer, prima su YouTube poi al cinema, ho subito pensato di cestinarlo, ora leggo questa tua recensione. E considerando il fatto che raramente deludi mi trovo un po' spiazzato :)
Pesa, capisco i tuoi pregiudizi sul genere, ma ti assicuro che, nonostante non sia certamente un Capolavoro, una visione questo la merita.
EliminaLo trovi anche sottotitolato dove sai tu. ;)
voglio vederlo. era già in prima visione a febbraio in francia e volevo già vederlo là, ma onestamente aspettavo la tua recensione.
RispondiEliminacomunque post scritto da dio
Suara, muchas gracias! Sempre troppo gentile!
EliminaDovrò ricambiare con molti gin tonic! :)
Comunque, il film una visione la merita tutta. Se ti capita, buttati!
a breve me lo vedo e appurerò con mano!Certo che questo ragazzo a 26-27 anni gli danno in mano dodici milioni di dollari per farci un film. Qua da noi i Manetti per ottenere 200 mila euro devono fare i mutui...viviamo proprio in un altro pianeta...E comunque questo Chronicle ha riportato a casa già più di 120 milioni di dollari, quindi il ragazzo almeno un altro paio di occasioni ce le avrà...
RispondiEliminaBradipo, l'Italia è ai confini del mondo, per molte cose, purtroppo.
EliminaComunque, il film merita almeno una visione, e sono sicuro che non rimarrai deluso!
Oltre al fatto che ho apprezzato tutto il comparto tecnico, credo che l'idea di base sia la cosa che colpisce di più.
RispondiEliminaCosa fanno tre adolescenti con superpoteri? Vestono calzamaglie e salvano bambini in pericolo? No. Fano esattamente ciò che Trank ci racconta. Fa sembrare il tutto molto più reale. Meno fumetto supereroistico boom bang bang splash.
MMS, concordo in pieno.
EliminaL'aspetto molto fedele alla realtà dell'utilizzo dei poteri è interessante, anche se sviluppato meglio nella prima parte, rispetto alla seconda.
Comunque, un film e un regista da tenere in considerazione.
Certamente. Soprattutto, dopo aver letto che ha tra i progetti futuri un film su "Venom" (oltre a The Red Star della Image Comics e i Fantastici Quattro). Speriamo continui a fare un buon lavoro e non caschi troppo profondamente nel "commerciale/esplosivo/cagatachepotreidirigereanch'ioeconciòhodettotutto". :P
EliminaSarei curioso di vedere un film su Venom ben fatto, dopo lo scempio del personaggio avvenuto in Spider Man 3.
EliminaMa anche Red Star non mi sembra male.
Come al solito, si spera che il ragazzo non si butti via.